Summa Teologica - I-II

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Articolo 10 - Se i beni temporali possano essere oggetto di merito

II-II, q. 122, a. 5, ad 4; III, q. 89, a. 6, ad 3; De Pot., q. 6, a. 9

Pare che i beni temporali possano essere oggetto di merito.

Infatti:

1. Quanto viene promesso a qualcuno come premio della giustizia è oggetto di merito.

Ma i beni temporali furono promessi nella legge antica in questo modo, come risulta dal Deuteronomio [ Dt 28 ].

Quindi essi sono oggetto di merito.

2. È oggetto di merito ciò che Dio contraccambia a qualcuno per un servizio prestato.

Ma Dio a volte ripaga gli uomini per il servizio a lui prestato con dei beni temporali.

Nell'Esodo [ Es 1,21 ] infatti si legge: « Poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una numerosa famiglia ».

E S. Gregorio nella Glossa spiega che « la mercede della loro compassione sarebbe potuta consistere nella vita eterna, ma per il peccato di menzogna ricevette soltanto una ricompensa terrena ».

E in Ezechiele [ Ez 29,18ss ] si legge: « Il re di Babilonia ha fatto compiere al suo esercito una grave impresa contro Tiro, e non ha ricevuto alcun compenso »; e poco dopo: « Come mercede darò a quell'esercito la terra d'Egitto, per le fatiche che ha sostenuto per me ».

Quindi i beni temporali sono oggetti di merito.

3. Il bene sta al merito come il male al demerito.

Ora, per il demerito dei peccati alcuni sono puniti da Dio con pene temporali, come è evidente nel caso dei Sodomiti [ Gen 19 ].

Perciò i beni temporali sono oggetto di merito.

In contrario:

Quanto è oggetto di merito non può riguardare tutti allo stesso modo.

Invece i beni e i mali temporali riguardano allo stesso modo i buoni e i cattivi, secondo quelle parole [ Qo 9,2 ]: « Vi è una sorte unica per tutti: per il giusto e l'empio, per il puro e l'impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li offre ».

Perciò i beni temporali non sono oggetto di merito.

Dimostrazione:

Quanto è oggetto di merito è un premio o una mercede, vale a dire un bene.

Ora, il bene umano può essere di due specie: bene in senso assoluto e bene in senso relativo.

Bene dell'uomo in senso assoluto è il fine ultimo, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 73,28 ]: « Il mio bene è stare vicino a Dio »; e di conseguenza tutto ciò che è fatto per condurre a questo fine.

Tali cose dunque sono oggetto di merito in senso assoluto.

- È invece un bene per l'uomo in senso relativo quanto è un bene per lui momentaneamente e in rapporto a qualcosa.

E questo bene non è oggetto di merito in senso assoluto, ma solo in senso relativo.

Si deve perciò concludere che se i beni temporali vengono considerati come utili agli atti virtuosi con cui si raggiunge la vita eterna, allora essi sono oggetto di merito in senso diretto e assoluto: cioè allo stesso modo dell'aumento della grazia e di tutto ciò con cui l'uomo viene soccorso perché giunga alla beatitudine, dopo la prima grazia.

Infatti Dio concede ai giusti quel tanto di beni temporali, e anche di mali, che giova ad essi per giungere alla vita eterna.

E in questa misura tali beni sono beni in senso assoluto.

Perciò si dice nei Salmi [ Sal 34,11 ]: « Chi cerca il Signore non manca di nulla »; e ancora [ Sal 37,25 ]: « Non ho mai visto il giusto abbandonato ».

Se invece questi beni temporali vengono considerati in se stessi, allora sono beni umani in senso non assoluto, ma relativo.

Per cui sono oggetto non diretto, ma solo indiretto del merito: in quanto cioè gli uomini sono mossi da Dio a compiere certe azioni temporali nelle quali, con l'aiuto divino, raggiungono le loro aspirazioni.

In modo che come la vita eterna, secondo le spiegazioni date [ a. 3 ], è il premio diretto delle opere buone in rapporto alla mozione divina, così i beni temporali, considerati in se stessi, hanno l'aspetto di mercede in rapporto a quella mozione divina che muove il volere umano a perseguirli; sebbene talora gli uomini non abbiano in ciò una retta intenzione.

Analisi delle obiezioni:

1. Come insegna S. Agostino [ Contra Faustum 4,2 ], « in quelle promesse temporali troviamo le figure dei futuri beni spirituali che si sono compiute in noi.

Infatti quel popolo carnale si attaccava alle promesse della vita presente; e di esso non soltanto le parole, ma anche la vita fu una profezia ».

2. Quelle ricompense vengono attribuite a Dio a causa della mozione divina, non già in rapporto alla malizia del volere [ umano ].

Specialmente per quanto riguarda il re di Babilonia, il quale assediò Tiro non per servire Dio, ma per usurpare un regno.

- E così pure le levatrici [ egiziane ], sebbene avessero una volontà retta nel salvare i bambini, tuttavia non l'ebbero nel concertare una menzogna.

3. I mali temporali sono inflitti ai cattivi come castighi poiché essi non se ne servono per raggiungere la vita eterna.

Invece per i giusti, che si avvantaggiano di questi mali, essi non sono castighi, ma piuttosto medicine, come si è già detto in precedenza [ q. 87, aa. 7 s. ].

4. [ S.c. ]. Tutto capita ugualmente ai buoni e ai cattivi quanto alla sostanza stessa dei beni o dei mali temporali.

Non così però quanto al fine: poiché i buoni da tali cose vengono guidati alla beatitudine, a differenza dei cattivi.

E ciò basti per quanto riguarda la morale in generale.

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