Summa Teologica - II-II |
I-II, q. 84, a. 2; In 2 Sent., d. 5, q. 1, a. 3; d. 42, q. 2, a. 1, ad 7; a. 3, ad 1; In 1 Cor., c. 11, lect. 4
Pare che la superbia non sia il primo di tutti i peccati.
1. Ciò che è primo [ in un genere di atti ] si riscontra in tutti quelli successivi.
Invece non tutti i peccati nascono o sono accompagnati dalla superbia: secondo S. Agostino [ De nat. et gratia 29.33 ] infatti « molti atti vengono fatti malamente, ma non con superbia ».
Perciò la superbia non è il primo di tutti i peccati.
2. Nella Scrittura [ Sir 10,12 ] si legge che « il principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore ».
Quindi l'apostasia viene prima della superbia.
3. L'ordine dei peccati deve seguire l'ordine delle virtù.
Ma la prima delle virtù non è l'umiltà, bensì la fede.
Quindi la superbia non è il primo dei peccati.
4. S. Paolo [ 2 Tm 3,13 ] scrive: « I malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio »; pare quindi che l'inizio della perversione umana non sia dal peccato più grave.
Ora, la superbia è il più grave dei peccati, come si è visto sopra [ a. 6 ].
Quindi essa non è il primo dei peccati.
5. Le cose finte e apparenti sono posteriori alle vere corrispondenti.
Ora, il Filosofo [ Ethic. 3,7 ] afferma che « il superbo finge fortezza e audacia ».
Perciò il vizio dell'audacia è prima del vizio della superbia.
Sta scritto [ Sir 10,13 Vg ]: « L'inizio di ogni peccato è la superbia ».
In ogni cosa è primo ciò che è per se.
Ora, sopra [ a. prec. ] abbiamo visto che l'abbandono di Dio, che è il costitutivo formale del peccato, appartiene per se, cioè essenzialmente, alla superbia, e solo indirettamente agli altri peccati.
Quindi la superbia ha un carattere di priorità; ed è anzi, come si è visto sopra [ I-II, q. 84, a. 2 ] parlando delle cause del peccato, il principio di ogni peccato dal lato dell'allontanamento, che è l'aspetto principale della colpa.
1. Si dice che la superbia è « l'inizio di ogni peccato » non perché ogni singola colpa nasca dalla superbia, ma perché ogni genere di peccato può nascere da essa.
2. Si dice che l'allontanarsi da Dio è l'inizio della superbia umana non nel senso che sia un peccato distinto dalla superbia, ma perché è la sua prima specie.
Abbiamo visto infatti [ a. 5 ] che la superbia ha per oggetto principale la sottomissione a Dio, che essa rifiuta; di conseguenza poi essa rifiuta di sottomettersi alle creature in ossequio a Dio.
3. Non è detto che l'ordine dei vizi segua l'ordine delle virtù.
Poiché il vizio è la corruzione della virtù.
Ora, ciò che è primo nella generazione è l'ultimo nella corruzione.
Come quindi la fede è la prima delle virtù, così l'incredulità è l'ultimo dei peccati, e ad essa talvolta l'uomo è condotto dalle altre colpe.
Per cui commentando quel testo dei Salmi [ Sal 137,7 ]: « Distruggete, distruggete anche le sue fondamenta », la Glossa [ P. Lomb. ] afferma che « nel cumulo dei vizi si insinua l'incredulità ».
E l'Apostolo [ 1 Tm 1,19 ] scrive che « alcuni ripudiando la buona coscienza hanno fatto naufragio nella fede ».
4. Si dice che la superbia è il più grave peccato sotto l'aspetto che è essenziale nei peccati, e dal quale si misura la loro gravità.
E per questo la superbia causa la gravità degli altri peccati.
Quindi prima della superbia ci possono essere dei peccati non gravi, commessi per ignoranza o per fragilità.
Ma tra i peccati gravi il primo è la superbia: essendo esso la causa che rende gravi tutti gli altri.
E poiché ciò che è primo nel causare è l'ultima cosa a scomparire, nel commentare le parole del Salmo [ Sal 19,14 ]: « Sarò puro dal grande peccato », la Glossa [ P. Lomb. di Agost. ] aggiunge: « Cioè dal delitto della superbia, che è l'ultimo per chi ritorna a Dio, come è il primo per chi se ne allontana ».
5. Il Filosofo dice che la superbia finge la fortezza non perché consista solo in questo, ma perché è soprattutto con l'audacia e con la fortezza che si crede di poter conseguire l'eccellenza presso gli uomini.
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