Summa Teologica - II-II |
C. G., III, c. 154; In Is., c. 3
Pare che nessuna profezia possa derivare dai demoni.
1. La profezia, come insegna Cassiodoro [ Exp. in Ps., Prol. ], « è una rivelazione divina ».
Ma ciò che è prodotto dal demonio non è divino.
Quindi nessuna profezia può derivare dal demonio.
2. La conoscenza profetica, come si è visto, richiede un'illuminazione [ q. 171, aa. 2,3 ].
Ma i demoni non possono illuminare l'intelletto umano, come si è detto nella Prima Parte [ q. 109, a. 3 ].
Quindi nessuna profezia può derivare dai demoni.
3. Un segno non ha valore se può provare cose contrarie.
Ma la profezia è un segno che sta a confermare la fede, poiché spiegando l'espressione di S. Paolo [ Rm 12,6 ]: « Il dono della profezia, da esercitarsi secondo la misura della fede », la Glossa [ P. Lomb. ] commenta: « Nota che nell'enumerare i carismi inizia dalla profezia, che è la prima prova della ragionevolezza della nostra fede: poiché i credenti, ricevendo lo Spirito Santo, profetavano ».
Perciò la profezia non può venire dai demoni.
Nella Scrittura [ 1 Re 18,19 ] si legge: « Su, con un ordine raduna tutto Israele sul monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele ».
Ora, questi erano adoratori dei demoni.
Quindi anche dai demoni si può avere una profezia.
La profezia, come sopra [ q. 171, a. 1 ] si è visto, implica una conoscenza remota dalla cognizione umana.
Ora, è evidente che un intelletto di ordine superiore può conoscere cose che sono estranee alla conoscenza di un intelletto inferiore.
Ma al di sopra dell'intelletto umano non c'è soltanto l'intelletto divino bensì, almeno nell'ordine naturale, anche l'intelletto degli angeli buoni e cattivi.
Perciò i demoni con la semplice conoscenza naturale conoscono delle cose che sono lontane dalla conoscenza umana, e che possono rivelare agli uomini.
Ora, le più lontane ed estranee in senso assoluto sono quelle che Dio solo conosce.
Quindi la profezia propriamente detta avviene solo per rivelazione divina.
Tuttavia anche le rivelazioni fatte dai demoni in un certo senso possono dirsi profezie.
Perciò quelli che hanno delle rivelazioni diaboliche non sono chiamati dalla Scrittura profeti puramente e semplicemente, ma con una qualifica particolare, e cioè « falsi profeti », o « profeti degli idoli ».
Da cui le parole di S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,19.41 ]: « Quando uno spirito maligno si impossessa di un uomo mediante qualche visione ne fa o un indemoniato, o un ossesso, o un falso profeta ».
1. Cassiodoro in quel testo definisce la profezia in senso proprio e assoluto.
2. I demoni comunicano agli uomini le cose che sanno non mediante un'illuminazione dell'intelletto, ma con visioni fantastiche, oppure parlando in maniera sensibile.
E in ciò la loro profezia si scosta da quella vera.
3. La profezia diabolica può essere distinta da quella divina anche in base a certi segni esterni.
Dice infatti il Crisostomo [ Op. imp. in Mt, hom. 19 ] che « alcuni, come gli indovini, profetizzano mediante lo spirito diabolico; ma è possibile riconoscerli da questo: che il diavolo talora vi inserisce delle falsità, lo Spirito Santo invece mai ».
Da cui le parole del Deuteronomio [ Dt 18,21s ]: « Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta?
Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore ».
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