Summa Teologica - III |
In Is., c. 1
Pare che Cristo non avesse le grazie gratis datae.
1. Chi ha una perfezione nella sua pienezza, non la può avere parzialmente.
Ma Cristo aveva la grazia nella sua pienezza, secondo l'espressione del Vangelo [ Gv 1,14 ]: « pieno di grazia e di verità ».
Ora, le grazie gratis datae sono doni parziali distribuiti fra persone diverse, come attesta S. Paolo [ 1 Cor 12,4 ]: « C'è divisione di grazie ».
Cristo dunque non aveva le grazie gratis datae.
2. Non è grazia ciò che è posseduto per diritto.
Ma a Cristo come uomo spettavano i carismi della parola di sapienza e di scienza, il potere di fare i miracoli e altre simili qualità che appartengono alle grazie gratis datae, essendo egli « la potenza e la sapienza di Dio », come dice l'Apostolo [ 1 Cor 1,24 ].
Quindi non era conveniente che Cristo avesse le grazie gratis datae.
3. Le grazie gratis datae hanno per scopo il bene dei fedeli, secondo l'affermazione di S. Paolo [ 1 Cor 12,7 ]: « La manifestazione dello Spirito è data a ciascuno per l'utilità comune ».
Ma non serve al bene degli altri un abito o una disposizione che non venga esercitata, come osserva la Scrittura [ Sir 20,30 ]: « Sapienza nascosta e tesoro invisibile: a che servono l'una e l'altro? ».
Ora, non si legge che Cristo abbia esercitato tutte le grazie gratis datae, specialmente quanto all'uso delle lingue.
Quindi Cristo non aveva tutte le grazie gratis datae.
S. Agostino [ Epist. 187,13 ] pone in Cristo tutte le grazie, come nel capo ci sono tutti i sensi.
Come si è notato nella Seconda Parte [ I-II, q. 111, a. 4 ], le grazie gratis datae sono mezzi per la manifestazione della fede e dell'insegnamento religioso.
Ora, chi insegna deve possedere i mezzi per comunicare la sua dottrina, altrimenti questa sarebbe inutile.
Ma il primo e principale Maestro della dottrina religiosa e della fede è Cristo, come scrive S. Paolo [ Eb 2,3s ]: « La salvezza è stata promulgata all'inizio dal Signore, ed è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l'avevano udita, mentre Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi ».
È chiaro dunque che in Cristo, quale primo e principale Maestro della fede, c'erano tutte le grazie gratis datae nella maniera più eccelsa.
1. Come la grazia santificante è il mezzo per compiere atti meritori interni ed esterni, così la grazia gratis data è il mezzo per compiere alcuni atti esterni dimostrativi della fede: come fare miracoli e altre cose simili.
Ora, Cristo aveva la pienezza di entrambe le grazie: in quanto infatti la sua anima era unita alla divinità, aveva una perfetta attitudine a produrre tutti quegli atti.
Invece gli altri santi, che Dio usa come strumenti non congiunti, ma separati, ricevono poteri particolari per questa o quella operazione.
Quindi negli altri santi, a differenza di Cristo, tali grazie si trovano divise.
2. Cristo è denominato « potenza e sapienza di Dio » in quanto è l'eterno Figlio di Dio.
Ma sotto tale aspetto non gli si addice di ricevere la grazia, bensì di esserne il donatore.
Riceve invece la grazia secondo la natura umana.
3. Il dono delle lingue fu concesso agli Apostoli perché mandati « a istruire tutte le genti » [ Mt 28,19 ].
Cristo invece volle predicare personalmente solo in mezzo al popolo dei Giudei, come dice egli stesso [ Mt 15,24 ]: « Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele », e come afferma l'Apostolo [ Rm 15,8 ]: « Dico che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi ».
Non c'era dunque bisogno che parlasse più lingue.
E nondimeno ebbe la conoscenza di tutte le lingue, non essendogli nascosti, come vedremo [ q. 10, a. 2 ], neppure gli intimi segreti dei cuori, di cui le parole di ogni idioma sono i segni.
Né tale conoscenza era inutile in lui, come non è inutile un abito per uno che non lo adopera quando non ne ha bisogno.
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