Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 10, q. 1, a. 2, sol. 1; In Rom., c. 1, lect. 3
Pare che Cristo in quanto uomo sia un'ipostasi o persona.
1. Ciò che è vero di ogni uomo è vero di Cristo in quanto uomo, essendo egli uguale agli altri uomini, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Fil 2,7 ]: « Divenendo simile agli uomini ».
Ma ogni uomo è una persona.
Quindi Cristo in quanto uomo è una persona.
2. Cristo in quanto uomo è una sostanza di natura razionale.
Ma non è una sostanza universale.
Quindi è una sostanza individuale.
Ora, la persona non è altro che « una sostanza individuale di natura razionale » come la definisce Boezio [ De duab. nat. 4 ].
Quindi Cristo in quanto uomo è una persona.
3. Cristo in quanto uomo è una realtà, un supposito e un'ipostasi della natura umana.
Ma ogni ipostasi, supposito e realtà della natura umana è una persona.
Quindi Cristo in quanto uomo è una persona.
Cristo in quanto uomo non è una persona eterna.
Se dunque è una persona in quanto uomo, allora ci sono in Cristo due persone, una temporale e una eterna.
Ma ciò è falso, come si è già detto [ q. 2, a. 6; q. 4, a. 2 ].
In senso reduplicativo il termine uomo può riferirsi al supposito o alla natura, come si è già notato [ aa. 10,11 ].
Nel dire dunque che Cristo in quanto uomo è una persona, se con la reduplicazione ci riferiamo al supposito, allora è chiaro che Cristo in quanto uomo è una persona: poiché il supposito della natura umana è la stessa persona del Figlio di Dio.
Se ci riferiamo invece alla natura umana, allora ciò può essere inteso in due modi.
Primo, nel senso che alla natura umana compete di esistere in una persona.
E anche in questo senso la proposizione è vera, poiché ogni sussistente nella natura umana è una persona.
- Secondo, nel senso che alla natura umana in Cristo sia dovuta una propria personalità causata dai princìpi della natura umana.
E in questo senso Cristo in quanto uomo non è una persona, poiché la sua natura umana non esiste separatamente dalla natura divina, come esigerebbe la nozione di persona.
1. Ogni uomo è una persona per il fatto che lo è ogni sussistente nella natura umana.
Ma è proprio di Cristo in quanto uomo il fatto che la persona sussistente nella sua natura umana non sia causata dai princìpi di quest'ultima, e sia invece eterna.
Perciò in quanto uomo Cristo è una persona sotto un aspetto e non lo è sotto un altro, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].
2. La « sostanza individuale » nella definizione di persona sta a indicare una sostanza completa sussistente per se stessa e separatamente dalle altre sostanze.
Altrimenti anche una mano, essendo una certa sostanza individuale, potrebbe essere una persona, e invece non può esserlo, dato che esiste in un soggetto.
E per la stessa ragione non lo è neppure la natura umana in Cristo, la quale tuttavia può dirsi una certa realtà individuale e singolare.
3. Come la parola persona indica una sostanza completa e sussistente per se stessa nell'ordine della natura razionale, così i termini ipostasi, supposito e realtà sostanziale significano la stessa cosa nella categoria della sostanza.
Se quindi la natura umana non esiste per se stessa separatamente dalla persona del Figlio, non è neppure un'ipostasi o supposito o realtà sostanziale.
Quindi nel senso in cui neghiamo la proposizione: Cristo in quanto uomo è una persona, dobbiamo negare anche tutte le altre espressioni consimili.
Indice |