Summa Teologica - III |
Infra, a. 6, ad 3; De Verit., q. 26, a. 6, ad 4 in contrarium
Pare che la passione di Cristo non abbia causato la nostra salvezza sotto forma di merito.
1. La causa della nostra passione o sofferenza non risiede in noi.
Ora, nessuno può meritare o essere lodato se non per quanto promana da lui stesso.
Perciò la passione di Cristo non può aver causato la nostra salvezza sotto forma di merito.
2. Cristo meritò per sé e per noi fin dal suo concepimento, come si è visto sopra [ q. 34, a. 3 ].
Ma è superfluo meritare di nuovo ciò che si è già meritato.
Quindi Cristo con la sua passione non ha meritato la nostra salvezza.
3. La radice del merito è la carità.
Ora, la carità di Cristo non crebbe durante la passione.
Quindi con la passione egli non meritò la nostra salvezza più di quanto non l'avesse già meritata in precedenza.
Commentando quel passo di S. Paolo [ Fil 2,9 ]: « Per questo Dio lo ha esaltato », ecc., S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 104 ] scrive: « L'umiliazione della passione fu il merito della gloria; e la gloria è il premio dell'umiliazione ».
Ma Cristo fu glorificato non solo in se stesso, bensì anche nei suoi fedeli, stando alle sue parole [ Gv 17,10 ].
Perciò egli ha meritato anche la salvezza dei suoi fedeli.
Come si è spiegato in precedenza [ q. 7, aa. 1,9; q. 8, aa. 1,5 ], la grazia fu data a Cristo non solo in quanto persona singolare, ma anche in quanto capo della Chiesa, cioè in modo che da lui ridondasse sulle sue membra.
Perciò le azioni compiute da Cristo stanno tanto a lui quanto alle sue membra come le azioni di un altro uomo costituito in grazia stanno a lui personalmente.
Ora, è evidente che qualsiasi uomo costituito in grazia, soffrendo per la giustizia, merita a se stesso la salvezza; e ciò secondo le parole evangeliche [ Mt 5,10 ]: « Beati i perseguitati a causa della giustizia ».
Quindi Cristo con la sua passione meritò la salvezza non soltanto per sé, ma anche per tutte le sue membra.
1. La passione in quanto tale ha una causa esterna.
Ma in quanto uno la subisce volontariamente promana dall'interno.
2. Cristo ci meritò la salvezza eterna fin dal suo concepimento; da parte nostra però c'erano degli ostacoli che impedivano di conseguire gli effetti di tali meriti.
E così per togliere tali ostacoli fu necessario che Cristo patisse, come si è spiegato sopra [ q. 46, a. 3 ].
3. La passione di Cristo ebbe degli effetti che non avevano avuto i suoi meriti precedenti non in forza di una maggiore carità, ma per il genere dell'opera, che era proporzionato a tali effetti: come risulta dalle ragioni portate sopra [ q. 46, a. 3 ] per affermare la convenienza della passione di Cristo.
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