Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 2, q. 1, a. 2; C. G., IV, c. 58; De art. fidei
Pare che i sacramenti non debbano essere sette.
1. I sacramenti hanno efficacia dalla virtù divina e dalla passione di Cristo.
Ma unica è la virtù divina e unica la passione di Cristo, il quale « con un'unica oblazione ha reso perfetti i santificati », come dice S. Paolo [ Eb 10,14 ].
Quindi non ci doveva essere che un unico sacramento.
2. Il sacramento è diretto contro le miserie del peccato.
Ma le miserie del peccato sono due: la pena e la colpa.
Quindi dovrebbero bastare due sacramenti.
3. I sacramenti, dice Dionigi [ De eccl. hier. 5,1,2 ], rientrano nelle funzioni della gerarchia ecclesiastica.
Ma secondo lo stesso Dionigi [ ib. 5,1,3 ] i compiti della gerarchia sono tre: « la purificazione, l'illuminazione e il perfezionamento ».
Quindi non ci devono essere che tre sacramenti.
4. S. Agostino [ Contra Faustum 19,13 ] osserva che i sacramenti della legge nuova sono « meno numerosi » dei sacramenti della legge antica.
Ma nella legge antica non c'era alcun sacramento che corrispondesse alla cresima e all'estrema unzione.
Perciò questi non vanno annoverati fra i sacramenti della nuova legge.
5. La lussuria non è un peccato più grave degli altri, e l'abbiamo dimostrato nella Seconda Parte [ I-II, q. 74, a. 5; II-II, q. 154, a. 3 ].
Ma per difendere dagli altri peccati non fu istituito alcun sacramento.
Quindi non doveva neppure essere istituito il sacramento del matrimonio per difendere dalla lussuria.
6. I sacramenti sono dei « segni sacri ».
Ma nella Chiesa ci sono molte altre realtà sacre espresse con dei segni sensibili, come l'acqua benedetta, la consacrazione degli altari e altre cose simili.
Perciò i sacramenti sono più di sette.
7. Ugo di S. Vittore [ De sacram. 1,11,2; 12,4 ] afferma che i sacramenti dell'antica legge erano le offerte, le decime e i sacrifici.
Ma il sacrificio della Chiesa è uno dei sacramenti, quello che chiamiamo Eucaristia.
Quindi anche le offerte e le decime vanno considerate sacramenti.
8. Esistono tre specie di peccato: originale, mortale e veniale.
Ora, contro il peccato originale c'è il battesimo e contro il peccato mortale la penitenza.
Quindi dovrebbe esserci un ottavo sacramento, oltre ai sette, contro il peccato veniale.
Pare che i sacramenti siano più di sette.
Come si è già notato [ q. 62, a. 5; q. 63, a. 1 ], i sacramenti della Chiesa mirano a due scopi: a perfezionare l'uomo in ciò che spetta al culto di Dio secondo la religione cristiana, e anche a fornire i rimedi contro il peccato.
Ora, per entrambi gli scopi è opportuno il numero di sette sacramenti.
Infatti la vita dello spirito ha una certa analogia con la vita del corpo, come in genere tutte le realtà corporali hanno una certa somiglianza con quelle spirituali.
Ora, nella vita fisica sono due le perfezioni che l'individuo deve raggiungere: una rispetto alla propria persona, l'altra rispetto alla società in cui vive, essendo l'uomo per natura un animale socievole.
Rispetto a se stesso l'uomo nella sua vita corporale si perfeziona in due modi: primo, direttamente [ per se ], acquistando una qualsiasi perfezione; secondo, indirettamente [ per accidens ], liberandosi da ciò che minaccia la vita, cioè dalle infermità e da altre cose simili.
Il perfezionamento diretto della vita corporale ha poi tre tappe.
La prima è la generazione, per cui l'uomo comincia a esistere e a vivere.
E nella vita dello spirito corrisponde ad essa il battesimo, che è una rigenerazione spirituale, secondo quelle parole di S. Paolo [ Tt 3,5 ]: « Mediante un lavacro di rigenerazione », ecc.
- La seconda è la crescita, per cui uno arriva alla pienezza della sua statura e della sua forza.
E nella vita dello spirito corrisponde ad essa la cresima, nella quale ci viene dato lo Spirito Santo per irrobustirci.
Difatti ai discepoli già battezzati Gesù disse [ Lc 24,49 ]: « Restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall'alto ».
La terza è la nutrizione, con cui l'uomo conserva in sé la vita e la forza.
E nella vita dello spirito corrisponde ad essa l'Eucaristia.
Da cui le parole evangeliche [ Gv 6,54 ]: « Se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita ».
Ora, ciò sarebbe sufficiente per l'uomo se egli avesse fisicamente e spiritualmente una vita indeperibile; ma poiché oltre che nelle malattie corporali egli incorre in quelle spirituali, cioè nei peccati, di conseguenza sono necessari all'uomo [ anche ] dei rimedi contro le infermità.
E questi rimedi sono due.
Il primo è la guarigione, che restituisce la sanità, a cui nella vita dello spirito corrisponde la penitenza, secondo la preghiera del Salmista [ Sal 41,5 ]: « Risanami, contro di te ho peccato ».
- L'altro rimedio invece è il recupero delle forze con un'opportuna dieta e con l'esercizio, a cui corrisponde nella vita dello spirito l'estrema unzione, che toglie le reliquie dei peccati e dispone l'uomo alla gloria finale.
Da cui le parole di S. Giacomo [ Gc 5,15 ]: « Se ha commesso peccati, gli saranno perdonati ».
Rispetto poi alla collettività l'uomo si perfeziona in due modi.
Primo, raggiungendo il potere di governare gli altri e di compiere atti pubblici.
E nella vita dello spirito a ciò corrisponde il sacramento dell'ordine: poiché, come dice S. Paolo [ Eb 7,27 ], « i sacerdoti offrono sacrifici non solo per se stessi, ma anche per il popolo ».
- Secondo, con la propagazione della specie.
E ciò avviene mediante il matrimonio, sia nella vita corporale che in quella spirituale: poiché esso non è soltanto un sacramento, ma anche un ufficio di natura.
E da ciò risulta giustificato il numero dei sacramenti anche sotto l'aspetto del rimedio contro le miserie del peccato.
Il battesimo infatti è contro l'assenza della vita spirituale;
la cresima contro la debolezza spirituale che si riscontra nei neofiti;
l'Eucaristia contro la labilità dell'animo rispetto al peccato;
la penitenza contro il peccato attuale commesso dopo il battesimo;
l'estrema unzione contro le reliquie dei peccati non del tutto tolte dalla penitenza, o per trascuratezza o per ignoranza;
l'ordine contro il dissolvimento della collettività;
il matrimonio contro la concupiscenza personale e contro i vuoti che la morte apre nella società.
Alcuni invece giustificano il numero dei sacramenti in rapporto alle virtù, alle colpe e ai castighi:
e così alla fede fanno corrispondere il battesimo, diretto contro il peccato originale;
alla speranza l'estrema unzione, diretta contro il peccato veniale;
alla carità l'Eucaristia, ordinata contro i castighi dovuti ai peccati di malizia;
alla prudenza l'ordine, diretto contro l'ignoranza;
alla giustizia la penitenza, ordinata a riparare il peccato mortale;
alla temperanza il matrimonio, diretto contro la concupiscenza;
alla fortezza la cresima, diretta contro la debolezza o fragilità.
1. Una medesima causa principale usa strumenti diversi per effetti diversi, in conformità con le opere da compiere.
E così la virtù di Dio e la passione di Cristo operano in noi con dei sacramenti diversi come con degli strumenti diversi.
2. I peccati e le pene si diversificano secondo la loro specie, poiché ci sono specie diverse di colpe e di pene; si distinguono però anche secondo la diversità degli stati e delle condizioni umane.
E in ordine a ciò era opportuno che i sacramenti fossero nel numero che abbiamo indicato.
3. Nelle funzioni gerarchiche dobbiamo distinguere gli agenti, i beneficiari e le azioni.
Gli agenti sono i ministri della Chiesa.
E ad essi spetta il sacramento dell'ordine.
- I beneficiari sono coloro che si accostano ai sacramenti.
Ed essi sono procreati mediante il matrimonio.
- Le azioni poi sono la « purificazione », l'« illuminazione » e il « perfezionamento ».
Ma la purificazione da sola non può costituire un sacramento della nuova legge, il quale conferisce la grazia: è compito invece di certi sacramentali, quali la catechesi e gli esorcismi.
La purificazione invece assieme all'illuminazione spetta al battesimo, secondo Dionigi [ l. cit. ]; secondariamente però, ossia per i recidivi, spetta alla penitenza e all'estrema unzione.
Il perfezionamento poi rispetto alla virtù, che è quasi la nostra perfezione formale, spetta alla cresima, mentre rispetto al conseguimento del fine spetta all'Eucaristia.
4. Nel sacramento della cresima ci viene data la pienezza dello Spirito Santo per irrobustirci, e nell'estrema unzione l'uomo viene preparato immediatamente alla gloria: ora, nessuna di queste due cose spettava all'antico Testamento.
Perciò nulla poteva corrispondere a questi sacramenti nell'antica legge.
Ciò nonostante in essa i sacramenti furono più numerosi per la molteplicità dei sacrifici e delle cerimonie.
5. Contro la concupiscenza dei piaceri venerei era bene che venisse provveduto un rimedio speciale con un sacramento: primo, perché tale concupiscenza vizia non solo la persona, ma anche la natura; secondo, perché essa è tanto forte da assorbire la ragione.
6. L'acqua benedetta e le altre benedizioni non vengono dette sacramenti in quanto non raggiungono l'effetto dei sacramenti, che è il conseguimento della grazia.
Esse sono piuttosto delle disposizioni ai sacramenti: o in quanto rimuovono gli ostacoli, come l'acqua benedetta usata contro le insidie del demonio e contro i peccati veniali; oppure in quanto preparano la ricezione dei sacramenti: come si consacrano gli altari e i vasi per rispetto verso l'Eucaristia.
7. Le offerte e le decime, sia nella legge di natura che in quella mosaica, non avevano soltanto lo scopo di sostentare i ministri del culto e i poveri, ma anche quello di prefigurare i tempi messianici: perciò erano dei sacramenti.
Attualmente invece non hanno più quest'ultimo compito, per cui non lo sono [ più ].
8. Per distruggere il peccato veniale non occorre l'infusione della grazia.
Siccome quindi ogni sacramento della nuova legge infonde la grazia, nessun sacramento della nuova legge è istituito appositamente contro il peccato veniale, che però può essere cancellato con i sacramentali: p. es. con l'acqua benedetta e altre cose simili.
- Alcuni però dicono che contro il peccato veniale è ordinata l'estrema unzione.
Ma di ciò si parlerà a suo tempo [ Suppl., q. 30, a. 1 ].
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