Summa Teologica - III |
II-II, q. 47, a. 14, ad 3; In 4 Sent., d. 4, q. 2, a. 2, sol. 1
Pare che i bambini nel battesimo non ricevano la grazia e le virtù.
1. La grazia e le virtù non si hanno senza la fede e la carità.
Ma « la fede si trova nella volontà dei credenti », dice S. Agostino [ Epist. 98 ], e la carità si trova nella volontà degli amanti: quindi i bambini che non hanno l'uso della volontà non hanno neppure la fede e la carità.
E così i bambini nel battesimo non ricevono la grazia e le virtù.
2. A commento delle parole [ Gv 14,12 ]: « Farà cose più grandi di queste », S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 72 ] dice che la trasformazione dell'uomo da empio a giusto la compie Cristo « nell'uomo, ma non senza l'uomo ».
Ora il bambino, non avendo l'uso del libero arbitrio, non coopera con Cristo alla propria giustificazione; anzi, qualche volta resiste con tutte le sue forze.
Non viene quindi giustificato mediante la grazia e le virtù.
3. Si legge in S. Paolo [ Rm 4,5 ]: « A chi non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia ».
Ma il bambino non è uno che « crede in colui che giustifica l'empio ».
Non riceve quindi né la grazia santificante, né le virtù.
4. Ciò che viene compiuto con intenzione profana non ha un effetto spirituale.
Ma a volte i bambini vengono portati al battesimo con intenzione profana, cioè perché vengano guariti corporalmente.
E così non ricevono l'effetto spirituale della grazia e delle virtù.
S. Agostino [ Enchir. 52 ] scrive: « I bambini rinascendo muoiono al peccato da essi contratto nascendo, e così si riferisce anche ad essi ciò che dice S. Paolo, che cioè "per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme con lui nella morte" »; e aggiunge: « perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova ».
Ma la vita nuova si ha per mezzo della grazia e delle virtù.
Quindi i bambini nel battesimo ottengono la grazia e le virtù.
Alcuni antichi hanno affermato che ai bambini nel battesimo non vengono concesse la grazia e le virtù, ma viene impresso il carattere di Cristo, in forza del quale, quando arrivano poi all'età matura, ottengono la grazia e le virtù.
Ma ciò è falso per due motivi.
Primo, perché i bambini, come gli stessi adulti, nel battesimo divengono membra di Cristo: quindi necessariamente ricevono dal capo l'influsso della grazia e della virtù.
- Secondo, perché se la cosa fosse vera i bambini che muoiono dopo il battesimo non giungerebbero alla vita eterna, stando alle parole di S. Paolo [ Rm 6,23 ]: « La grazia di Dio è la vita eterna ».
E così nulla sarebbe valso per la loro salvezza l'essere stati battezzati.
E la causa dell'errore fu che costoro non seppero distinguere tra abito e atto.
Per cui, vedendo che i bambini erano inabili agli atti delle virtù, credettero che dopo il battesimo essi non avessero in alcun modo la virtù.
Invece questa incapacità di agire nei bambini non è dovuta all'assenza degli abiti, ma a un impedimento corporale: come anche chi dorme, sebbene abbia l'abito delle virtù, tuttavia è impedito dal compierne gli atti per via del sonno.
1. La fede e la carità si trovano nella volontà degli uomini nel senso che i loro abiti e quelli delle altre virtù esigono la potenza della volontà, che è presente nei bambini; tuttavia gli atti delle virtù esigono gli atti della volontà, che mancano nei bambini.
E in questo senso S. Agostino [ Epist. 98 ] dice che « il bambino, sebbene non abbia quella fede che si trova nella volontà dei credenti, tuttavia è già reso fedele dal sacramento della fede », in quanto cioè questo causa in lui l'abito della fede.
2. « Nessuno rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo senza volerlo », dice S. Agostino [ In 1 Ioh. 3, su 2,18 ].
Ma ciò non va riferito ai bambini, bensì agli adulti.
E così pure va riferito agli adulti il principio che l'uomo non viene giustificato da Cristo senza la propria cooperazione.
Che poi i bambini nel battesimo si mostrino riluttanti con tutte le loro forze « non è per loro una colpa, poiché ignorano a tal punto ciò che fanno da non parere neppure che lo facciano », come dice S. Agostino [ Epist. 187,7 ].
3. « Ai bambini la madre Chiesa presta i piedi degli altri per camminare, il cuore degli altri per credere, la lingua degli altri per professare la fede », spiega S. Agostino [ Serm. 176,2 ].
E così i bambini credono non per un atto proprio, ma per la fede della Chiesa che viene loro applicata.
E in forza di questa fede sono loro conferite la grazia e le virtù.
4. I secondi fini di coloro che portano i bambini al battesimo non recano loro danno, come neppure la colpa di uno nuoce a un altro che non vi acconsente.
Per cui S. Agostino scrive [ Epist. 98 ]: « Non ti turbi il fatto che alcuni portano i bambini a ricevere il battesimo non perché credano che essi siano rigenerati alla vita eterna mediante la grazia spirituale, ma perché pensano che con questo mezzo essi mantengano o acquistino la salute del corpo.
Essi infatti non vengono privati della rigenerazione per il fatto che gli altri non li presentano con questa intenzione ».
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