Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 4, q. 2, a. 1, sol. 2, ad 3; d. 12, q. 2, a. 2, sol. 3
Pare che questo sacramento rimetta tutta la pena dovuta al peccato.
1. Con questo sacramento, come si è già visto sopra [ aa. 1,2 ], l'uomo riceve in sé l'effetto della passione di Cristo, allo stesso modo che con il battesimo.
Ma con il battesimo l'uomo ottiene la remissione di tutta la pena in forza della passione di Cristo, la quale soddisfece pienamente per tutti i peccati, come risulta da quanto si è già visto [ q. 69, a. 2 ].
Quindi con questo sacramento si ottiene la remissione di tutta la pena dovuta al peccato.
2. Il Papa S. Alessandro I [ Decr. di Graz. 3,2,8 ] ha scritto: « Tra i sacrifici nessuno può essere più grande di quello del corpo e del sangue di Cristo ».
Ma con i sacrifici dell'antica legge l'uomo soddisfaceva ai suoi peccati, secondo l'attestazione del Levitico [ Lv 4-5 ]: « Se uno avrà peccato, offrirà » ( questa o quella cosa ), « e gli sarà perdonato ».
Quindi molto di più questo sacramento varrà a rimettere qualsiasi pena.
3. È noto che questo sacramento rimette una parte del debito della pena: poiché ad alcuni viene ingiunto come soddisfazione di far celebrare per sé delle messe.
Ma per la stessa ragione per cui viene rimessa una parte della pena, possono venire rimesse anche le altre parti, essendo infinita la virtù di Cristo contenuta in questo sacramento.
Quindi questo sacramento rimette tutta la pena.
Se ciò fosse vero non si dovrebbe imporre alcun'altra pena, esattamente come si fa nel battesimo.
L'Eucaristia è insieme sacrificio e sacramento: ma ha natura di sacrificio in quanto è offerta, e natura di sacramento in quanto è ricevuta.
Essa quindi produce l'effetto del sacramento in chi la riceve, e ha l'effetto del sacrificio in chi la offre, o in coloro per i quali viene offerta.
Se dunque viene considerata come sacramento, l'Eucaristia produce il suo effetto in due modi: primo, direttamente in virtù del sacramento; secondo, quasi per una certa concomitanza, come si è detto [ q. 76, aa. 1,2 ] anche a proposito di quanto è contenuto nel sacramento.
In virtù del sacramento dunque essa produce direttamente l'effetto per il quale fu istituita.
Ora, l'Eucaristia non fu istituita al fine di soddisfare, bensì al fine di nutrire spiritualmente grazie all'unione con Cristo e con le sue membra, come anche il cibo si unisce a chi se ne ciba.
Compiendosi però tale unione mediante la carità, per il cui fervore si ha la remissione non solo della colpa, ma anche della pena, per una certa concomitanza con l'effetto principale l'uomo ottiene anche la remissione della pena: non di tutta però, ma in misura della sua devozione e del suo fervore.
In quanto poi è sacrificio, l'Eucaristia ha un effetto soddisfattorio.
Ma nella soddisfazione pesa più la disposizione dell'offerente che la grandezza della cosa offerta: per cui anche il Signore [ Lc 21,4 ] dice che la vedova, avendo dato due spiccioli, « aveva dato più di tutti ».
Così dunque, sebbene questo sacrificio per la grandezza dell'offerta basti alla soddisfazione di ogni pena, tuttavia diviene soddisfattorio per coloro per cui viene offerto, o per coloro che lo offrono, secondo la misura della loro devozione, e non di tutta la pena loro dovuta.
1. Il sacramento del battesimo è direttamente ordinato alla remissione della pena e della colpa; non così invece l'Eucaristia: poiché il battesimo viene conferito all'uomo come a chi muore assieme a Cristo, mentre l'Eucaristia è amministrata in quanto uno per mezzo di Cristo ha bisogno di nutrirsi e di perfezionarsi.
Perciò il paragone non regge.
2. Gli altri sacrifici e le altre offerte, a differenza del sacrificio eucaristico, non producevano la remissione di tutta la pena, né per la grandezza della cosa offerta, né per la devozione del fedele, dalla quale dipende il fatto che nemmeno nel sacrificio eucaristico essa venga rimessa per intero.
3. Il fatto che non tutta la pena venga rimessa da questo sacramento dipende non dall'insufficienza della virtù di Cristo, ma dall'insufficienza della devozione umana.
Indice |