Summa Teologica - III

Indice

Articolo 1 - Se il peccato veniale possa essere rimesso senza la penitenza

Infra, a. seq., ad 2; In 4 Sent., d. 16, q. 2, a. 2, sol. 2

Pare che il peccato veniale possa essere rimesso senza la penitenza.

Infatti:

1. Come si è notato sopra [ q. 84, a. 10, ad 4 ], la penitenza vera implica non solo che uno si penta del peccato commesso, ma che inoltre proponga di evitarlo in futuro.

Ora, i peccati veniali vengono rimessi senza tale proposito, essendo certo che un uomo non può trascorrere la vita presente senza peccati veniali.

Quindi i peccati veniali possono essere rimessi senza la penitenza.

2. Non c'è penitenza senza dispiacere attuale dei peccati commessi.

Ma i peccati veniali possono essere perdonati senza che se ne abbia dispiacere: come è evidente nel caso di chi venisse ucciso per Cristo durante il sonno.

Costui infatti volerebbe subito in cielo, il che non potrebbe avvenire se restassero i peccati veniali.

Quindi i peccati veniali possono venire rimessi senza la penitenza.

3. I peccati veniali sono incompatibili col fervore della carità, come si è visto nella Seconda Parte [ II-II, q. 54, a. 3 ].

Ma gli opposti si escludono a vicenda.

Quindi col fervore della carità, che può prodursi anche senza il dolore attuale del peccato veniale, si può avere la remissione dei peccati veniali.

In contrario:

S. Agostino [ Serm. 351,3 ] afferma che « c'è nella Chiesa una penitenza quotidiana per i peccati veniali ».

Ora, questa sarebbe inutile se i peccati veniali potessero essere rimessi senza la penitenza.

Dimostrazione:

Come si è già notato [ q. 86, a. 4 ], la remissione della colpa viene compiuta mediante l'unione con Dio, dal quale ogni colpa più o meno separa.

Ora, tale separazione è perfetta col peccato mortale, imperfetta con quello veniale: poiché col peccato mortale l'anima viene distolta totalmente da Dio, trattandosi di un atto incompatibile con la carità, mentre col peccato veniale l'affetto dell'uomo viene trattenuto dall'andare verso Dio con prontezza.

Perciò entrambi i peccati vengono rimessi con la penitenza, poiché entrambi introducono nella volontà umana il disordine di un attaccamento sregolato al bene creato: come infatti il peccato mortale non può essere rimesso finché la volontà aderisce al peccato, così non può esserlo il peccato veniale, poiché finché rimane la causa rimane anche l'effetto.

Per la remissione del peccato mortale si richiede però una penitenza più perfetta: si richiede cioè che uno detesti attualmente il peccato per quanto gli è possibile, ossia che usi diligenza nel ricordare i singoli peccati mortali, per detestarli singolarmente.

Ciò invece non è richiesto per la remissione dei peccati veniali.

Tuttavia non basta il dispiacere abituale, che è implicito nel possesso degli abiti della carità e della penitenza: poiché altrimenti la carità dovrebbe essere incompatibile col peccato veniale, il che è evidentemente falso.

Si richiede quindi un certo dispiacere virtuale: p. es. che uno abbia un tale affetto verso Dio e le cose di Dio che proverebbe dispiacere per tutto ciò che potrebbe ritardare il suo moto verso di lui, e sentirebbe dolore per aver commesso cose del genere, anche se attualmente non ci pensa.

Il che invece non basta per la remissione dei peccati mortali, eccetto il caso di quelli dimenticati dopo una diligente ricerca.

Analisi delle obiezioni:

1. L'uomo in grazia può evitare tutti e singoli i peccati mortali; e può evitare anche i singoli peccati veniali, ma non tutti, come risulta da quanto abbiamo detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 74, a. 3, ad 2; q. 109, a. 8 ].

La penitenza quindi dei peccati mortali richiede che l'uomo proponga di astenersi da tutti e singoli i peccati mortali.

Invece per la penitenza dei peccati veniali basta che proponga di astenersi dai singoli, ma non da tutti: poiché la debolezza della vita presente non rende possibile la cosa.

Tuttavia si deve avere il proposito di disporsi a diminuire i peccati veniali: altrimenti ci si espone al pericolo di mancare, abbandonando il desiderio di progredire e di togliere quegli ostacoli al progresso spirituale che sono i peccati veniali.

2. La morte sofferta per Cristo raggiunge il valore del battesimo, come si è visto [ q. 66, a. 11 ].

Essa perciò purifica da qualsiasi colpa mortale e veniale, a meno che non trovi la volontà attualmente aderente al peccato.

3. Il fervore della carità implica virtualmente il dispiacere dei peccati veniali, come si è notato qui sopra [ nel corpo ].

Indice