Adunanza Catechisti Consacrati 1 marzo 2007
L'Adorazione al Cristo Crocifisso e risorto è la nostra partecipazione all'incessante adorazione che Maria SS.
E gli Angeli e i Beati del Cielo fanno all'Agnello immolato per la nostra salvezza.
"Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà furono create, per il tuo volere sussistono".
"L'agnello che fu immolato è degno di potenza, ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione".
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli"…
E i vegliardi si prostrarono in adorazione" ( Ap 4,11; Ap 5,12-14 )
Gesù chiede a Fra Leopoldo di fare ogni giorno L'Adorazione d Gesù crocifisso.
Il giorno 2 agosto 1906, festa della Madonna degli Angeli, Gesù fece intendere a Fra Leopoldo: "Si faccia devotamente l'adorazione come nel venerdì Santo, e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi "
Il Servo di Dio comprese che tali comunicazioni interiori erano l'inizio di qualche cosa di grande, e perciò seguendo l'impulso della sua fede e del suo amore per la Santa Chiesa, scrisse nel suo Diario: "Il mio pensiero, il mio sguardo primo è rivolto a Roma; pregai con tutto l'affetto dell'anima mia e dissi a Gesù: Dolcissimo Gesù, volgi il tuo sguardo pietoso, consola, difendi il nostro Santo Padre il Papa, il tuo vicario in terra, dai nemici suoi, in questi tempi di empietà tanto amareggiato; da la pace alla tua Chiesa; per la tua misericordia concedile giorni di prosperità e il ritorno dei fratelli erranti ".
Fra Leopoldo trascorreva il tempo libero dai suoi impegni in convento a colloquio con Gesù nel SS. Sacramento e in adorazione delle sue sacratissime piaghe.
La sua preghiera, che si protraeva per più ore al giorno, egli l'ha poi riassunta in una breve formula di adorazione, da diffondersi in tutto il mondo, come gli ha richiesto Gesù stesso.
L'adorazione a Gesù Crocifisso, secondo la formula proposta da Fra Leopoldo, è una preghiera di adorazione e di impetrazione, con intendimenti di riparazione, che si sviluppa ogni giorno come continuazione dell'adorazione alle Piaghe sanguinanti e gloriose di Gesù fatta da Maria santissima il Venerdì Santo, quando ebbe fra le braccia il Figlio morto per la nostra salvezza.
L'adorazione a Gesù Crocifisso professa e ripropone fondamentali verità per la vita di fede, concernenti l'essenza del mistero di Cristo che è mistero di infinita misericordia e di redenzione personale e universale.
Questo mistero, per mezzo del quale possiamo diventare figli di Dio, opera nella Chiesa e per mezzo della Chiesa in unione con la Vergine Immacolata, Madre di Dio e della Chiesa, Madre nostra e di tutta l'umanità.
L'adorazione ci ripresenta, in primo luogo, il Cristo Crocifisso e per questo glorioso: "Per questo Iddio lo esaltò e gli diede il nome che è al di sopra di ogni altro nome: perché nei nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e nell'inferno, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre" ( Fil 2,10 ).
"Mentre pregava il suo volto prese un altro aspetto e il vestito divenne di un bianco sfolgorante.
Ed ecco, due uomini erano in colloquio con lui: erano Mosè ed Elia che apparsi nella gloria, parlavano del trapasso che Egli doveva compiere a Gerusalemme" ( Lc 9,29-31 ).
"Non doveva forse il Messia patire tali cose e così entrare nella sua gloria ?" ( Lc 24,26 ).
"… ma colui che fu fatto di poco minore degli angeli, Gesù, noi lo vediamo coronato di onore e di gloria a causa della morte che ha sofferto, affinché, per grazia di Dio, a vantaggio di ognuno gustasse la morte" ( Eb 2,9-10 ).
Gesù, 1° gennaio 1909
"Scrivi figlio mio: quando ti domando se mi vuoi bene, non intendo rivolgermi soltanto e direttamente a tE, ma intendo di farmi amare con la Devozione al SS. Crocifisso la quale si estenda, col permesso e sostegno del mio Vicario, per tutto il mondo".
Gesù. 13 gennaio 1909
"La penitenza che ti do da fare è quella di farmi amare con la Devozione in tutto il mondo; da palesarsi, come sempre ti dissi al mio Vicario il Papa, e se io il tuo Gesù, sono stato il Salvatore con la croce, con la redenzione lo sarò in tutti i tempi, affinché il genere umano si ravveda e mi riconosca per vero Figlio di Dio".
Gesù, 29 gennaio 1909
"In verità saranno benedette quelle case dove regna questa adorazione: abbiano fede".
Nell'adorazione dell'Agnello immolato per la nostra salvezza si esaltano in modo particolarissimo le sue piaghe sanguinanti e gloriose.
Queste sacratissime piaghe, sono la sintesi della sua vita terrena, il compimento della "sua ora", il segno indelebile del suo amore e della sua identità; sono la sorgente della gioia e della pace, della risurrezione e della vita, della purificazione e riconciliazione, sono la sorgente dello Spirito Santo.
S. Giovanni Battista de La Salle ci invita ad adorare le piaghe sanguinati e gloriose di Gesù: "Adorate le cinque piaghe di Gesù nostro Signore, e considerate che le ha conservate nel suo santo corpo quali segni gloriosi della vittoria che egli ha riportato sull'inferno e sul peccato dai quali ha strappato gli uomini mediante la sua sofferenze e la sua morte…
Da queste sacre piaghe è sgorgato il sangue prezioso e sono esse che tornano a richiamarci un favore così singolare" ( Med. 28 ).
"Mettete la vostra mano nella piaga del costato con S. Tommaso, non tanto per fortificare la vostra fede quanto piuttosto per penetrare, se fosse possibile, fino al cuore di Gesù e far passare dal suo al vostro cuore i sentimenti di una pazienza tutta cristiana, di una piena rassegnazione, di una perfetta conformità alla volontà di Dio e per attingervi un coraggio che vi porti ad accettare le occasioni di soffrire" ( Med. 28.3 ).