Annotazioni sulla Casa di Carità |
6 Dicembre 1920 – ore 10 di sera.
Risposta di nostro Signore Gesù Crocifisso.
Nella SS.ma Adorazione a Gesù Crocifisso, quando finii le preci della mano destra Gesù prese a dire: "Sul bollettino "L'Amore a Gesù Crocifisso" si parli assolutamente di cose che riguardano i figli delle scuole di Carità Arti e Mestieri, ma tutto ciò che vi è di spirituale e nulla più; ( per ) ciò che riguarda le cose materiali si faccia pure un altro bollettino a parte, e si pubblichi pure le offerte ed altre cose, come si conviene".
Povero titolo!
Pare che sia preso di mira; sono più di cinque o sei volte che si vorrebbe aggiungere cose che il Signore non ha mai approvate: dunque il Signore vuole che rimanga col bel nome primitivo.
E chi lo sa che Gesù sempre ne parla nei quaderni di un ordine, e che il fortunato nome sia del Crocifisso, a scorno del diavolo che fa contro Gesù Crocifisso con ogni iniquità e disprezzo di ogni giorno?
– Attendiamo pazientemente.
( Il contenuto di tale testo viene in buona parte esposto in una lettera a fr. Isidoro, che per completezza riportiamo )
Lunedì sera 6 Dic.bre 1920 – ore 10 – risposta di Nostro Signor Gesù Crocifisso.
Mi dispongo per la santa adorazione al SS.mo Crocifisso e domando a Gesù ciò che il buon Direttore Fratel Isidoro di Maria mi disse di far domanda: ciò che è qui unito.
Nel fare la Santa adorazione, quando sono al termine della sacra piaga della mano destra Gesù disse: "La mia intenzione, il mio volere è che si parli dei figli benevoli di S. Croce, Casa di Carità Arti ( e Mestieri ), ma ( di ) tutto ciò che vi è di spirituale; così serva di edificazione al mondo.
Per ciò che riguarda cose materiali si faccia un bollettino a parte, così saranno tutti contenti".
Detto di Gesù: precise sue parole.
Da quanto risulta Gesù vuole che il nome SS.mo di Gesù Crocifisso non si deve mutare con altro nome.
Gesù che nei quaderni parla dell'albero magistrale che darà molti frutti, e dell'ordine che ne verrà, credo, sarà il SS.mo Crocifisso.
A poco a poco Gesù ci illuminerà e ci condurrà per la via sicura, senza tanto frastuono, come ha fatto finora.
Ossequi in Gesù e nella SS.ma Vergine Immacolata, scritta (l') 8 Dicembre. F.L.M.
In questi brani, occasionati dalla circostanza se pubblicare sul bollettino dell'Unione Catechisti "L'Amore a Gesù Crocifisso" le notizie concernenti la Casa di Carità, vengono ribaditi alcuni elementi basilari della nuova Opera, anzi dello stesso messaggio rivelato da Gesù attraverso le ispirazioni a fra Leopoldo e le iniziative di fr. Teodoreto.
In particolare emerge in primo piano il carattere spirituale e religioso dell'Opera, come si deduce dal suggerimento del Signore di pubblicare sul bollettino dell'Unione solo gli aspetti carismatici ed edificanti delle scuole di formazione professionale.
Viene ribadito come la Casa di Carità debba porsi come modello di elevazione spirituale.
La connessione posta tra la formazione professionale e il bollettino dell'Unione Catechisti, attesta ulteriormente come le missioni dei due Enti, pur essendo distinte e facendo capo a organismi autonomi, come in altre occasioni dichiarato, costituiscano tuttavia sotto l'aspetto spirituale un tutto unico e inseparabile, quali specifiche espressioni dell'amore di Gesù Crocifisso per l'umanità, nell'orientamento e nel carisma scaturente dalle rivelazioni a fra Leopoldo.
Notisi in particolare il riferimento all'"albero magistrale", e all'"ordine che verrà", come testimonianza all'elemento centrale e fondante, il SS.mo Crocifisso.
( 30° detto dell'elenco, per quanto riguarda l'approvazione dei documenti )
Viva Gesù e Maria SS.ma Immacolata.
7 dicembre 1920, sera ore 6,30.
Venne il sig. ing. Filippo Dematteis a portarmi il regolamento da mettere sull'Altare del SS.mo Santuario di Nostra Signora del sacro Cuore di Gesù, secondo le pie pratiche se a Gesù approva o non approva, io contavo di esporlo domani otto dicembre giorno dell'Immacolato concepimento.
Alla sera ore 10,25, mi prostro nella mia cella a fare la S. Adorazione al SS.mo Crocifisso mio Gesù, appena finito le preghiere della sacra mano destra, Gesù prese a dire: "Digli all'ing. Dematteis io non aspetto sino domani ad approvare il regolamento come tu hai intenzione di esporlo a me tuo Gesù sacramentato, digli che sono tanto contento; e lo ha ripetuto tre volte; "gli dirai pure" – e poi soggiunge – "dirai che lo accontento io ma non su questa terra" e nominò pure la sua pia consorte in bene sig.ra Elvira.
O mio bel Gesù, l'ingegnere quando saprà di queste vostre meraviglie quanto gaudio porterà al suo cuore.
O cosa conta mai di questo a confronto del bene e soavissimo gaudio celeste che ne sarà, disse il SS.mo Crocifisso.
O mio Signore e mio Dio di questi momenti solenni vi prego per mezzo delle sue fatiche dell'ing. fate tutti beati gli allievi affinchè nessuno manchi di abitare nella fornace adorabile del vostro divin cuore, inebriali del vostro divino amore frutto dell'invenzione vostra divina dell'albero sacro della Croce.
Fra Leopoldo Maria – S. Tommaso.
( Questo testo è riportato in forma più sintetica, ma con espressioni analoghe, in un altro biglietto.
E riteniamo opportuno trascriverlo, tanto è toccante e consolante. Parole di Gesù: )
"Digli all'ing. Dematteis che io non aspetto neanche domani come tu hai intenzione di esporlo da me.
Digli che sono tanto contento, tanto contento: dirai che l'ho detto tre volte e che Io lo contento, ma non su questa terra, e anche la sua Elvira.
Digli che sono tutto suo nel luogo della felicità, e se vogliono venire presto anche loro".
O Gesù, quanta gioia porterò al suo cuore quando egli saprà questo, e cosa conta mai a confronto del gaudio celeste che avrà.
O mio Signore e mio Dio, per mezzo delle sue fatiche, o mio Dio, fateli tutti santi i suoi allievi, affinchè nessuno manchi di abitare nella fornace adorabile del vostro cuore e del vostro divino amore.
Facciamo rinvio per le riflessioni, anzi per gli spunti mistici, a quanto scritto in precedenza, in varie circostanziate risposte del Signore.
Qui ribadiamo ancora l'aspirazione a che tutti gli allievi della Casa di Carità diventino santi, il che è formulato in quella stupende parole di "abitare nella fornace adorabile del cuore" di Gesù.
Circa l'espressione di Gesù, concernente i coniugi Dematteis: "Digli che sono tutto suo nel luogo della felicità, e se vogliono venire presto anche loro", dopo che ha ricordato l'altra vita, riterrei che si tratti di un'unione mistica e spirituale attuabile già in questo mondo, a cui sono chiamati tutti gli eletti – e tra questi anche noi – considerando che i coniugi Dematteis sono deceduti oltre quaranta anni dopo, negli anni 60.
Aiuto degli ex-allievi ( 31° detto dell'elenco ) 22 Dicembre 1920, sera.
Gesù conta sui figli suoi, sui cari giovani della Casa di Carità Arti e Mestieri, che essi pure, quando saranno fatti uomini, verranno in aiuto a portare in trionfo il santo nome di Dio per tutto il mondo.
"Coraggio! Coraggio! ( Gesù Crocifisso lo disse due volte ): "i miei beneficati, che sono i giovani studenti di Arti e Mestieri, verranno, a suo tempo, in aiuto; il mondo si convertirà, verrà terra di paradiso".
La prospettiva della conversione del mondo, da divenire "terra di paradiso", è insita nell'accettazione del messaggio della salvezza, nell'accogliere Gesù come amico, rispondendo al suo invito, anzi incorporandosi in Lui attraverso la sua parola e la sua presenza sacramentale.
La Casa di Carità opera in questa direzione, perché il suo traguardo ultimo è salvare le anime, e questa è la nobile missione cui siamo chiamati noi operatori.
Circa l'aiuto da parte degli ex-allievi, è un fatto assodato, suscettibile però di ulteriore incremento nella misura in cui siano tenuti i contatti con loro, che costituiscono ormai una moltitudine.
22 Dicembre 1920, sera "Le scuole son cosa separata dalla Pia Unione: chi vuole dare il nome, è buona cosa; si chiami pure Istituto di Carità Arti e Mestieri di S. Croce.
Nel detto viene ribadita, ad un tempo, l'autonomia ed il legame con l'Unione Catechisti, come abbiamo indicato al § 58.
Da tutti i detti emerge la centralità del Crocifisso nell'Opera, per cui la connessione con l'Unione Catechisti, che ha come carisma l'amore a Gesù Crocifisso, è conseguente a tale peculiarità, tanto più esso si esprime e si articola nella secolarità, di cui la formazione professionale è un ambito d'azione.
Con l'Unione vi è anche il carisma dei Fratelli ad animare l'Opera, per la missione educativa e propedeutica di questi, come in più riprese ribadito nei detti.
23 Dicembre 1920, giovedì sera, ore 9 ¾.
"Di' loro così: Gesù Crocifisso si piegò come hanno voluto loro riguardo ai nomi da imporre!"
"L'opera dell'uomo si confonde più volte, ma i detti del Signore sono giusti, eterna parola di Dio: non si deve cambiare!"
Come già accennato al § 25, l'Opera ha incontrato ostacoli anche nella denominazione, poiché taluni si opponevano alla dicitura "Casa di Carità", come sarà precisato sotto.
Circa l'atteggiamento misericordioso di Gesù di "piegarsi" in alcune circostanze alle decisioni degli operatori, abbiamo tracciato alcune considerazioni al § 66, sulle decisioni autonome.
Assaporiamo, e inchiniamoci alla solennità della seconda frase del Signore: "i detti del Signore sono giusti, eterna parola di Dio", di così profondo sapore biblico.
( Stralcio da una lettera di auguri ) Gent.ma damigella sig.ra Anna Monti.
Casal Monferrato. Viva Gesù e Maria SS.ma.
( … ) Il Santo Bambino Gesù porti nel suo bel cuore la gioia, la pace dei santi e la riforma dei tempi nostri e dei costumi tanto sospirato dai buoni cristiani, decoro della povera umanità così decaduta, con le scuole aperte il giorno 18 ottobre in Torino e il principio della riforma degli uomini si daranno a Dio e al prossimo secondo il volere e il cuore del Signore.
Ossequi rispettosissimi, Fra Leopoldo Maria.
25 dicembre 1920.
Riportiamo questo brano da una lettera di fra Leopoldo ad una sua conoscente di Casale, probabilmente già a conoscenza dell'Opera, e forse benefattrice, per rilevare come l'augurio natalizio di riforma dei tempi e dei costumi sia anche ricollegato all'inizio dei corsi della Casa di Carità, lapidariamente segnato nel 18 ottobre dell'anno 1920 prossimo al termine.
Grande privilegio per noi, ma anche impegnativo affidamento di responsabilità.
Se devono prendere parte alle conferenze di padri di Gesù i figli della Casa di Carità Arti e Mestieri.
"Sì, ma non abusare poi del loro sapere.
Se farà poi bisogno di intendersi coi padroni, si tengano sempre con giustizia e carità, così sia dei padroni ai sudditi".
Detti del SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso la sera di mercoledì 29 dicembre 1920.
Testo di non facile interpretazione, in mancanza di precisi riferimenti.
Comunque sembra abbastanza verosimile intravvedere due questioni, se far intervenire gli allievi a conferenze, e quali atteggiamenti tenere con le aziende esterne in rapporto con la scuola.
Quanto alla prima, deduciamo dalla sommaria indicazione del testo, "padri di Gesù", trattarsi di conferenze tenute da religiosi, perciò di contenuto spirituale ed educativo.
L'indicazione "di Gesù" farebbe pensare ad un istituto così denominato, in via formale o di fatto: che si tratti di padri gesuiti?
Comunque sia, tale aspetto non è determinante, quanto piuttosto richiama la nostra attenzione l'ammonizione del Signore, pur con il suo assenso, di "non abusare del loro sapere", in cui ci pare di scorgere, tra l'altro, il salutare consiglio di non soffermarsi all'aspetto formale e dottrinale delle conferenze, ma di andare alla sostanza degli insegnamenti, nonché quello di usare discrezione nel ricorrere a tali mezzi.
Circa la seconda questione, sappiamo che dopo l'apertura della scuola, sia diurna che serale, avenuta il 18 ottobre 1920 nei locali del complesso di Santa Pelagia, con ingresso principare il via S. Massimo 21 bis, furono allacciate trattative già nel dicembre dello stesso anno con imprese, tra cui i Maglieri d'Italia, la Fiat ed altre industrie per l'allestimento di laboratori25 e, riteniamo, per garantire gli sbocchi occupazionali degli allievi.
L'esortazione di Gesù ad impostare i rapporti con gli imprenditori, e tra questi e i loro dipendenti, a giustizia e carità, è un dolce e soave insegnamento in un periodo in cui le turbolenze e gli scontri sociali debordavano sovente in lotte cruente, è un richiamo alla dottrina sociale della Chiesa, le cui solenni dichiarazioni erano state ancora di recente formulate nell'enciclica Rerum Novarum, ed è soprattutto un'esortazione a impostare i rapporti sociali nell'ambito della civiltà dell'amore – "si tengano sempre con giustizia e carità" – in un orientamento di cui la stessa Casa di Carità, con la sua presenza e con la sua proposta formativa, è una significativa testimonianza.
6 Gennaio – Epifania del Signore.
Domando a Gesù Crocifisso una benedizione speciale che valga fino a tutti i secoli.
Queste scuole devono sempre sussistere in mano ai Religiosi Fratelli delle Scuole Cristiane.
È opera di Dio, voluta dalla sua misericordiosissima volontà per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Gesù stesso disse: "Prepara lo scritto e darò la S. benedizione".
Signore, colla vostra Divina Madre protettrice dell'Opera: Benedite la Casa di Carità Arti e Mestieri.
Benedite i Fratelli delle Scuole Cristiane, i maestri, professori, Dematteis.
Benedite il Presidente Sig. Conte Alessandro Arborio Mella, console di Monaco e tutti quelli che verranno dopo di lui.
Benedite, Gesù, il rispettabile Comitato.
Benedite il Cappellano.
Benedite, o Signore, i benefattori e tutti quelli che si interessano per la Casa che diverrà, coll'aiuto di Dio, colla premura e pazienza, la riforma del mondo, e un dì, la speranza dei giovani che attualmente si educano alla scuola di Gesù Cristo Crocifisso.
( In un altro biglietto ) Gesù disse di preparare tutti nomi di quelli che hanno la grazia di Dio, l'essere chiamati a cooperare nella Casa del Signore, cioè nella Casa di Carità, scuole Arti e Mestieri.
Gesù si è offerto Lui stesso per la sua smisurata carità e bontà a voler benedirli tutti.
"Questa benedizione, disse, si estenda sempre fino alla fine del mondo.
Le scuole devono sempre sussistere".
( In altro biglietto senza data, ma verosimilmente di tale periodo )
Prendi tu, o Signore, le cure per l'opera tua, e tocca il cuore dei tuoi figli diletti che hai chiamato a lavorare, aiutare a ristabilire la povera umanità decaduta sì in basso.
( In un altro biglietto senza data, ma probabilmente connesso alla domanda di benedizione )
Viva Gesù e Maria SS.ma. Carissimo sig. cav. Filippo Dematteis, la cartolina e lo scritto l'ho messo vicino la porticina del SS.mo Sacramento e disse faccia pure così riguardo le firme e per il resto confidiamo nella potenza di Dio.
Rispettosi ossequi a lei e la sua buona sig.ra Elvira. Fra Leopoldo.
Questo testo a rigore è preparatorio della benedizione che seguirà in quello successivo, ma esso riporta già dei detti di Gesù, oltre alle invocazioni di fra Leopoldo, per cui abbiamo ritenuto di riportarlo, non essendo un doppione.
I detti del Signore che abbiamo esaminato pullulano, per così dire, di benedizioni all'Opera, ai Dirigenti, agli operatori, agli allievi, ai benefattori.
Ma una benedizione così formale e solenne, per esprimerci con le nostre categorie umane, è qualcosa di veramente sublime, con l'analitica indicazione dei nominativi e delle funzioni.
Ma v'è di più: essa si estende a tutti quanti verranno in seguito, con un termine che non ha termine, poiché è fino alla fine del mondo, dato che le "scuole devono sempre sussistere".
È una promessa e una prospettiva a fronte della quale emerge l'onnipotenza, la bontà e la misericordia di Dio, e da parte nostra l'atteggiamento che sorge spontaneo è di umiltà e di gratitudine.
È una di quelle circostanze in cui mi pare che da parte nostra, seguendo la formula cara al beato Rosmini, non si debba fare altro che "adorare, tacere, godere".
Segnaliamo ancora il monito sulla presenza dei Fratelli delle Scuole Cristiane nella Casa di Carità.
Nel nome santo di Dio, Gesù Crocifisso e con Lui la sua divina Madre Maria SS.ma protettrice e direttrice della grande opera, Casa di Carità Arti e Mestieri.
Gesù SS.mo nella sua bontà e carità vuole benedire solennemente.
La sera della Santa Epifania del Signore, 6 Genn. 1921 alle ore 9.30.
Prostrato ai piedi della Croce per l'adorazione al SS.mo Crocifisso, al termine della preghiera Gesù prese a dire: "Preparati".
Io non ho compreso subito cosa voleva Gesù da me.
"Sì, disse Gesù, prepara i nomi, perché io voglio dare una grande benedizione".
Oh, carità ineffabile di Dio Gesù Crocifisso.
Il Signor Cav. Dematteis mi portò i nomi per segnarli.
Gesù benedice:
"Benedico la Casa di Carità Arti e Mestieri.
Benedico i Maestri dei Fratelli delle Scuole Cristiane e tutta la loro santa Congregazione sparsa per tutto il mondo.
Benedico i loro scolari e artigiani.
Benedico il cappellano Marenco di Moriondo Mons. Bernardo.
Benedico Arborio Mella Conte Alessandro, presidente.
Benedico Avogadro di Collobiano e della Motta Conte Emiliano, vice presidente.
Benedico Dematteis Ing.Professore, segretario.
Benedico Airaldi Comm. Av. Celidonio tesoriere.
Benedico Bosco di Ruffino Ing. Aleramo consigliere.
Benedico Bonacossa Prof. Ing. Alessandro.
Benedico Buscaglione Ing. Cav. Silvio.
Benedico Della Chiesa di Cervignasco Nob. Cav. Norberto.
Benedico Gianotti Barone Romano.
Benedico Rovasenda di Rovasenda Marchese Amedeo.
Benedico Ruffoni Ing. Enrico.
Benedico Sella Comm. Ing. Rodolfo.
Benedico Sella Cav. Avv. Riccardo.
Benedico Fratel Teodoreto Prof. Garberoglio.
Benedico Vialardi di Sandigliano Comm. Gen. Tommaso.
Benedico Zambelli Comm. Andrea.
Benedico Fratel Isidoro Prof. Molinari - direttore.
Benedico il Comitato Esecutivo e tutti quelli che verranno dopo di loro.
Benedico il Comitato Onorario e tutti quelli che si interessano per la Casa di Carità Arti e Mestieri.
Benedico tutti i Benefattori e Benefattrici.
Benedico anche le loro Famiglie".
La benedizione di Dio Gesù Crocifisso avvenne Domenica 16 gennaio 1921, mattino ore 9,30.
La sera poi alle ore 6,30 porto lo scritto nel Santuario, vicino alla porticina del Santo Tabernacolo ove si conserva il SS.mo Sacramento, affinché il buon Gesù compisse vieppiù il suo divin volere.
Siano rese grazie a Dio ora e sempre.
Questa è la formale – per così dire - benedizione, sul testo approntato dall'ing. Dematteis.
Abbiamo già espresso sopra i sentimenti di commozione, di gratitudine e di gioia suscitati nei nostri cuori per questi segni di predilezione di Gesù per la Casa di Carità, che riguardano anche noi, per cui non li ripetiamo.
Rinnoviamo però il nostro sentimento di "adorare, tacere, godere", riproponendoci di assecondare e rispondere alla nostra missione nell'Opera, in adempimento di un'autentica vocazione di ascesi spirituale e di apostolato.
Indice |
25 | Cfr. Fr. Teodoreto, "Nell'intimità del Crocifisso" citata, pag. 170 |