Annotazioni sulla Casa di Carità

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Parte quinta - Vicende e consolidamento del nome "Casa di Carità"

84. La denominazione è "Casa di Carità Arti e Mestieri"

Contestazioni ( Da un biglietto dell' 11 Gennaio 1921 ).

Questa volta il Signore ci fa dolce rimprovero.

Fra i nomi che hanno fatto domanda vi sono sempre state piccole difficoltà ( di scelta ).

Questa sera 11 Gennaio 1921 alle ore 9,10 minuti, pregai il SS.mo Crocifisso a voler dirmi il nome da imporre riguardo alla Scuola.

Il SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso disse di mettere Casa di Carità Arti e Mestieri.

"Digli che questi nomi non l'ànno mica da portarli sulle spalle".

Secondo me ai detti del Signore non si dovrebbe cambiare sillaba.

Loro intendono di mettere Scuola invece di Casa, e glielo ho detto a Gesù.

"Sì lo facciano pure, ma intanto i ricchi, se vogliono mettere i loro figli domanderanno bene C. C.".

F.L.O.

Perché non dare subito valore e fede ai detti inestimabili di Dio?

Qui non c'entra opera umana.

É questo uno dei detti fondamentali sulla questione della denominazione, dato che alcuni membri del Comitato, come abbiamo già più volte accennato, si erano opposti alla formula originaria.

Anche se in altri detti risulta da parte di Gesù un'apertura – amabilissima e misericordiosa apertura – ad alcune modifiche, qui viene ribadito il testo originario, quello enunciato alla prima rivelazione dell'Opera.

E per rafforzare il concetto, nel detto è contenuta una dolcissima ironia, per nulla offensiva, ma un vero gioiello di logica: "Questi nomi non hanno mica da portarli sulle spalle".

Ed anche la concessione contenuta nella parte finale del detto, a proposito di "scuola" invece di "casa", in effetti è una riaffermazione di quest'ultimo termine, poiché si rileva che l'attenzione dei benefattori ha riguardo ad un ente che sia "Casa" e "di Carità", termini nel testo abbreviati nella sigla C. C.

É parimenti abbreviato il nome dell'estensore del detto, nella sigla F.L.O., che sta per Fra Leopoldo Ordo fratum minorum.

85. Portare la croce e fedeltà ai "detti"

12 gennaio 1921, nella santa Adorazione.

Gesù, detti: "Tu devi portare la mia croce nelle valli, sui monti, dappertutto il nome di Gesù Crocifisso!"

ore 8 di sera, mercoledì.

Le opere di Dio sono sempre ostacolate: noi teniamoci ai detti del Signore, che è il più fermo appoggio e, con Lui, alla sia Divina Madre, protettrice e direttrice dell'Opera!

Portare la Croce nel mondo, annunciando il Crocifisso Risorto, è la missione della Chiesa e di ogni Cristiano.

Fra Leopoldo è un araldo privilegiato, ma in ordine allo zelo e alla passione che Egli immette in questo obbiettivo, anche a prezzo di sacrifici e di incomprensioni.

La Casa di Carità è certamente coinvolta in tale missione, e ciò è garanzia della validità delle stesse sue finalità specifiche in merito alla formazione umana e professionale dei giovani allievi.

Portare la Croce e annunziare il Crocifisso è, soprattutto nel nostro tempo, dichiarare che Dio esiste.

In un mondo che sovente Lo ignora, quando addirittura si batte per pretenderne assurdamente la non esistenza, il presentare Gesù innalzato in Croce è innestarci nel progetto divino, come Lui stesso dichiara con riguardo al rivelarsi Dio: "Quando avrete levato in alto il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che IO SONO ( Gv 8,28 ).

Ma altresì il Crocifisso ci rivela l'infinita carità di Dio per ogni uomo, per la cui redenzione si è immolato, come Egli stesso ha detto: "Quanto a me, allorchè sarò innalzato da terra tutti attirerò a me" ( Gv 12,32 ).

Non per nulla sul Calvario si convertì alla morte di Gesù riconoscendolo Figlio di Dio.

86. Confidenze di Maria SS.ma sulla Casa di Carità – Menzione di Benefattrici

( Da una lettera del 31 gennaio 1921 ) Viva Gesù e Maria SS.ma. Gent.ma signora Maria Teresa Pulciano.

( Omissis ) Rispettosissimo ossequio alla signora Baronessa.

Oggi, giorno della Madonna della Candelora, alle ore una del pomeriggio mi trovavo ai piedi del Santo Altare.

O quante cose belle che la Vergine santa mi disse; mi rincresce che non ho pensato di portare carta e matita per segnare le cose che riguardano alle scuole casa di carità arti e mestieri e il Paradiso.

L'ora si fa tarda con Gesù e Maria SS.ma, nel loro SS.mo nome vado a prendere riposo.

Ossequi vivissimi nel cuor Santo di Gesù, la ricordo sempre nel Signore, Fra Leopoldo Maria – S. Tommaso.

Quante siano le cose belle dette dalla Madonna per la Casa di Carità le apprendiamo dalla lettura di questi detti.

Ma ce ne sono molte di più, stando a quanto afferma fra Leopoldo, che conosceremo in Paradiso, o forse già in questa terra meditando e traendo frutto dalla sua continua protezione materna, e dalle ispirazioni che ci può infondere, se siamo docili ai suoi dolci richiami interiori.

La signora cui si fa menzione è la baronessa Azelia Ricci De Ferres, nata Fossati Boero San Severino, benefattrice dell'Unione Catechisti, così come la destinataria della lettera, amica di questa, e pure benefattrice dell'Unione, e riteniamo anche della Casa di Carità.

87. "Beniamino di Dio", chi collabora con cuore per l'Opera

( Da una lettera dell' 8 febbraio all'ing. Sella )

Viva Gesù e Maria SS.ma.

Carissimo nel Signore Gesù Crocifisso, il Signor Ingegnere Rodolfo Sella.

Oggi Martedì 8 Febbraio ultimo giorno del triduo di riparazione.

La mia ora scelta per la S. Adorazione al SS.mo Sacramento, era dalle una alle due pomeridiane; la ricordai nelle mie povere preci e con Lei la sua piissima defunta Signora.

La misericordia di Dio la annovera tra i beati del Cielo, e nella S. Comunione la ricordai pure, ma non solo, ricordai sempre il suo carissimo figlio Sig. Avvocato Riccardo per la sua preziosa guarigione affinchè il Signore Iddio nella sua infinita bontà faciliti la sua guarigione, in questi tempi preziosi in cui la sapienza e misericordia del Signore ha saputo sì bene scegliere il suo caro figlio nella vigna mistica di Dio aprendogli vasto campo per lavorare.

Ne faccia pure prezioso tesoro della venuta del Signore a battere la porta del suo caritatevole e soavissimo cuore e diverrà certo, colla sua fatica, lavorando per la Casa di Carità Arti e Mestieri, il beniamino di Dio.

Caro Signor Ingegnere Rodolfo, mi unisco alle sue fervide preci per ringraziare il Signore di avergli dato un tanto figlio a suo dolce conforto di questi momenti e consolare la sua mestizia.

Anche i miei parenti sono stati molto provati in questi giorni, ma al Signore non si può dir niente.

Sia fatta la sua SS.ma volontà.

Oggi quando venne ero in cella da pochi minuti; spero di rivederlo presto.

Ossequi rispettosissimi.

Suo nel SS.mo nostro Signore Gesù Crocifisso.

Fra Leopoldo Maria – S. Tommaso 8 Febbr. 921.

Altra toccante testimonianza a lode di un pioniere della Casa di Carità, l'ing. Rodolfo Sella che, come abbiamo già rilevato, fr. Isidoro considerava uno dei promotori dell'Opera ( cfr. § 7 ), e stimava in modo particolare per la sua intraprendenza, ma strettamente compenetrata di umiltà.

La gratificante qualificazione di "beniamino di Dio", che gli attribuisce fra Leopoldo, è una peculiarità che viene collegata nel suddetto scritto a chi lavora per l'Opera, per cui accessibile ad ogni collaboratore animato da amor di Dio.

Va ancora sottolineato il ricorrente riferimento, in queste lettere, ai familiari degli operatori, ad attestare il sacro ruolo della famiglia nella chiesa e nella società, sebbene così contestata e messa in crisi dal processo di secolarizzazione.

88. Rinnovato appello alla fiducia e a domandare la carità

( 32° detto dell'elenco ) 17 febbraio 1921.

Gesù, detti: "Do tutto alla mano ciò che abbisogna per portare avanti le scuole e Casa di Carità Arti e Mestieri, e si ricordino sempre di domandare la carità!"

Il mio SS.mo Gesù soggiunse: "Di' loro che l'ho detto tre volte d'aver fede in Me, nei miei detti e fiducia nel cooperare!"

Gesù: "Facciano tutto il necessario per l'impianto: le suore per il convitto faranno molto bene".

( Il testo preciso del detto, così come riportato nell'elenco, è il seguente ) 17 Febbraio 1921.

Gesù SS.mo Crocifisso ci esorta di nuovo di ricordare di sempre domandare la carità.

Gesù soggiunse: "Digli che l'ho detto tre volte di aver fede in me, nei miei detti e fiducia nel cooperare".

L'insistenza con cui ricorre nei detti del Signore l'invito a domandare la carità, ci fa intendere come il concetto di carità debba avere con riguardo all'Opera una rilevanza onnicomprensiva, cioè quale amore di Dio in ordine alla istituzione e al progetto educativo, quale amore del prossimo e gratuità verso gli allievi, e come qualificazione dell'Ente quale destinatario di aiuti nella ricerca delle risorse economiche.

Notisi anche la correlazione tra il domandare la carità e la fiducia nella Provvidenza, come già osservato ai § 11, § 18.

89. La santità, sostegno dell'Opera

( Da un biglietto ) 20 Febbr. 1921 ore 10,30 di sera

nella Santa Adorazione al SS.mo Crocifisso: "Figlio, se tu condurrai vita cristiana come facesti finora, le scuole trionferanno".

Breve, ma incisiva e fondamentale ammonizione di Gesù, in cui viene ribadito quanto già più volte espresso, circa la stretta connessione, la dipendenza dell'andamento della Casa di Carità con la condotta cristiana, cioè con una vita di preghiera e di abbandono alla Provvidenza, dei suoi responsabili.

Ora, come emerge dal "detto", il primo responsabile e promotore, anzi il fondatore dell'Opera, fra Leopoldo, è stato di una santità indiscussa ed esemplare, e i frutti ne sono seguiti, pur tra difficoltà e talora incomprensioni.

Ai dirigenti e al personale che è succeduto e succederà è affidata questa mirabile e spirituale consegna di impostare la propria vita in spirito di fede, anche con riguardo agli sviluppi dell'Opera.

90. Monito all'ing. Dematteis

( Da un biglietto del 21 febbraio 1921 )

Viva Gesù e Maria SS.ma.

Carissimo Sig. Cav. Ing. Filippo Dematteis, dopo di averci lasciati mi fermai circa un quarto d'ora con due piissimi giovani della pia unione del SS.mo Crocifisso, appena lasciati mi portai subito di nuovo davanti al SS.mo Sacramento nel Santuario, e incominciai di nuovo il Santo Rosario e sentii nulla.

Alla fine del Salve Regine rassegnato aspettando qualche detto poi in cella nella S. Adorazione al SS.mo Crocifisso, ma Gesù nella sua sviscerata bontà mi preparò per ricevere i detti con modi straordinari impossibile spiegarli, ecco il detto di Gesù Sacramentato, "digli all'Ing. Dematteis che sia franco e che non mi abbandoni".

O caro sig. ingegnere, triste cosa il volere disconoscere l'opera di Dio.

Ore 7 sera, 21 febbraio 1921.

Chi fa risaltare l'opera di Dio è l'uomo di fede: se non c'è fede l'opera umana è un contrasto, il negare l'opera di Dio.

La solerzia e lo zelo dell'ing. Dematteis per l'Opera risultano ineccepibili e costanti dai detti che abbiamo sin qui esaminato.

Eppure la accorata esortazione di Gesù, quasi una petizione, ci toccano profondamente, quale espressione della collaborazione che Iddio, pur nella sua onnipotenza, chiede agli uomini.

Se questa esortazione abbia riferimento a qualche fatto specifico, quali le discussioni sull'inserimento di "carità" nel titolo, o l'incertezza a perseverare da parte di qualcuno, o qualche esitazione nello stesso ing. Dematteis non sappiamo.

Resta in ogni caso il toccante appello del Signore a indurci ad operare secondo verità ( "sia franco" ) e per il compimento della sua volontà.

91. Presenza dei Fratelli nella Casa di Carità

Viva Gesù e Maria SS.ma!

Copia di una lettera al Signor Ingegnere Filippo Dematteis.

Venerdì sera, ore 7 ¾.

( Probabilmente la data è il 25 febbraio 1921 ).

Mi porto al santuario di Nostra Signora.

Appena giunto ai piedi del santo altare, ho esposto a Gesù SSmo la cosa, cioè il meglio da fare riguardo alla carica di Prefetto degli studi.

Gesù pareva che mi aspettasse per dire del cristianissimo signor Ingegnere Cav. Filippo Dematteis.

Gesù non mi lasciò nemanco incominciare il santo Rosario e disse: "Ti prevengo subito: la carica di Prefetto degli studi l'abbia lui stesso, l'ingegnere Dematteis nella Casa di Carità Arti e Mestieri, e quando sarà stanco nel lavoro, dalla fatica degli studi e dagli anni, prenda un Fratello, destinato alla Divina Provvidenza, per mano già abile a sostituirlo, nella carica, già addestrato dal buon ingegnere Dematteis, e lo presenti alla Società dicendo: "Ecco questo buon Fratello delle Scuole Cristiane, continuerà l'opera da Dio voluta, la Casa di Carità Arti e Mestieri"; e dopo di lui devono sempre continuare i Fratelli delle Scuole Cristiane: è volontà di Dio".

Giunto in cella alle ore 8,20 mi dispongo a fare la santa Adorazione: "Gesù Crocifisso ama che si ponderino bene le cose con calma, perché riescano le cose durature": detto di Gesù Crocifisso.

Vi sono in questo detto alcuni elementi fondamentali circa la strutturazione della Casa di Carità:

a) la distinzione tra la funzione direttiva e gestionale, rappresentata dalla Società, e quella formativa, indicata nel Prefetto degli studi;

b) la dichiarazione che la funzione formativa deve essere affidata ai Fratelli delle Scuole Cristiane.

Come risulta da altri detti, l'animazione formativa è anche incombenza dell'Unione Catechisti ( vedi note 30 e 43 ), che oltretutto ha realizzato la Casa di Carità secondo la sua originaria impostazione.

In tal senso si è espresso il ven. fr.Teodoreto in una dichiarazione del 20 gennaio 1954 ( quattro mesi prima di morire ) in cui, alla domanda: "Poiché il Signore affidò la Casa di Carità ai Fratelli S.C., i Catechisti possono considerare legittima tale Opera anche per essi?", rispose, scrivendo di suo pugno: "Sì, è legittima.

Fratel Teodoreto", dandone ampia motivazione.

92. Controversie sul nome "Casa di Carità"

– Lettera a fr. Isidoro

Viva Gesù e Maria Santissima! 27 febbraio 1921.

Carissimo e Venerando Signor Direttore Fr. Isidoro di Maria,

Con mio gran rincrescimento debbo farle noto il detto del Signore ove dice: "Non vorrei che la Casa di Carità Arti e Mestieri venisse ostacolata per opera d'uomo".

Ora si presenta tanta difficoltà per un nome sì minimo e umile.

Non dare il nome come vuole il Signore è disconoscere l'opera di Dio.

Il non conformarsi ai voleri di Dio è allontanare dalla Casa la sua benedizione, e in tale mancanza come e che cosa faremo noi?

Ossequi nel Signore, Fra Leopoldo Maria.

( Annotazioni dal Diario )

Riguardo al biglietto, scritto la mattina ai piedi del santo Crocifisso, al signor Direttore Isidoro di Maria, mi portai, verso le ore una del pomeriggio, avanti al SSmo Sacramento per prendere un po' di conforto, e Gesù mi disse: "Hai fatto molto bene a scrivere; così serve per quelli che si oppongono ai miei voleri; e se viene qualcuno, tu mandalo dai Fratelli e gli facciano vedere il biglietto" e soggiunse Gesù Sacramentato: "Ti è stato detto dal conte Alessandro Arborio Mella che sarebbero venuti il conte Bosco ed altri per sentirti affine di annullare il titolo di "carità" ma non verranno; in seguito verrà solo il conte Bosco".

Gesù con la sua amabilità nel dire mi ha consolato non poco della pena provata per aver a fare con anime di ben poca fede, e mi consigliò di non inviar nessun scritto a quel tale che Gesù m'indicò.

( Il suddetto colloquio è così esposto in un biglietto )

Pomeriggio 27 Febbraio 1921 ore 1, 15 nel Santuario.

"Riguardo al biglietto spedito al Sig. Direttore hai fatto bene; così serve anche per quelli che si oppongono di mettere il nome di Casa di Carità.

Riguardo poi di venire da te il conte Bosco con altri suoi compagni del Comitato, per conferire di quella cosa, non vengono più –

Riguardo allo scrivere al signor A.R.S. non farlo".

Detto di Gesù Sacramentato.

Da due giorni ero sconsolato per questi sinistri andamenti diabolici; mio Gesù mi consolò non poco.

La controversia sul nome "carità" entra nella fase più acuta, e fra Leopoldo, fedelissimo nell'attestare i detti del Signore, si sente in dovere di richiamare per iscritto, con lettera al direttore fr. Isidoro, la completa dizione del titolo dell'Opera, secondo le ispirazioni ricevute.

Ciò comporterà reazioni da alcuni consiglieri, con un'autentica persecuzione contro il nostro Francescano, come vedremo.

Si tratta senza dubbio di una situazione paradossale, che il promotore della provvidenziale iniziativa venga ad essere tacitato da alcuni.

Ma Egli ha il conforto permanente di Gesù, che anche in questa circostanza, come è scritto nel detto, approva il suo operato con le consolanti parole: "Hai fatto molto bene a scrivere."

93. La SS.ma Vergine sul nome Carità

( 33° detto dell'elenco ) 2 marzo 1921, sera, ore 10,30.

Finite le mie povere preci, ossequio l'immagine della Madre di Dio ( ed Ella ) con dolce accento disse: "Riguardo alle scuole non è mica l'ultimo assalto che ci fu!

Delle noie ve ne saran sempre, e tu fa' come toglierti delle mosche".

( Nel detto dell'elenco, le parole della Vergine sono così riportate: )

"Non è mica l'ultimo l'assalto che ebbe per il nome di Carità; delle noie ve ne saranno sempre, e tu fa come atto di distoglierti dalle mosche".

Anche la Madonna interviene a confortare fra Leopoldo nella delicata questione della denominazione, e più in generale delle noie che si incontreranno nel cammino dell'Opera.

Ma ecco anche qui dei tratti veramente materni, quale la dolcezza del tono, ed altresì la chiusa finale, soffusa di garbata ironia: "Tu fa come atto di distoglierti dalle mosche".

94. Altri contatti per la denominazione

– Avv. Riccardo Sella ( Lettera all'ing. Dematteis )

Viva Gesù e Maria SS.ma Carissimo e pregiatissimo sig. Cav. Ing. Filippo Dematteis, oggi venerdì ore 11 venne il sig. Avvocato Riccardo Sella per vedere se mai avevo una risposta favorevole.

Le dissi che la risposta era come prima però se credeva bene di domandare al sig. direttore di fargli vedere l'ultimo biglietto e vorrei pure che lo leggesse; è volontà del Signore, quelli che amano avere più chiarimenti della casa (;) trovai però il sig. Avvocato Sella molto cambiato; lo trovai gentilissimo, e lo lasciai col più caritatevole rispetto.

Tanto ossequi e con lui la piissima signora sua Elvira.

Nel Signore Fra Leopoldo Maria – S. Tommaso, 4 marzo 1921.

Continuano i contatti di alcuni Consiglieri con fra Leopoldo, e dalla lettera apprendiamo che vi è stato un incontro con l'avv. Riccardo Sella, figlio dell'ing. Rodolfo Sella, questi, come già rilevato, uno dei pionieri dell'Opera.

Non sappiamo se l'osservazione di fra Leopoldo sul cambiamento riscontrato nell'avv. Riccardo riguardi il suo modo d'intendere la Casa di Carità, e in particolare la questione del nome, o altro.

Nel colloquio venne comunque toccato il problema del nome, come si ricava dal riferimento al biglietto inviato a fr. Isidoro.

In ogni caso il rapporto è risultato ispirato a gentilezza e "caritatevole rispetto"

95. Fedeltà al divino volere

( Da un biglietto ) Domenica 6 Marzo 1921

– ore 3 pomeridiane in cella recitando il mio ufficio Mattutino: "Se questi tali non vogliono la mia benedizione la daranno ad altri.

Le mie parole non siano disgiunte da te.

Con la fede sta fermo nel mio volere".

Detti del SS.mo Crocifisso.

Espressioni di una certa gravità nel detto del Signore, con riguardo a coloro che non seguono il suo volere ( "non vogliono la mia benedizione" ), con l'esplicitazione che l'errore, e perciò la punizione, è insito nel loro stesso comportamento, ciò nel rivolgersi ad altri ( "la daranno ad altri" ), da cui non potranno trarre parole e promesse di vita vera.

Questo non accade per chi resti fermo nel suo volere, secondo la linea costantemente seguita da fra Leopoldo.

96. "Le opere di Dio non fanno rumore"

( Da un biglietto per fr. Isidoro, senza data, ma verosimilmente di questo periodo )

Ore 6,30 avanti al SS.mo Sacramento.

Dopo aver pregato per la sua intenzione Gesù disse: "Le opere di Dio non fanno rumore".

Ecco Signor Direttore Gesù gli ha aperto un gran libro di verità.

Lo legga attentamente e procuri di meritarsi i favori celesti ai piedi del Santo Crocifisso.

Altro mirabile "detto" che contrassegna le opere di Dio e, di conseguenza, la Casa di Carità.

Non è nel frastuono o, come si dice oggi, nel "battage pubblicitario" che si manifestano e si affermano tali opere, ma nella fedeltà al piano divino e nella perseveranza.

La Casa di Carità ha iniziato la sua attività e si è mossa quasi in sordina, ma la crescita è stata costante e prodigiosa, pur senza rumoreggiare.

Notiamo poi la saggezza di fra Leopoldo che, pur nella sua umiltà, non lesina consigli e suggerimenti al direttore fr. Isidoro, ispirandosi appunto alla forza del "gran libro di verità".

97. Lettera al Fratello Visitatore

( Senza data, ma verosimilmente di questo periodo )

Reverendo Fratel Visitatore.

Sarei venuto io a vederlo a Grugliasco, ma sono così logoro di salute ( che ) non mi è possibile venire a vederlo per quanto vorrei dirle.

Abbia la bontà ( e ) la carità.

Dio benedica persino i suoi passi se Lei vorrà degnarsi di passare da S. Tommaso.

Fra L. M.

Da questo scritto apprendiamo che fra Leopoldo ha avuto contatti anche con il Fratello Visitatore, che secondo la gerarchia dei Fratelli delle Scuole Cristiane, è il Superiore della Provincia Religiosa.

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