Il "Centenario operativo" |
Come preannunciato, domenica 24 novembre u.s. si è celebrato nella chiesa di S. Tommaso il centenario del "Detto fondativo" della Casa di Carità, con folta partecipazione di fedeli, appartenenti a vario titolo all'Opera, in un'atmosfera spirituale di profonda e commossa resa di grazia a Gesù Crocifisso, dalla cui ispirazione a fra Leopoldo è scaturita la nozione e l'istituzione della Casa, e la continua esortazione a realizzarla.
Tale ringraziamento ha altresì riguardato, e in modo particolare, l'Immacolata, dichiaratasi Protettrice dell'Opera.
Ma tale azione di grazia si è riflessa al Servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso, tramite essenziale dell'evento da Dio voluto, destinatario delle allocuzioni celesti.
Usando termini umani per descrivere l'accaduto, potremmo dire che la celebrazione è stata l'apoteosi dell'umilissimo fra Leopoldo, il confidente del Cappella col loculo di fr. Leopoldo ven. fr. Teodoreto cofondatore dell'Opera, il cuoco del convento, tumulato nel santuario interno alla chiesa, nel cui ambito per l'occasione il personale della Casa di Carità ha illustrato l'evento.
Ma di tale cerimonia speriamo di farne più dettagliata relazione, non solo come cronaca, ma per il valore dei contenuti e del senso spirituale della Casa di Carità, emersi nella manifestazione e particolarmente espressi nei discorsi e nell'omelia della Messa, officiata da don Luca Ramello, don Stefano Bertoldini, cappellano della Casa, e don Filippo Raimondi, precedente cappellano: singolare saggio delle attività e dei simboli del lavoro si è proprio avuto all'offertorio della Messa.
Ma il centenario operativo, ossia il faticoso lavoro di realizzazione della Casa di Carità, è iniziato e si è svolto a cominciare dal 1920, da cui il riferimento per la ricorrenza all' attuale anno in corso.
Ed è consolante rilevare che le benedizioni e le allocuzioni dal Cielo sono continuate, come il "detto" augurale del venerdì 6 gennaio 1920 di "Maria SS. Nostra Signora": "Anch'io voglio essere la Protettrice della grande opera Casa di Carità Arti e Mestieri".
Volendo indicare una data con riguardo agli atti formali della nuova istituzione, possiamo riferirci a lunedì 12 gennaio 1920, in cui si tenne la prima adunanza del Comitato costitutivo, secondo quanto riportato da fr. Teodoreto nel suo libro "Nella intimità del Crocifisso"( biografia di fra Leopoldo ).
Per costituire tale comitato si impegnarono fr. Teodoreto, confidente di fra Leopoldo, e l'ing. Rodolfo Sella, uno degli Zelatori più ardenti della Divozione a Gesù Crocifisso, ai quali fra Leopoldo fece leggere gli scritti del suo Diario riguardanti la Casa di Carità.
Fr. Teodoreto informò Fr. Candido, suo Superiore Assistente, e fr. Isidoro, Direttore della scuola di via delle Rosine ove egli risiedeva ( della Regia Opera Mendicità Istruita , affidata ai Fratelli ), e in tal modo la notizia dell'istituendo Centro di formazione professionale si diffuse tra i Fratelli e gli Ex-Allievi, con positive valutazioni, anche se non sempre unanimi, per le difficoltà da affrontare.
L'ing. Sella, da parte sua, anima di fede viva, accolse con entusiasmo l'ispirazione, e pensò subito di formare un comitato tra i cattolici torinesi sensibili alla professionalità dei giovani lavoratori, e disposti all'occorrenza a prestare un supporto economico.
Diedero l'adesione una decina di persone veramente ragguardevoli, oltre lui e il figlio avv. Riccardo.
Alla riunione, tenuta presso il conte Emiliano Avogadro di Collobiano e della Motta, furono invitati anche fr. Teodoreto e fr. Isidoro, il quale sottolineò l'importanza dell'educazione degli operai e capi tecnici, evidenziando la necessità di istituti idonei a tale scopo.
Altra riunione di capitale importanza fu quella di giovedì 5 febbraio 1920, poiché entrò nel Comitato l'ing. prof. Filippo Dematteis, figura di rilievo nella storia della Casa di Carità.
Nella suddetta riunione fu nominata la commissione di cui al sottotitolo, per studiare un preventivo massimo e minimo di spesa da presentare all'assemblea generale del Comitato.
Tale commissione non si dette più riposo, ed esaminò la questione sotto tutti i punti di vista, da quello strutturale del piano degli studi, a quello finanziario e a quello immobiliare, per la ricerca concreta di una sede in cui iniziare l'Opera.
A questo riguardo si posò l'attenzione all'ex monastero di S. Croce, vasto locale con chiesa annessa in piazza Carlo Emanuele II° ( Carlina ), presso la scuola ROMI.
Da rilevare che ad una adunanza della commissione, il 3 giugno 1920, giorno del Corpus Domini, fu invitato a partecipare fra Leopoldo, con sua somma soddisfazione, e tra l'altro si confermò la decisione di iniziare i corsi di formazione in ottobre.
La sera, mentre fra Leopoldo ringraziava Gesù di averlo fatto partecipare a quell'incontro, udì queste parole: "Mi trovavo anch'io in mezzo alla adunanza".
Fr Teodoreto fr Isidoro ing Dematteis
Le relazioni della suddetta Commissione, per quanto prevedessero varie possibilità nell'attuazione della scuola professionale, tuttavia prospettavano obiettivi ritenuti troppo impegnativi da alcuni membri del Comitato.
Invero, con riguardo ai corsi scolastici, pur partendo da poche classi, si prospettava un complesso di scuole industriali e commerciali, un vero politecnico, con un preventivo di spesa totale di circa diciannove milioni di lire ( valutazione attuale circa € 21.700.000 ).
Parimenti per la sede veniva considerata eccessiva l'acquisizione del complesso edilizio di S. Croce, propendendo alcuni membri solo per qualche aula.
Purtroppo tali rilevanti obiettivi dell'Opera, sebbene in prospettiva, raffreddarono parte dei promotori, per cui alcuni si ritirarono, altri vi rimasero ma con freddezza e quasi cercando una via per andarsene.
Questo avvenne nell'adunanza del Comitato del 3 marzo 1920.
Ma non per queste defezioni l'entusiasmo venne meno, tanto più che l'aiuto divino, costantemente espresso nelle allocuzioni a fra Leopoldo, sosteneva i volonterosi.
Così il 2 maggio 1920 Gesù disse: "Se non trovano locale grandioso, è perché devono fare così: incamminarsi dal poco; il grande verrà, tutto quello che desiderano".
Adeguandosi a tale orientamento, il 28 giugno 1920 si tenne la prima adunanza generale del Consiglio di Amministrazione ( in cui si era costituito il precedente Comitato ), con presidente il Conte Alessandro Arborio Mella e segretario l'ing. Filippo Dematteis, e tra le varie decisioni si stabilì d'iniziare su scala minore i primi corsi nel mese di ottobre.
Le scuole si aprirono il 18 0ttobre 1920, nei locali del ROMI, ma con entrata principale in via S. Massimo 21 bis.
Si iniziò la scuola, diurna e serale, con due classi, 6a e 7a elementari, già esistenti, ma dando alla 7a carattere e programma di Scuola Professionale e facendo della 6a una classe preparatoria alla 7a.
Furono superate le ultime difficoltà riguardo al personale docente, e va rilevato che parte dell'insegnamento nei corsi serali fu affidato ai Catechisti del SS. Crocifisso.
Tale circostanza è di particolare rilievo, poiché è con lo sviluppo dei corsi serali che prese corpo, nella sua pienezza, con una propria sede, l'attuale Casa di Carità Arti e Mestieri.
Nel primo anno gli allievi della scuola diurna, ripartiti nelle due classi, arrivarono a 60, e quelli della scuola serale a 70, pure in due classi.
La sfiducia che aveva allontanato alcuni membri del Comitato non aveva impedito che gli altri, ridotti di numero, ma più costanti, lavorassero alacremente allo sviluppo dell'istituzione, allacciando contatti con vari operatori industriali, e ottenendo collaborazione, quali l'Associazione Maglieri d'Italia, la Fiat e altre industrie meccaniche e chimiche.
Ma tali aspetti saranno ripresi in altre occasioni, attenendo più alla storia dell'Opera, che ai soli inizi.
Parimenti andranno riprese le tematiche concernenti il progetto spirituale formativo, in primo luogo la stessa denominazione "Casa di Carità", rivelatasi come segno di contraddizione, ma sorgente vitale dell'Opera, in conformità al "Detto fondativo" ispirato da fra Leopoldo.
V.M.