Cantico dei Cantici  

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Capitolo 8

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

1 Oh se tu fossi un mio fratello, allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare e nessuno potrebbe disprezzarmi.
2 Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre; m'insegneresti l'arte dell'amore. Ti farei bere vino aromatico, del succo del mio melograno.
3 La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia.
Ct 2,6

Lo sposo

4 Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, non destate, non scuotete dal sonno l'amata, finché non lo voglia.
Ct 2,6
Ct 3,5

Epilogo

5 Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto? Sotto il melo ti ho svegliata; là, dove ti concepì tua madre, là, dove la tua genitrice ti partorì.
Ct 3,5.6
Ct 2,7
Ct 5,2
Ct 8,4

La sposa

6 Mettiti come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore!
Dt 6,6.8
Dt 11,18
Ger 31,33
Pr 3,3
Dt 4,24
7 Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
Is 43,2

Appendici

Due epigrammi

8 Una sorella piccola abbiamo, e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella, nel giorno in cui se ne parlerà?
9 Se fosse un muro, le costruiremmo sopra un recinto d'argento; se fosse una porta, la rafforzeremmo con tavole di cedro.
10 Io sono un muro e i miei seni sono come torri! Così sono ai suoi occhi come colei che ha trovato pace!
11 Una vigna aveva Salomone in Baal-Hamòn; egli affidò la vigna ai custodi; ciascuno gli doveva portare come suo frutto mille sicli d'argento.
12 La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti: a te, Salomone, i mille sicli e duecento per i custodi del suo frutto!

Ultime aggiunte

13 Tu che abiti nei giardini - i compagni stanno in ascolto - fammi sentire la tua voce.
14 « Fuggi, mio diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti degli aromi! ».
Ct 2,17
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Abbreviazioni
8,1-4 Desiderio dell'unione
L'intenso desiderio della sposa di unirsi al suo amato ( vv. 1-2 )
si va compiendo ( vv. 3-4 ).
8,1 Qui inizia un altro piccolo poema, il cui quadro è differente.
Il ragionamento della ragazza è illogico: si augura tutt'altro che un amore fraterno; il vino e il succo del v 2 sono l'equivalente dei « frutti » del poema precedente.
Il brano si conclude con il ritornello alternato di Ct 2,6-7
( cf. anche Ct 3,4-5, che corrisponde a Ct 8,2.4 ).
8,5-7 Epilogo
Le due parti del v 5 non sono legate a ciò che segue e sono indipendenti l'una dall'altra.
Sembrano essere l'inizio di due poemi che non sono stati trascritti,
come più avanti per il v 13.
Questa assenza di contesto rende vano ogni tentativo di interpretazione;
vi sono solo contatti con gli altri poemi.
I pronomi suffissi del v 5b sono maschili nel TM;
ma, con sir., sono abitualmente corretti in femminili.
8,6 sigillo: veniva portato al collo o al braccio, appeso a una collana,
o al dito come un anello.
Nell'antichità serviva per indicare la proprietà e l'appartenenza,
e per autenticare i documenti.
Per la prima volta appare qui il nome di Dio: le vampe dell'amore sono una fiamma divina; letteralmente "una fiamma di Jah" ( cioè di YHWH ).
Il sigillo, sostituto della persona e segno della sua autorità, si portava appeso al collo ( Gen 38,18.25 ), adagiato sul petto ( qui, il cuore ) o infilato in un dito della mano
( Gen 41,42; Ger 22,24; Ag 2,23 ); il TM ha « braccio » nel senso totale che include anche la mano.
Un canto egiziano dice: « Ah! Se fossi il suo sigillo che porta al dito! ».
8,6-7 In nessuna parte il Cantico aveva ancora definito l'amore.
Lo fa qui l'amata: con termini molto forti e bellissimi, descrive la sua forza invincibile, il suo carattere ineluttabile, il suo valore senza pari.
Così si comprende perché questo poema sia stato messo, come corona, alla fine del libro.
Ciò che segue è un'aggiunta.
- la passione: non « gelosia »; il termine è parallelo ad « amore » dello stico precedente.
Qui è descritto l'amore passione.
- gli inferi: alla lettera « sheol », soggiorno sotterraneo dei defunti; qui è l'equivalente di « morte » dello sticò precedente.
- una fiamma del Signore: l'amore consuma come il fuoco del cielo, come il fulmine ( Gb 1,16 ).
8,7 Le grandi acque: simbolo di tutto ciò che incute paura all'uomo.
8,8-14 Appendici
Le ultime battute del Cantico sono composte da frammenti di poesia amorosa, posti sulle labbra ora del coro ora dell'amata e dell'amato.
I vv. 8-10 e vv. 11-12 sono canti nuziali espressi in forma di indovinelli scherzosi.
8,8-10 La sorella piccola
8,8-12 Questi due brani sono stati aggiunti solo successivamente al Cantico, con il quale non hanno rapporti diretti, né circa le persone né circa l'argomento.
Nel primo ( vv 8-10 ), i fratelli si preoccupano del momento in cui faranno sposare la loro sorella; costei replica che è grande abbastanza per pensare a se stessa.
Proprio l'allusione al matrimonio ha favorito il suo collegamento al Cantico.
Nel secondo brano ( vv 11-12 ), un proprietario preferisce la sua vigna a quella di Salomone con i suoi ricchi proventi; si pensa alla vigna di Nabot ( 1 Re 21,1-3 ).
La metafora della vigna o del giardino per indicare l'amata in Ct 1,6; Ct 2,15;
Ct 4,12s, e il nome di Salomone hanno suggerito d'interpretare il brano come un canto d'amore, per cui è stato inserito qui.
8,8 se ne parlerà: per il matrimonio.
8,9 rafforzeremo: conget., naççib; il TM ha: « assedieremo », naçûr
8,10 ai suoi occhi: con il TM; i LXX hanno: « ai loro occhi ».
8,11-12 La vigna
8,11 Baal-Amon ( "il signore della moltitudine"
oppure "il signore della ricchezza" ): località sconosciuta;
forse indica simbolicamente un luogo fertile e ricco di frutti.
8,13-14 Ultimo reciproco invito
Probabilmente il v 13 è l'inizio di un poema andato perduto,
al quale è stato aggiunto un versetto simile a Ct 2,17.