Sapienza |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Processo all'idolatria. Divinizzazione della natura |
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1 Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell'ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere. |
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2 Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile o la volta stellata o l'acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dèi, reggitori del mondo. |
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3 Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. | |||||
4 Se sono colpiti dalla loro potenza e attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. | |||||
5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'autore. |
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6 Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi forse s'ingannano nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo. |
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7 Occupandosi delle sue opere, compiono indagini, ma si lasciano sedurre dall'apparenza, perché le cose vedute sono tanto belle. | |||||
8 Neppure costoro però sono scusabili, | |||||
9 perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone? | |||||
Il culto degli idoli |
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10 Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte e che chiamarono dèi i lavori di mani d'uomo, oro e argento lavorati con arte, e immagini di animali, oppure una pietra inutile, opera di mano antica. |
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11 Se insomma un abile legnaiolo, segato un albero maneggevole, ne raschia con diligenza tutta la scorza e lavorando con abilità conveniente, ne forma un utensile per gli usi della vita; |
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12 raccolti poi gli avanzi del suo lavoro, li consuma per prepararsi il cibo e si sazia. | |||||
13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla, legno distorto e pieno di nodi, lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero; senza impegno, per diletto, gli dà una forma, lo fa simile a un'immagine umana | |||||
14 oppure a quella di un vile animale. Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie e ricopre con la vernice ogni sua macchia; | |||||
15 quindi, preparatagli una degna dimora, lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo. |
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16 Provvede perché non cada, ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé; esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto. |
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17 Eppure quando prega per i suoi beni, per le sue nozze e per i figli, non si vergogna di parlare e quell'oggetto inanimato; per la sua salute invoca un essere debole, |
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18 per la sua vita prega un morto: per un aiuto supplica un essere inetto, per il suo viaggio chi non può neppure camminare; |
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19 per acquisti, lavoro e successo negli affari, chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani. |
Indice |
13,1-9 | Critica al culto della natura I cc. 13-15 costituiscono un ampio sviluppo del tema dell'idolatria. L'autore distingue due categorie di idolatri: quelli che adorano la natura divinizzata ( vv. 1-9 ) e quelli che adorano gli idoli, opera dell'uomo, e gli animali ( Sap 13,10-15,19 ). Nella condanna di quanti adorano la natura ( le sue forze e i suoi elementi ), il rimprovero è più leggero ( v. 6 ), perché l'autore riconosce loro la capacità di cogliere la bellezza del creato, anche se si lasciano ingannare e non raggiungono Dio, che è all'origine di quanto è nel creato. Viene affermata la possibilità della conoscenza naturale di Dio: l'uomo, dalla bellezza e dalla bontà delle creature, per analogia ( v. 5 ) può giungere alla conoscenza di Dio, loro autore ( Rm 1,18-23 ). Riguardo al culto degli animali, l'autore si abbandona a una critica generale dell'idolatria sotto le sue tre grandi forme: divinizzazione delle forze naturali e degli astri ( Sap 13,1-9 ); culto degli idoli fabbricati dall'uomo ( Sap 13,10-15,17 ); culto degli animali ( Sap 15,18-19 ). Si ispira forse a uno schema corrente, poiché classificazioni analoghe si ritrovano altrove negli scritti del giudaismo ellenico, particolarmente in Filone. Ma il pensiero resta originale e lo svolgimento inserisce diverse considerazioni sulla navigazione ( Sap 14,1-7 ), sull'origine dell'idolatria ( Sap 14,12-21 ), sui mali che comporta ( Sap 14,22-31 ) e sulla condizione privilegiata del popolo giudaico ( Sap 15,1-5 ). 13,1 La vista e lo studio della natura dovrebbero elevare lo spirito umano fino a un Dio trascendente e creatore di tutto. |
13,3 | Tocco greco ( cf. pure
vv 5.7;
Sir 43,9-12 ). L'AT aveva spesso celebrato la grandezza e la potenza di Dio nel creato ( Gb 36,22-26; Sal 19,2; Is 40,12-14; ecc. ), ma non la bellezza dell'universo concepito come un'opera d'arte che riflette il suo autore. |
13,6 | leggero o « minore », in paragone degli idolatri del v 10. |
13,10-19 | Critica al culto degli idoli Più severo è il giudizio nei confronti di chi adora le opere prodotte dalle mani stesse dell'uomo ( oggetti di legno, di pietra, di metalli preziosi ). 13,10-14,11 Il culto degli idoli: la polemica contro gli idoli, che compare nei filosofi greci, era un luogo comune negli scritti biblici ( cf. specialmente Is 44,9-20; Ger 10,1-16; Bar 6; ecc. ). |
13,11-16 | Ecco un falegname: la polemica contro gli idoli risente degli scritti dei profeti, che già si erano scagliati contro l'idolatria ( Is 40,19; Is 44,9-20; Ger 10,1-9 ). |
13,14 | minio: per il suo vivo colore rosso ( colore ricco di simbolismi ), veniva spalmato sugli amuleti e sulle statue. |
13,16 | Calcolata descrizione per gettare il ridicolo sull'idolo: il materiale è legno di scarto, l'artista un volgare artigiano, il lavoro fatto senza cura e l'oggetto non starà neppure in piedi. |