La Chiesa

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Nuovo Israele

Rif.

Raccontando il passaggio del guado di Jabboq da parte di Giacobbe, l'autore utilizza un'antica tradizione alla quale dà un senso religioso.
Il nome di Giacobbe è cambiato in Israele che significa, secondo una etimologia popolare, « sei stato forte contro Dio ».
La benedizione che Jahvè dà a Giacobbe lo impegna direttamente col patriarca e con la sua discendenza.
Per questo, a partire dall'Alleanza del Sinai e col suo rinnovo a Sichem, « Israele » designerà le dodici tribù discendenti da Giacobbe.
Quando le dieci tribù del Nord si separano da Giuda, esse si costituiscono in « regno d'Israele ».
Questa secessione dà alla parola Israele, dal 931 al 721, un senso politico.
Ma al ritorno dall'esilio, questa parole ritrova il suo senso religioso: richiamo ai gloriosi ricordi del passato, espressione dell'avvenire messianico e del trionfo del Regno di Dio nel futuro dei tempi.
Con san Paolo, Israele prende un senso teologico: designa i credenti, figli di Abramo per la fede,
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quelli che Dio ha orientato verso la nuova Alleanza in Cristo.
È l'Israele di Dio realizzato nella Chiesa.

Testi

Rilievi

Rif.

Gen 32,23-32
Es 19,3
Gs 24
Giacobbe riceve il nome di Israele contemporaneamente alla promessa di una discendenza.
Questa prenderà il nome di « figli d'Israele » o « Israele » per sottolineare la sua relazione con la promessa.

Rm 1,16
Rm 2,9-10
Rm 3,29-30
Gal 2,15
1 Ts 2,14
Il termine « giudeo », che indica gli uomini appartenenti ad una determinata razza, era usato soprattutto nella diaspora.
San Paolo l'oppone sovente a « greco » ( pagano ) e vi aggiunge a volte una sfumatura di antipatia per l'incredulità dei Giudei.

Rm 9,4-6
Ef 2,12-13
Gal 6,16
« Israele » aveva già acquistato nell'A.T. un senso più sacro che « Giudei ».
Era riservato alle formule bibliche o cultuali.
Per san Paolo è il popolo ideale, depositario delle promesse e nel quale si è sviluppata l'opera divina.
« Israele » non ha, come « Giudei », la sfumatura di opposizione ai « pagani ».
Per questo è un popolo predestinato, nel quale verrà a fondersi la massa dei Gentili in un popolo unico: l'Israele di Dio.

Rm 9,6-24
2 Cor 3,18
Gal 3,26-28
Perché l'Israele nuovo, la Chiesa, fruisce dei privilegi dell'antico Israele: la promessa,
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La gloria
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e l'adozione.
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Fil 3,5
At 6,1
San Paolo si dice « ebreo » e ne è fiero.
Vuol dire con questo che, attraverso i suoi antenati, si radica in Palestina e a Gerusalemme, in opposizione ai Giudei ellenisti.

Rm 11,5-8
Am 3,12
Probabilmente i Giudei convertiti sono poco numerosi in questo nuovo Israele.
Essi formano un « Resto »
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come al tempo dei profeti e costituiscono la parte più santa del nuovo popolo.  

Rm 11,16-24
Ef 2,11-22
Il greco, germoglio selvatico d'olivo, è stato innestato sull'olivo buono ( i Giudei ): si serve delle sue radici e della sua linfa per costituire Israele.
C 18

Rm 11,25-29
Verrà un giorno in cui il popolo ebreo si riunirà ai Gentili nella Chiesa.
Il nuovo Israele raggiungerà allora la sua maturità.
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