Lineamenti spirituali dell'Unione |
B121-A3
Come la realtà non si giustifica che con Dio e in Dio, cosi la vita dell'uomo rimane orba del suo fondamentale significato, se non è compreso, amato, voluto l'essenziale suo riferimento e dipendenza da Dio.
Vivere nel modo più genuinamente umano, è fondarci sulla nostra più profonda realtà, aspirare ad essere più pienamente noi stessi, quindi più veramente intelligenti creature di Dio, disponendo noi stessi secondo il Verbo a cui dovemmo la conformazione, secondo l'Amore per il quale fummo tratti dal nulla e fatti esistenti.
Dio dunque, nient'altro che Dio, è il fondamento sul quale edificare la nostra vita, il Bene cui fermamente tendere nello stato di cose presenti; per averne contemplazione coll'inestinguibile gaudio nello stato di cose che ha da venire.
Per quale strada, con quali mezzi, con l'aiuto di chi?
L'ascesa a Dio si compie nell'unione col Cristo, per i suoi meriti infiniti, affinché conformi a lui e quasi trasfigurati in lui; su di noi si riversino le compiacenze del Padre, che " ci predestinò ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, ond'egli sia il primogenito di molti fratelli " ( Rm 8,29 ).
L'Unione si propone di concretare le grandi linee di questo ideale col proprio stile, rispondendo a certe necessità interiori ed esteriori dei fedeli, desiderando da un lato il più alto e gioioso livello di santità per i suoi membri, dall'altro attuando una sua propria missione e svolgendo particolari tipi di apostolato.
Essa non è, quindi, né un organismo di preparazione ad un altro organismo, né un ambiente dove la ricerca di Dio sia fatta a mezzo o fiaccamente.
Chi bussa alla porta dell'Unione, vi bussa per un fondamentale motivo: il desiderio della perfezione in mezzo al mondo.1
A chi entra l'Unione vuole offrire una comunità compatta, affettuosa e serena di anime, che si sforzano di corrispondere alla loro elevatissima vocazione; offre un grande ideale, offre preghiere, ritiri ed esercizi spirituali, consigli, ammonimenti e, sopra tutto, promessa di grazie abbondanti, affinché si raggiunga speditamente e sicuramente Dio.
La scelta, l'attuazione di tale stato di vita si svolgono senza segni appariscenti, senza addio alla propria casa, senza lasciare il proprio lavoro, senza alterare il sostanziale dislocamento delle persone e delle cose.
Apparentemente non muta nulla o quasi, si continua press'a poco ad entrare ed uscire dagli stessi usci, ma intimamente ogni cosa è come trasfigurata, ricomposta, ricondotta ad unità, semplificata in Dio.
Scomparso è il saio, dileguate si sono le muta del convento, la campana non scandisce più il ritmo della vita comune, ma ancora rimane lo stesso spirito, la stessa fiamma: Gesù Crocifisso " fatto da Dio nostra sapienza e giustizia, santificazione e redenzione ".
L'effettivo, il pieno ingresso nella famiglia dell'Unione, dopo i prescritti tre anni di prova, avviene con atti che sanciscono il desiderio di voler imitare N. S. Gesù Cristo il più perfettamente possibile.
Sull'esempio e per amore di Gesù ci si spoglia del diritto alla paternità naturale, ci si priva della libera disposizione dei propri beni, si offre la propria libertà ad un uomo che rappresenterà Dio; tutto per amare più pienamente Dio ed il prossimo in Dio.
Che si perde ? L'uomo vecchio.
Che si acquista ? Il centuplo in questa vita e la vita eterna.
Da questo punto il catechista viene plasmandosi più profondamente alla sapienza e ai piedi della Croce.
Alla scuola di Gesù Crocifisso, il catechista cercherà i lineamenti dell'atteggiamento da assumere innanzi a Dio e gli aiuti necessari.
Cercherà il suo atteggiamento soprannaturale e vitale, non statico, ma dinamico e secondo la sua vocazione, per spingere al massimo l'aderenza allo spirito del Cristo, e di questo Crocifisso.
Come Gesù Crocifisso, che è il Redentore ed il Restauratore, il catechista, in unione con lui, si costituirà riparatore per sé e per tutti gli uomini, penetrando il significato del peccato e del patimento.
Il catechista si sforzerà in sé, attraverso sé, attorno a sé, di reintegrare l'ordine sconvolto dalle numerosissime ribellioni sue e degli uomini, rinnegando se stesso e prendendo la Croce, compiendo, come membro del Cristo mistico, ciò che manca alla Passione del Capo.
In tale condizione interiore svolgerà la sua missione nel mondo.
Così come nel piano divino, coll'uomo e nell'uomo il creato materiale e sensibile deve rendere gloria ed omaggio a Dio, così il catechista, consacrato e Votato totalmente a Cristo, risponderà a questa destinazione, facendo di sé, di tutte le professioni esercitate, di tutti gli ambienti e di tutte le parti del mondo in cui vive, di tutto il dispiegamento di disposizioni fisiche, culturali, sociali, che possiede una costante, genuina offerta di adorazione e di riparazione, concorrendo largamente all'avvento del Cristo totale.
E come la pienezza della vita per le creature e quindi la loro perfezione e salvezza stanno nella loro conformazione a ciò che Dio esprime a se stesso nel suo Verbo, così la salvezza dell'universo sensibile e dell'uomo, sta nel disporsi generoso dell'uomo secondo la destinazione del Padre, destinazione resasi pienamente palese per l'ammaestramento di Gesù Cristo.
Ma il Crocifisso è la conclusione; il culmine, la massima significazione di tale divino ammaestramento, e l'uomo non entrerà nella sua gloria, e per lui tutte le cose non saranno libere dalla corruzione, se per la via di Cristo e con Cristo l'uomo non sarà crocifisso a se stesso e al peccato, adorando Dio e riparando.
" Avremo parte alla gloria del Capo solo se parteciperemo ai suoi patimenti " ( Rm 8,17 ).
" Anche il mondo creato sarà reso libero dalla servitù della corruzione alla libertà della gloria di figlioli di Dio " ( Rm 8,21 ).
Dunque la Croce è anche la salvezza di tutto ciò che costituisce il mondo creato, dunque non è sfacelo, distruzione, annientamento della natura, ma ne è perfezionamento e sublimazione.
I più intimi affetti, le speranze più umane, la felicità vera dell'uomo, tutto è salvo per il sacrificio del Cristo, e nello spirito di questo sacrificio.
L'unica stabile, vera gioia terrena è nella Croce.
" Dio che non risparmiò nemmeno il proprio Figliuolo, ma lo ha dato a morte per tutti noi, come non ci ha egli donato ancora con esso tutte le cose? " ( Rm 8,32 ).
Tutto, proprio tutto ci è stato donato in Gesù Crocifisso!
Il senso della vita e della morte, del dolore e della gioia, della colpa e della espiazione.
In Gesù Crocifisso ecco l'uomo ed ecco anche Dio che appare come un vertiginoso culmine di carità.
La Croce è un mistero d'amore, che rivela anche il mistero d'amore che è la vita, e chi ama e serve la Croce avrà la vita eterna.
I catechisti in ogni angolo del mondo, capillarmente, insegneranno, anche loro, a questo mondo aggrappato ed idolatrante il finito, che solo nell'adesione all'Infinito secondo lo Spirito della Croce, sta la salvezza, l'esaltazione nel mondo.
Fondato nell'umiltà, sull'esempio e per l'amore di Gesù " che annichilò se stesso prendendo la forma di servo " " e quale uomo, umiliò se stesso fatto obbediente sino alla morte e morte di croce " ( Fil 2,7-8 ), il catechista praticherà l'ubbidienza, la povertà, la castità e le altre virtù proprie del cristiano e del suo stato specifico.
Tutta la ricerca e l'unione col Cristo si condurrà nel nome e con l'aiuto di Maria.
Maria SS. Immacolata da un lato è il più grande frutto della Redenzione e ce ne svela in lei le meraviglie; dall'altro lato Maria è colei, per il cui consenso e nel cui seno verginale la Redenzione ebbe inizio.
Maria dunque ci dà il Crocifisso ed i frutti della Redenzione e ci aiuta a capirne il significato e la portata.
Perciò la Madonna è ritenuta e amata dai catechisti " come loro prima Superiora e Madre ".2
Nella contemplazione di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata il catechista s'addestrerà e praticherà le virtù, sino all'unione intima col Cristo Crocifisso in attesa del giorno glorioso della piena manifestazione di Dio.
L'apostolato del catechista sarà nello stesso tempo perfezione ed effusione dell'intima disposizione di adoratore e riparatore, del tenero amore a Gesù Crocifisso ed a Maria.
Gesù è la stessa Verità, il Verbo eterno del Padre fatto uomo.
" Per lui sono state fatte tutte le cose nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili … tutto per lui ed a riflesso di lui fu creato " ( Col 1,16 ).
E tutto per il sacrificio di lui è messo nella possibilità di adorare il Padre degnamente e di riparare, e quindi di attuarsi e di salvarsi.
Insegnare Gesù Crocifisso è anche insegnare il vero volto e la vera destinazione della vita.
L'uomo è costituito da Dio in qualità di essere ragionevole e per questa sua caratteristica è fatto ad immagine del Creatore.
Salvare l'uomo è intanto salvare la mente dell'uomo e metterlo nella partecipazione e nel rinvenimento della verità.
Attraverso le sue esigenze e la sua fede l'uomo comunica e s'assimila in qualche modo con l'oggetto del suo sapere, perciò credere in Cristo e toccare Cristo, comunicare con lui, è partecipare di lui che è via, verità e vita.
Illuminare l'uomo e conquistarlo a Cristo salvandolo, è l'azione squisitamente umana e soprannaturale che il catechista svolgerà nel mondo.
Umana, perché non si fonda sulla violenza che può domare ma non convincere; umana, ancora, perché rispetta l'uomo e lo stile dell'uomo; soprannaturale, perché fa dell'uomo un Figlio di Dio.
La comunicazione della verità col prossimo, per il catechista, si esprime e si concreta specialmente attraverso alcune specifiche manifestazioni: apostolato d'ambiente, diffusione della " divozione a Gesù Crocifisso ", educazione cristiana dei giovani, specie se lavoratori.
Chi sono, chi potranno essere i catechisti?
Operai, impiegati, industriali, insegnanti, professionisti, artisti, studenti, artigiani, uomini di tutte le condizioni, di tutte le professioni.
Requisiti essenziali: desiderio della perfezione per mezzo dei consigli evangelici praticati nel mondo, lo spirito di riparazione, la volontà di dedicarsi alla salvezza del prossimo.
Lo scopo è unico: ogni ambiente, ogni uomo da diventare ambiente e membro vivo di Gesù Crocifisso adorante e riparante.
I mezzi preparatori sono lo studio, la preghiera e la mortificazione.
Quelli di azione: il buon esempio, il sacrificio e le parole.
Tutto insomma ciò che occorre per essere il più possibile, in mezzo alla società, vivente espressione di Cristo.
Il catechista vive generalmente nel nascondimento, come Gesù di Nazareth.
Si guadagna il pane col proprio mestiere, santificando il lavoro per dare gloria a Dio.
L'offerta mattutina, nel sacrificio della S. Messa, si concreta istante per istante nel fedele, esatto, paziente adempimento dei propri doveri.
Il lavoro è un pò il peso di tutti; ma per i più è un peso trascinato e persino maledetto; non solo, ma il luogo di lavoro troppe volte è un luogo di perdizione.
Il catechista per amore di Gesù vuole essere invece un punto di cristiano orientamento e con la dovuta competenza, con la castigatezza dei costumi e specialmente con la carità irradierà tutto attorno comprensione e amore al lavoro, simpatia e fiducia nelle cose di Dio
La casa del catechista è generalmente quella della propria famiglia, come la casa di Gesù era quella di Maria e di Giuseppe; per questa sua situazione il catechista è grandemente favorito nel concorrere all'opera di rivalutazione delle case e di riconsacrazione della famiglia.
La società geme ed è afflitta da molti mali; ha bisogno di chi vigili minutamente, in ogni luogo, e che sia sempre sulla breccia.
Il catechista con un lavoro paziente e generoso si sforzerà di sanare, di aiutare corporalmente e spiritualmente le persone, poiché non è il rimedio generico che salva, ma quello specifico, circostanza per circostanza, caritatevolmente.
Amici, conoscenti, compagni di lavoro, parenti saranno cosi l'oggetto, di un'assistenza costante: a tutti il catechista donerà, poiché è ricco in Cristo.
Le masse lavoratrici, in troppi ambienti, sono pressoché chiuse ed ostili al sacerdote di Cristo; l'incomprensione, i malintesi, un'oscura propaganda hanno ingenerato l'indifferenza e l'odio verso la religione e le persone di Dio, tanto che pare giunto il momento in cui chi si scaglia contro tali persone e tali cose crede di operare secondo giustizia.
Ed intanto la società va in rovina per la corruzione, l'ignoranza e la disonestà.
I catechisti mescolati e partecipanti alla vita comune s'adopreranno efficacemente ad abbattere le barriere, a colmare i fossati per spianare la strada a Dio tramite il sacerdote.
Anche qui, opera umana e opera divina. Umana, perché il popolo, l'uomo fuori della fede cattolica non coprendo e non ritrova più se stesso; divina, poiché è il Regno di Dio che si stabilisce.
I parroci, poi, nell'opera di adattamento della vita parrocchiale alle nuove esigenze dei fedeli e specialmente nell'insegnamento della religione potranno avere nei catechisti dei devoti collaboratori.
La gioventù, specialmente quella lavoratrice, e i poveri sono poi assistiti da due opere dei catechisti, appositamente costituite: le " Case di Carità " e le " Messe del povero ".
Il catechista, umile seguace di Gesù Crocifisso, si sforzerà di rendere palpabile la bellezza della fede con la carità, facendo di tutta la sua vita una continua esemplificazione dell'ammae stramento divino affinché, conquistati i cuori ed illuminate le menti, le moltitudini accorrano all'appassionato richiamo di Gesù Crocifisso.
L'invito che conduce all'Unione, è ancora lo stesso invito del Cristo.
" Se vuoi essere perfetto, va, vendi ciò che hai …; poi vieni e seguimi " ( Mt 19,21 ).
Se vuoi, solo se vuoi. Ancora e sempre è il Cristo che insegna con infinita bontà e sapienza " Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua " ( Mt 16,24 ).
Dunque chi ha orecchi per intendere, intenda; chi ha cuore per rispondere, risponda.
Tuttavia sono opportune alcune considerazioni.
Considerata la santità della meta, che l'Unione propone, e considerata l'aderenza di tale organizzazione alle necessità vere dei tempi che corrono, pare potersi facilmente concludere che tale Opera è voluta da Dio.
Il Decreto della Chiesa sancisce questa certezza, già preparata anche da tanti segni provvidenziali e dagli insistenti detti di fra Leopoldo, dei quali eccone un saggio: " I figli della pia Unione sono le pupille degli occhi di Dio " ( detto del 28 maggio 1919 ).
" L'Ordine che verrà, sarà la vigna dei santi " ( detto del 13 novembre 1909 ).
D'altra parte, infinite sono le necessità dei nostri fratelli; sterminato è il numero delle anime spasimanti o incoscienti su l'orlo della rovina; sconfortante è lo spettacolo delle masse dei miseri alla mercé dei più bassi impulsi, avvelenate dall'ignoranza e dall'odio.
Specialmente il Crocifisso non è compreso: è ignorato o fuggito; anche tra gli stessi fedeli la Croce desta una funesta ritrosia.
Ma ciò malgrado, Cristo Crocifisso deve regnare perché Egli disse: " Quando sarò levato da terra, trarrò tutto a me " ( Gv 12,32 ).
Spronati dunque da queste certezze, nutriti dalla fiducia della Provvidenza, i catechisti scongiurano Iddio affinché sia grande l'accorrere dei generosi nelle file dell'Unione.
A tutti poi viene rivolto un vivo appello di piegare affinché per la maggior gloria di Dio l'Unione possa rigogliosamente prosperare.
D. C.
1 Qui non si dice degli altri gruppi della famiglia dell'Unione, cioè dei Catechisti Associati, Zelatori e Zelatrici, Ascritti e Ascritte.
2 Regolamento dell'Unione, C. 1 a .3 n. 2.