Catechismo degli Adulti |
200 Numerosi discepoliMentre introduce nella storia il Regno, Gesù avvia il raduno definitivo del popolo di Dio: le due cose vanno insieme, perché il Regno, secondo le profezie, si deve rendere visibile in un popolo. |
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Il Maestro prova compassione per le folle, che vagano "come pecore senza pastore" ( Mc 6,34 ), e per radunare Israele viaggia instancabile, predica e compie guarigioni. ( Mt 4,23; Mt 15,24 ) Ben presto riunisce una numerosa comunità di discepoli, come primizia e rappresentanza dei futuri credenti, come schiera di cooperatori per la raccolta della messe. ( Lc 10,2 ) Alcuni di essi aderiscono a lui rimanendo nelle proprie case e nella precedente condizione familiare e sociale, continuando il consueto lavoro: così Giuseppe di Arimatèa, ( Mc 15,43; Gv 19,38 ) Zaccheo di Gèrico, ( Lc 19,1-10 ) Lazzaro di Betània. ( Gv 11,1; Gv 12,1 ) Altri lasciano la famiglia, ( Mt 19,27-29 ) i beni, il lavoro, e lo seguono anche materialmente, formando un gruppo itinerante, in cui si fa esercizio quotidiano e concreto di comunione. Del gruppo, contro il costume tradizionale che le discrimina rigidamente, fanno parte anche alcune donne, che condividono l'esperienza della sequela e si rendono utili con l'assistenza domestica e il sostegno economico. ( Mc 15,40-41; Lc 8,1-3 ) |
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201 I dodici |
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Un giorno, tra questi discepoli più vicini, Gesù ne sceglie dodici. Ci sono i quattro del lago: Simone, al quale impone il nome di Pietro, Giacomo e Giovanni di Zebedèo, Andrea fratello di Simone; e con loro ci sono anche Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e infine Giuda Iscariota, il traditore. È una scelta di importanza fondamentale e, prima di farla,
Gesù passa la
notte in preghiera. È un'iniziativa tutta sua: "chiamò a sé quelli che egli volle" ( Mc 3,13 ). Il numero è intenzionale: "Ne costituì Dodici" ( Mc 3,14 ). Si tratta di un'azione profetica simbolica, con la quale il Maestro dichiara la sua intenzione di radunare le dodici tribù disperse, di convocare l'Israele degli ultimi tempi, aperto anche ai pagani. Li scelse perché "stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni" ( Mc 3,14-15 ). Questo raduno e questo invio prefigurano la vocazione della Chiesa alla comunione e alla missione. Gesù mandò effettivamente i Dodici nelle città e nei villaggi, a proclamare il vangelo con la parola e con le opere; ( Mc 6,7-13.30-31; Lc 9,1-3 ) li mandò come suoi inviati ufficiali, a due a due secondo l'uso del tempo, con l'ordine di non esigere compensi, perché fossero segno dell'amore gratuito di Dio. "Partiti, predicavano che la gente si convertisse" ( Mc 6,12 ) e guarivano molti malati. Al loro ritorno riferirono a Gesù "tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'"" ( Mc 6,30-31 ). Questa prima missione, limitata al territorio di Israele, è preludio della missione definitiva verso tutte le genti, che il Signore affiderà loro dopo la sua risurrezione. |
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202 Una comunità come segno |
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Gesù è profondamente legato alla comunità dei discepoli, composta da quelli che credono in lui e particolarmente da quelli che vanno anche materialmente con lui: la considera la sua vera famiglia; ( Mc 3,31-35 ) ne fa il segno pubblico del regno di Dio che comincia a venire; la chiama a manifestare in questo mondo la santità del Padre, con una vita di carità, conforme alla nuova giustizia prospettata nel discorso della montagna. Dovrà essere come una scorta di sale, pronta a dare sapore alla terra; come una città illuminata sul monte, che attrae con il suo fascino tutte le nazioni e le conduce a riconoscere Dio come Padre: ( Mt 5,13-14 ) "Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli" ( Mt 8,11 ). L'orizzonte ultimo di Gesù e dei suoi discepoli è universale,
sebbene l'orizzonte
immediato resti circoscritto a Israele: "Non sono stato inviato che
alle
pecore perdute della casa di Israele" |
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203 Comunità proiettata verso il futuroPurtroppo, dopo un avvio promettente, il ministero di Gesù in mezzo al suo popolo va incontro a una crisi sempre più grave. Molti respingono l'invito al banchetto del Regno, con vari pretesti, ( Lc 14,16-24 ) come se la comunione con Dio avesse poco valore. Neppure le parole appassionate di rimprovero e di minaccia riescono a scuoterli. "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza … E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in
te, oggi
ancora essa esisterebbe!" Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!" ( Mt 12,41-42 ). |
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204 Col passare del tempo, il Maestro, constatando la refrattarietà delle folle curiose e superficiali, se ne tiene sempre più in disparte, per dedicarsi prevalentemente alla formazione del gruppo dei discepoli. |
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Vuole prepararli in vista del successivo sviluppo della sua opera, non certo farne una cerchia elitaria, a somiglianza dei farisei o degli esseni. Malgrado il momentaneo insuccesso, rimane pieno di fiducia nel futuro. Incoraggia i pochi che ancora lo seguono: "Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno" ( Lc 12,32 ). Garantisce che la comunità, da lui radunata, sarà solida per sempre "e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" ( Mt 16,18 ). Ne affiderà la guida a "Simone figlio di Giona" ( Mt 16,17 ), al quale fin d'ora dà significativamente il nuovo nome di Pietro, che vuol dire "roccia". Sarà lui il sostegno della futura costruzione. Intanto comincia a riconoscergli una certa preminenza tra i Dodici, come portavoce dei suoi compagni. |
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Cat. Chiesa Cat. 669 |
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205 Come si vede, la comunità dei discepoli è intimamente legata alla venuta del regno di Dio fin dall'inizio.3 |
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Da essa, dopo la morte e risurrezione del Signore, si svilupperà la Chiesa, compimento di Israele, segno visibile e strumento della salvezza in mezzo a tutte le genti, germe e profezia della nuova umanità. Non si può aderire a Cristo, senza aderire anche alla Chiesa, parte essenziale del suo progetto. La sequela è possibile solo nella comunità. |
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206 Gesù avvia il definitivo raduno del popolo di Dio, in cui rendere visibile il Regno: riunisce una comunità di discepoli, tra i quali sceglie i Dodici e li manda in missione; a uno di loro, Simone, cambia il nome in Pietro e promette di affidare in futuro il compito di guidare la comunità dei credenti. |
Indice |
3 | Lumen Gentium 1; Lumen Gentium 9 |