Evangelizzare il sociale

Indice

V - Gli evangelizzatori del sociale

66. - Nella Esortazione Christifideles laici Giovanni Paolo II afferma: "Per la evangelizzazione del mondo occorrono, anzitutto, gli evangelizzatori".78

È questa un'esigenza di base, come ci ricorda l'apostolo Paolo: "Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui?

E come potranno credere, senza averne sentito parlare?

E come potranno sentirne parlare senza che uno lo annunzi?" ( Rm 10,14-15 ).

L'azione evangelizzatrice dipende, senza dubbio, dai diversi operatori di pastorale.

L'obiettivo di una nuova evangelizzazione del sociale deve impegnare profondamente tutti coloro che si dedicano alla pastorale del lavoro, dell'economia e della politica; esige nuovo ardore, nuovo spirito, nuova determinazione, nuovi atteggiamenti, nuovo stile nell'assumere e vivere la missione dell'annuncio del Vangelo.

Di qui l'esigenza di un'attenta riflessione sullo spirito e sul ruolo degli operatori della pastorale sociale, senza i quali il dinamismo missionario della Chiesa perderebbe slancio e vigore.

67. - La conversione pastorale

Lo Spirito del Signore chiama alla conversione pastorale.

È questa la chiave di accesso a una evangelizzazione veramente rispondente alle novità che attraversano gli scenari sociali, economici e politici del nostro tempo, le cui conseguenze si ripercuotono anche nell'ambito morale e spirituale.

I diversi cambiamenti nei metodi e nelle strutture richiesti da una nuova evangelizzazione del sociale dipendono da una precisa condizione: che gli operatori di pastorale sociale realizzino una vera e sincera conversione pastorale.

E questa, frutto della grazia di Dio, avviene con:

- l'apertura allo Spirito: per evangelizzare occorre fare esperienza di Dio;

- la disponibilità al cambiamento di mentalità, per poter intuire, individuare e realizzare le nuove modalità dell'azione pastorale;

- l'impegno alla formazione permanente, con un atteggiamento di umiltà e apertura intellettuale, di disponibilità, pazienza e generosità nella fatica.

L'evangelizzatore non nasce tale, ma si fa.

Ogni processo di formazione, pertanto, non può prescindere dalle disposizioni personali e dall'impegno morale e spirituale: tutto questo è da tenere in grande considerazione proprio quando ci si preoccupa di offrire aiuti strutturali e istituzionali al processo formativo.

68. - Lo spirito missionario

Gli operatori di pastorale sociale, in vista di una nuova opera evangelizzatrice, devono avere coscienza di se stessi come di missionari.

Le varie situazioni in cui normalmente oggi viviamo possono essere qualificate come situazioni di missione, perchè se molti sono i battezzati, pochi sono gli evangelizzati.

È necessario, dunque, rinnovare e alimentare in noi lo spirito missionario, superando schemi mentali, attitudini psicologiche, azioni abitudinarie, per annunciare il Vangelo della salvezza ai battezzati delle sole anagrafi parrocchiali e alle persone di buona volontà, a quanti il Signore pone sulla nostra strada.

La pastorale sociale è rivolta sì all'interno, ma anche e soprattutto all'esterno della comunità ecclesiale.

Non sono soltanto gli operatori della pastorale sociale, d'altra parte, ad avere questo mandato di 'uscire in ricerca' per annunciare il Vangelo e raccogliere in unità gli uomini: è, questo, il preciso dovere dell'intera comunità cristiana e di tutti i suoi membri: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" ( Mc 16,15 ).

69. - Il dovere della testimonianza

Oltre alla conversione pastorale e alla coscienza della missionarietà, si impone agli operatori della pastorale sociale il dovere della testimonianza.79

Il Vangelo deve essere proclamato non solo a parole, ma anche e in primo luogo mediante una vita ad esso coerente: la testimonianza di vita autenticamente cristiana è il primo mezzo di evangelizzazione.80

È questo, sicuramente, l'aspetto più impegnativo, la richiesta più esigente della nostra fede, specialmente per gli operatori della pastorale sociale.

Essi, infatti, devono essere spiritualmente preparati per coinvolgersi in un'opera di evangelizzazione che sappia sperimentare anche la croce.

In una situazione di missione, in mezzo alle difficoltà attuali, agli operatori pastorali Dio insegna, in maniera più intensa che in altre circostanze, il valore, l'importanza, la centralità della croce di Gesù Cristo.

Infatti, l'annuncio e il dono del Vangelo nel mondo sociale, economico e politico incontrano molti rifiuti di natura sociale e culturale, e devono misurarsi con molte alternative, che soddisfano in maniera più immediata le aspirazioni e le necessità indotte per lo più dagli stessi contesti sociali, economici e culturali.

70. - La comunità soggetto di evangelizzazione sociale

Il soggetto della evangelizzazione è la comunità in quanto tale, nelle sue molteplici articolazioni e in tutti i suoi membri.

Essa è il soggetto - non può non esserlo - anche dell'evangelizzazione del sociale, così come di ogni altro ambito dell'evangelizzazione.

La comunità ecclesiale, infatti, tutta insieme - secondo i doni e le modalità proprie di ciascuno dei suoi membri - è chiamata alla preghiera, alla parola, al servizio, affinchè il Vangelo possa essere annunciato.

In particolare la parrocchia, la dimensione di popolo, la comunione dei diversi soggetti pastorali sono fattori decisivi per un'efficace e adeguata pastorale sociale.

a) La parrocchia è stata definita come "l'ultima localizzazione della Chiesa" e "in certo senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie".81

Ora nell'ambito dell'evangelizzazione del sociale si deve passare dalle presenze "nella" Chiesa alla presenza "della" Chiesa.

Ciò può e deve avvenire anzitutto nell'ambito immediato e concreto della parrocchia.

In tal senso la comunità cristiana è chiamata a porre dei gesti comunitari e a presentare delle opere o istituzioni comunitarie che siano veramente significativi: perchè solo così alcune esigenze ecclesiali e sociali possono ricevere risposta efficace e culturalmente incisiva, e soprattutto perchè solo cosi viene meglio manifestato l'autentico volto della Chiesa, quale "sale della terra, luce del mondo, città collocata sopra un monte" ( cf Mt 5,13-14 ).

Alla Chiesa, sul cui volto si riflette Cristo "luce delle genti", prima ancora che ai singoli discepoli, è rivolto il monito di Gesù: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli" ( Mt 5,15-16 ).

b) L'importanza della dimensione di popolo dev'essere maggiormente sottolineata nell'opera evangelizzatrice: se non è il popolo cristiano stesso a farsi soggetto dell'evangelizzazione del sociale, la nostra incidenza potrà essere anche significativa e culturalmente rilevante, ma risulterà frammentata e precaria.

Per raggiungere questa dimensione popolare sono da valorizzare al massimo i momenti nei quali si esprimono la vita e la missione del popolo di Dio: la Messa, anzitutto, e in particolare nel Giorno del Signore, nella quale si celebra il dono d'amore di Cristo in croce, insieme si ascolta la parola del Vangelo e si ricevono la grazia e le energie per l'impegno nella vita quotidiana.

La Messa, dunque, non va considerata come un momento in sè concluso, ma come luce e forza che penetra e vivifica tutta l'esistenza.

Sono da valorizzare poi tutti quei momenti nei quali il popolo cristiano si raduna, prega, ascolta la parola e insieme si orienta verso l'azione, ponendosi nella logica, nell'atteggiamento e nella volontà concreta del servizio alla società.

c) L'istanza della comunione va intesa sia come coordinamento dei diversi soggetti pastorali, dei molteplici doni, carismi e responsabilità presenti nella Chiesa; sia come stile nello sviluppare l'attività pastorale, nel proclamare e vivere il Vangelo della carità.

"La vita della nostra Chiesa è arricchita oggi, per dono del Signore, da molteplici realtà che operano con efficacia nel campo dell'evangelizzazione e della testimonianza della carità.

Ogni sforzo resterebbe però vano se non convergesse nell'impegno di edificare insieme la Chiesa e di cooperare alla sua missione.

La pastorale diocesana dev'essere dunque organica e unitaria".82

L'istanza della comunione, sempre e in particolare in rapporto all'evangelizzazione del sociale, trova la sua ragione ultima nella natura stessa della Chiesa: "la comunione è un altro nome della carità ecclesiale e solo una Chiesa comunione può essere soggetto credibile dell'evangelizzazione.83

71. - Il ruolo dei laici

Nell'impegno di evangelizzazione dei numerosi ambienti sociali emergono, come soggetti pastorali specifici, i fedeli laici.

"I laici sono discepoli del Signore chiamati a vivere la fede nella realtà di tutti gli uomini e di tutti i giorni, cioè nella famiglia, nella società, nel lavoro, nella cultura, nella economia, ecc …

Essere 'laici' è dunque una chiamata, una vocazione, un dono che viene da Dio e che invia a un compito alto e difficile: incarnare la fede e darle forma nelle realtà quotidiane.

È soprattutto nei laici che avviene l'innesto tra la fede e la storia, tra la Chiesa e il mondo".84

Attraverso i laici, in maniera proporzionale alla loro testimonianza e alla coscienza che essi hanno e manifestano della loro identità cristiana e della loro missione, la Chiesa diventa presente e operante nelle famiglie, nelle fabbriche, negli uffici, nelle istituzioni civili e sociali.

Secondo l'insegnamento della Gaudium et spes, i laici nella Chiesa sono chiamati ad assumere in modo peculiare le realtà terrene, con la loro densità creaturale e nel rispetto della loro autonomia, per purificarle ed elevarle, affinchè diventino espressione della carità di Dio per l'uomo e della carità dell'uomo per Dio.85

Sono i laici i primi evangelizzatori dei loro ambienti di lavoro, con la testimonianza della vita prima che con la parola.

Sono i laici, infine, specialmente quelli organizzati in gruppi, associazioni e movimenti impegnati nel sociale, ad avere la parte più diretta della responsabilità della pastorale della comunità ecclesiale cui appartengono.

72. - All'interno del laicato impegnato nella pastorale sociale un ruolo particolare spetta a tutti coloro che esercitano funzioni educative e formative:

- i genitori, che si fanno carico della crescita integrale nella fede e nella carità, e quindi si impegnano ad educare i figli ai valori della vita, della giustizia, della sollecitudine disinteressata per gli altri, specie per i più poveri e bisognosi;

- i catechisti, che devono coltivare nei credenti l'esigenza di una sintesi tra fede e vita, tra morale e attività umane, e di una testimonianza di carità evangelica nei criteri di giudizio delle cose e nelle decisioni e scelte quotidiane.

73. - Il Vescovo, i sacerdoti, le persone consacrate

Primo responsabile dell'evangelizzazione del sociale nella Chiesa particolare è il Vescovo,86 coadiuvato dai sacerdoti, dai religiosi, dai laici e dagli specifici organismi diocesani, zonali e parrocchiali.

L'evangelizzazione del sociale, di cui è capace la Chiesa che egli presiede, dipende molto dall'azione pastorale da lui stesso impostata, dal suo progetto pastorale e dall'impulso dato alla pastorale sociale.

I sacerdoti, nel loro ministero e a seconda della loro funzione particolare, devono animare e guidare la pastorale sociale.

È loro compito curare la formazione di credenti capaci di assumersi responsabilità nel campo sociale e politico; assicurare loro un accompagnamento e una direzione spirituale; aiutare i genitori e gli educatori ad adempiere la loro vocazione educativa per la formazione sociale e politica.

In comunione con gli organismi diocesani, i gruppi, le associazioni e i movimenti, specie quelli impegnati in campo sociale, devono preoccuparsi di dar vita ad iniziative e attività formative a livello parrocchiale.

Nelle omelie, nelle catechesi, nelle istruzioni, nei ritiri spirituali, non tralascino di richiamare i doveri sociali del cristiano, l'ispirazione e le energie che gli vengono dall'adesione a Cristo e al suo Vangelo e dai sacramenti.

La pastorale sociale riguarda anche le persone consacrate e i loro istituti, richiede un loro generoso coinvolgimento nella sollecitudine pastorale della Chiesa verso le situazioni sociali più povere, in conformità peraltro alle luminose tradizioni della loro storia.

La presenza e l'azione apostolica delle persone consacrate che operano nella pastorale sociale rappresentano un dono e una ricchezza che vanno riconosciuti e valorizzati.

L'inserimento organico dei loro istituti nel tessuto vivo della pastorale sociale costituisce un contributo insostituibile non solo per rendere feconda l'evangelizzazione del sociale, ma anche per richiamare a tutti quei valori di santità, di preghiera e contemplazione, di povertà, di servizio generoso e totale che la consacrazione religiosa è chiamata a testimoniare.87

74. - Le aggregazioni ecclesiali

Soggetti operatori della nuova evangelizzazione del sociale sono anche le aggregazioni ecclesiali, che hanno per oggetto specifico del loro impegno la pastorale sociale e che, pertanto, pregano, riflettono, parlano, operano negli spazi della vita sociale in conformità con la loro fisionomia ecclesiale.

Per queste aggregazioni, infatti, così come per le Scuole di formazione all'impegno sociale e politico e per le varie forme di catechesi agli adulti rivolte alla vita sociale, vale il limite della competenza della Chiesa e sta l'obbligo di non uscire dall'ambito di questa competenza.

Questo limite, tuttavia, non va inteso in modo ristretto: la Centesimus annus impegna la Chiesa, e quindi in concreto anche le aggregazioni ecclesiali che operano nel sociale, nell'annuncio, nell'interpretazione, ma anche nell'azione; la loro operosità feconda fa parte, infatti, della "grande corrente della Tradizione della Chiesa".88

75. - Le organizzazioni di ispirazione cristiana

Decisivo è il ruolo delle realtà di presenza organizzata nel sociale, ossia delle realtà sindacali, economiche e politiche di ispirazione cristiana, realtà in cui i laici operano a tutto campo, nell'ambito delle proprie responsabilità.

L'operare di questi laici che affrontano i problemi senza doversi porre il limite della competenza della Chiesa, non può mai essere svincolato, tuttavia, sul piano dottrinale e morale, dal riferimento al messaggio del Vangelo, dal riferimento, in concreto, alla dottrina sociale della Chiesa.

Le attività dei laici nelle realtà temporali non possono prescindere da questo riferimento negli obiettivi che perseguono e nemmeno nei mezzi, nei metodi, nello stile da essi adottati.

76. - Il servizio del sacerdote alle aggregazioni

Il sacerdote in servizio pastorale nelle aggregazioni dei laici ha un duplice compito: comprendendo il carisma di ogni gruppo aiutare la crescita formativa dei suoi singoli membri e orientare la formazione del gruppo come tale all'appartenenza alla Chiesa, alla sua vita e missione.

Le aggregazioni dei laici e ancor più le Chiese particolari devono prendere coscienza della necessità di tale servizio pastorale del sacerdote.

La sua presenza nel gruppo, nell'associazione, nel movimento è legittimato dalla Chiesa e dal Vescovo che lo invia per il servizio pastorale: compito del sacerdote è, pertanto, quello di essere artefice di unità, svolgendo ciò che è proprio della sua missione: l'annuncio della Parola di Dio e della dottrina sociale e la direzione spirituale.

77. - Le Scuole di formazione all'impegno sociale e politico

Non può operare nella realtà sociale secondo la fede chi non possiede un'ermeneutica cristiana, ossia un'interpretazione cristiana della realtà sociale e della molteplicità e complessità dei suoi problemi alla luce del Vangelo.

Le Scuole di formazione all'impegno sociale e politico intendono rispondere a questa esigenza, configurandosi come uno strumento e una modalità qualificati di formazione cristiana degli adulti.89

Sono, infatti, uno degli itinerari che arricchiscono le occasioni di catechesi degli adulti, attraverso una serie articolata di approfondimenti culturali, in costante riferimento della dottrina sociale della Chiesa.

Proprio questa dottrina è uno strumento privilegiato di catechesi degli adulti in quanto adulti: li abitua al confronto e all'integrazione fra la loro appartenenza alla Chiesa e la loro vita quotidiana.

78. - Le Settimane Sociali

Un particolare contributo alla formazione culturale e alla sensibilità sociale proviene ai cattolici dalle Settimane Sociali, occasione importante di studio e di approfondimento della dottrina sociale della Chiesa in rapporto alle problematiche più attuali e significative che riguardano la nostra società.90

Loro scopo, infatti, è di affrontare e possibilmente di anticipare i temi del dibattito socio-culturale, in modo da orientare l'opinione pubblica, dentro e fuori il mondo cattolico.

79. - Le Università e gli Istituti di studi superiori

Nel campo della formazione sociale, economica e politica secondo l'ispirazione cristiana, devono offrire il loro prezioso apporto l'università Cattolica, le Facoltà di teologia, i vari Istituti cattolici di studi superiori, mediante la ricerca scientifica, l'elaborazione didattica e la formazione permanente.

Essi dovranno inserire stabilmente nei loro piani di studio la dottrina sociale della Chiesa e si faranno carico della preparazione di sussidi non solo specialistici, ma anche di ampia divulgazione, che siano più immediatamente utilizzabili nell'opera educativa.

È importante, inoltre, che si facciano promotori di nuove esperienze a livello formativo, prestando la loro assistenza competente alle Chiese particolari per l'analisi e la soluzione dei problemi sociali del loro territorio.

Indice

78 Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Christifideles laici, n. 35
79 Cf Paolo VI, Esort. Apost Evangelii nuntiandi, n. 21
80 Cf Ivi, n. 41
81 Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Christifdeles laici, n. 26
82 CEI, Evangelizzazione e testimonianza della carità, n. 29
83 Ivi, n. 27
84 Comm. Episc. Problemi Sociali e il Lavoro Nota Pastorale
Chiesa e lavoratori nel cambiamento, n. 22
85 Cf Gaudium et spes, n. 36 e n. 38
86 Cf Christus Dominus, n. 17
87 Cf CEI, Evangelizzazione e testimonianza della carità, n. 29
88 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Centesimus annus, n. 3
89 Cf Comm. Episc. Problemi Sociali e il Lavoro Nota Pastorale
La formazione all'impegno sociale e politico, n. 15
90 Cf CEI, Nota pastorale Ripristino e rinnovamento delle
Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, n. 6