Santo Domingo

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2.2. La rivelazione di Dio nell'Antico Testamento

321 Ogni tema, ogni personaggio, ogni avvenimento dell'Antico Testamento mostra un aspetto del volto di Dio che va salvando coloro ai quali si manifesta.

Nei Patriarchi, Dio si fa vicino e personale; parla con Abramo, Isacco e Giacobbe; sceglie, promette, stringe alleanza. ( Gen 12,1-3 )

Conoscere Dio è accoglierlo vicino e intimo.

Nonostante la sua vicinanza, è un Dio inafferrabile e non manipolabile. ( Gen 18,22-23 )

A Mosè si manifesta come Colui che ascolta il clamore degli oppressi, ( Es 3,7 ) libera il suo popolo, legifera per il bene comune, determina il culto ( Es 12-13 ) e, soprattutto, offre un'alleanza, ( Es 19,3-6 ) rimanendo tuttavia un mistero imperscrutabile. ( Is 58 )

322 Conoscere Dio è fare l'esperienza di essere salvati dalla propria schiavitù.

Dio si va manifestando nei Re e nei Profeti come il difensore del povero, della vedova e dell'orfano, ( Ger 7,4-7 ) come Colui che si trova nel cuore e non sulle labbra. ( Is 49,15 )

I Profeti rivelano i tratti più intimi e teneri di Dio: è Padre, sposo, pastore e il suo amore è come quello di una madre. ( Is 49,15 )

323 I Salmi testimoniano la profondità e la ricchezza della preghiera di Israele.

L'incontro di Giobbe con la libertà di Dio lo rende più libero in una conoscenza esperienziale di Dio.

Il Saggio, senza trovare un chiarimento in questa vita, spera in un aldilà nel quale Dio regnerà eternamente.

324 Tutti questi tratti, manifestazioni dell'agire e dell'essere di Dio nella storia, possono sempre arricchirsi e ampliarsi.

E tuttavia l'uomo dell'Antico Testamento, nel suo dialogo con Dio, non poteva sapere dove questo dialogo avrebbe portato.

Il segreto ci è stato rivelato con Gesù Cristo.

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