Leggenda dei tre compagni |
[1440] 36. Francesco, pieno della grazia dello Spirito Santo, ai sei frati sopra citati, convocandoli presso di sé dalla selva che si estendeva presso la Porziuncola, nella quale entravano spesso per pregare, predisse quello che sarebbe avvenuto.
Disse: " Fratelli carissimi, consideriamo la nostra vocazione.
Dio, nella sua misericordia, ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri.
Andiamo dunque per il mondo, esortando tutti con l'esempio più che con le parole, a fare penitenza dei loro peccati e a ricordare i comandamenti di Dio ".
E proseguì: " Non abbiate paura di essere ritenuti insignificanti o squilibrati, ma annunciate con coraggio e semplicità la penitenza.
Abbiate fiducia nel Signore, che ha vinto il mondo!
Egli parla con il suo Spirito in voi e per mezzo di voi, ammonendo uomini e donne a convertirsi a Lui e ad osservare i suoi precetti.
Incontrerete alcuni fedeli, mansueti e benevoli, che riceveranno con gioia voi e le vostre parole.
Molti di più saranno però gli increduli, orgogliosi, bestemmiatori, che vi ingiurieranno e resisteranno a voi e al vostro annunzio.
Proponetevi, in conseguenza, di sopportare ogni cosa con pazienza e umiltà ".
Udendo l'esortazione i fratelli cominciarono ad aver paura.
Ma il Santo seguitò: " Non abbiate timore, poiché fra non molto verranno a noi parecchi dotti e nobili, e si uniranno a noi nel predicare ai re, ai principi e ai popoli.
In gran numero si convertiranno al Signore, che moltiplicherà e aumenterà la sua famiglia nel mondo intero ".
[1441] 37. Questo disse Francesco, e diede loro la sua benedizione.
Gli uomini di Dio andarono, mantenendosi fedeli a quelle ammonizioni.
Quando incontravano una chiesa o una croce lungo la via si inchinavano a recitare una preghiera e dicevano devotamente: " Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo per tutte le tue chiese sparse nel mondo intero, poiché tu lo hai redento per mezzo della tua santa croce ".
Erano convinti, di fatto, di essere in un luogo sacro, dovunque incontrassero una croce o una chiesa.
Ognuno che li vedeva, ne era fortemente meravigliato, per quel loro modo di vestire e di vivere così differente da qualunque altro: sembravano proprio degli esseri boschivi.
Dove entravano, fosse una città, un castello, un villaggio, un'abitazione, annunziavano la pace, esortando uomini e donne a temere e amare il Creatore del cielo e della terra, e ad osservare i suoi comandamenti.
C'era chi li stava ad ascoltare volentieri e chi al contrario li beffava.
Per lo più venivano bersagliati da una tempesta di domande.
Dicevano alcuni: " Da dove venite? ", altri chiedevano a che Ordine appartenessero.
Benché riuscisse fastidioso rispondere a tante interrogazioni, essi confessavano con semplicità di essere dei penitenti, oriundi di Assisi.
Infatti, il loro Ordine non era ancora detto Religione.
[1442] 38. Molti li prendevano per dei ciarlatani o sempliciotti, e non volevano riceverli in casa, per paura che commettessero dei furti.
In diverse località, dopo aver ricevuto un mucchio d'ingiurie, non trovavano dove rifugiarsi, se non sotto i portici delle chiese o delle case.
Un giorno due frati giunsero a Firenze.
Girarono mendicando tutta la città, senza però trovare uno che li ospitasse.
Arrivati a una casa che aveva davanti un porticato, sotto il quale c'era il forno si dissero: " Potremo riposarci qui ".
Pregarono però la padrona di riceverli in casa, ma quella ricusò.
Allora umilmente le proposero che permettesse loro almeno di rifugiarsi quella notte vicino al forno.
La donna acconsentì.
Ma quando arrivò il padrone e li vide accovacciati sotto il portico, chiamò la moglie e le disse: " Perché hai dato ospitalità sotto il nostro portico a questi ribaldi? ".
Lei spiegò che non li aveva voluti ricevere in casa, ma aveva concesso che si accomodassero lì fuori sotto il portico, dove avrebbero potuto rubare tutt'al più della legna.
L'uomo, nonostante facesse molto freddo, non diede loro di che coprirsi, perché convinto si trattasse di ladri e malviventi.
Quella notte dormirono a disagio fino all'alba, presso il forno, scaldati dal solo amore divino e protetti dalla coperta di madonna Povertà.
Si levarono per andare alla chiesa più vicina, per partecipare alla liturgia del mattino.
[1443] 39. Al sorgere del giorno, la padrona di quella casa si recò alla stessa chiesa, e scorgendo quei due pellegrini assorti in devota preghiera, disse fra sé: " Se questi uomini fossero ribaldi e ladri, come pensa mio marito, non sarebbero così piamente immersi nell'orazione ".
Stava rimuginando questa riflessione, quando un certo Guido passò a distribuire l'elemosina ai poveri raccolti in quella chiesa.
Arrivato che fu presso i frati e facendo l'atto di dare a ciascuno del denaro, come aveva fatto con gli altri, quelli non lo vollero ricevere.
Allora disse: " Ma perché voi, che siete poveri, non prendete il denaro come gli altri? ".
Frate Bernardo rispose: " E vero che siamo poveri, ma per noi la povertà non è un peso, come per gli altri indigenti, poiché ci siamo fatti poveri di nostra libera scelta, per grazia e consiglio di Dio ".
Stupì quell'uomo e, interrogatili se avessero avuto dei beni, sentì da loro che effettivamente avevano posseduto grandi ricchezze, ma per amore di Dio ogni cosa avevano distribuito ai poveri.
Colui che diede questa risposta fu quel Bernardo, primo discepolo di Francesco, che noi oggi reputiamo in tutta verità un santo.
Egli, secondo dopo Francesco, fu insieme con lui araldo di pace e di penitenza.
Dopo avere venduta ogni sua sostanza e distribuitone il ricavato ai poveri, secondo il consiglio evangelico di perfezione, perseverò sino alla fine nella santa povertà.
La donna, osservando che i due avevano ricusato i denari, si avvicinò e disse che ben volentieri li avrebbe ricevuti in casa sua, se ne avevano piacere.
I fratelli risposero gentilmente: " Il Signore ti ricompensi per la buona intenzione ".
Ma Guido, come ebbe sentito che quella notte non avevano ricevuto ospitalità, li condusse in casa propria, dicendo: " Ecco il posto che Dio vi ha preparato!
Restateci finché lo gradite ".
Essi ringraziarono il Signore, e si fermarono colà alcuni giorni, edificando il padrone con l' esempio e la parola, nel timore di Dio, così che fece poi abbondanti largizioni ai poveri.
[1444] 40. Se Guido li trattava con anti riguardi, altri invece li coprivano di disprezzo.
Gente di alta o modesta condizione li dileggiava e malmenava, fino a togliere loro di dosso i miserabili indumenti.
I servi di Dio restavano nudi poiché, secondo l'ideale evangelico, non portavano che quel solo vestito, e inoltre non chiedevano la restituzione di ciò che loro veniva portato via.
Se però i malversatori, mossi da compassione, decidevano spontaneamente di ridare loro saio, lo ricevevano ben volentieri.
Certuni gettavano loro addosso il fango, altri mettevano dei dadi nelle loro mani, invitandoli a giocare; altri ancora afferrandoli da dietro per il cappuccio, se li trascinavano sospesi sul dorso.
Queste e altre cattiverie del genere venivano loro inflitte, poiché erano ritenuti degli esseri così me schini, da poterli strapazzare a piacimento.
Insieme con la fame e la sete, con il freddo e la nudità, pativano tribolazioni e sofferenze di ogni sorta.
Ma tutto sopportavano con imperturbabile pazienza, secondo l'ammonizione di Francesco, senza lasciarsi abbattere dalla tristezza o ferire dal risentimento, senza rivolgere male parole a chi li affliggeva.
Al contrario, da perfetti uomini evangelici, messi nell'occasione di realizzare grandi guadagni spirituali, esultavano nel Signore, ritenendo una felicità l'essere esposti a tali prove e durezze; e, fedeli alla parola del Vangelo, pregavano solleciti e ferventi per i loro persecutori.
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