Cronaca di Salimbene De Adam |
[2654] Nell'anno 1260, indizione III, si sparsero per tutto il mondo i flagellanti, e tutti gli uomini, piccoli e grandi, nobili cavalieri e popolani, andavano processionalmente per le città denudandosi e flagellandosi, preceduti dai vescovi e dai religiosi.
Si ristabiliva la pace, e gli uomini restituivano il mal tolto e confessavano i loro peccati, con tale affluenza che i sacerdoti appena trovavano il tempo per prendere un po' di cibo.
Sulle loro bocche risuonavano parole divine e non di uomini, e la loro era come voce di moltitudini.
Il mondo camminava nella salvezza: Componevano lodi divine ad onore di Dio e della beata Vergine e le cantavano mentre camminavano flagellandosi.
Il lunedì, festa di Ognissanti, tutta la popolazione di Modena si riversò a Reggio, piccoli e grandi, tutto il contado modenese, col podestà, il vescovo e tutti i loro gonfaloni, e attraversarono la città flagellandosi; il grosso della folla poi passò a Parma; e questo fu il martedì dopo la festa d'Ognissanti.
Il giorno dopo, tutti i cittadini di Reggio presero i vessilli di tutte le loro contrade e fecero una processione attorno alla città.
Anche il podestà, Ubertino Robaconti di Mandello, cittadino milanese, partecipò a quella processione flagellandosi.
Quando questa devozione era soltanto al suo inizio, i cittadini di Sassuolo, che mi erano molto affezionati, vennero a prelevarmi a Modena, con licenza dei superiori, e mi condussero a Sassuolo, e poi a Reggio e a Parma.
Quando arrivammo a Parma, già era in atto quella devozione.
Essa infatti volava come aquila in corsa verso la preda, e durava qualche giorno in ognuna delle città.
E non c'era nessuno, per quanto riservato o vecchio, che non si flagellasse volentieri.
Se qualcuno poi non lo faceva, veniva ritenuto peggio del diavolo e segnato a dito come spregevole e diabolico.
Ma ciò che più conta è che, nello spazio di pochi giorni, incorreva in qualche disgrazia: o morivano o si ammalavano gravemente.
Solo il Pellavicino, che governava a Cremona, non volle, assieme ai suoi cremonesi, accettare quella grande benedizione e devozione ...
[2655] In quello stesso anno doveva cominciare ad attuarsi la dottrina dell'abate Gioacchino, che divide il mondo in tre età.
Nella prima aveva operato il Padre tra i patriarchi e i figli dei profeti, sebbene le opere della Trinità siano indivisibili.
Nella seconda età ha operato il Figlio tra gli apostoli e gli uomini apostolici.
Nella terza età opererà lo Spirito Santo nei religiosi.
Questa è la dottrina dell'abate Gioacchino da Fiore.
Dicono che questa terza età sia cominciata con questo movimento dei flagellanti, nell'anno 1260, quando quelli si flagellavano gridando parole divine e non di uomini.
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