Altre testimonianza Francescane |
[2697] 1. Francesco ebbe, se guardiamo alla sua prima progenie, sette fratelli - e lui era l'ottavo: son quelli che, per comando del Signore, inviò, suddivisi a due a due, per le quattro parti del mondo e che poi, per desiderio del Santo, il Signore fece ritornare tutti insieme.
Francesco ebbe pure tre figlie: difatti all'inizio della sua conversione fondò tre chiese: una in onore dei santi Cosma e Damiano; un'altra la edificò in onore dell'apostolo Pietro, la terza, in onore della beata Vergine - e fu in quest'ultima che il Signore gli rivelò quale via doveva seguire.
E istituì tre Famiglie Religiose; la prima è l'Ordine dei frati minori; la seconda, l'Ordine delle Suore di santa Chiara, che prima eran dette Povere Signore dei Santi Cosma e Damiano, mentre ora, da quando la beata Chiara è stata canonizzata, sono chiamate Suore di santa Chiara.
Istituì, poi, il Terzo Ordine, detto l'Ordine dei Penitenti, quelli che sono chiamati Frati Continenti.
Queste tre Religioni, quasi tre figlie sue, egli istituì, destinandole al culto di Dio.
[2698] 2. Però se san Francesco fu, come s'è visto, servitore umile per il suo rispetto verso Dio, fu ancora più umile nel servire il prossimo, realizzando la parola di san Paolo: Pur essendo libero di fronte a tutti, di tutti mi son fatto servitore.
Il santo padre Francesco si fece tutto a tutti e di tutti si fece servitore; anche delle persone spregevoli voleva essere servo e, nei suoi viaggi, prestava obbedienza a qualsiasi frate ...
Gregorio IX, pien di sapienza, stante la familiarità che aveva con il beato Francesco, divenne suo imitatore e teneva nella sua camera un lebbroso, al quale serviva, vestito da frate.
Tant'è vero che un giorno quel lebbroso gli domandò: " Ma il sommo Pontefice ha solo questo vecchio per farmi servire? Fa troppa fatica! ".
[2699] 3. Ma se san Francesco fu umile nel rispetto a Dio, più umile nel servizio del prossimo, umilissimo fu nel disprezzare se stesso ...
Il beato frate Pacifico, colui che per primo introdusse l'Ordine dei frati nella Francia, era uomo di grande santità
Ebbene, mentre un giorno egli pregava in una chiesa, insieme con san Francesco, assopitosi un poco, vide aprirsi il cielo e, là nel cielo, vide un seggio bellissimo.
Chiese di chi era quel seggio e gli fu spiegato: " Questo è il seggio che fu perduto da Lucifero a causa della sua superbia e che è riservato per il beato Francesco, a causa della sua umiltà ".
Svegliatosi, Pacifico domandò a Francesco: " Che cosa pensi di te stesso? ".
" Penso, rispose Francesco di essere il maggior peccatore del mondo ".
Pacifico replicò: " Ci sono al mondo assassini, briganti e malfattori ".
Gli rispose Francesco: " Non v'è al mondo uomo tanto cattivo, che, se avesse tanti doni di grazia, non sarebbe più pio di me ".
[2700] 4. Un frate che visse con san Francesco, nei pressi del castello vicino a Siena, dove si trova Montepulciano, gli disse un giorno che era riuscito a mettere insieme solo un po' di pan secco.
Si misero, perciò, davanti alla porta della chiesa; mangiarono pane e bevvero acqua.
Poi entrarono nella chiesa - e Francesco cominciò ad essere invaso da letizia grande e per lunga ora se ne stette nella chiesa: e l'altro frate si stancava.
Poi quel frate chiese a Francesco come si sentiva ed egli rispose che, da quando si era convertito, mai aveva provato allegrezza così grande.
Piace a Dio la povertà, congiunta con l'austerità, con l'integrità, con l'umiltà, con la semplicità con la benignità.
[2701] 5. Francesco, in secondo luogo, fu eletto, a causa dell'insuperabile zelo per la diffusione della fede ...
Il beato Francesco volle, per Cristo, essere povero, e per lo zelo della fede, fu strumento scelto nelle mani di Dio: se ne andò per tutto il mondo, perché la fede dilatasse i suoi confini.
Tre volte egli volle recarsi nei paesi d'oltremare e non lo poté, a causa del naufragio; e, per recarsi dal Miramolino, andò in Spagna, diretto verso il Marocco, dove in seguito i nostri frati vennero martirizzati.
La terza volta andò dal soldano, a predicare la fede di Cristo: per la fede di Cristo avrebbe voluto essere fatto a pezzi.
Disse il soldano: " Raduniamo qui i nostri savi e discutiamo della nostra e della vostra fede ".
Replicò il beato Francesco: " La nostra fede è superiore alla ragione e la ragione riesce persuasiva solo per chi crede.
Inoltre non potrei prendere argomenti dalla Scrittura, perché loro alla Scrittura non credono.
Si faccia piuttosto un fuoco con legna di bosco: io entrerò nel fuoco insieme con i vostri savi; quelli che saranno bruciati, segno che la loro fede è falsa ".
Ma subito i savi del soldano si ritirarono, tanto che il soldano si mise a sorridere, dicendo: " Non credo che troverei qualcuno disposto a entrare con voi nel fuoco ".
Replicò il beato Francesco: " Ci voglio entrate io solo: se sarò bruciato, attribuitelo ai miei peccati; se non sarò bruciato, accetterete la fede cristiana ".
Rispose il soldano: " Non oserei far questo: temo che i miei mi lapiderebbero.
Tuttavia credo che la vostra fede è quella buona e vera ".
E, da allora, sempre ebbe la fede cristiana impressa nel cuore.
[2702] 6. Francesco non sapeva di lettere né ebbe precettore; eppure, datosi alla predicazione, non pronunciò nemmeno una parola che si potesse biasimare - e lo stesso si dica di Antonio -.
Gli apostoli non avevano appreso le lettere, eppure furono ripieni di sapienza, predicarono e istruirono gli altri.
Una volta san Francesco, sotto la guida di Gregorio IX, aveva architettato ben bene il discorso che doveva pronunciare davanti a papa Onorio.
Ma, al momento di pronunciarlo, dimenticò tutto.
Allora disse: " Una buona persona ( cioè papa Gregorio IX ) aveva preparato a puntino per me un discorso molto intelligente, che io volevo dire a voi; e adesso l'ho dimenticato completamente.
Voi aspettate - e io pregherò il Signore che mi dia qualcosa da dire ".
Come ebbe pregato, fece un discorso bellissimo, rivelandosi più savio degli anziani.
[2703] 7. Ho sentito raccontare dal signor papa Alessandro che Francesco aveva predetto la morte di Onorio e l'elevazione al pontificato di Gregorio IX, allora cardinale di Ostia.
Cosi pure predisse che in un determinato giorno e in una determinata ora sarebbe avvenuto un terremoto - ed avvenne proprio come lui aveva detto.
[2704] 8. Ma che cosa dirò di coloro che divengono maestri nella Università, mentre la Regola dice: " Coloro che non sanno di lettere non si preoccupino di impararle, ecc.?", e mentre anche il Vangelo dice che non dobbiamo farci chiamare maestri?
Io dico che la Regola non proibisce lo studio ai frati letterati, ma a coloro che non sanno di lettere e ai laici.
Vuole infatti che ciascuno, secondo l'esortazione dell'Apostolo, rimanga in quella vocazione cui è stato chiamato, che nessuno ascenda dallo stato laicale a quello clericale e che i chierici non divengano laici rifiutando lo studio; altrimenti dovremmo dire che Francesco stesso fu trasgressore della Regola, dal momento che, se prima sapeva ben poco, poi fece progressi nelle lettere stando nell'Ordine, non solo pregando ma anche leggendo.
[2705] Perché tu sappia quanto gli era caro lo studio della sacra Scrittura, ti racconterò un episodio che mi è stato narrato da un frate ancora vivente.
Un giorno capitò a Francesco d'avere un Nuovo Testamento; poiché i frati erano parecchi e non potevano averlo intero tutti insieme, staccò foglio dopo foglio e ne diede a ciascuno perché tutti lo studiassero e non si disturbassero a vicenda.
Inoltre aveva somma reverenza per i chierici che egli accettava all'Ordine, e nel suo testamento comandò ai frati che tenessero in grande stima i dottori nella sacra Scrittura, perché da loro ricevevano le parole di vita.
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