Dalla famiglia alla società

1. Contesti

Il nuovo status della famiglia

Come le altre istituzioni sociali, anche la famiglia di oggi presenta una serie di cambiamenti discontinui e contraddittori .

Eccone un elenco:

- Non svolge più il ruolo di cellula della società ( sostituita in questo dall'individuo ) ma di funzione: serve ai singoli e alla società per svolgere compiti economici, sanitari, educativi, di controllo sociale.

- È sganciata dal matrimonio: non è necessario sposarsi per mettere su famiglia

- È sganciata dalla coppia eterosessuale: si pretende di chiamare famiglia la versione del single che vuole un figlio e la versione della coppia omosessuale

- È sganciata dal sistema tradizionale di valori - indissolubilità, fedeltà, fecondità, educazione - per presentarsi come un sistema di servizi: sessuali, emotivi, sanitari, economici, pediatrici, assicurativi

- Privilegia le funzioni rispetto ai significati, per cui ha senso solo se funziona e non ha senso se non funziona. E dunque deve essere abbandonata o sciolta.

Non è riconosciuta come soggetto sociale ma solo come esperienza del privato.

Si presenta in una grande varietà di modelli, ognuno dei quali pretende di essere legittimato.

Nella nostra cultura, nell'arco degli ultimi cinquant'anni, al modello unico di famiglia, socialmente riconosciuto, si sono sostituiti una serie crescente di modelli, lasciati alla libera iniziativa degli individui e considerati socialmente neutri.

Salvo poi attribuire alla famiglia in quanto tale la causa del disagio sociale, della devianza, della criminalità giovanile e non, sulla base di un rapporto lineare di causa-effetto.

In apparente contrasto con questo, la famiglia è messa al primo posto nella gerarchia dei valori in tutti i paesi europei, da vent'anni a questa parte.

Mentre i tassi di nuzialità variano, la domanda di famiglia è in crescita costante.

Pare che essa rappresenti ormai l'unico bene rifugio concesso all'individuo, per resistere alla dispersione.

Della famiglia, infine, sono radicalmente cambiate le tre figure fondamentali:

- la figura del padre: scomparso all'orizzonte assieme alla figura di Dio ( morte di Dio ), il padre è stato letteralmente liquidato nella sua funzione di maschio, di procacciatore di risorse, di detentore del potere.

La fine della modernità - centrata sulla figura del maschio-padre-padrone - ha comportato anche la fine del padre

- la figura della madre: la divisione tra la donna e la madre operata dal movimento femminista e ormai acquisita dalle donne di tutto il mondo occidentale, modifica profondamente il nostro rapporto con la vita.

Mentre prima si nasceva da una donna che non poteva fare altro che la mamma, oggi si nasce da una donna che ha deciso di fare la mamma.

Per quali motivi? Per quali obiettivi?

La donna ha cambiato il disegno della famiglia e quello della società ( lavoro )

- la figura del figlio: frutto dell'amore e risultante creativa della famiglia, fino a ieri, oggi il figlio è l'effetto di una previsione di bilancio e/o di una selezione di opportunità biologiche.

Un manufatto, programmato - un po' per senso di responsabilità, un po' per paura, molto per una visione riduttiva del valore della vita ( elevato il valore della vita che si ha, meno rilevante quello della vita che si dà ).

Nel suo complesso la famiglia oggi sta vivendo una fase di distruzione creativa, di caos primordiale da cui può nascere qualche cosa di nuovo.

Quanto mai appropriato l'invito di Giovanni Paolo II: Famiglia, diventa ciò che sei!

È ciò che essa sta tentando di fare, con grande spreco di energie, anche perché non dispone più dei grandi simboli su cui si è sviluppata: quelli derivati dalla cultura della generazione, dalla religione, dall'etica, dalla fede ( nello specifico dal cristianesimo ).

Il contesto sociale nel quale vive e da cui è fortemente condizionata le attribuisce una funzione puramente strumentale, collocandola in un sistema di relazioni nuovo.

La società oltre la famiglia

Le novità della società italiana che si affaccia al Terzo Millennio e che coinvolgono direttamente la famiglia si possono sintetizzare come segue:

- propensione al rischio.

Si rischia a livello individuale nell'affrontare meno problematicamente il lavoro: infatti si registra una concomitante crescita dell'occupazione, da 20 milioni 612 mila nel '93 a 21 milioni 416 mila nell'aprile del 2001, e una diminuzione relativa delle preoccupazioni per il lavoro, dato che la percentuale di italiani che indicano il lavoro come una preoccupazione collettiva passa dal 61% del '93 al 49,6% del 2000.

Si rischia a livello aziendale in una più coraggiosa politica degli investimenti: il credito totale concesso dalle banche alle imprese passa da +3,3% a + 5,8 fra '98 e '99, così come cresce la quota di azioni sul totale del portafoglio titoli dall'80% all'82% e la quota dei fondi comuni dal 4% al 5% ).

Si rischia a livello familiare passando da un economia centrata quasi unicamente sul risparmio ad una economia di speculazione in borsa, ad un aumento dei consumi di beni durevoli ( 26,5% ); si riduce leggermente la percentuale di reddito dedicata al risparmio ( dal 15,4% del '98 al 14,2% del '99 ) e cresce invece il credito al consumo del 33,6%.

- aumento delle incertezze.

Si è incerti fra chiusura e accettazione delle nuove logiche dell'economia globale.

Queste incertezze creano delle tensioni: per la pericolosità del territorio; per l'ambiguità dei nuovi stimoli multiculturali, inviati dagli immigrati extra comunitari, per i cambiamenti demografici, prodotti dagli stessi: la percentuale di bambini nati da coppie di cui almeno uno è straniero cresce dal 4,3% del '95 al 10,5% del '99, così come i matrimoni misti da 10.664 a 14.796; per il diffondersi di nuovi apparati tecnologici che con le loro fragilità intrinseche minano il precedente entusiasmo tecnologico.

Frutto di questo incertezze è anche la paura dell'altro ossia dei diversi innanzitutto da un punto di vista culturale e religioso: il 74,9% degli italiani ritiene che esista una correlazione diretta fra immigrazione e criminalità e l'80,4% ritiene che in Italia ci siano troppi stranieri, nonostante la quota di immigrazione italiana continui ad essere fra le più basse in Europa.

La complessità crescente della nostra società stimola inoltre diverse forme di fuga:

la crescente attenzione al benessere corporeo con la conseguente concentrazione emozionale sul proprio corpo ( è ormai stimabile in 35 mila miliardi di lire annui la spesa degli italiani per la cura del corpo );

la pratica dell'estremo, che va dagli sport pericolosi ai viaggi esotici ( più di 1 milione di italiani scelgono destinazioni "avventurose" per i propri viaggi e circa 560 mila praticano abitualmente sport estremi );

la riscoperta dei sentimenti nei rapporti interpersonali ( sono il 56,5% gli italiani che considerano più importante l'amore che il sesso separato dai sentimenti );

ed infine l'introduzione della realtà virtuale nella vita domestica, grazie all'impiego delle nuove tecnologie ( dai telefonini al Web ).

- crisi di sovranità

Dal singolo imprenditore, che deve fare i conti con vincoli normativi e valutari finora sconosciuti;

ai risparmiatori, ormai dipendenti dagli andamenti di lontani mercati finanziari;

alle famiglie sempre meno capaci di essere soggetti attivi e potenti come nei decenni precedenti;

ai corpi intermedi bloccati nella loro capacità di movimento dal duro controllo nazionale ed europeo delle grandezze economiche;

alle decisioni dello Stato, ormai retrocesse di livello rispetto ai valori che regolano l'unificazione economica europea.

2. Sfide

Le grandi figure familiari

La famiglia di oggi va oltre i discorsi che si fanno su di essa e sta percorrendo, a proprio rischio e pericolo , nuove strade.

Questi nuovi percorsi familiari sfidano i genitori, gli educatori e tutti coloro che si occupano di problemi sociali.

Se analizziamo la straordinaria creatività con cui la famiglia oggi reinventa se stessa scopriamo che sta tentando di ridisegnare le tre figure fondamentali del quadro familiare: il padre, la madre e il figlio.

Si tratta di tre figure-chiave su cui anche la cultura laica si sta cimentando e rispetto alle quali sta denunciando onestamente un povertà simbolica insuperabile.

Queste tre figure sono presenti con un ruolo centrale nel patrimonio della cultura cristiana.

Si tratta di trovare il modo di proporle, in modo tale da renderle comprensibili a tutti.

Ecco uno schematico tracciato:

Il padre

È oggi la figura più debole, se non del tutto assente.

Il padre non è il protagonista della generazione: il suo apporto, più che mai in tempo di biotecnologie, è importante ma relativo.

Protagonista della generazione è la madre.

Il padre viene dopo, viene quando il figlio lo riconosce e lui si fa riconoscere dal figlio.

Il padre è il prodotto della parola, della comunicazione, dell'accoglienza, dell'attesa che il figlio torni.

Il padre è figura della cultura, della religione, dell'evoluzione.

La sua volontà non è volontà di potenza, non è potere, ma amore, servizio.

Il padre innalza il figlio al cielo ( Abramo ), benedice il figlio ( Isacco ) e inizia il figlio alla vita ( circoncisione, battesimo ) e alla comunità sociale ed ecclesiale.

Innalzamento, benedizione e iniziazione, oltre alla parola che diventa storia ( il padre è il narratore ) sono le azioni fondamentali della paternità.

La madre

Figura centrale della generazione, oggi è la figura sociale dominante: consumismo e globalizzazione sono femminili, nel senso che in essi la gente trova alimento, abbondanza, piacere.

Sono avvolgenti, esaurienti.

E però la donna moderna ha diviso la donna dalla madre e non accetta più di diventare madre per destino biologico o sociale, ma per una decisione individuale.

Il che modifica il nostro rapporto con la vita: non si nasce semplicemente da donna, ma dai motivi che una donna si dà per metterci al mondo.

Una trasformazione radicale che coinvolge anche la donna, la quale deve ridisegnare la sua funzione della maternità.

Il figlio

Il figlio oggi è considerato un prodotto della generazione o un manufatto delle biotecnologie.

Il che lo rende poco conveniente.

La figura del figlio, resa enorme dai genitori che ne fanno un idolo, o ridotta a fantasma da quelli che non lo vogliono, ha bisogno di ritrovare la sua collocazione nell'ambito della creazione, della creatività.

Il figlio è l'uomo nuovo ( Gesù si presenta come figlio e come uomo nuovo ), quello che ha in sé capacità di cambiamento, non contro la storia del padre, ma oltre la storia del padre, dilatando la famiglia fino a Dio.

La società molecolare

La necessità di ridisegnare le figure fondamentali della famiglia risponde all'esigenza di far fronte ad un nuovo modello sociale in cui le istituzioni come la famiglia e la scuola, le strutture, i soggetti e i fenomeni sociali si stanno scomponendo in un numero crescente di molecole.

Le grandi figure familiari e sociali, che fino a ieri hanno presieduto al nostro modo di vivere assieme, si stanno dissolvendo in una miriade di segni e di modelli scoordinati.

Tra famiglia e società non c'è continuità di modelli e di significati, ma solo scambio di prodotti.

Il processo è particolarmente evidente nella crescita continua delle medie imprese, dei distretti e dei localismi, del lavoro indipendente e delle nuove professioni.

Un effetto positivo che ha come rovescio della medaglia i seguenti fenomeni:

- l'incrinatura dei patti della convivenza civile ( se cresce l'egoismo individuale declina la solidarietà e crescono litigiosità, illegalità e microcriminalità );

- le difficoltà che incontrano i corpi intermedi ( dal sindacato alle organizzazioni imprenditoriali, dall'associazionismo al terzo settore );

- la diffusione del conformismo e della omologazione culturale, per cui la nostra tende a diventare una società di tutti uguali, somiglianti, indifferenziati, pericolosi "doppi" aperti ad una implicita e sotterranea violenza.

Non siamo riusciti a diventare un paese sistema e siamo solo un paese contenitore.

In questo contenitore sono presenti in maniera forse disordinata ma vitale una serie di fenomeni disparati:

- le potenzialità della new economy; il commercio elettronico nell'anno 2000 ha già registrato un giro d'affari pari a 2.400 miliardi, tre volte più del '98;

- le concentrazioni di potere e risparmio diffuso nelle privatizzazioni; le sette aziende privatizzate fra '97 e '98 ( dalla Banca Commerciale alla Telecom ) capitalizzano da sole più di 300.000 miliardi, ossia un terzo del valore globale delle aziende quotate;

- le avventure all'estero degli italiani: sono oltre 800 le imprese italiane con partecipazioni industriali in 2.034 imprese localizzate all'estero;

- segnali di modernità che provengono dalle donne; negli ultimi quattro anni le donne imprenditrici sono cresciute del 56,6% e nelle libere professioni del 51,4%.

A questo paese contenitore corrisponde una società sempre più costituita da piccole molecole, in cui:

- i bisogni di sicurezza sociale si poggiano sulle responsabilità individuali e familiari;

quasi il 75% delle famiglie con anziani non autosufficienti o disabili si fanno carico da sole delle cure necessarie;

la spesa delle famiglie per la sanità ha raggiunto negli ultimi anni il 4,3% sul totale dei consumi, moltiplicandosi quasi del 200%;

cresce la domanda di prodotti assicurativi e finanziari di tipo previdenziale o sanitario, i premi del lavoro diretto italiano del ramo vita passano dai 10.598 miliardi del '91 ai 36.986 miliardi del '97, la diffusione di polizze malattie riguarda ormai il 29% della famiglie;

- il lavoro cresce solo per vie "autonomiste";

le imprese individuali, come modelli di "aziende-molecola" dal '92 al '99 sono cresciute del 160% passando da 508.000 a 2 milioni 409 mila;

i liberi professionisti sono cresciuti del 125%;

i collaboratori coordinati e continuativi solo nell'ultimo anno aumentano del 36%;

- si creano nuovi disagi sociali;

le famiglie denunciano situazioni di disagio anche se non ne sono direttamente interessate, il 50% delle famiglie che non hanno problemi economici od occupazionali indicano nel lavoro un sintomo di disagio collettivo;

il 26% delle famiglie appaiono di fatto "escluse" dai consumi più evoluti, il 43% sembrano "indifferenti", non tanto per ragioni economiche quanto culturali e solo il 31% tende ad adottare comportamenti più innovativi ( verso la telematica e l'apprendimento-divertimento via internet );

- cresce la domanda di sicurezza personale, perché aumentano quei reati che colpiscono più direttamente la sfera individuale, ma soprattutto perché si avverte l'inadeguatezza della macchina giudiziaria:

solo il 21% dei procedimenti penali giunge alla sentenza di primo grado entro un anno, una lentezza drammatica confermata dal fatto che per il 72% dei processi penali passano più di 3 anni dalla data del delitto alla sentenza di secondo grado;

un sistema giudiziario così poco tempestivo da negare i più elementari diritti della vittima crea allarme e insicurezza sociale.

3. Riflessione biblica

La famiglia, fondata sul matrimonio, ha una dimensione sacra, che la collega a Dio: derivano di qui i compiti dei coniugi, che la fondano.

- Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: "Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi ( Mt 12,25 )

- Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.

Sicché non sono più due, ma una sola carne.

L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto".

Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento.

Ed egli disse: Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio" ( Mc 10,6-12 ).

- E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.

Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.

Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.

Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola.

Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!

Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. ( Ef 5,21-32 )

La figura del padre

Una straordinaria sintesi della figura del padre, Gesù la racconta nella parabola del Figliuol Prodigo ( Lc 15,11-32 ).

Analizzando il rapporto del padre con i due figli si possono evidenziare gli elementi fondanti della paternità: dal patrimonio, all'attesa, alla parola, alla gratuità, al senso della giustizia e dunque della norma, adeguata alle diverse persone.

- Per capire come Gesù racconta suo Padre, c'è tutto il Vangelo di Giovanni, in particolare nei capitoli 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 20.

Scegliete qualche passa a piacere e rifletteteci sopra.

- Un'altra sintesi potente della figura del padre c'è nella preghiera del Padre nostro.

La figura della madre

- Sei tu che hai creato le mie viscere / mi hai tessuto nel seno di mia madre.

/Ti lodo, perché mi hai fatto / come un prodigio; / sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa / quando venivo formato nel segreto, / intessuto nelle profondità della terra.

/ Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi / e tutto era scritto nel tuo libro; /i miei giorni erano fissati, /quando ancora non ne esisteva uno. ( Sal 139,13-16 )

- Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.

Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino".

E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora".

La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà" ( Gv 2,1-5 )

- Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!".

Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!".

E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. ( Gv 19,25-27 )

- Nel Magnificat c'è una straordinaria sintesi della condizione della madre, della sua funzione e della sua missione

La figura del figlio

- Ecco, dono del Signore sono i figli, / è sua grazia il frutto del grembo.

/ Come frecce in mano a un eroe / sono i figli della giovinezza.

/ Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: /non resterà confuso quando verrà a trattare / alla porta con i propri nemici. ( Sal 127,3-5 )

- Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.

Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio ( Gv 3,16-21 )

- Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.

E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!

Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. ( Gal 4,4-7 ).

La società come paradigma della famiglia

- Ecco quanto è buono e quanto è soave, che i fratelli vivano insieme! ( Sal 133,1 )

- Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica.

Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro.

Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.

Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi?

Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto ( Qo 4,9-12 ).

- Ogni creatura vivente ama il suo simile, ogni uomo il suo vicino.

Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; l'uomo si associa a chi gli è simile ( Sir 8,15-16 )

La società come comunità

- In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.

Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" ( Mt 18,19-20 )

- Io e il Padre siamo una cosa sola ( Gv 10,30 )

- Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio ( Rm 15,7 ).

- Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.

Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte ( 1 Cor 12,26-27 )

- Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.

In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito ( Ef 2,19-22 ).

4. Figure bibliche

4.1 La famiglia di Nazareth ( Lc 1,26-38; Lc 2,1-52; Mt 1,18-21 )

Maria e Giuseppe mettono su famiglia sulla base di un progetto di vita, nel quale Dio irrompe, modificando una serie di aspettative e di modalità correnti.

Queste varianti non compromettono il loro rapporto, dal momento che esso è comunque nato come risposta ad una vocazione, come adesione al volere di Dio.

Nella famiglia di Nazareth troviamo gli elementi essenziali e i valori di fondo di quel modello familiare disegnato da Dio e promosso da Gesù:

- la coppia di Giuseppe e Maria rientra in un progetto che supera entrambi: ogni coppia, facendo famiglia, va oltre se stessa.

Dio rispetta l'autonomia di Maria e Giuseppe, ma chiede anche loro di partecipare ad un "progetto di vita e di salvezza" più ampio

- Questa collaborazione esalta il ruolo della donna ( Maria viene scelta diventare madre di Dio ) ed esalta il ruolo dell'uomo ( Giuseppe viene scelto come custode, sentinella, difensore e promotore del disegno di Dio ).

E dunque, la coppia che si rende disponibile a collaborare con Dio fa una salto di livello: passa dal livello della generazione a quello della creazione, dell'incarnazione, della salvezza

- Nella famiglia di Nazareth, Gesù è accolto e allevato, come protagonista di un progetto autonomo di vita e di salvezza.

I figli non sono dei genitori, ma di Dio.

L'esperienza di Maria e Giuseppe dimostra come la funzione della famiglia non sia puramente biologica ( procreazione ), sociologica ( controllo sociale ), psicologica ed educativa, ma sia soprattutto storica ( la famiglia è agente di cambiamento, di sviluppo ), culturale ( la famiglia è un laboratorio di valori ), religiosa e teologica ( sacramento; espressione dell'amore di Dio; collegamento verticale dell'uomo con il suo fine ultimo ).

Per questo la famiglia non può esaurirsi ( come da più parti si pretenderebbe oggi ) nel privato: nel privato soffoca e muore.

La famiglia è chiamata ad essere protagonista della storia - quella sociale e quella della salvezza.

E se non risponde a questa missione, perde la sua ragion d'essere.

Pista di discussione e di ricerca

Non temere

Sia Maria che Giuseppe sono invitati a non avere paura.

Oggi la famiglia fa paura a molte e a molte coppie.

Derivano, spesso, da questa paura certe soluzioni, come la libera convivenza, in cui i due si assicurano delle vie di fuga.

Per non dire delle insicurezze psicologiche: paura di non essere fatti per la vita a due, paura di non potere accudire i figli, paura di dover rinunciare a troppe cose per badare alla famiglia.

Le paure che attanagliano la nostra società possono essere ricondotte ad una sola: la paura del cuore.

Quali sono le paure delle famiglie di oggi? Come si possono aiutare le famiglie a superarle?

Il matrimonio cristiano che cosa offre alla famiglia per aiutarla a superare le sue paure?

Eccomi

Maria risponde: Eccomi. Giuseppe agisce "come l'angelo gli aveva ordinato" e accetta di farsi carico di un figlio non suo e di sposare una donna che in realtà Dio ha riservato a sé, come la più bella tra tutte le donne.

La famiglia di Nazareth nasce al di fuori delle regole comuni ( come molte famiglie di oggi ) ma nasce anche sulla base di una totale gratuità ( da parte dei coniugi e da parte di Dio ) e da una grande disponibilità dei due coniugi ad assumersi la responsabilità di vivere assieme e di sviluppare il progetto di Dio.

Obbedire all'amore non è rinuncia alla libertà, ma è un modo di esercitarla per un progetto che va oltre la coppia e oltre la famiglia stessa.

Gratuità, disponibilità, amore, rendono la famiglia creativa, capace cioè di valorizzare quello che vive, di costruire la propria esperienza nel tempo, di reggere alle difficoltà, diventa ogni giorno nuova .

Rispetto a questi parametri come si presenta la famiglia d'oggi? Quali le sue potenzialità?

Quali i suoi limiti, soprattutto nei confronti dei figli ( che in caso di chi si risposa a volte non sono figli propri, come pere Giuseppe )?

Gesù rimane a Gerusalemme senza che i genitori lo sappiano

Tutti i figli, prima o poi, si staccano ( tutti i figli sono figli prodighi ).

Maria e Giuseppe accettano la spiegazione del figlio, anche senza capire il significato di quelle parole.

I figli adottano linguaggi spesso a noi incomprensibili.

Come non interrompere il dialogo? Nel rapporto educativo qual è la funzione del dialogo?

Qual è il valore educativo dell'ascolto?

Custodite "gelosamente" in cuore quello che i figli vi dicono o lo dimenticate, giudicandolo privo di senso?

Riuscite a ricordare le parole più importanti pronunciate dai vostri figli?

4.2 Un modello di società: la prima comunità cristiana ( At 2,44 )

Il modello sociale promosso dal cristianesimo è centrata sulla comunità.

I requisiti di una comunità sono:

- la presenza di maestri che insegnano

- la presenza di discepoli disposti a imparare

- un sistema di comunicazione circolare, per cui tutto è domanda e risposta nello stesso tempo

- un sistema di relazioni interpersonali calde ( fraterne ) e dunque basate su una forte motivazione e su una elevata partecipazione

- il rispetto del valore dell'altro

- la solidarietà

- il rifiuto dell'accumulo come modello di sviluppo

- uno sviluppo per progetto e crescita

- grande attenzione alla giustizia distributiva

- rifiuto dell'eccesso, apprezzamento della semplicità e della modestia del vivere

- una forte componente religiosa, che verticalizza i rapporti ed evita l'appiattimento del conformismo

- accettazione e accoglienza da parte degli altri

La Chiesa sviluppa questi requisiti attraverso l'azione dei laici nella società di oggi.

Pista di ricerca e discussione:

1. Il disagio sociale

Come si esprime il disagio sociale nelle nostre parrocchie e in diocesi?

Quali sono, secondo voi, le cause, nel contesto diocesano?

Che tipo di iniziative la comunità ecclesiale torinese ha elaborato per rispondere a questo disagio? Con quali risultati?

Assistenza, gestione dell'emergenza o prevenzione? Come e perché?

Che cosa serve per essere più efficaci nel far fronte ai vari tipi di disagio?

2. Sicurezza sociale e sicurezza personale

Quali sono secondo voi i pericoli che le persone avvertono nella società di oggi?

Da che cosa sono determinati?

Sapreste indicare i rischi che corre una persona che si muove per Torino, o fa un viaggio in treno per lavoro o si reca a scuola?

Sono paure giustificate o irrazionali?

Chi e che cosa può fornire sicurezza sociale e personale?

3. La società multietnica e multireligiosa

In diocesi la popolazione appartenente a culture e religioni diverse dalla nostra cresce ogni anno.

Che problemi crea una presenza del genere?

Che opportunità rappresenta una società multietnica?

La missione cui la comunità ecclesiale è votata come si può esplicitare nei confronti delle persone di altra religione?

Accoglienza o controllo poliziesco?

Come sono trattati nel Vangelo i diversi ( stranieri, samaritani, romani occupanti )?