Maddalena Tursi

B18-A2

Dagli scritti spirituali della pia giovinetta Maddalena Tursi, terziaria francescana.1

IX. - L'agonia di Gesù e l'anima. ( 27 aprile 1910 ).

O Gesù Redentore, che per redimermi dalla colpa voleste tanto soffrire, fino a trattenere sulla Croce, pendente da tre chiodi, il vostro SS. Corpo ed ivi morire, permettete che anch'io in questo giorno dell'apparecchio alla morte, genuflessa ai vostri piedi SS., m'unisca, almeno, in spirito, col vostro Cuore e dopo aver contemplato e compatito le vostre pene, possa farmi degna di finalmente morire almeno spiritualmente e venire a riposare sul vostro SS. Costato.

O Gesù, pure è vero che in questa ora un giorno la vostra umanità tutta piagata, a vista di tutti, pendeva dalla S. Croce con indicibili spasimi di morte.

Ma è ancora verissimo che continuamente e in tutte le ore il vostro Cuore non finisce di rinnovare, a causa degli uomini ingrati, la sua agonia, che sebbene non sia visibile, è pure in certo modo più tormentosa.

Sì, mio afflitto Gesù, io penetrata nel vostro bel Cuore, lo contemplo e lo vedo straziato, martoriato, ferito crudelmente e continuamente offeso da tutti gl'ingrati figli d'Adamo, che voi avete ricolmati d'infiniti benefizi …

O mio afflitto Gesù, vi compatisco e nello stesso tempo m'addoloro, perché anch'io aggiunsi tante pene, tante spine, tante piaghe al vostro SS.mo Corpo.

Veramente m'addoloro per aver offesa una bontà infinita, ma deh! abbiate pietà di me e perdonatemi! il mio cuore è pentito e risoluto d'amarvi.

Ebbene, pietà, Signore, pietà!

Avreste coraggio di scacciarmi, di negarmi il vostro amore?

Su via, Gesù, io mi rallegro, la preghiera già l'avete fatta per me: siamo poveri ignoranti, non sappiamo quello che facciamo, ma ora fate che abbiamo a conoscervi, a amarvi, e a riparare al passato.

E come perdonaste e prometteste il Paradiso al ladrone, così in questo momento fatemi degna del vostro perdono e di rientrare nel vostro dolcissimo Cuore, affinché vivendo e morendo in voi, venga con voi nel Santo Paradiso a lodarvi e benedirvi in eterno …

XVII. - Trova felicità nella Croce di Gesù, ai cui piedi vorrebbe condurre tutte le anime, perché s'inebriassero d'amore.

( Ottobre 1910 ).

Non di altro mi glorio che della Croce di Gesù.

Questa sarà l'unica fortezza, l'unico appoggio, la mia arca, la manna celeste di cui mai mi sazierò in questa vita.

Oh, me felice se con Gesù saprò gustare un miele così dolce e rendermi a Lui soave per mezzo di esso!

Questa è l'unica cosa che Gesù m'ha insegnato alla sua scuola.

Vivere con Gesù e soffrire per suo amore, morire con Gesù e morire per suo amore: questo è quello che Gesù m'insegna per poter un giorno ascendere con Gesù nella celeste Gerusalemme, ed ivi per tutta l'eternità goderlo, amarlo, adorarlo, ringraziarlo, benedirlo e compiacermi in Lui, sommo amore.

Oh, se s'intendessero bene queste parole di Gesù!

Ma il fatto è che non tutti l'intendono e si vive nelle tenebre.

Appena pochi le ascoltano.

O Gesù, se è possibile vorrei condurre tutti ai vostri piedi, e farli gustare del vostro amore.

E io, o Gesù, li deporrò ai vostri piedi crocifissi e al resto ci penserete voi, come avete fatto con me.

Siete contento, Gesù? bramo vedervi amato da tutti come per tutti siete morto.

Viva Gesù Crocifisso! Viva l'amore di Gesù!

Viva il Cuore di Gesù fiammeggiante per noi …

Ma voi di nuovo mi date la Croce e che volete?

M'invitate a crocifiggermi con voi? Fatemene degna e io sono pronta …

XVII. - Si compiace che Gesù la metta a parte dei suoi obbrobrii e disprezzi.

Domanda nuove e più grandi sofferenze e si offre vittima all'Eterno Padre per il compimento dei suoi disegni.

( Ottobre 1910 ).

Viva l'Amore Crocifisso!

O Gesù, pare che anche di questo mi diate una porzione.

O me felice! lo vedo, dei vostri obbrobrii e disprezzi me ne fate parte.

Fin da piccina ho sofferto per Voi e oltre a questo sono stata e sono, lo ripeto, il ludibrio di tutti a cagione del mio fisico.

Ma io vi ringrazio ad onta di tanti disprezzi; la carne fremeva, ma lo spirito trionfava pensando a Voi, e che Voi stesso di ciò prendevate gusto.

Ed io vi ringrazio che mi abbiate dato di patire qualcosa per Chi mai si stancò di patire per noi.

Siatene benedetto! Bramo ora soffrire ancora di più, in qualunque modo piaccia a Voi; basta che mi nascondiate nel vostro amoroso Costato e lontana dal mondo compatirne i loro inganni. Poveretti!

Ma Gesù, vedo che di questo patire mi state quasi a poco a poco privando, invece d'accrescerlo. Perché?

Questo è cattivo segno. Che forse non ne volete più di me?

Ma sento una voce sussurrarmi e dirmi « questi saranno pochi, ma t'aspettano altri ancora più grandi, più dolorosi, più pesanti però … ».

E ora, che mi state dicendo? come possono essere insoffribili, se io vivo in Voi e Voi vivete, in me?

Senza di Voi nulla è possibile.

Dunque scaricate su me i vostri eterni disegni … fatemi, degna di voi, o Gesù: ecco una vittima che a Voi si offre: accettatela …

Fatemi vittima di riparazione continua …

O Gesù, ardisco troppo! ma non è mai troppo ogni cosa fatta per voi …

Povero Gesù, solo volete soffrire? Invitatemi: sono vostra …

( Continua )


1 Visse e morì da santa; era nata in Biccari, provincia di Foggia il 19 agosto 1892 e vi moriva il 13 maggio 1913.

Questi scritti spirituali sono stati stampati da un Religioso francescano. Novara, tip. Cattaneo, 1918.

In omaggio ai decreti della venerata memoria di Papa Urbano VIII protestiamo che a quanto si è stampato in questo "Bollettino" su fatti dichiarati miracolosi o su persone ritenute sante, non si deve altra fede che l'umana, come richiede l'obbedienza dovuta agli ordinamenti della Santa Sede Apostolica.