Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Parte V - I Sacramenti

Capitolo I - L'iniziazione cristiana

Premesse

404. Il vescovo, dal momento che è il principale dispensatore dei misteri di Dio e, nello stesso tempo, il regolatore di tutta la vita liturgica, nella Chiesa a lui affidata,260 dirige il conferimento dei battesimo, col quale è concesso partecipare al regale sacerdozio di Cristo, è il ministro originario della confermazione.261 e l'autore di tutta l'iniziazione cristiana, che compie o personalmente, o per mezzo dei suoi presbiteri, diaconi e catechisti.

La tradizione ecclesiastica ha sempre considerato questo ufficio pastorale così proprio del vescovo, da non dubitare di affermare, con la voce di s. Ignazio di Antiochia: « Non è lecito battezzare senza il vescovo ».262

Tuttavia conviene che il vescovo curi in modo particolare l'iniziazione cristiana degli adulti e ne celebri le parti principali.

Infine è sommamente auspicabile che nella solenne veglia pasquale e, per quanto è possibile, durante la visita pastorale, il vescovo amministri i sacramenti dell'iniziazione cristiana non solo agli adulti ma anche ai bambini.263

405. Tranne che in caso di necessità, il vescovo non celebri i sacramenti dell'iniziazione cristiana nelle cappelle e nelle case private, ma, di norma, nella chiesa cattedrale o nelle chiese parrocchiali, così che la comunità cristiana possa parteciparvi.

I - L'iniziazione cristiana degli adulti

406. Spetta al vescovo determinare, regolare e valorizzare personalmente o per mezzo di un delegato l'istruzione pastorale dei catecumeni e ammettere i candidati all'elezione e ai sacramenti.

È auspicabile che, per quanto è possibile, come presidente della liturgia quaresimale, celebri egli stesso il rito dell'elezione e nella veglia pasquale conferisca i sacramenti dell'iniziazione.

Infine, nella sua cura pastorale, affidi a catechisti veramente degni e opportunamente preparati la celebrazione degli esorcismi minori.264

407. Lodevolmente dunque il vescovo riservi a sé il rito dell'elezione o dell'iscrizione del nome e, secondo le circostanze, anche della consegna del simbolo e della preghiera del Signore, e poi la stessa celebrazione dell'iniziazione cristiana dalle litanie fino alla fine, come è descritto più sotto, pur con l'aiuto dei presbiteri e dei diaconi.

Il vescovo compia anche gli altri riti, che riterrà per caso opportuno presiedere, come è indicato nel "Rituale Romano".

408. Rito dell'elezione o dell'iscrizione del nome265

Con il rito della elezione o iscrizione del nome, che si compie all'inizio della quaresima, la Chiesa, udita la testimonianza dei padrini e dei catechisti, e dopo la conferma della loro volontà da parte dei catecumeni, giudica sulla loro preparazione e decide sulla loro ammissione ai sacramenti pasquali.266

409. È compito del vescovo, remota o prossima che sia stata la sua partecipazione alla deliberazione precedentemente presa, spiegare o nell'omelia o nel corso dei rito, l'indole religiosa ed ecclesiale dell'elezione.

Spetta dunque a lui in primo luogo dichiarare davanti ai presenti il giudizio della Chiesa e ascoltare, secondo l'opportunità, il loro parere, quindi chiedere ai catecumeni la personale manifestazione della loro volontà, infine, agendo in nome di Cristo e della Chiesa, convalidare l'ammissione degli eletti.267

410. Il vescovo compia convenientemente il rito dell'elezione nella chiesa cattedrale o in un'altra chiesa, secondo le necessità pastorali, durante la messa della prima domenica di quaresima,268 recitando i testi della messa della domenica, a meno che non si ritenga più opportuno un altro tempo.

Se invece questo rito è celebrato al di fuori della prima domenica di quaresima, prenda inizio dalla liturgia della parola.

In questo caso, se le letture del giorno non sono in sintonia, se ne scelgano altre fra quelle che sono assegnate alla prima domenica di quaresima,269 o altre adatte.

La messa per l'elezione o iscrizione del nome può essere sempre celebrata, eccettuati i giorni indicati sotto i nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici, usando il colore violaceo.270

411. La preparazione del vescovo, dei concelebranti, se ve ne sono, e degli altri ministri, il loro ingresso in chiesa, i riti iniziali e la liturgia della parola fino al vangelo incluso, si compiono nel modo consueto.

412. L'omelia, adatta alle circostanze, faccia riferimento non solo ai catecumeni, ma anche a tutta la comunità dei fedeli.

In essa il vescovo spieghi a tutti il mistero divino contenuto nella chiamata della Chiesa e nella sua celebrazione liturgica, ed esorti i fedeli a prepararsi alle solennità pasquali insieme con gli eletti, dando loro l'esempio.271

413. Dopo l'omelia, omesso il simbolo, il sacerdote preposto all'iniziazione dei catecumeni, o il diacono o il catechista o il delegato della comunità, presenta al vescovo, mentre sta seduto in cattedra con mitra, coloro che devono essere eletti, con le parole indicate nel rituale o altre simili.

414. Terminata la presentazione, il vescovo ordina che siano chiamati coloro che devono essere eletti.

Allora i singoli vengono chiamati per nome e ciascuno, procedendo insieme al padrino, si ferma davanti al Vescovo.272

415. Dopo che i candidati si sono avvicinati, il vescovo, seduto in cattedra con la mitra, chiede la testimonianza dei padrini e interroga i catecumeni sulla loro volontà di accedere ai sacramenti dell'iniziazione.

Infine invita i catecumeni a dare il loro nome.

416. A questo punto si fa iscrizione dei nome dei candidati, mentre si eseguisce un canto adatto, ad esempio il salmo 16.273

417. Terminata iscrizione dei nome, il vescovo, dopo aver ricevuto il pastorale, rivolto ai candidati, proclama che sono stati eletti per il conferimento dei sacramenti nella festa pasquale.

Quindi invita i padrini a porre la mano sulla spalla dei rispettivi candidati, o a compiere un altro gesto che abbia lo stesso significato.274

Infine, deposti pastorale e mitra, il vescovo si alza e introduce con una monizione la preghiera per gli eletti.

Il diacono annunzia le intenzioni, il vescovo poi, stendendo le mani sugli eletti, conclude la preghiera con l'orazione.

418. Terminata la preghiera, il vescovo congeda gli eletti e procede con i fedeli nella celebrazione dell'eucaristia.

Tuttavia se per ragioni piuttosto gravi gli eletti non possono allontanarsi e devono rimanere con i fedeli, si abbia cura che essi, benché presenti all'eucaristia, non vi partecipino alla maniera dei battezzati.

419. Se il rito dell'elezione o iscrizione del nome è celebrato al di fuori della messa, il vescovo indossa il camice, la croce pettorale, la stola, e secondo l'opportunità il piviale di colore violaceo, e porta la mitra semplice e il pastorale.

Il vescovo sia assistito da un diacono, rivestito dei paramenti dei suo ordine, e dagli altri ministri che indossano il camice o un'altra veste legittimamente approvata per loro.

Dopo l'ingresso in chiesa, o in un luogo adatto dove bisogna compiere il rito, si fa la celebrazione della parola di Dio, proclamando le letture scelte dal "Lezionario" della messa o altre adatte.

Quindi tutto si svolge come è detto più sopra ai nn. 412-418.

Il rito si chiude con un canto appropriato e con il congedo di tutti insieme ai catecumeni.275

420. Il rito delle « consegne »

Terminata l'istruzione dei catecumeni oppure giunta essa ad un congruo livello, si celebrano le « consegne », con le quali la chiesa affida con grande amore agli stessi catecumeni quei documenti che sono ritenuti fin dall'antichità il compendio della sua fede e della sua preghiera.

421. È auspicabile che le consegne avvengano davanti alla comunità dei fedeli dopo la liturgia della parola di una messa feriale, con letture adatte alle singole consegne, così come sono offerte nel lezionario.276

Per la loro importanza, se le circostanze lo permettono, conviene che sia il vescovo a presiederle, purché vengano celebrate dopo l'elezione e non prima.277

422. La messa viene celebrata, con le vesti di colore violaceo, nel modo consueto, fino al versetto prima del vangelo incluso.

Nella consegna della preghiera del Signore il diacono invita gli eletti, prima della proclamazione del vangelo, ad avvicinarsi al vescovo; mentre stanno davanti a lui, il vescovo, deposta la mitra, si alza e servendosi della lettura dei vangelo secondo Matteo proclama la preghiera del Signore, dopo aver premesso la monizione: Ascoltate o un'altra simile.278

Nella consegna del simbolo invece si proclama il vangelo nel modo consueto.

423. Quindi, segue l'omelia, nella quale il vescovo, prendendo spunto dal testo sacro, spiega il significato e l'importanza o del simbolo o della preghiera dei Signore, sia rispetto alla catechesi trasmessa, sia rispetto alla professione di fede da mantenersi per tutta la vita cristiana.

Nella consegna del simbolo, terminata l'omelia, il diacono invita gli eletti ad avvicinarsi al vescovo; mentre stanno davanti a lui, il vescovo, deposta la mitra, si alza e, dopo aver premesso la monizione: Carissimi: ascoltate la parola della fede, o un'altra simile, recita il simbolo con tutta la comunità, mentre gli eletti stanno ad ascoltarlo.279

424. Ciò compiuto, il vescovo, stando in piedi senza mitra, invita i fedeli alla preghiera e, dopo una breve preghiera fatta in silenzio, proclama l'orazione sopra gli eletti, tenendo le mani distese su di loro.

Conclusa l'orazione, il vescovo congeda gli eletti e procede con i fedeli nella celebrazione dell'eucaristia.

Tuttavia se gli eletti devono rimanere con i fedeli, si abbia cura che essi, benché presenti all'eucaristia, non vi partecipino alla maniera dei battezzati.

La messa procede nel modo consueto.

Nelle preghiera eucaristica si faccia memoria degli eletti e dei padrini.

425. La celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione

Oltre a quanto è necessario per la celebrazione della messa stazionale, si preparino: il vaso con l'acqua, l'olio dei catecumeni, il sacro crisma, il cero battesimale, il cero pasquale, il rituale, un calice di grandezza sufficiente per amministrare la comunione sotto le due specie, la brocca dell'acqua, il bacile e l'asciugamano per lavare e asciugare le mani.

426. Quando secondo la norma l'iniziazione degli adulti viene celebrata nella santa notte della veglia pasquale, per il conferimento dei sacramenti si osservino le norme descritte più sopra ai nn. 356-367.

La celebrazione dell'iniziazione risplenda sempre del suo carattere pasquale, anche quando viene compiuta al di fuori della veglia di pasqua.

Quando poi la celebrazione avviene in un giorno in cui sono permesse le messe rituali,280 si può celebrare la messa per il conferimento del battesimo, con le letture proprie, usando il colore bianco.

Se invece non si dice la messa rituale, una delle letture può essere presa fra quelle proposte nel lezionario per la medesima messa.281

Quando poi ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici.282 si celebra la messa del giorno con le sue letture.

427. Nel conferimento dei sacramenti, si osservino le norme descritte per la veglia pasquale ai nn. 356-367.

Gli altri riti esplicativi sono compiuti da un presbitero.

428. Omesso il simbolo, la messa prosegue nel modo consueto.

Mentre si eseguisce il canto all'offertorio, alcuni neofiti portano opportunamente all'altare il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione dell'eucaristia.

Nella preghiera eucaristica si fa il ricordo dei battezzati e dei padrini, proclamando la formula proposta dal "Messale Romano"

Conviene che i neofiti ricevano la sacra comunione sotto le due specie; possono riceverla anche i loro genitori, i padrini, i catechisti e i parenti.

429. Il tempo della mistagogia

Per stabilire un rapporto pastorale con i nuovi membri della sua Chiesa, il vescovo, specialmente se non ha potuto presiedere di persona ai sacramenti dell'iniziazione, abbia cura di riunire i neofiti almeno una volta, soprattutto in qualche domenica di pasqua o anche nell'anniversario del battesimo e di presiedere alla celebrazione dell'eucaristia nella quale è lecita la comunione sotto le due specie.283

430. Rito più semplice dell'iniziazione

Se in circostanze straordinarie il vescovo deve presiedere alla celebrazione dell'iniziazione cristiana di un adulto con il rito più semplice, cioè con un solo gradino, tutti i riti che precedono la benedizione dell'acqua vengono compiuti da un presbitero.

È il vescovo invece che benedice l'acqua battesimale, pone le domande sulle rinunce e sulla fede, conferisce il battesimo e la conformazione, osservando le norme descritte per l'amministrazione di questi sacramenti nella veglia pasquale ( nn. 356-367 ).

Gli altri riti esplicativi sono compiuti da un presbitero.284

II. Il Battesimo dei bambini

431. Per la celebrazione dei battesimo si preparino:

a) il vaso con l'acqua;

b) l'olio dei catecumeni;

c) il sacro crisma;

d) il cero battesimale;

e) il cero pasquale;

f) il rituale;

e in più per il vescovo: la mitra, il pastorale, la brocca dell'acqua, il bacile e l'asciugamano per lavare e asciugare le mani.

432. Conviene che il vescovo sia assistito almeno da un presbitero, che di solito è il parroco, da un diacono e da alcuni ministri.

Il presbitero accoglie i bambini e compie quei riti che precedono la liturgia della parola, quindi proclama l'orazione di esorcismo e compie l'unzione prebattesimale, infine, dopo il battesimo, compie l'unzione con il crisma, l'imposizione della veste, la consegna del cero acceso e il rito dell'Effetha.

433. La celebrazione del battesimo durante la messa

Il vescovo, i presbiteri che con lui opportunamente concelebrano e i diaconi indossano le sacre vesti di colore bianco o festivo richieste per la celebrazione della messa.

Se si amministra la comunione sotto le due specie, si prepari un calice di sufficiente grandezza.

434. Nei giorni in cui sono permesse le messe rituali,285 si può celebrare la messa per il conferimento del battesimo con le letture proprie.

Se invece non si celebra la messa rituale, una delle letture può essere presa tra quelle proposte dal lezionario per la medesima messa.286

Quando poi ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici.287 si celebra la messa del giorno con le sue letture.

Si può sempre proclamare la formula della benedizione finale dal rito del battesimo.

435. Il vescovo, dopo aver fatto l'ingresso in chiesa, nel modo consueto, con i presbiteri, i diaconi e i ministri, deposti pastorale e mitra, bacia l'altare e, secondo l'opportunità, lo incensa.

Poi va alla cattedra, dove saluta il popolo; quindi si siede con la mitra.

436. Allora il parroco o un altro presbitero si reca con i ministri alla porta della chiesa, dove compie i riti di accoglienza dei bambini, così come sono descritti nel "Rito del battesimo dei bambini".

437. Dopo che tutti hanno preso il loro posto in chiesa, il vescovo, tolta la mitra, si alza e, omessi l'atto penitenziale e il Kyrie, dice: Gloria a Dio secondo le rubriche, e proclama l'orazione colletta.

438. Quindi si celebra la liturgia della parola con l'omelia dei vescovo.

Si omette il simbolo, dal momento che successivamente vi è la professione di fede da parte dei genitori e dei padrini, alla quale dà il proprio assenso il vescovo insieme all'assemblea.

439. Al termine della preghiera universale, introdotta dal vescovo, il presbitero proclama l'orazione di esorcismo e compie l'unzione prebattesimale, mentre il vescovo sta in piedi alla cattedra.

440. Compiuti questi riti il vescovo riceve mitra e pastorale e si fa la processione al battistero se si trova fuori dalla chiesa o è posto fuori dalla vista dei fedeli.

Se invece il vaso dell'acqua battesimale è posto alla vista della stessa assemblea, il vescovo, i genitori e i padrini coi bambini si avvicinano ad esso, mentre gli altri restano al loro posto.

Se il battistero non può contenere tutti i presenti, si può celebrare il battesimo in chiesa in un luogo più adatto dove a suo tempo si recano i parenti e i padrini.

Frattanto, se si può farlo con decoro, si eseguisce un canto adatto, ad esempio il salmo 23.

Durante la processione al battistero, i battezzandi, i genitori e i padrini seguono il vescovo.

441. Giunti al fonte, o al luogo dove si compiono i riti battesimali, il vescovo introduce questa parte della celebrazione richiamando brevemente alla mente dei presenti il piano mirabile di Dio, che ha voluto santificare attraverso l'acqua l'anima e il corpo dell'uomo.

Quindi, dopo aver deposto pastorale e mitra, rivolto verso il fonte proclama la benedizione dell'acqua adatta secondo il tempo.288

442. Poi siede e, dopo aver ricevuto la mitra e il pastorale, interroga i genitori e i padrini sulle rinunce a satana e sulla professione di fede.289

443. Terminate le domande e dopo aver deposto il pastorale, si alza e battezza i bambini.

Se però i battezzandi sono piuttosto numerosi si associno a lui nel battezzare i bambini i sacerdoti e i diaconi.290

444. Quindi il vescovo siede con la mitra, mentre il parroco o un altro presbitero compie l'unzione dei crisma, impone la veste candida, consegna il cero acceso e compie il rito dell'Effeta, se ha luogo a questo punto, mentre il vescovo proclama le formule stabilite.291

445. Poi si compie la processione all'altare, a meno che il battesimo non abbia avuto luogo nello stesso presbiterio; i battezzati, i genitori e i padrini seguono il vescovo e vengono recati i ceri accesi dei battezzati.292

446. Quindi, omesso il simbolo, la messa prosegue nel modo consueto.

Mentre si eseguisce il canto all'offertorio, alcuni genitori e padrini dei battezzati recano opportunamente all'altare il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione eucaristica.

Nella preghiera eucaristica si fa la commemorazione dei battezzati e dei padrini proclamando la formula proposta nel messale.

I genitori, i padrini e i parenti possono ricevere la comunione sotto le due specie.

447. Per impartire la benedizione alla fine della messa, il vescovo proclami convenientemente una delle formule che si trovano nel "Rito del battesimo dei bambini".293

Le mamme, tenendo in braccio i loro bambini, e i papà stanno in piedi davanti al vescovo.

Il vescovo, rivolto verso di loro, stando in piedi con la mitra, dice: Il Signore sia con voi.294

Allora uno dei diaconi può dire l'invito alla benedizione e il vescovo, tenendo le mani distese sopra il popolo, proclama le invocazioni della benedizione.

Quindi riceve il pastorale e dice: Vi benedica, e traccia sopra il popolo il segno di croce.

Il vescovo può impartire la benedizione anche con le formule proposte più sotto ai nn. 1120-1121.

448. Quindi il diacono congeda il popolo, dicendo: La messa è finita andate in pace; e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

449. La celebrazione del battesimo al di fuori della messa

Il vescovo indossa il camice, la croce pettorale, la stola, e il piviale di colore bianco; i presbiteri la cotta sopra la veste talare o il camice e la stola; il diacono convenientemente riveste la dalmatica.

450. Dopo aver fatto l'ingresso in chiesa nel modo consueto, il vescovo, giunto all'altare, fa l'inchino e va alla cattedra, da dove saluta il popolo; quindi siede.

451. Il rito di accoglienza dei bambini alla porta della chiesa è compiuta da un presbitero come è descritto nel "Rito del battesimo dei bambini".

452. Quando tutti sono disposti al loro posto, si celebra la liturgia della parola, con l'omelia del vescovo; quindi tutto prosegue come è descritto più sopra ai nn. 435-445.

453. Giunti all'altare, il vescovo, dopo aver deposto la mitra, pronunzia l'introduzione alla preghiera dei Signore che poi proclama con tutti.

454. Quindi, con la mitra, proclama la benedizione come più sopra al n. 447.

Infine la celebrazione si conclude con il cantico del Magnificat o con un altro canto adatto.

III. La confermazione

455. Ministro originario della confermazione è il vescovo.

È lui che normalmente conferisce il sacramento, perché più chiaro ne risulti il riferimento alla prima effusione dello Spirito santo nel giorno di pentecoste.

Furono infatti gli apostoli stessi che, dopo essere stati ripieni di Spirito santo, lo trasmisero ai fedeli per mezzo dell'imposizione delle mani.

Il fatto di ricevere lo Spirito santo mediante il ministero del vescovo dimostra il più stretto legame che unisce i cresimati alla Chiesa, e il mandato di dare tra gli uomini testimonianza a Cristo.295

456. Per una grave necessità, come talvolta capita per il rilevante numero dei cresimandi , il vescovo può associarsi altri presbiteri nella celebrazione del sacramento.

Si consiglia che questi sacerdoti:

a) abbiano in diocesi un compito o un ufficio specifico, siano cioè o vicari generali, o vicari episcopali, o vicari distrettuali o regionali;

b) ovvero siano parroci dei luogo in cui si conferisce la conformazione, o parroci dei luogo di appartenenza dei cresimandi, o sacerdoti che si sono particolarmente prestati per la preparazione catechistica dei cresimandi stessi.296

457. Per amministrare la confermazione si preparino:

a) le vesti sacre necessarie per la celebrazione, a secondo che il rito venga compiuto nella messa o senza messa, in base alle indicazioni date più sotto ai n. 458 e n. 473;

b) gli scanni per i presbiteri che aiutano il vescovo;

c) il vasetto, o i vasetti, con il sacro crisma;

d) il "Pontificale Romano";

e) il necessario per lavare le mani dopo l'unzione dei cresimati;

f) se la confermazione viene conferita durante la messa, e se la santa comunione viene distribuita sotto le due specie, un calice di sufficiente grandezza.297

La celebrazione di norma avviene alla cattedra.

Se invece, per la partecipazione dei fedeli fosse necessario, si prepari la sede per il vescovo davanti all'altare o in un luogo più adatto.

458. Conferimento della confermazione durante la messa

È molto opportuno che il vescovo celebri la messa.

I presbiteri che lo aiutano nel conferimento della confermazione, concelebrino con lui.

Tutti indossano le sacre vesti richieste per la messa.

Se invece la messa è celebrata da un altro, è opportuno che il vescovo presieda la liturgia della parola e alla fine della messa dia la benedizione, come è descritto più sopra ai nn. 175-185.

In questo caso il vescovo indossa il camice, la croce pettorale, la stola e il piviale dello stesso colore richiesto per la messa, in più porta mitra e pastorale; invece i presbiteri che lo aiuteranno nel conferimento della confermazione, se non concelebrano, indossano la cotta sopra la veste talare, oppure il camice, la stola e, secondo l'opportunità, il piviale.

459. Nei giorni in cui sono permesse le messe rituali,298 si può celebrare la messa per il conferimento della confermazione, con le letture proprie,299 usando il colore rosso o bianco.

Se invece non si celebra la messa rituale, una delle letture può essere presa fra quelle proposte nel lezionario per la stessa messa.

Quando ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici,300 si dice la messa del giorno con le sue letture.

Si può sempre proclamare la formula della benedizione finale propria della messa rituale.

460. L'ingresso in chiesa, i riti iniziali e la liturgia della parola, si compiono nel modo consueto, fino al vangelo.

461. Dopo la proclamazione del vangelo, il vescovo siede con la mitra alla cattedra o al posto preparato con la mitra ( i presbiteri a lui associati gli seggono accanto ).

I cresimandi vengono presentati dal parroco o da un altro sacerdote, o da un diacono, o anche da un catechista, secondo l'uso di ciascuna regione, in questo modo: se è possibile, i singoli cresimandi vengono chiamati per nome, e fatti entrare a uno a uno in presbiterio; se sono fanciulli, vengono accompagnati da uno dei padrini o da uno dei genitori; tutti si fermano davanti al vescovo.

Se i cresimandi sono molto numerosi, non vengono chiamati per nome; si dispongono però in luogo opportuno davanti al Vescovo.301

462. Allora il vescovo tiene una breve omelia: riferendosi ai brani letti, e spiegandone il significato, egli conduce quasi per mano i cresimandi, i loro padrini e i genitori e tutti i fedeli presenti, a una comprensione più profonda del mistero della confermazione302 facendo, se vuole, la allocuzione proposta nel pontificale

463. Terminata l'omelia, il vescovo, seduto con mitra e pastorale, interroga i cresimandi, che stanno in piedi tutti assieme, chiedendo loro di rinnovare le promesse battesimali,303 e alla fine proclama la fede della Chiesa a cui i fedeli danno il loro assenso con una acclamazione o un canto adatto.

464. Quindi, consegnati pastorale e mitra, si alza e ( avendo vicino a sé i presbiteri che si è associato ), a mani giunte, rivolto verso il popolo, dice la monizione: Fratelli carissimi, dopo la quale tutti pregano per qualche tempo in silenzio.304

Poi il vescovo ( e i presbiteri che si è associato ) impongono le mani sui cresimando.

Invece solo il vescovo proclama l'orazione Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.305

465. Poi il vescovo siede e riceve la mitra.

Si avvicina il diacono con il vasetto o i vasetti del sacro crisma.

Se i presbiteri aiutano il vescovo nel conferimento dell'unzione, il diacono porta tutti i vasetti del sacro crisma al vescovo, che li consegna a ciascun presbitero che si accosta a lui.

466. Quindi o i cresimandi si accostano al vescovo e ai presbiteri oppure, secondo l'opportunità, il vescovo, con mitra e pastorale, e i presbiteri si avvicinano ai singoli cresimandi.

Colui che all'inizio ha presentato il cresimando, pone la mano destra sulla sua spalla e dice al vescovo il nome del cresimando, a meno che questi stesso non lo pronunzi spontaneamente.306

467. Il vescovo ( o il presbitero ) intinge nel crisma l'estremità dei pollice della mano destra e traccia poi con il pollice un segno di croce sulla fronte del cresimando proclamando la formula sacramentale.

Quando il cresimato ha risposto Amen, aggiunge: La pace sia con te, e il cresimato risponde: E con il tuo spirito.

Durante l'unzione si può eseguire un canto adatto.307

468. Dopo l'unzione, il vescovo ( e i presbiteri ) si lavano le mani.

469. Quindi il vescovo, stando in piedi senza mitra, proclama l'introduzione alla preghiera universale e la conclude.

470. Si omette il simbolo, dal momento che è già stata fatta la professione di fede.

La messa prosegue nel modo consueto.

Mentre si eseguisce il canto di offertorio, alcuni dei cresimati portano opportunamente all'altare il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione eucaristica.

Nella preghiera eucaristica si fa la commemorazione dei cresimati, proclamando la formula proposta nel messale.

I cresimati, i loro padrini, i genitori, i catechisti e i parenti, possono ricevere la comunione sotto le due specie.308

471. Per impartire la benedizione alla fine della messa, il vescovo dica la benedizione solenne o l'orazione sul popolo, come è indicato nel Pontificato Romano.309

I cresimati stanno in piedi davanti al vescovo.

Il vescovo, stando in piedi con la mitra, dice: Il Signore sia con voi.

Allora uno dei diaconi può dire l'invito alla benedizione e il vescovo, con le mani stese sopra il popolo, proclama le invocazioni della benedizione.

Quindi riceve il pastorale e dice: Vi benedica, e traccia un segno di croce sul popolo.

Il vescovo può impartire la benedizione anche con le formule proposte più sotto ai nn. 1120-1121.

472. Quindi il diacono congeda il popolo dicendo: La messa è finita: andate in pace.

Ttutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

473. Il conferimento della confermazione senza messa

Il vescovo indossa il camice, la croce pettorale, la stola e il piviale di colore bianco e porta mitra e pastorale.

I presbiteri a lui associati indossano la cotta sopra la veste talare o il camice, la stola e, secondo l'opportunità, il piviale di colore bianco.

I diaconi indossano il camice e la stola e gli altri ministri i camici o altre vesti legittimamente approvati per loro.

474. Quando i cresimandi, i loro genitori, i padrini e tutta l'assemblea dei fedeli si sono radunati, mentre si eseguisce un canto adatto, il vescovo con i presbiteri, i diaconi e gli altri ministri, si reca in presbiterio e, dopo aver fatto riverenza all'altare, va alla cattedra, dove, deposti pastorale e mitra, saluta il popolo, e subito proclama l'orazione: Concedi, Dio onnipotente e misericordioso.

475. La celebrazione della parola, la presentazione dei cresimandi, l'omelia e gli altri riti si compiono come è descritto più sopra ai nn. 461-469.

476. Dopo la preghiera universale, che può essere introdotta dal vescovo con una monizione adatta, tutti recitano la preghiera del Signore.

Quindi il vescovo aggiunge l'orazione: O Dio, che hai dato lo Spirito Santo agli apostoli.

477. Il vescovo imparte la benedizione nel modo descritto più sopra al n. 471.

Quindi il diacono congeda il popolo, dicendo: Andate in pace.

Tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

Indice

260 Cf. Conc. Vat. II, Decr. sull'ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 15. q11
261 Cf. Conc. Vat. II, Cost. dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 26
262 Ai cristiani di Smirne, 8, 2: ed. Funk, I, p. 283
263 Cf. Rituale Romano, Rito dei battesimo dei bambini, Iniziazione Cristiana. Introduzione generale, n. 12
264 Rituale Romano, Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 44
265 Cf. ibidem, nn. 133-151
266 Cf. ibidem, nn. 22-23, 133
267 Cf. ibidem, n. 138
268 Cf. ibidem, n. 139
269 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 22-24 e n. 44
270 Cf. Messale Romano, Principi e norme, n. 330 e, più sotto, l'Appendice II
271 Cf. Rituale Romano. Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, n. 142
272 Cf. ibidem, n. 143
273 Cf. ibidem, nn. 144-146
274 Cf. ibidem, n. 147
275 Cf. ibidem, nn. 141 e 150;
cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 22-24
276 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 48-49
277 Cf. Rituale Romano. Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, nn. 181-182
278 Cf. ibidem, n. 191
279 Cf ibidem, nn. 186-192
280 Cf. più sotto Appendice III
281 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 51-55
282 Cf più sotto, Appendice II
283 Cf. Rituale Romano. Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti, nn. 37-40, 235- 239
284 Cf. ibidem, nn. 240-273
285 Cf. più sotto l'Appendice III
286 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 56-60
287 Cf. più sotto l'Appendice II
288 Cf. Rituale Romano, Rito del battesimo dei bambini nn. 53-55, 223-224
289 Cf. ibidem, n. 18 b; 56-59
290 Cf. ibidem, nn. 60-61
291 Cf, ibidem, nn. 62-66
292 Cf. ibiden, n. 67
293 Cf. ibidem, n. 29, 5; n. 70, oppure nn. 247-249
294 Cf. ibidem, n. 70
295 Pontificale Romano, Rito della confermazione n. 7
296 Ibidem, n. 8 - b
297 Cf. ibidem, n. 19
298 Cf. più sotto, Appendice III
299 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 64-68
300 Cf. più sotto, Appendice II
301 Cf. Pontificale Romano, Rito della confermazione, n. 21
302 Ibidem, n. 22
303 Cf. ibidem, n. 23
304 Cf. ibidem, n. 24
305 Cf. ibidem, n. 25
306 Cf. ibidem, n. 26; 28
307 Cf. ibidem, n. 27
308 Cf. ibidem, nn. 31-32
309 Ibidem, n. 33