Sermoni sul Cantico dei Cantici |
1. Alla parola « trovata », se ben ricordo, ci siamo fermati sospesi, sembrandoci alquanto strano che la sposa si dicesse trovata dai suoi predicatori.
Ora, le cause del nostro indugiare e del nostro dubbio sono state da noi espresse e ci è sembrato di dover cercare qualche cosa; non però al termine di un sermone si poteva dare la spiegazione del quesito; dobbiamo, dunque, farlo ora.
Nella spiegazione del grande sacramento parlo di quello che il Dottore delle genti ha interpretato in Cristo e la Chiesa, il santo e casto connubio che è l’opera della nostra salvezza in esso, dico, concorrono insieme tre cose: Dio, l’Angelo, l’uomo.
In quanto a Dio, come non opererà e prenderà cura delle nozze del diletto Figlio suo?
Lo farà con tutta la volontà.
E di per sé basterebbe lui solo e senza l’aiuto degli altri, i quali senza di lui non possono far nulla.
Dunque, quello che da essi riceve come ministri in quest’opera non rappresenta un sollievo per sé, ma un vantaggio per essi.
Per gli uomini, infatti, ha legato il merito alle opere, secondo il detto: L’operaio è degno della sua mercede ( Lc 10,7 ), e perché ognuno riceverà secondo il proprio lavoro, sia chi pianta nella fede, sia chi innaffia ciò che è piantato.
Quando, poi, si serve del ministero degli Angeli per la salvezza del genere umano, non lo fa forse perché gli Angeli siano amati dagli uomini?
Poiché, che gli Angeli amino gli uomini, si può particolarmente dedurre dal fatto che gli Angeli non ignorano che le antiche rovine della loro città saranno restaurate dagli uomini.
E non conveniva che il regno della carità fosse retto da altre leggi che da quelle del mutuo amore e dalla pura affezione vicendevole e verso Dio di coloro che dovranno condividere il regno celeste.
2. Ma vi è molta differenza nel modo di operare, secondo la dignità di ciascun operaio.
Dio fa quello che vuole per la stessa sola facilità di volere, senza sudare, senza muoversi, senza pregiudizio di luogo o di tempo, o di causa o di persona.
È, infatti, il Signore degli eserciti che con tranquillità giudica tutte le cose.
È la Sapienza che dispone tutte le cose con soavità.
L’Angelo, invece, non opera senza movimento, sia locale che temporale, ma senza affanno.
L’uomo, invece, non è libero, né dall’agitazione dell’animo, né dal movimento del corpo e dello spirito nell’operare.
Gli si comanda, infatti, di lavorare alla propria salvezza con timore e tremore, e con il sudore del suo volto mangiare il suo pane.
3. Spiegate così queste cose, osserva ora con me come in questa magnifica opera della nostra salvezza vi sono tre cose che Dio si attribuisce come loro autore, e in esse previene tutti i suoi ausiliari e cooperatori; queste cose sono la predestinazione, la creazione, l’ispirazione.
Di queste la predestinazione non ha avuto principio, non dico dall’origine della Chiesa, ma neanche dall’inizio del mondo, cioè da questo o quel tempo: è prima del tempo.
La creazione è con il tempo; l’ispirazione avviene nel tempo, dove e quando vuole.
In realtà, secondo la predestinazione, la Chiesa degli eletti è sempre esistita nella mente di Dio.
Se l’infedele si meraviglia di ciò, ascolti ciò che lo farà meravigliare di più: non fu mai che non fosse amata.
Perché non parlerò arditamente dell’arcano che quel coraggioso delatore dei superni consigli ha carpito dal cuore di Dio e mi ha svelato?
Parlo di Paolo il quale come molte altre cose così non ha avuto timore di divulgare anche questo segreto delle ricchezze della sua bontà, dicendo: Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo, come ci ha scelti in lui prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità e aggiunge: predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà.
E questo a lode e gloria della sua grazia che ci ha dato nel suo figlio diletto ( Ef 1,3-6 ).
Non c’è dubbio che con queste parole si esprimano tutti gli eletti: ed essi sono la Chiesa.
Pertanto, in quel così profondò seno dell’eternità, prima che venissero alla luce e prendessero forma in questa creazione, chi, sia pure dei beati spiriti, avrebbe potuto trovarla in qualche modo, se non colui al quale la stessa eternità, Dio, l’abbia voluta rivelare?
4. Ma anche quando ormai al cenno del Creatore si vide emergere nelle apparenze e forme visibili, non subito è stata trovata da alcuno degli uomini o degli Angeli, perché non era conosciuta, adombrata com’era dall’immagine dell’uomo terrestre e coperta dalla caligine della morte, velo di generale confusione senza del quale nessuno dei figli dell’uomo entrò in questa vita, eccettuato uno solo che entra senza macchia.
Costui è l’Emmanuele, il quale tuttavia è anche lui dei nostri, per noi si è rivestito della nostra maledizione e della similitudine del peccato, non della verità di esso.
Così, infatti, sta scritto che apparve: in una carne simile a quella del peccato, e in vista del peccato egli ha condannato il peccato nella carne ( Rm 8,3 ).
Del resto il medesimo è in tutto entrato per tutti, eletti e reprobi; non vi è, infatti, distinzione; tutti hanno peccato, e tutti portano il velo della loro vergogna.
Per questo, dunque, anche se la Chiesa esisteva già creata nelle cose create, non poteva, tuttavia, essere trovata e conosciuta da alcuna creatura, essendo nel frattempo in modo meraviglioso nascosta, e nel grembo della beata predestinazione, e nella massa della misera dannazione.
5. Del resto quella che la sapienza predestinatrice aveva nascosto dall’eternità, e neppure la potenza creatrice aveva messo sufficientemente in luce, la rivelò poi a suo tempo la grazia, secondo un’operazione che sopra ho chiamato ispirazione, appunto perché qualcosa dello spirito dello Sposo venne infuso negli spiriti umani, in preparazione del Vangelo della pace, cioè per preparare la via al Signore e al Vangelo della sua gloria al cuore di tutti, quanti erano predestinati alla vita.
Invano le sentinelle avrebbero faticato nel predicare se non le avesse precedute questa grazia.
Ma ora, vedendo come la parola correva velocemente, e i popoli delle nazioni con tutta facilità si convertivano al Signore, le tribù e le lingue accorrevano nell’unità della fede, e i confini della terra si radunavano in un’unica madre cattolica, conobbero le ricchezze della grazia che da tempo erano tenute nascoste nel segreto dell’eterna predestinazione, e gioirono di avere trovato colei che prima dei secoli il Signore si era scelta per sé come sposa.
6. Da questo, penso io, risulta chiaro come non senza motivo la sposa rende testimonianza di essere stata trovata da costoro, ma per il fatto che si riconosce da essi radunata, non eletta; riconosciuta, non convertita.
La conversione, infatti, di chicchessia, si deve attribuire a colui al quale tutti devono rivolgere quella preghiera: convertici, o Dio, nostra salvezza ( Sal 85,5 ).
Ma non troverei forse ugualmente adatta per lui la parola « trovata » come la parola « convertita ».
Anzi è così: non spetta al Signore trovare, ma prevenire, e l’aver prevenuto esclude il trovare.
E poi, che cosa può trovare colui che non ha mai ignorato nulla?
Conosce il Signore quelli che sono suoi ( 2 Tm 2,19 ), dice l’Apostolo.
E lui che cosa dice? Io conosco quelli che ho scelto da principio ( Gv 13,18 ).
È chiaro che non era giusto dire trovata, colei che preconobbe dall’eternità, che elesse, che amò, che creò.
Direi tuttavia con fiducia che Dio l’ha preparata perché fosse trovata.
Poiché chi ha visto ne dà testimonianza e sappiamo che la sua testimonianza è vera ( Gv 19,35 ).
Vidi, dice, la città santa, la nuova Gerusalemme scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo Sposo ( Ap 21,2 ).
Chi parla così è una delle sentinelle che custodiscono la città.
Ma ascolta lo stesso suo preparatore che la addita alle sentinelle, ma sotto un’altra immagine: Levate i vostri occhi, e guardate i campi che già biondeggiano ( Gv 4,35 ), pronti cioè per la mietitura.
Con questo il Padre di famiglia invita gli operai al lavoro, quando già sente che tutto è già così pronto che, senza eccessivo lavoro, possono gloriarsi e dire: Siamo coadiutori di Dio ( 1 Cor 3,9 ).
Infatti, che cosa faranno?
Cercheranno la sposa, e trovatala, le daranno indicazioni sul diletto.
Non cercheranno infatti il loro interesse, ma la grazia dello Sposo, perché sono i suoi amici.
E per questo non avranno molto da fare presso di essa: è là presente, e già lo cerca con tutta devozione, in quanto già la sua volontà è preparata dal Signore.
7. E prima ancora che esse le dicano qualche cosa, le interroga a riguardo del diletto e previene i suoi predicatori, essendo essa stessa prevenuta informandosi col dire: Avete visto l’amato del mio cuore? ( Ct 3,3 ).
Bene, pertanto, si dice trovata da coloro che custodiscono la città, essa che si riconosce già preconosciuta e prevenuta dal Signore della città, sicché le sentinelle tale la trovarono, non la resero tale.
Così Cornelio da Pietro e Paolo da Anania sono stati trovati: entrambi, infatti, erano stati prevenuti dal Signore e da lui preparati.
Chi più preparato di Saulo il quale aveva già con la mente e con la voce supplicato: Signore, che cosa vuoi che io faccia? ( At 9,6 ).
Cornelio similmente con le sue elemosine e preghiere che il Signore gli aveva ispirato, meritò di pervenire alla fede.
Anche Filippo trovò Natanaele: ma prima il Signore lo aveva già visto quando era sotto il fico.
Non fu, forse, una preparazione quello sguardo del Signore?
Anche di Andrea è riferito che trovò suo fratello Simone, previsto e preconosciuto anche lui dal Signore che lo chiamò Cefa, quasi forte nella fede.
8. Leggiamo di Maria che fu trovata incinta per opera dello Spirito Santo.
Penso che la sposa del Signore abbia in questo qualche cosa di simile alla Madre di lui.
Se, infatti, anch’essa non fosse stata trovata da quelli che la trovarono piena di Spirito Santo, non avrebbe con tanta familiarità richiesto di lui, del quale è quello Spirito.
Non aspettò che essi le dicessero perché erano venuti; lei parlò, e dall’abbondanza del cuore: Avete visto l’amato dell’anima mia?
Sapeva che sono beati gli occhi che lo hanno veduto; e ammirando quelli che l’avevano veduto diceva: Siete voi ai quali fu dato di vedere colui che tanti re e profeti vollero vedere e non videro?
Siete voi che avete meritato di vedere la Sapienza nella carne, la verità nel corpo, Dio nell’uomo?
Molti dicono: Ecco qui, eccolo là ( Lc 17,21 ), ma io penso di prestar fede con maggiore sicurezza a voi che avete mangiato e bevuto con lui dopo che è risorto dai morti.
E questo sia detto per il fatto che la sposa sia stata trovata dalle sentinelle.
Se manca qualche cosa si supplirà in un altro sermone.
Ma ora da questo massimamente appare come essa sia stata prevenuta dallo Spirito Santo; da coloro che custodiscono la città trovata e conosciuta, come quella che Dio ha preconosciuto e predestinato prima del tempo, e preparata da lui per il suo Figlio diletto, perché formi le sue delizie sempiterne per l’eternità, essendo santa e immacolata al suo cospetto, germinante come giglio e fiorente in eterno davanti al Signore, Padre del Signore mio Gesù Cristo, Sposo della Chiesa che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli.
Amen.
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