Contro le Lettere di Petiliano

Indice

Libro II

1.1 - Come Agostino discute con Petiliano

Alla prima parte della lettera di Petiliano, la sola che siamo riusciti ad ottenere, abbiamo dato una risposta sufficiente, come ricordano quanti hanno potuto leggerla o ascoltarla.

Ma poiché, in seguito, i fratelli ne hanno trovato il testo completo, lo hanno trascritto e ce lo hanno inviato, perché potessimo rispondere a tutta la lettera, non dovevo sottrarmi al compito di prendere la penna; non perché l'autore dica alcunché di nuovo, a cui non siano già state date varie e frequenti risposte, ma per aiutare i fratelli più lenti, che non sanno applicare a tutti i casi analoghi le cose dette altrove.

Così per venire incontro a quanti mi spingono a rispondere a tutte e singole le questioni, io cercherò di discuterle quasi in forma di un contraddittorio faccia a faccia: premetterò il nome di Petiliano ai brani della sua lettera, e poi recensirò la mia replica sotto il mio nome, come se la discussione fosse trascritta dai notai.

Così, nessuno potrà lamentarsi che io ho omesso qualcosa, o dire che egli non ha potuto capire, perché non è riuscito a distinguere i contendenti.

E anche perché gli stessi Donatisti, che si rifiutano di discutere davanti a noi, nelle lettere che inviano ai loro fedeli, non sfuggano alla verità che replica loro punto per punto, come se parlassero con noi faccia a faccia.

1.2 - Come Petiliano comincia la sua lettera

All'inizio della sua lettera, Petiliano ha detto: Petiliano, vescovo, ai carissimi fratelli preti e ai diaconi, costituiti nella diocesi ad essere ministri del santo Vangelo insieme a noi: " Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore nostro Gesù Cristo ".

2.3 - Agostino: Riconosco il saluto dell'Apostolo.

Di quanto dici veditela tu; considera, però, da dove hai appreso quanto dici.

Così saluta Paolo i Romani, i Corinzi, i Galati, gli Efesini, i Colossesi, i Filippesi, i Tessalonicesi.

Ma che razza di follia è, dunque, rifiutarsi di scambiare il saluto di pace con queste Chiese, nelle cui Lettere hai imparato il saluto di pace?

2.4 - Alcune accuse di Petiliano e le risposte di Agostino

Petiliano: Ci rinfacciano un doppio battesimo, proprio quelli che, sotto il nome di battesimo hanno macchiato le loro anime con un falso lavacro.

Certo, di fronte a queste oscenità, tutte le sporcizie sono più pulite di quelli che la loro acqua ha toccati e contaminati di infedele purezza.

2.5Agostino: Noi non siamo contaminati da un'acqua nostra e né purificati da una vostra; l'acqua del battesimo, dato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, non è né nostra e né vostra, ma di colui del quale Giovanni ha detto: Quello sul quale vedrai discendere lo Spirito come colomba e fermarsi su di lui, questi è colui che battezza nello Spirito Santo. ( Gv 1,33 )

3.6 - Petiliano: Si considera la coscienza di chi dà il battesimo; è essa che purifica la coscienza di chi lo riceve.

3.7 - Agostino: Della coscienza di Cristo siamo sicuri.

Infatti, se scegli un qualunque uomo, la purificazione del battezzato sarà incerta, perché incerta è la coscienza del battezzatore.

4.8 - Petiliano: Chi riceve la fede da un infedele, non riceve la fede, ma una colpa.

4.9 - Agostino: Però non è infedele Cristo, dal quale il fedele riceve la fede, non una colpa.

Egli infatti crede in colui che giustifica l'empio, perché, la sua fede gli sia imputata a giustizia. ( Rm 4,5 )

5.10 - Petiliano: Ogni realtà ha un'origine e poggia su una radice; e se una cosa non ha un capo, non è nulla; e niente può rigenerare bene, se non è stato rigenerato da un buon seme.

5.11 - Cristo è il capo, l'origine e la radice del battezzato

Agostino: E che, ti vuoi mettere al posto di Cristo e non ti vuoi sottomettere a lui?

È lui l'origine, la radice e il capo di chi nasce; di lui non temiamo, come di un qualunque uomo, che, per caso, sia finto e pessimo, che deriviamo da un'origine pessima, che sorgiamo da una radice pessima, e ci conformiamo ad un capo pessimo.

Quale uomo, infatti, è sicuro di un altro uomo, se sta scritto: Maledetto chiunque ripone la sua speranza in un uomo? ( Ger 17,5 )

Il seme, poi, dal quale siamo generati, è la parola di Dio, cioè il Vangelo.

Perciò l'Apostolo dice: In Cristo Gesù io vi ho generati per mezzo del Vangelo. ( 1 Cor 4,15 )

E tuttavia egli a quelli che annunciavano il Vangelo senza retta intenzione, permette che lo annuncino, e se ne compiace, ( Fil 1, 16.18 ) perché, anche se lo annunciavano senza retta intenzione, in quanto cercavano i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo, tuttavia ciò che annunciavano era retto. ( Fil 2,21 )

E il Signore aveva detto di alcuni di questi: Fate ciò che dicono, ma non fate ciò che fanno, perché, dicono e non fanno. ( Mt 23,3 )

Se dunque si annuncia con retta intenzione un messaggio retto, lo stesso annunciatore, poiché si unisce alla parola, partecipa a generare il credente; e anche se egli stesso non fosse rinato, il suo messaggio tuttavia sarebbe retto; il credente nasce non dalla sterilità del ministro, ma dalla fecondità della verità.

6.12 - Il battezzatore non trasmette né il peccato né la santità

Petiliano: Ma se è così, fratelli, non è assurdo che un colpevole può rendere innocente un uomo, se il Signore Gesù Cristo dice: "Un albero buono dà frutti buoni, un cattivo dà frutti cattivi. Si raccoglie forse uva dalle spine? ". ( Mt 7,16-17 )

E ancora: " Ogni uomo buono dal tesoro del suo cuore trae il bene; ed ogni uomo malvagio dal tesoro del suo cuore trae il male "? ( Mt 12,35 )

6.13 - Agostino risponde a questa tesi

Agostino: Un uomo, anche se fosse immune dai suoi peccati, non può rendere innocente un altro, perché non è Dio: altrimenti, se dall'innocenza del battezzante ci si aspetta che nasca quella del battezzato, uno sarà tanto più innocente, quanto più innocente sarà colui che lo battezza; e sarà tanto meno innocente, quanto meno lo è anche colui che lo battezza.

E se per caso colui che battezza nutre odio per qualcuno, questo lo si imputerà anche al battezzato.

A che pro, quindi, questo misero corre al battesimo?

Per ottenere il perdono dei peccati suoi, o per accollarsi quelli degli altri?

O forse, come una nave mercantile, scarica gli uni e carica gli altri?

Ora noi, per albero buono e i suoi frutti buoni, e per albero cattivo e suoi frutti cattivi, siamo soliti intendere gli uomini e le loro opere, come dimostrano le parole che hai citato: Ogni uomo buono trae dal tesoro del suo cuore il bene; e ogni uomo malvagio trae dal tesoro del suo cuore il male. ( Mt 12,36 )

Quando poi egli predica la parola di Dio o amministra il sacramento di Dio, se è malvagio, non predica o amministra del suo, ma si annovera tra quelli, di cui è stato detto: Ciò che dicono, fatelo; ciò che fanno, non lo fate: ( Mt 23,3 ) dicono, infatti, gli interessi di Dio, e fanno, invece, i propri.

In realtà, se è come tu dici, e cioè, che frutto dei battezzatori si considerano i battezzati stessi, che grande male annunciate all'Africa, se sono spuntati tanti Ottato quanti ne ha battezzati Ottato.

7.14 - Il battesimo dei morti non giova

Petiliano: Ripeto: " Chi è battezzato da un morto, non trova vantaggio dal suo lavacro. ( Sir 34,25 )

L'autore non ha asserito che il battezzatore è un corpo morto, esanime, e né il cadavere di un uomo steso a terra con violenza, ma uno che non ha lo Spirito di Dio e che è paragonato ad un morto, come lo rivela altrove a un discepolo, secondo quanto attesta il Vangelo.

Un suo discepolo gli disse: " Signore permettimi di andare a seppellire mio padre ".

Gesù gli rispose: " Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti ". ( Mt 8,21-22 )

Il padre di questo discepolo non era battezzato, e Cristo rimandò un pagano ai pagani.

Salvo che non parlasse degli infedeli, un morto non può seppellire un morto.

Un morto, quindi, non di una qualunque morte, ma uno colpito nella sua vita.

In effetti, chi vive da criminale, è tormentato da una vita morta.

Essere battezzati da un morto, quindi, è ricevere la morte e non la vita.

Bisogna discutere e dire in che senso un traditore è considerato morto alla vita.

È morto chi non ha meritato di nascere da un vero battesimo; è morto, egualmente, colui che, nato da un battesimo legittimo, si è unito a un traditore.

Due sono i soggetti che non hanno la vita del battesimo; e chi non l'ha mai avuta, e chi l'ha avuta, ma l'ha persa.

Dice infatti il Signore Gesù Cristo: " Verranno in lui sette spiriti più cattivi e quest'uomo sarà peggiore di prima ". ( Mt 12,45 )

7.15 - Cristo non è morto, ma è vivo

Agostino: Cerca con più diligenza in che senso è stato detto e in che senso bisogna intendere il testo della Scrittura che hai citato.

Infatti, che morti sono soliti chiamarsi, in senso mistico, tutti i malvagi, è evidente; ma Cristo, che ha il battesimo vero che, a motivo dei difetti degli uomini, voi ritenete falso, è vivo e siede alla destra del Padre e non morirà più, neppure per la fragilità della carne; e la morte non avrà più potere su di lui. ( Rm 6,9 )

Farsi battezzare col suo battesimo, non è farsi battezzare da un morto; e se per caso i suoi ministri fossero falsi operai, ( 2 Cor 11,13 ) che cercano i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo, ( Fil 2,21 ) e che annunciano il Vangelo senza retta intenzione, e predicano Cristo per invidia e per amore di contesa, ( Fil 1,15-17 ) a causa delle loro iniquità essi vanno considerati morti; ciò non ostante il sacramento del Dio vivente non muore neppure in un morto.

Era morto, infatti, quel Simon Mago, battezzato da Filippo nella Samaria, che voleva comprare il dono di Dio col denaro, ( At 8, 13.18-19 ) ma viveva, per la sua condanna, il battesimo che aveva.

7.16 - Il caso dei Massimianisti

Quanto sia falso ciò che egli dice: Due sono i soggetti che non hanno la vita del battesimo: chi non l'ha mai avuta e chi l'ha avuta, ma l'ha persa, puoi capirlo da questo: che ai battezzati che apostatano e che ritornano con la penitenza, il battesimo non si ridà; che se lo avessero perso, lo si ridarebbe.

Di fatto, come possono battezzare i vostri morti, se si sta alla vostra interpretazione?

Oppure non sono morti i vostri ubriachi ( per tacere di altro e dire solo cose note e di tutti i giorni ) se l'Apostolo dice della vedova: La vedova che si dà ai piaceri, anche se vive, è già morta? ( 1 Tm 5,6 )

Inoltre, in quel vostro concilio, con cui avete condannato Massimiano con i suoi consiglieri o i suoi ministri, ti sfugge con quanta eloquenza avete detto: Proprio come gli Egiziani, le rive sono piene di cadaveri per i quali, la pena più grande nella morte è di non ricevere neppure la sepoltura, dopo che le acque vendicatrici ne hanno strappato l'anima?

E tuttavia se uno di essi, Feliciano, sia tornato in vita, vedetevela voi; ad ogni modo, presso di voi, dentro, egli ha coloro che ha battezzati, fuori, da morto.

Come dunque viene battezzato da un vivo, colui che si veste del battesimo di Cristo vivo, così viene battezzato da un morto, colui che si immerge nel battesimo del morto Saturno o di qualunque altro morto.

Intanto, diciamo velocemente che le parole che hai citate si possono comprendere senza problemi per nessuno di noi.

Infatti, come le interpretate voi, cercate, non di liberare voi, ma di implicare noi con voi.

8.17 - Giuda fu apostolo, ed era morto

Petiliano: Bisogna dimostrare, ho detto, e dire in che senso un traditore infedele è considerato morto alla vita.

Giuda era un apostolo, benché tradì Cristo; e lui stesso, persa la dignità di apostolo, morì spiritualmente prima di morire, sospeso alla sua corda, come sta scritto: " Mi pento di avere tradito il sangue giusto; poi andò e si impiccò ". ( Mt 27,4-5 )

Con una corda morì il traditore, e una corda lasciò ai traditori; a proposito di lui Cristo Signore gridò al Padre: " Padre, quelli che mi hai dato, li ho conservati tutti; e di essi non si è perduto nessuno, salvo il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura ". ( Gv 17,12 )

In realtà, già da tempo Davide aveva emesso una sentenza contro colui che avrebbe consegnato Cristo agli infedeli: " Il suo ufficio lo prenda un altro; la sua moglie rimanga vedova e i suoi figli orfani ". ( Sal 109,8-9 )

Ecco quanto è lungimirante lo spirito dei Profeti: gli avvenimenti futuri li vede come presenti, sì da condannare un traditore moltissimi secoli prima della sua nascita! Infine, perché si adempisse questa profezia, san Mattia prese l'ufficio dell'apostolo perduto. ( At 1,25 )

Che nessuno stolto, nessun infedele discuta di questo: Mattia riportò un trionfo, non una ingiustizia; dalla vittoria di Cristo Signore, riportò le spoglie del traditore.

E di fronte a questo fatto, come fai a rivendicare per te l'ufficio di vescovo, erede di un traditore più malvagio?

Giuda ha tradito Cristo nella sua carne; tu, preso da furore spirituale, hai gettato il Vangelo alle fiamme sacrileghe.

Giuda ha consegnato il Legislatore agli infedeli; tu hai consegnato agli uomini la legge di Dio o, per così dire, i suoi resti, per essere distrutta.

Certo, se tu amassi la legge, come i giovani Maccabei, ti faresti uccidere per le leggi di Dio, se si può dire morte quella di uomini che, morendo per il Signore, li ha resi immortali.

Uno di questi fratelli, lo sappiamo, apostrofò il sacrilego tiranno dei fratelli con questo grido di fede: " Tu, criminale ed empio, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, che regna in eterno e il cui regno non avrà fine, nella patria della vita eterna risusciterà noi, che siamo morti per le sue sante leggi ". ( 2 Mac 7,9 )

Se tu bruciassi il testamento di un defunto, non verresti punito come un falsario?

Che ne sarà, dunque, di te, che hai bruciato la santissima legge del Dio giudice?

Giuda, almeno in punto di morte, si pentì del suo tradimento; tu invece non solo non ti penti ma anzi, da traditore assai perverso quale sei, ti sei fatto persecutore e carnefice di noi che custodiamo la legge.

8.18 - Agostino risponde a questa obiezione

Agostino: Nota la differenza tra le vostre parole malevole e le nostre affermazioni sincere!

Presta un po' di attenzione.

Hai amplificato l'accusa di consegna dei Libri sacri e, con parole piene di odio, come un inventore inesauribile, ci hai messo sullo stesso piano di Giuda, il perduto.

Ti risponderò assai brevemente: " Non ho fatto ciò che dici, non ho consegnato i Libri; lanci false accuse; non le proverai mai ".

Non pensi che tutto questo fumo di parole grosse, svanirà presto? O cercherai di provarle?

Allora, prima dovresti farlo e poi potrai scagliarti contro di noi, come contro dei vinti, con tutte le invettive che vuoi.

Ecco la prima leggerezza; ora senti la seconda.

8.19 - Petiliano non cita bene le testimonianze delle Scritture

Tu stesso, parlando della profezia sulla dannazione di Giuda, ( Sal 109,8-9 ) hai detto: " Ecco come è lungimirante lo spirito dei Profeti: vede il futuro come se fosse presente, tanto da condannare il traditore molti secoli prima della sua nascita "; e non hai notato che la stessa profezia, che ha predetto con salda, certa e incrollabile verità, che un discepolo avrebbe tradito Cristo, ha anche predetto che tutto il mondo avrebbe creduto in Cristo.

Perché vi hai notato l'uomo, che tradì Cristo, e non vi hai notato il mondo, per il quale Cristo è stato tradito?

Chi ha tradito Cristo? Giuda. A chi lo ha consegnato? Ai Giudei.

Che gli fecero i Giudei? Hanno forato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa.

Essi mi hanno guardato e osservato; si sono divise le mie vesti e sulla mia veste hanno tirato a sorte. ( Sal 22,17-19 )

Quanto sia grande ciò che è stato comprato a sì caro prezzo, leggilo poco dopo nel salmo: Si ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra e si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli, perché del Signore è il regno ed egli dominerà le nazioni. ( Sal 22,28-29 )

Per ricordare le altre predizioni riguardanti la futura fede del mondo, chi può addurre gli altri innumerevoli testi profetici?

Tu lodi la profezia, perché vi vedi l'uomo che ha venduto Cristo, ma non vi vedi il possesso, che il Cristo venduto ha comprato.

Ecco la seconda leggerezza; ora ascolta la terza.

8.20 - I Donatisti non sono in comunione con l'eredità di Cristo

Tra le molte parole della tua invettiva, hai detto: " Se tu bruciassi il testamento di un defunto, non verresti punito come un falsario?

E allora che ne sarà di te, che hai bruciato la santissima legge del Dio giudice?

Ma nel dire questo non hai prestato attenzione a ciò che certamente avrebbe dovuto colpirti: come sia potuto accadere che noi avremmo bruciato il Testamento, e ci saremmo stabiliti nell'eredità, che in esso è stata descritta, mentre voi, o meraviglia!, lo avete conservato, e avete perso l'eredità!

Non è forse vero che in questo Testamento sta scritto: Chiedimi e ti darò in eredità le nazioni e in tuo possesso i confini della terra? ( Sal 2,8 )

Comunica con questa eredità, e rinfacciami, sul Testamento, ciò che vuoi.

In effetti, che follia essersi rifiutati di dare alle fiamme il Testamento, proprio per contestare le profezie del Testatore?

Noi, invece, pur avendo tra le mani gli Atti ecclesiastici e municipali, dove leggiamo che a consegnare i Libri divini, sono stati proprio quelli che, contro Ceciliano, consacrarono un altro vescovo, non vi insultiamo, non inveiamo contro di voi, non piangiamo le ceneri delle sacre Pagine che sono in mano a voi; e né contrapponiamo gli atroci tormenti dei Maccabei al sacrilegio del vostro orgoglio, dicendovi: Avreste fatto meglio a dare alle fiamme le vostre membra, anziché gli oracoli di Dio!

Noi infatti non vogliamo essere così superficiali da suscitare un inutile scalpore contro di voi a causa di errori di altre persone, che avete condannate senza conoscerle.

Ma il fatto di vedervi separati dalla comunione di tutto il mondo - che è il crimine più grande e più notorio, e che vi riguarda tutti -, se volessi ingrandirlo, mi mancherebbero, prima che il tempo, le parole.

Se poi tu cerchi di difendere questo, rinfaccerai al mondo i crimini che, se sono da rinfacciare, capisci che a maggior ragione sei rimproverato, ma se non lo sono, non dovresti difenderti.

Perché allora sbuffi contro di me, a proposito della consegna dei Libri, che non riguarda né me e né te, se ancora vige il patto di non rinfacciarci i delitti altrui; e se poi non vige più, riguarda più te che me?

Comunque, anche se il patto vige, ritengo che sia molto giusto dire che dev'essere giudicato complice di colui che consegnò Cristo, colui che non si è consegnato a Cristo insieme a tutto il mondo.

Voi dunque, dice l'Apostolo, siete stirpe di Abramo ed eredi secondo la promessa; ( Gal 3,29 ) e dice ancora: sarete eredi di Dio e coeredi di Cristo. ( Rm 8,17 )

E che questa stirpe di Abramo appartiene a tutte le nazioni, egli lo dimostra dalle parole dette ad Abramo: Nella tua stirpe saranno benedette tutte le nazioni. ( Gen 22,18; Gal 3,8 )

Perciò credo che sia giusta la mia richiesta: Consideriamo un po' il Testamento di Dio, che già da tempo è stato aperto; e colui che troviamo non coerede del tradito, giudichiamolo erede del traditore.

Appartenga al venditore di Cristo colui che nega che Cristo è il compratore del mondo.

Ora, egli, dopo la sua resurrezione si mostrò ai discepoli e, vedendoli dubbiosi, offrì ad essi le sue membra per farsi toccare e disse loro: Così sta scritto; era necessario che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno; e nel suo nome si predicasse la penitenza e la remissione dei peccati in tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme. ( Lc 24,46-47 )

Ecco da quale l'eredità vi allontanate! Ecco a quale erede resistete!

Pensate forse che potrà risparmiare Cristo che cammina sulla terra, chi contesta Cristo che siede in cielo?

Ancora non capite che tutto ciò che rinfacciate a noi, è alla sua parola che lo rinfacciate?

Si promette un mondo cristiano, e si crede; si realizza la promessa, e si contesta! Pensate, vi scongiuro, quali e quanti castighi avreste dovuto subire per tanta empietà; eppure, se ne avete subito qualcuno, non lo so, non l'ho visto, non l'ho fatto.

Oggi tu, che non subisci la violenza della mia persecuzione, rendimi ragione del tuo scisma.

Ma insisterai con le tue accuse che, se non le provi, non toccano nessuno, se invece le provi, non toccano me.

9.21 - Petiliano: Avvolto come sei da tali crimini, non puoi essere un vero vescovo.

9.22 - Agostino: Da quali crimini? Li hai provati? Li hai mostrati?

Anche se avessi mostrato i crimini di non so chi, che c'entra, questo, con la stirpe di Abramo, nella quale sono benedette tutte le nazioni? ( Gen 22,18 )

10.23 - Esiste anche una persecuzione salutare

Petiliano: Hanno mai perseguitato, gli Apostoli? O ha mai tradito, Cristo?

10.24 - Agostino: Potrei dirti che satana è il peggiore di tutti i malvagi, eppure l'Apostolo gli consegnò un uomo per la rovina della carne, perché lo spirito fosse salvato nel giorno del Signore Gesù; ( 1 Cor 5,5 ) e così quegli altri, dei quali dice: Li ho consegnati a satana, perché imparino a non bestemmiare. ( 1 Tm 1,20 )

Anche il Signore Cristo, dopo averli flagellati, cacciò dal tempio i mercanti disonesti, nell'episodio in cui troviamo citato quel testo della Scrittura che dice: Lo zelo della tua casa mi consuma. ( Gv 2,17 )

Vedi? Troviamo un apostolo traditore e Cristo persecutore!

Potrei dirti questo e metterti in grande agitazione per costringerti a considerare non i lamenti di coloro che soffrono, ma l'animo di chi li fa soffrire.

Ma non angosciarti, non lo dico; ma dico che alla stirpe di Abramo, presente in tutte le nazioni, non appartiene l'eventuale male che vi è stato fatto, probabilmente dalla paglia della messe del Signore, la quale, malgrado tutto, è anch'essa presente in tutte le nazioni.

Voi, quindi, rendete ragione della vostra separazione.

Ma prima osservate bene gli individui che avete, di cui non volete essere rimproverati; e considerate come è iniquo il vostro agire, quando ci rinfacciate le altrui iniquità, anche se, ciò che dite, riusciste a provarlo.

Così, non vi sarà nessun motivo della vostra separazione.

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