Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se la carne di Cristo sia stata tratta dal più puro sangue della Vergine

In 3 Sent., d. 3, q. 5, a. 1

Pare che la carne di Cristo non sia stata tratta dal più puro sangue della Vergine.

Infatti:

1. In una colletta [ Annunc. ] si dice che Dio « volle che il suo Verbo assumesse la carne dalla Vergine ».

Ma la carne non è il sangue.

Quindi il corpo di Cristo non fu preso dal sangue della Vergine.

2. Come Eva fu formata miracolosamente dal corpo di Adamo, così il corpo di Cristo fu formato miracolosamente dalla Vergine.

Ma non si dice che Eva fu formata dal sangue di Adamo, bensì dalla sua carne e dalle sue ossa, come dice la Scrittura [ Gen 2,23 ]: « Essa è carne dalla mia carne e ossa dalle mie ossa ».

Quindi neppure il corpo di Cristo doveva essere formato dal sangue della Vergine, ma dalle sue carni e dalle sue ossa.

3. Il corpo di Cristo era della medesima specie del corpo degli altri uomini.

Ma il corpo degli altri uomini non si forma dal sangue più puro, bensì dal seme e dal sangue mestruale.

Quindi pare che neppure il corpo di Cristo sia stato concepito dal sangue più puro della Vergine.

In contrario:

Il Damasceno [ De fide orth. 3,2 ] dichiara che « il Figlio di Dio con il casto e più puro sangue della Vergine si costruì un corpo animato dall'anima razionale ».

Dimostrazione:

Come si è già notato [ a. prec. ], nel concepimento di Cristo fu naturale il nascere da una donna, ma fu soprannaturale il nascere da una vergine.

Ora, è legge naturale che nella generazione la donna somministri la materia e l'uomo ne sia invece il principio attivo, come dimostra il Filosofo [ De gen. animal. 1, cc. 2,20; 2,4; 4,1 ].

Ma la donna che concepisce dietro il concorso dell'uomo non è vergine.

Perciò il carattere soprannaturale della generazione di Cristo implica che in essa il principio attivo sia stata la virtù preternaturale di Dio, mentre il suo aspetto naturale implica che la materia con cui fu concepito il suo corpo sia uguale alla materia che le altre donne somministrano per il concepimento della prole.

Ora, secondo il Filosofo [ l. cit. 1,19 ], questa materia è il sangue della donna, elaborato però dalla virtù generativa della madre per renderlo atto al concepimento.

Tale quindi fu la materia con cui fu concepito il corpo di Cristo.

Analisi delle obiezioni:

1. La Beata Vergine, avendo la stessa natura delle altre donne, aveva conseguentemente la carne e le ossa della medesima natura.

Ma la carne e le ossa nelle altre donne, essendo parti in atto del loro corpo, ne costituiscono l'integrità, per cui non possono essere sottratte senza che il corpo resti distrutto o minorato.

Ora Cristo, venuto a reintegrare le cose corrotte, non doveva far subire all'integrità di sua madre alcuna corruzione o minorazione.

Perciò il corpo di Cristo non doveva essere formato con la carne e con le ossa della Vergine, bensì col sangue, il quale non è ancora una parte in atto del corpo, ma è tutto il corpo in potenza, come dice Aristotele [ ib. ].

Così quando si dice che Cristo prese la carne dalla Vergine non si vuol dire che la materia del suo corpo fosse carne in atto, ma carne in potenza, cioè sangue.

2. Come si è detto nella Prima Parte [ q. 92, a. 3, ad 2 ], Adamo, essendo destinato a essere il principio dell'umanità, possedeva nel suo corpo della carne e delle ossa che non appartenevano alla sua integrità personale, ma alla sua funzione di principio dell'umanità.

E da questa materia fu formata la donna, senza menomazione per l'uomo.

Invece nel corpo della Vergine non c'era nulla di simile, da cui potesse formarsi il corpo di Cristo senza che venisse compromesso il corpo della madre.

3. Il seme della donna non è atto alla generazione, ma è un seme imperfetto, la cui imperfezione è conseguente all'imperfezione della potenza generativa della donna.

Perciò tale seme non è una materia necessaria per il concepimento, come insegna il Filosofo [ De gen. animal. 1, cc. 19 ss. ].

Quindi nella concezione di Cristo esso fu escluso: soprattutto perché, sebbene imperfetto come seme, tuttavia viene emesso, al pari di quello maschile, con una certa concupiscenza.

Ora, nella concezione verginale la concupiscenza era esclusa.

Per questo dunque il Damasceno [ De fide orth. 3,2 ] afferma che il corpo di Cristo fu concepito in maniera « non seminale ».

Il sangue mestruale poi che le donne perdono tutti i mesi ha una certa impurità naturale, come anche le altre cose che la natura elimina come superflue.

Ora, il concepimento non si compie con questo sangue mestruale corrotto, che la natura espelle: anzi, questo costituisce lo spurgo di quel sangue puro, preparato per il concepimento, e che è più puro e più perfetto dell'altro sangue.

Esso tuttavia nella concezione degli altri uomini porta il marchio della libidine, in quanto a seguito dell'unione sessuale affluisce dove si compie la generazione.

Ma ciò non avvenne nel concepimento di Cristo, poiché esso affluì nel seno della Vergine e fu trasformato in prole per opera dello Spirito Santo.

Per cui si dice che il corpo di Cristo « venne formato dal più casto e puro sangue della Vergine » [ cf. s. c. ].

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