Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se Cristo sia stato il primo a risorgere

In 4 Sent., d. 43, a. 3, sol. 1, ad 3; Comp. Theol., c. 236, 239; In Matth., c. 27; In 1 Cor., c. 15, lect. 3; In Col., c. 1, lect. 5

Pare che Cristo non sia stato il primo a risorgere.

Infatti:

1. Si legge nell'antico Testamento [ 1 Re 17,19ss; 2 Re 4,32ss ] che alcuni furono risuscitati da Elia e da Eliseo, e vi accenna anche S. Paolo [ Eb 11,35 ] dicendo che « alcune donne riebbero per risurrezione i loro morti ».

E così pure anche Cristo prima della sua passione risuscitò tre morti [ Mt 9,18ss; Lc 7,11ss; Gv 11 ].

Perciò egli non fu il primo dei risorti.

2. Tra gli altri miracoli che avvennero alla morte di Cristo si riferisce [ Mt 27,52 ] che « i sepolcri si aprirono, e molti corpi di santi morti risuscitarono ».

Quindi Cristo non fu il primo a risorgere.

3. Con la sua risurrezione Cristo è la causa della nostra risurrezione, come con la sua grazia è la causa della nostra grazia, poiché sta scritto [ Gv 1,16 ]: « Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto ».

Ma alcuni ebbero la grazia prima di Cristo: come tutti i Padri dell'antico Testamento.

Quindi alcuni poterono raggiungere anche la risurrezione corporale prima di Cristo.

In contrario:

Sta scritto [ 1 Cor 15,20 ]: « Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti ».

E la Glossa [ interlin. ] spiega: « Poiché è risuscitato per primo, in ordine sia di tempo che di dignità ».

Dimostrazione:

La risurrezione è il ritorno dalla morte alla vita.

Ora, si può essere sottratti alla morte in due modi.

Primo, con la liberazione dal solo dominio attuale della morte: cioè tornando a vivere in qualsiasi modo.

Secondo, con la liberazione non solo dalla morte, ma anche dalla necessità e perfino dalla possibilità stessa di morire.

E questa è la risurrezione vera e perfetta.

Poiché fino a che uno vive sottoposto alla necessità di morire, in qualche modo è sotto il dominio della morte, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 8,10 ] « Il corpo è morto a causa del peccato ».

Infatti ciò che può essere, in qualche modo è già, cioè in modo potenziale.

E così è evidente che la risurrezione con la quale uno è sottratto solo al dominio attuale della morte è una risurrezione imperfetta.

Se parliamo quindi della risurrezione perfetta, Cristo è il primo dei risorti: poiché egli risorgendo raggiunse per primo la vita assolutamente immortale, secondo l'affermazione di S. Paolo [ Rm 6,9 ]: « Cristo risuscitato dai morti non muore più ».

Invece con la risurrezione imperfetta alcuni risuscitarono anche prima di Cristo: quasi a prefigurare la sua risurrezione.

Analisi delle obiezioni:

1. È così risolta anche la prima obiezioni.

Poiché coloro che furono risuscitati nell'antico Testamento, oppure da Cristo, tornarono alla vita per morire nuovamente.

2. A proposito di coloro che risuscitarono con Cristo ci sono due opinioni.

Alcuni infatti affermano che essi tornarono alla vita per non più morire: poiché dover morire una seconda volta sarebbe stato più doloroso per loro che non risorgere.

E in tal caso, secondo la spiegazione di S. Girolamo [ In Mt 4, su 27,52s ], essi « non sarebbero risorti prima della risurrezione del Signore ».

Infatti l'evangelista afferma [ Mt 27,53 ] che essi, « uscendo dai sepolcri dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti ».

S. Agostino invece, riferendo questa opinione, scrive [ Epist. 164,3.6 ]: « So che secondo alcuni alla morte di Cristo Signore sarebbe già stata concessa a dei giusti quella risurrezione che è promessa a noi alla fine del mondo.

Ma se costoro non morirono di nuovo deponendo i loro corpi, rimane da spiegare come Cristo possa essere considerato "primogenito dei morti", avendolo molti preceduto in quella risurrezione.

E se poi si risponde che l'affermazione evangelica va presa come anticipazione, per cui i sepolcri si sarebbero aperti alla morte di Cristo sulla croce, ma i corpi dei giusti non sarebbero risorti in quel momento, bensì dopo che egli era risuscitato, allora rimane da spiegare l'affermazione di S. Pietro, il quale deduce che Davide aveva predetto di Cristo e non di se stesso che il suo corpo non avrebbe visto la corruzione in base al fatto che la tomba di Davide era presso di loro: l'argomento infatti non sarebbe stato convincente se il corpo di Davide non si fosse più trovato là, poiché la sua tomba sarebbe potuta rimanere ugualmente anche se egli fosse risuscitato subito dopo la sua morte, senza vedere la corruzione.

D'altra parte non pare possibile che proprio Davide, dalla cui discendenza Cristo nacque, fosse escluso da quella risurrezione dei giusti, se fu loro elargita la vita eterna.

Inoltre si mette in dubbio in questo modo quanto dice S. Paolo [ Eb 11,40 Vg ] a proposito degli antichi giusti, che cioè essi "non sarebbero arrivati alla perfezione senza di noi", se è vero che essi furono costituiti allora in quella incorruzione dei risuscitati che a noi è promessa come perfezione finale ».

Così dunque S. Agostino pare persuaso che essi risorsero per morire nuovamente.

E la stessa idea affiora in S. Girolamo [ l. cit. ], secondo il quale « come risorse Lazzaro, così risorsero anche molti corpi di Santi, per mostrare la risurrezione del Signore ».

Egli però altrove lascia la cosa in dubbio [ Epist. 9 ad Paulam et Eust. ].

Tuttavia le ragioni di S. Agostino paiono molto più solide.

3. I fatti che precedettero la venuta di Cristo erano una preparazione a tale venuta, come la grazia è la predisposizione alla gloria.

Perciò quanto appartiene alla gloria, sia rispetto all'anima, come la perfetta fruizione di Dio, sia rispetto al corpo, come la risurrezione gloriosa, anche in ordine di tempo doveva attuarsi prima in Cristo, essendo egli l'autore della gloria.

Era giusto invece che la grazia si trovasse anche prima in coloro che erano ordinati a Cristo.

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