Summa Teologica - III

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Articolo 12 - Se si debbano battezzare i pazzi furiosi e i dementi

I-II, q. 113, a. 3, ad 1; In 4 Sent., d. 4, q. 3, a. 1, sol. 3; d. 6, q. 1, a. 2, sol. 3, ad 2; d. 23, q. 2, a. 2, sol. 3, ad 2; d. 25, q. 2, a. 1, ad 2; d. 34, q. 1, a. 4, ad 1; De Verit., q. 28, a. 3, ad 2

Pare che non si debbano battezzare i pazzi furiosi e i dementi.

Infatti:

1. Per ricevere il battesimo occorre l'intenzione di chi viene battezzato, come si è detto sopra [ a. 7 ].

Ma i furiosi e i dementi, mancando dell'uso di ragione, non possono avere se non un'intenzione disordinata.

Perciò non vanno battezzati.

2. L'uomo è superiore agli animali bruti in quanto ha la ragione.

Ma i furiosi e i dementi non hanno l'uso di ragione: anzi, per lo più nemmeno c'è da attenderlo in essi [ per il futuro ], come invece lo si attende nei bambini.

Come quindi non si battezzano i bruti, così non si devono neppure battezzare i pazzi furiosi e i dementi.

3. L'uso di ragione è impedito nei furiosi e nei dementi più che in coloro che dormono.

Ma non si è soliti dare il battesimo a chi dorme.

Perciò non lo si deve dare nemmeno ai dementi e ai pazzi furiosi.

In contrario:

S. Agostino [ Conf. 4,4 ] racconta di un suo amico che « trovandosi in uno stato disperato fu battezzato a sua insaputa ».

E tuttavia il battesimo in lui fu valido.

Quindi il battesimo va dato qualche volta anche a coloro che sono privi dell'uso della ragione.

Dimostrazione:

A proposito dei dementi e dei pazzi furiosi bisogna distinguere.

Alcuni infatti sono tali dalla nascita, senza avere mai degli intervalli lucidi in cui appaia qualche barlume di ragione.

E in questo caso quanto al conferimento del battesimo si deve giudicare come nel caso dei bambini, i quali vengono battezzati nella fede della Chiesa, come si è detto [ a. 9, ad 2 ].

Altri invece sono caduti nella demenza partendo da uno stato precedente di salute.

E costoro vanno giudicati secondo la volontà che avevano quando erano sani di mente.

Per cui se allora manifestarono la volontà di ricevere il battesimo, questo va loro amministrato nello stato di pazzia o di demenza, anche se attualmente opponessero resistenza.

Se invece non trapelò in essi alcun desiderio di ricevere il battesimo mentre erano sani di mente, non vanno battezzati.

Ci sono poi altri che, sebbene siano furiosi e dementi fin dalla nascita, hanno tuttavia degli intervalli lucidi nei quali possono correttamente ragionare.

Perciò se in quei momenti vogliono essere battezzati, lo possono essere anche nello stato di follia.

E il sacramento va loro conferito in quelle condizioni in caso di pericolo; altrimenti è meglio aspettare un intervallo lucido, in modo che ricevano il sacramento con più devozione.

Questi minorati invece non vanno battezzati se negli intervalli lucidi non mostrano la volontà di ricevere il battesimo.

Ci sono infine alcuni che, pur non essendo del tutto sani di mente, ragionano però quanto basta per poter provvedere alla propria salvezza e comprendere la virtù del sacramento.

E con questi ci si deve comportare come con i sani di mente, che vengono battezzati dietro il loro consenso, non contro la loro volontà.

Analisi delle obiezioni:

1. I dementi che non hanno mai avuto l'uso di ragione vengono battezzati attraverso l'intenzione della Chiesa, come attraverso il rito della Chiesa credono e si pentono, nel modo che abbiamo indicato sopra [ a. 9, ad 1,2,3 ] a proposito dei bambini.

Quelli invece che per qualche tempo ebbero o hanno l'uso di ragione, vengono battezzati secondo l'intenzione che hanno o che ebbero al tempo della loro sanità mentale.

2. I pazzi furiosi e i dementi mancano dell'uso di ragione accidentalmente, cioè a causa di un qualche impedimento organico, e non perché siano privi dell'anima razionale, come gli altri bruti.

Perciò il confronto non regge.

3. I dormienti non vanno battezzati se non urge un pericolo di morte.

Se invece urge, vanno battezzati qualora abbiano manifestato in precedenza la volontà di ricevere il battesimo, come si è detto [ nel corpo ] anche a proposito dei pazzi; e come S. Agostino [ Conf. 4,4 ] racconta del suo amico che « fu battezzato in stato di incoscienza », a causa del pericolo di morte.

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