Vocazioni e Pastorale Vocazionale

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Capitolo 3

L'Adorazione a Gesù Crocifisso

"Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce" ( Fil 2,8 )

"Per le sue piaghe noi siamo stati guariti" ( Is 53,5 )

"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede ín lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede il lui non è condannato, ma chi non crede è già stato condannato perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio" ( Gv 3,16-18 )

Testimonianza dell'Amore è la croce

Sorgente dell'amore è il Cristo immolato

La sua parole è vita

La sua legge è amore

Il suo Regno è verità e pace

1. L'Adorazione a Gesù Crocifisso e la pastorale vocazionale

L'Adorazione a Gesù Crocifisso, che è promossa e divulgata dai catechisti e catechiste, dai Fratelli delle Scuole Cristiane e dal Movimento di adoratori, ripropone la centralità del Cristo Crocifisso, glorificato nella sua risurrezione.

Tale centralità consiste nel riconoscere e nell'accettare la divinità e la sovranità salvifica universale di Gesù.

Lo scopo del movimento è quello di adorare Gesù nelle sue piaghe sanguinanti e gloriose, sorgenti di risurrezione e di vita, pregando in unione alla Vergine Immacolata e a tutti gli Angeli e i Beati del Cielo.

Dagli scritti di fra Leopoldo leggiamo che Gesù considera l'Unione Catechisti come uno dei primi frutti dell'Adorazione a Gesù Crocifisso e, come leggiamo nel diario del 6 marzo 1914, ci dona la sua benedizione: "Benedico i primi frutti della santa Devozione-Adorazione, cioè i figli Congregati e tutti quelli che cooperano e promuovono la santa Adorazione a me crocifisso".

Poiché l'Adorazione a Gesù Crocifisso è il fondamento dell'Unione Catechisti, occorre che i membri che la compongono, la comprendano bene per praticarla e per favorire un' efficace pastorale vocazionale.

In ogni situazione della vita essa può essere uno stimolo ad accogliere ogni evento alla luce del Crocifisso Risorto:

- Nasce un bimbo oppure la famiglia lo attende con trepidazione?

L'Adorazione aiuta a guardare il neonato dalla luce di Gesù Crocifisso, per capire la preziosità del dono di una vita per la quale Lui è morto sulla croce.

- Sí celebra un battesimo?

La preghiera dell'Adorazione ne spiega il significato: il battesimo è immersione in Cristo Crocifisso, per diventare membra di Lui, salvatore del mondo, e per essergli uniti vitalmente.

- Si partecipa al sacrificio eucaristico?

Esso è la ripresentazione del sacrificio della croce e comunione con Gesù eucaristico che si è dato a noi affinché noi potessimo riceverlo e vivere di lui.

- Cresima

La cresima è ricevere il dono dello Spirito Santo che Cristo ci ha inviato con la sua morte, per farci diventare completamente simili a Lui, attraverso l'azione personale che lo Spirito compie in noi.

- C'è un dolore in famiglia o una preoccupazione?

L'adorazione ci aiuta a vedere le difficoltà e le disgrazie alla luce dei dolori di Cristo: perché il dolore del cristiano è partecipazione alle sofferenze del Crocifisso.

- Soffriamo una ingiustizia?

Essa è sofferta anche da Gesù, che è morto in croce per giustificarci e ci ricorda che anche il nostro peccato è un ingiustizia che ha causato le sue sofferenze.

- Celebriamo un matrimonio?

Esso è partecipazione all' amore che Cristo ha per la sua Chiesa, di quell'amore che sulla croce ha avuto la sua massima espressione.

Così, fino alla fine della nostra vita, ogni istante di essa viene considerato alla luce di Gesù Crocifisso.

2. Sentimenti che debbono accompagnare l'Adorazione a Gesù Crocifisso

I sentimenti di cui è bene essere animati nell' Adorazione a Gesù Crocifisso ce li suggerisce lo stesso fra Leopoldo in una sua visione.

Egli vede un'anima in adorazione, abbracciata alla croce, che ci descrive con queste parole: " Nel 1983 ebbi in sogno una visione, nel castello di viale d'Asti: Vidi in alto Gesù Crocifisso; a suoi piedi stava abbracciata un'anima bellissima, dal volto nobilissimo; teneva gli occhi abbassati modestamente, un po' chino il capo, e la veste era come luminosa; il tutto mi imparadisava.

Fissai lo sguardo su quella soavissima visione: dopo pochi minuti sparì, lasciandomi una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita."

Da questa visione emergono atteggiamenti interiori di pace, amore, gioia, intimità, compassione, misericordia e riparazione.

Sono questi i sentimenti con i quali dobbiamo accostarci al Crocifisso.

Soffermiamoci un poco su alcuni di essi per meglio interiorizzarli.

- Intimità

Si è intimi di una persona quando la si ama di un amore particolare e così grande che ci porta a condividere i suoi stessi sentimenti, le sue ansie, i suoi progetti, e le sue aspettative.

Saremo intimi di Gesù quando lo ameremo con tutto il cuore, quando faremo nostri i suoi sentimenti di amore verso il Padre e verso i fratelli per i quali Egli è venuto a dare la vita.

Non ci può essere intimità e non ci potranno essere frutti dello Spirito senza questo amore: l'amore è il fondamento della fecondità.

L'intimità e i frutti di vita spirituale sono condizionati dal livello di questo amore.

Compassione

Questa parola è composta di due parti: com-patire, patire con, e significa patire con qualcuno: patire insieme a Gesù.

La sofferenza di Gesù nella sua passione fu la più atroce: non produsse in Gesù una sofferenza esclusivamente fisica, ma ad essa si aggiunse una sofferenza morale e spirituale, che unita a quella fisica, rasenta l'infinità di Dio.

Per noi essere compassionevoli, ossia patire insieme a Gesù significa metterlo al centro della nostra vita per identificarci in Lui.

Misericordia

L'essere misericordiosi equivale all'atteggiamento interiore di chi ha il cuore rivolto ai miseri.

É questo l'atteggiamento di chi ha un cuore buono che si china sulla miseria spirituale e materiale dell'uomo e soprattutto sulla più grande miseria di molte persone che non consiste tanto nella fragilità umana che ci rende tutti peccatori, ma nel non credere all'amore di Dio, nel mancare di fiducia in Lui che perdona sempre e ama per primo.

E, non cogliendo il suo amore al quale non credono, rimangono nella loro miseria.

Ma anche coloro che credono, anche noi abbiamo bisogno di aumentare la nostra fede nella misericordia di Dio e nella certezza del suo amore.

Ci aiuta in questo la contemplazione di Gesù che abbraccia la croce.

Egli, non costretto, l'accetta per il suo grande amore per il Padre e per noi, e per il suo desiderio di renderci creature nuove, cioè a sua immagine e somiglianza.

Riparazione

Al sentimento della misericordia è strettamente legato quello della riparazione, che consiste nel voler rimettere a nuovo ciò che è stato danneggiato.

Ci si trova danneggiati o "rotti", in senso spirituale, quando si sacrifica la centralità del Signore nella propria vita per mettere al centro se stessi.

Si ripara questo disordine rimettendo Dio, creatore e signore, al di sopra di tutto e tenendo costantemente presente che in quanto creature soggette alle tentazioni interne ed esterne siamo talmente fragili che necessitiamo continuamente di essere salvati da Lui.

L'Adorazione alle piaghe sanguinanti e gloriose del Signore ci aiuta a mettere il Crocifisso Risorto, al centro della nostra vita e di tutta la realtà, per corrispondere alla sua missione : "… ed io quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me". ( Gv 12,32 )

L'Adorazione a Gesù ripropone così per noi l'adorazione del Venerdì Santo, quando ricordiamo Cristo che muore perché noi viviamo.

La pratica della devozione a Gesù Crocifisso è un mezzo che ci è offerto per aiutarci a posare lo sguardo su Gesù, le cui Piaghe sanguinanti e gloriose sono sorgente di risurrezione e di vita.

Il rapporto di vita che scaturisce dalla contemplazione del Crocifisso Risorto costituisce il fine della pratica di questa devozione.

Disposizioni interiori comunitarie

Queste disposizioni vanno incrementate non solo personalmente, ma anche nelle comunità che nell'Adorazione trovano il nutrimento fondamentale.

Durante l'Adorazione scaturirà spontaneo allora il rendimento di grazie che sorge dalla contemplazione, per rinvigorire la nostra vocazione.

3. Adorazione a Gesù Crocifisso come Movimento per il rinnovamento di vita

Come effetto e ad un tempo come strumento per la pratica corale e la diffusione generalizzata dell'Adorazione, si è costituito e sviluppato il Movimento degli Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso, che si impegnano a praticare e a diffondere l'Adorazione nelle loro comunità, nei loro ambienti di vita e di lavoro, affinché chi vi aderisce possa essere aiutato ad amare Dio, fonte di ogni bene, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché ognuno che crede non perisca, ma abbia la vita eterna". ( Gv 4,16 )

La pratica abituale dell'Adorazione così concepita favorisce l'educazione cristiana del popolo di Dio, prepara a ricevere con frutto i sacramenti, stimola la pratica cristiana della vita individuale, familiare e comunitaria, nell'attesa di contemplare l'Agnello immolato per la nostra salvezza, nella gloria del suo Regno.

L' Adorazione a Gesù Crocifisso, come fra Leopoldo riferisce nel suo Diario, è una via privilegiata verso la santità.

In una sua visione dice: Trasportato d'amor santo per Maria SS.ma domandai: "Cosa posso fare per consolare il tuo Divin Figlio?".

"Fa come fai ora: amalo e fallo amare con la Divozione al SS. Crocifisso e invitando le persone a praticarla, così camminerai a passi di gigante nella via della santità, traendo da così amabile tesoro virtù preziose". ( 6 novembre 1908 ).

E altrove: "Mezzo efficacissimo per sospendere i flagelli è L'Adorazione al SS. Crocifisso". ( Maria SS. 25 novembre 1908 ).

E ancora: "Un numero immenso, incalcolabile di anime andranno salve per questa Divozione, e tu Leopoldo ne avrai il merito". ( Maria SS. 28 novembre 1908 ).

Gesù Crocifisso stesso desidera che si diffonda questa devozione: il 18 gennaio 1915 apparendogli disse: "É' mio desiderio che passi ai Fratelli delle Scuole Cristiane ciò che io ho operato per mezzo tuo".

4. L'Adorazione a Gesù Crocifisso ci aiuta a discernere e a perseverare nelfa propria vocazione

L'Adorazione a Gesù Crocifisso, praticata ogni giorno con crescente amore, è una delle vie privilegiate per conseguire la santità nello stato di vita nel quale Dio ci chiami a diventare santi.

É santo chi per amore a Dio ricambia, per quanto può una creatura, tale amore e si fa suo servo, ponendosi, come Gesù, a servizio dei fratelli.

L'amore, come Gesù ci ha insegnato e Lui stesso ha realizzato, è il modo più alto con il quale offrire il nostro servizio a Dio e ai fratelli.

Egli è venuto tra noi non per farsi servire ma per servire e donare la propria vita per salvarci.

Il dono che Gesù ci offre è quello di aiutarci a ricostituire la sua immagine e somiglianza in noi, deformata dal peccato.

Egli ce la ricostruisce distruggendo il peccato che ce la deforma, e la rende più sublime per l'incorporazione in Lui, mostrandoci in tal modo la via della pienezza di vita.

La nostra più grande miseria è distaccarci da Lui, ed è questo il peccato, ma se accogliamo il suo amore, testimoniato dalle sue piaghe sanguinanti e gloriose, il peccato non ha più potere su di noi perché Egli l'ha distrutto con la sua Passione, Morte e Risurrezione.

Dio, datore della vita, vuole che ogni persona, libera dal peccato, viva in pienezza la propria vita, e la viva ad ogni livello, sia fisico, che psichico e soprattutto spirituale.

Ognuno che lo desideri può vivere in pienezza la propria vita, a condizione che sia disposto a spenderla, come ha fatto Gesù, per la gloria di Dio e per un servizio d'amore ai Fratelli.

L'incertezza che talvolta ci può prendere nel servizio da rendere a Dio e ai fratelli è quella della scelta dello stato di vita nel quale rendere questo servizio.

Molti non trovando una risposta che li gratifichi, rimuovono il problema non pensandoci; ma questo non lo risolve ma lo lascia irrisolto come prima; ed il più delle volte queste persone finiscono con il condurre una vita amorfa ed insignificante, caratterizzata dalla tiepidezza e dalla noia.

Premesso che Dio non ci nasconde ciò che desidera da noi, normalmente Egli a chi è in ricerca di Lui, lo manifesta attraverso un serio discernimento di quanto gli mette nel cuore.

Questo personale discernimento, per i nostri limiti e passioni sempre in agguato, riesce non sempre chiaro e immediato, per cui può essere rischioso farlo da soli, per il pericolo di essere travolti da forti ma instabili sentimenti.

Chi ci può validamente aiutare in questa ricerca è un direttore spirituale con il quale esaminare insieme i seguenti punti:

• valutare l'autenticità di quanto riteniamo che Dio ci ponga nel cuore;

• constatare se si hanno o se si possono conseguire a breve termine, le qualità fisiche, spirituali e intellettuali richieste per lo svolgimento di una determinata missione;

• verificare se l'eventuale scelta di uno stato di vita venga fatta tenendo conto di una nostra gratificazione personale, o se si ha di mira innanzitutto la gloria di Dio e la necessità dei fratelli.

Un simile esame ci aiuta a capire in base all'esame di questi tre punti, ma soprattutto illuminati dalla luce dello Spirito Santo, se davvero abbiamo o no una determinata vocazione.

Tra gli stati di vita a cui Dio chiama, il più frequente è quello coniugale.

Ma il discepolo di Cristo che lo sceglie, perché ad esso si sente chiamato, deve essere motivato non solo da ragioni umane, come la dolcezza dell'amore sponsale e la prospettiva della paternità e maternità umana.

Questi elementi, che pur sono doni di Dio e rispondono alla sua volontà ( "siate fecondi e moltiplicatevi" Gen 1,28 ), devono essere vissuti nell'atteggiamento di una vocazione, e cioè come risposta alla prospettiva di santificarsi nel matrimonio, che è un sacramento, ed è simbolo delle mistiche nozze di Gesù con la Chiesa, celebrate sulla Croce.

L'Unione Catechisti, attraverso gli Sposi Catechisti, facilita il conseguimento di tale spiritualità, per cui i coniugi, essendo in Cristo una sola carne ( cfr. Mt 19,6 ), sono modello dell'amore di Gesù per ogni persona, e si pongono come operatori della catechesi familiare, cioè l'annuncio catechistico nella famiglia, in particolare con l'educazione religiosa dei figli, e all'esterno tramite l'esempio della famiglia cristiana.

L'esperienza ci insegna che purtroppo il matrimonio, quando non è vissuto in Cristo, porta spesso a divisioni e talora a divorzi.

Quindi anche il matrimonio va vissuto come una vocazione in Cristo.

Ma vi è un altro stato di vita in cui le mistiche nozze con Cristo, non sono solo raffigurate e realizzate tra gli sposi, ma vengono celebrate direttamente fra Cristo e il fedele.

Sono nozze spirituali, ma più intense e più feconde di quelle naturali, perché attengono direttamente al rapporto con Gesù e sono fruttuose per tutti i fratelli.

Se le nozze umane hanno una dolcezza, come detto sopra, quelle con Cristo hanno un fascino particolare e insostituibile, che rende accette anche le rinunzie e i sacrifici che la verginità, la povertà e l'obbedienza possono portare.

Una volta chiarito, in un clima di umiltà e di intensa preghiera e invocazione allo Spirito Santo, lo stato di vita prescelto, al quale Dio ci chiama, occorre accoglierlo con animo lieto e avendo nel cuore la disponibilità a sopportare le possibili croci legate a tale scelta.

Il vero discepolo, consacrato a Gesù, spesso non verrà capito dagli altri e non di rado verrà osteggiato in quello che fa, perché il suo modo di pensare e di agire è diverso da quello della massa, e ciò infastidisce.

Tutto questo non ci deve meravigliare perché Gesù ci ha detto che il discepolo non è da più del Maestro e che se hanno perseguitato Lui perseguiteranno anche i suoi discepoli.

Ciò non significa che necessariamente i discepoli di Gesù debbano sopportare un martirio cruento come Gesù, ma che ogni suo vero discepolo deve essere disposto al martirio del cuore, e se gli sarà richiesto, anche a quello cruento.

Nella gioia e nel dolore gli amici di Gesù hanno la certezza di non essere mai soli e che ogni loro sofferenza, palese o nascosta, sofferta con Lui sarà fonte di salvezza per tanti fratelli.

Questa è la segreta forza che gli amici di Gesù attingeranno dalla contemplazione delle sue piaghe sanguinanti e gloriose.

Sarà questa forza che li aiuterà a portare la croce con gaudio, e a offrire con amore, all'amabilissimo nostro Signore, tutto se stessi in ogni situazione di vita, e a diventare santi.

L'Unione Catechisti offre una missione particolarmente efficace e suggestiva per questi consacrati:

• sentire intuitivamente l'unione nuziale con Cristo adorandolo sulla croce, dove in particolare si celebrano le nozze con Lui, praticando l'Adorazione;

• essere pienamente disponibili alle necessità dei fratelli, operando nel mondo, e cioè: catechizzandoli per le vie, sui lavoro e nei vari ambienti di vita.

Altre particolari forme vocazionali, non sono state sviluppate in questa lettera, come il sacerdozio ministeriale, il cui compito peculiare è quello della predicazione e della celebrazione dei Sacramenti e lo stato religioso formato da coloro che il Signore chiama a vivere come frati, monaci o suore, in monasteri, in conventi o in comunità religiose costituite dagli Ordini o dalle Congregazioni religiose: tutti stati di vita eccellenti che, oltre a rendere un prezioso servizio di carità, anticipano in qualche modo e rendono visibile le realtà future.

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