IX stazione

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca 23,27-28.31

Lo seguiva una grande folla di popolo, e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: " Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.

Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ".

Meditazione

Gli uomini hanno condannato Gesù, ma le donne lo seguono piangendo.

Non ci sono donne tra i nemici di Gesù.

In segno di maternità oltraggiata esse si percuotono il petto.

Ma Gesù dice loro: " Non piangete.

Non piangere, Madre mia.

Fra tre giorni, io mi leverò ". ( Citato dalla Liturgia bizantina )

Non si deve piangere sul sacerdote che celebra il sacrificio dell'universale santità.

Sul destino dell'uomo si deve piangere, su ciò che l'uomo ha fatto del suo destino.

Lazzaro è morto, già se ne avverte il fetore.

Già i nemici assediano la città, le forze del nulla accerchiano l'uomo e lo trascinano verso il baratro del vuoto.

Gesù assume questo destino per vincerlo.

Egli ha risuscitato Lazzaro e si appresta ad affrontare Colui che separa, il quale non ha con lui complicità alcuna.

Per poterci dire infine un giorno: " Io asciugo ogni lacrima dai vostri occhi; non c'è più morte, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate ". ( Ap 21,4 )

Orazione

La torre di Siloé continua a crollare, gli eserciti incendiano sempre le città.

E tutto ciò non perché tu voglia punirci, ma perché noi diventiamo legno secco.

Tu, legno verde, donaci la tua linfa perché sappiamo come asciugare le lacrime delle donne di Gerusalemme.

Fa' che ciascuno di noi sia la Veronica che terge il sudore dal tuo volto, perché il tuo volto sulle nostre icone - ogni uomo è la tua icona -, sia per noi la porta dell'eternità.