Catechismo degli Adulti

Indice

Introdotti nella vita trinitaria

Cat. Chiesa Cat. 62-64; 1265-1266; 1709; 1996-1999; 2060

805 L'antica alleanza

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Chiamati a prendere parte alla vita di Dio, dobbiamo renderci consapevoli di che cosa comporti propriamente questa partecipazione.

Nelle diverse religioni il rapporto con Dio a volte assume la forma della distanza e della quasi estraneità; altre volte la forma della identificazione e dell'assorbimento totale.

Nella Bibbia è inteso come alleanza e comunione, cioè come unità nell'alterità.

La forma arcaica da cui si parte è quella di un patto di vassallaggio.

Con questa figura, presa dall'esperienza sociale e giuridica, si vuole indicare una speciale reciproca appartenenza tra Dio e Israele.

Dio fa dono di una sua particolare presenza e promette benedizione, prosperità, pace: "Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo" ( Lv 26,12 ).

Israele da parte sua si obbliga a rispondere con la fede e il culto esclusivo, con l'obbedienza alla legge: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!" ( Es 19,8 ).

Il patto, stabilito mediante Mosè, ( Es 19,3-20,21; Es 24,1-11 ) viene rinnovato nei momenti cruciali con Giosuè, David, Giosìa, Esdra e Neemìa. ( Gs 24,1-28; 2 Sam 7,1-17; 2 Re 23,1-3; Ne 8-10 )

Al di là dei doni di Dio, le grandi anime religiose cercano Dio stesso, il suo volto: "La tua grazia vale più della vita" ( Sal 63,4 ); "Il mio bene è stare vicino a Dio" ( Sal 73,28 ).

Sono soprattutto i profeti a mettere in evidenza il contenuto più spirituale dell'alleanza: l'amore reciproco, sponsale. ( Is 54,6-7; Ez 16,1-45; Os 2,4-25 )

Mentre esaltano la fedeltà di Dio, essi lamentano l'infedeltà del popolo e annunciano una nuova e definitiva alleanza, che comporterà una nuova abbondante effusione dello Spirito. ( Ger 31,31-34; Ez 36,25-28;
Os 2,20-24 )

Cat. Chiesa Cat. 610-611; 1965

806 La nuova alleanza

Gesù Cristo attua la nuova alleanza, ( Eb 8,6-13; Eb 10,1-22 ) che è unione sponsale con la Chiesa,
( Ef 5,22-32 ) reciproco dono di sé e comunione di vita in virtù dello Spirito Santo. ( Rm 8,1-17; 1 Cor 1,9;
2 Cor 3,6; 2 Cor 13,13 )

I credenti vi partecipano mediante i sacramenti, specialmente il battesimo e l'eucaristia: ( Mc 14,24; Lc 22,20; 1 Cor 10,15-17; 1 Cor 11,25 ) in loro, come in un tempio, viene ad abitare Dio.

Cat. Chiesa Cat. 797-798

807 Il tempio vivo

Nelle religioni il tempio è uno spazio terrestre, coperto dal tetto o spalancato al cielo, riservato alla divinità; un luogo santo, dove Dio si fa presente in modo speciale e gli uomini vanno ad onorarlo con gesti e parole rituali, diversi da quelli ordinari.

I primi cristiani, esclusi dal tempio di Gerusalemme e senza templi propri, non esitano a dichiarare che il tempio della definitiva presenza di Dio è il corpo risorto di Cristo e con lui la Chiesa e ognuno dei suoi membri personalmente. ( 1 Cor 3,16-17; 2 Cor 6,16; 1 Pt 2,4-5; 1 Gv 4,16 )

Sono consapevoli che non solo i riti religiosi, ma tutti gli impegni della vita quotidiana si svolgono al cospetto dell'Altissimo come "sacrificio vivente, santo e gradito a Dio" ( Rm 12,1 ).

Cat. Chiesa Cat. 260

808 Abitati dalla Trinità

Questa nuova presenza interiore, che i teologi chiamano "inabitazione", viene attribuita innanzitutto allo Spirito Santo. ( 1 Cor 3,16; 1 Cor 6,19; 2 Tm 1,14 )

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Ma con lui vengono ad abitare nell'uomo anche il Figlio e il Padre: "Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" ( Gv 14,23 ).

Il Padre è nel Figlio e il Figlio è nei discepoli, mediante lo Spirito, perché diventino una sola cosa e siano perfetti nell'unità. ( Gv 17,22-23 )

Entriamo così in una dimensione misteriosa e sublime, la comunione trinitaria. ( 1 Gv 1,3 )

Elevati dallo Spirito Santo e assimilati a Dio nell'essere e nell'agire, partecipiamo alla sua conoscenza e al suo amore; ci apriamo alle divine persone con una esperienza ancora oscura, ma già protesa alla visione beatifica.

La loro presenza, quando nei mistici diventa luminosa e trasparente, si manifesta come una realtà meravigliosa e inebriante, che nessuna parola può descrivere.

Che cosa sarà allora l'ultimo compimento di questa alleanza nuziale dell'Agnello con la Chiesa, sua sposa?
( Ap 19,7-9; Ap 21,2.9 )

Siamo chiamati a entrare in relazione non solo con le persone e le cose di questo mondo, ma anche e soprattutto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, già adesso e poi nell'eternità.

Sta qui la nostra più alta dignità7 e il valore inaudito del nostro faticoso cammino.

809 La nostra sublime vocazione è vivere in comunione di amore con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, prima nell'oscurità della fede e poi nello splendore della visione.

Le divine persone si comunicano a noi interiormente e stabiliscono in noi una nuova meravigliosa presenza.

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7 Gaudium et Spes 19