Sermoni sul Cantico dei Cantici

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Sermone LXVI

I. Ancora su questi nuovi eretici; sono questi quelli dei quali specialmente dice l’Apostolo che nell’ipocrisia proferiscono menzogna

1. Prendeteci le volpi piccoline che guastano le vigne ( Ct 2,15 ).

Eccomi nuovamente a queste volpi.

Sono esse che camminano fuori strada e vendemmiano la vigna.

Non si contentano di abbandonare la strada se non possono disertare anche la vigna, aggiungendo anche la prevaricazione.

Non basta loro essere eretici, vogliono essere anche ipocriti, perché il loro peccato sia grande oltre misura.

Sono questi quelli che vengono in veste di pecore, per denudare le pecore e spogliare gli arieti.

Non ti sembra adempiuta l’una e l’altra cosa quando le popolazioni vengono private della fede e i sacerdoti depredati dalle popolazioni?

Chi sono questi predoni?

All’abito sono pecore, per l’astuzia volpi, per la crudeltà lupi.

Sono questi coloro che vogliono sembrare buoni, non esserlo, essere cattivi, ma non apparire tali.

Sono malvagi e vogliono sembrare buoni, per non essere malvagi essi soli; temono di apparire cattivi, per non esser cattivi in pochi.

Infatti, la malizia conosciuta ha sempre recato minor danno, né uno buono è mai stato ingannato se non con la simulazione del bene.

Così, dunque, costoro cercano di apparire buoni in danno dei buoni; non vogliono apparire cattivi per poter maggiormente malignare.

Essi non si preoccupano di coltivare le virtù, ma di colorare i vizi con una patina di virtù.

Infine, chiamano religione l’empia superstizione.

Dicono solo al di fuori di non portare pregiudizio all’innocenza, attribuendo solo a se stessi il colore dell’innocenza.

Per coprire la turpitudine si insigniscono con il voto di continenza.

Ritengono che la turpitudine sta nell’aver moglie, mentre le relazioni con questa sono le sole esenti da turpitudine.

Sono rozzi e idioti, e del tutto spregevoli; ma, vi dico, non per questo bisogna agire con loro con negligenza: Tendono infatti a far crescere sempre di più nell’empietà, e la loro parola si propaga come una cancrena ( 2 Tm 2,17 ).

2. E poi non li trascurò lo Spirito Santo che un tempo vaticinò chiaramente di costoro dicendo: Lo Spirito Santo dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall’ipocrisia di impostori, e già bollati a fuoco nella loro coscienza.

Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie ( 1 Tm 4,1-3 ).

Questi, proprio di questi parlava.

Costoro proibiscono di sposarsi, costoro si astengono da cibi che Dio ha creato, come vedremo in seguito.

Ed ora vedete se questo non è un inganno dei demoni, più che degli uomini, secondo che aveva predetto lo Spirito.

Chiedi ad essi quale sia l’autore della loro setta.

Non indicheranno alcun uomo.

Quale eresia non ha avuto tra gli uomini un suo eresiarca?

I Manichei ebbero come capo e maestro Mane, i Sabelliani Sabellio, gli Ariani Ario, gli Eumoniani Eumonio, i Nestonani Nestorio.

Così tutte le altre pesti del genere ebbero ciascuna i loro maestri, uomini a cui fanno risalire la loro origine e dai quali presero il nome.

Sotto qual nome o titolo si possono catalogare questi ultimi?

Poiché la loro eresia non ha origine da un uomo, né da uomo l’hanno ricevuta; tanto meno, poi, l’hanno avuta per rivelazione di Gesù Cristo, ma piuttosto come predisse lo Spirito Santo, per suggestione e inganno dei demoni che ipocritamente hanno insinuato la menzogna, proibendo il matrimonio.

3. Davvero ipocritamente e con volpina scaltrezza dicono questo, fingendo di dire questo per amore della castità, mentre è un ritrovato per favorire la turpitudine e moltiplicarla.

La cosa, tuttavia, è talmente risaputa che mi meraviglio come mai un cristiano possa cadere nei loro lacci: sennonché questi tali sono così bestiali da non accorgersi, come chi condanna le nozze apre le porte a ogni specie di immondizia; oppure sono così vieni di malizia, e presi da diabolica malignità che, pur avvertendo la cosa, la dissimulano, e si fanno un piacere della perdizione degli uomini.

II. Condannano le nozze; taluni le ammettono solo per chi è vergine. Confutazione

Togli dalla Chiesa l’onorato connubio, togli il talamo immacolato: non la riempirai forse di concubinari, di incestuosi, di libidinosi e di effeminati, di invertiti e di ogni specie di immondi?

Scegliete dunque tra le due cose: o che si salvano tutti questi mostri di uomini, o il numero dei salvati si riduce ai pochi continenti.

In un caso come siete stretti, e quanto larghi nell’altro!

Ma nessuno di questi due casi conviene al Salvatore.

E che? Sarà coronata la turpitudine?

Nulla è meno decente per l’Autore dell’onestà.

Saranno tutti dannati, eccetto il piccolo numero dei continenti?

Non è questo esser Salvatore.

Rara è sulla terra la continenza; né per un così piccolo guadagno quella pienezza si è annichilita sulla terra.

E in che modo tutti abbiamo da essa ricevuto se ha concesso ai soli continenti la partecipazione di sé?

A questo non rispondono, ma neppure a quest’altro, penso io: se in cielo c’è posto per l’onestà e non possono stare insieme l’onesto e il turpe, come non ci può essere società tra la luce e le tenebre, è chiaro che nel luogo della salvezza non vi può essere posto per nessuno degli immondi.

Se uno pensa diversamente lo rimprovera la voce dell’Apostolo che dice, togliendo ogni ambiguità: Quelli che operano tali cose non possederanno il Regno di Dio ( Gal 5,21 ).

Da quale caverna verrà ora fuori questa piccola volpe?

Penso che sia stata presa nella fossa, nella quale si è fatta come due buchi, uno per entrare e uno per uscire.

Così era abituata a fare.

Vedi ora come da una parte e dall’altra le è preclusa l’uscita.

Se nei cieli colloca i soli continenti, viene meno per la massima parte la salvezza; se vuol mettere insieme con i continenti ogni specie di sporcizie non c’è più onestà.

Ma é più giusto che perisca essa, e non potendo uscire né di qui né di là resti per sempre rinchiusa e prigioniera nella fossa che ha scavato.

4. Alcuni dissenzienti tuttavia dagli altri dicono che il matrimonio si può contrarre solo da persone vergini.

Ma non vedo quali ragioni possano addurre per giustificare questa distinzione.

Solo questo risulta evidente, che fanno a gara tra di loro per lacerare con denti di vipera i sacramenti della Chiesa, come le viscere della madre, ognuno a suo capriccio.

Quello, infatti, che pretendono circa i primi coniugi, che cioè erano vergini, non pregiudica affatto la libertà del matrimonio, per cui non sia lecito contrarlo dai non vergini.

Ma non so che cosa sussurrino di aver trovato nel Vangelo che pensano dar ragione alla loro opinione.

Forse quel passo dove il Signore, premessa la testimonianza della Genesi: E Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, li creò maschio e femmina, dopo aggiunse: Dunque quello che Dio ha unito l’uomo non separi ( Gen 1,27; Mc 10,10 ).

« Questi, dicono, Dio li ha uniti perché erano vergini entrambi, e ormai non si possono più separare: Non sarà, invece, da Dio un’altra unione fatta in diverse condizioni ».

« Chi ti ha detto che Dio li ha uniti perché erano forse vergini? », riprende.

« Lo erano, ma non è lo stesso dire che furono uniti vergini e dire che furono uniti perché vergini.

Quantunque neppure questo sia detto espressamente, che cioè erano vergini, sebbene in realtà lo fossero.

È stata espressa la diversità dei sessi, non la verginità, essendo detto: Li creò maschio e femmina.

E con ragione.

L’unione matrimoniale non richiede l’integrità del corpo, ma l’attitudine dei sessi.

Giustamente perciò nell’istituirla lo Spirito Santo espresse il sesso, e non parlò della verginità, né diede occasione alle insidiose volpi di andare a caccia di parole.

Il che ben volentieri avrebbero fatto, sebbene inutilmente.

Se avesse pur detto la Scrittura « li creò vergini », ne dedurresti per questo che si possono sposare solo i vergini?

E tuttavia come esulteresti se solo avessi trovato questa frase?

Come avresti disprezzato le seconde e le terze nozze?

Come avresti insultato la Chiesa Cattolica che unisce tanto più volentieri in matrimonio le meretrici e i lenoni, in quanto non dubita che così essi passano da una vita turpe a una onesta?

Forse faresti un rimprovero a Dio, che comanda al Profeta di prendere in moglie una sgualdrina: ma ora non hai questo pretesto, e ti piace essere eretico senza motivo.

Poiché l’argomento che hai portato per giustificare il tuo errore è piuttosto contrario e di molto a te, che non in tuo favore.

5. Ora senti un argomento che, o ti confonde del tutto, o ti corregge, e distrugge e manda in frantumi la tua eresia.

La donna è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore ( 1 Cor 7,39 ).

È Paolo che concede alla vedova di sposare chi vuole e tu al contrario comandi che nessuna si sposi se non è vergine, e nel caso solo con un uomo vergine, e non con chi lei vuole?

Perché mai vuoi accorciare la mano del Signore?

Perché restringi la larga benedizione delle nozze?

Per quali ragioni riservi alla verginità quello che é stato concesso al sesso?

Non concederebbe Paolo questo se non fosse lecito.

Ma dico poco « concede »: lo vuole anche: Voglio, dice, che le più giovani si sposino ( 1 Tm 5,14 ): né vi è dubbio che non parli alle vedove.

Che vi è di più chiaro? Dunque, quello che concede perché è lecito lo vuole anche perché è conveniente.

Ciò che è lecito e conveniente l’eretico lo vieta?

Nulla in questa proibizione si spiega se non perché è eretico.

III. I cibi che giudicano immondi; dicono di consumare il corpo di Cristo, e si dicono « apostolici »

6. Ci rimane da scuotere un poco costoro riguardo al rimanente della profezia dell’Apostolo.

Come egli predisse, infatti, questi si astengono dai cibi che Dio ha creato perché fossero presi con rendimento di grazie, mostrandosi anche da questo eretici, non perché si astengono, ma perché lo fanno al modo degli eretici.

Poiché anch’io talvolta mi astengo, ma la mia astinenza è soddisfazione per i peccati, non superstizione motivata da empietà.

Rimproveriamo forse Paolo che castiga il suo corpo e lo riduce in servitù?

Mi astengo dal vino, perché nel vino vi è lussuria, o, se sono infermo, lo berrò un poco, secondo il consiglio dell’Apostolo.

Mi asterrò dalla carne, perché mentre nutre troppo, non nutra insieme anche i vizi della carne.

Cercherò di prendere con misura lo stesso pane, perché non mi renda pesante lo stomaco e provi tedio nell’orazione, e mi rimproveri anche il Profeta perché mangio il mio pane fino alla sazietà.

E neanche mi abituerò a riempirmi troppo di semplice acqua, perché la dilatazione del ventre diventi incentivo alla libidine.

Diversamente l’eretico: egli ha in orrore il latte e tutti i suoi derivati, è in genere tutto quello che ha relazione con il rapporto carnale.

È cosa retta e cristiana se uno se ne astiene non perché provengono dall’unione carnale, ma perché fomentano le passioni della carne.

7. Del resto che senso ha questa generale proibizione di mangiare tutto quello che viene prodotto in seguito alla relazione carnale?

Mi genera sospetto questa osservanza rispetto ai cibi così espressamente indicata.

Tuttavia, se adduci le norme dei medici che prescrivono di mangiare questo e non quello per riguardo alla salute, non condanniamo la cura della carne che nessuno mai ha in odio, purché si eviti ogni esagerazione; se ti rifai alla disciplina degli astinenti, ossia dei medici spirituali, approviamo anche la virtù, con la quale assoggetti la carne e poni un freno alla libidine.

Ma se, imitando la stoltezza dei Manichei, pretendi porre dei limiti alla beneficenza di Dio, di modo che quello che egli ha creato e ci ha donato perché lo prendessimo con azioni di grazie, tu, non solo ingrato, ma temerario censore, lo reputi immondo e te ne astieni come da cosa cattiva, non solo non lodo la tua astinenza, ma ho in esecrazione la tua bestemmia, dirò che tu piuttosto sei immondo, tu che dici immonda qualche cosa.

Tutto è mondo per i mondi ( Tt 1,15 ), dice quell’ottimo estimatore delle cose, e nulla è immondo se non per colui che stima immonda qualche cosa: Ma agli immondi e agli infedeli nulla è mondo, ma immonda è la loro mente e la loro coscienza ( Tt 1,15 ).

Guai a voi che avete respinto i cibi che Dio ha creato e che voi reputate immondi e indegni di essere immessi nei vostri corpi, mentre per questo il corpo di Cristo che è la Chiesa rigetta voi come corrotti e immondi.

8. Non ignoro che si gloriano di essere essi soli il corpo di Cristo; lo credano essi, che pensano anche di avere il potere di consacrare ogni giorno alla loro mensa il corpo e il sangue di Cristo, per nutrire sé e le membra del corpo di Cristo.

Si vantano, infatti, di essere i successori degli Apostoli, e si chiamano Apostoli, ma non riescono a mostrare alcun segno del loro apostolato.

Fino a quando la lucerna è sotto il moggio?

Voi siete la luce del mondo ( Mt 5,14 ), fu detto agli Apostoli, e perciò gli Apostoli sono sul candelabro per illuminare il mondo.

È vergogna che i successori degli Apostoli non siano luce del mondo, ma luce del moggio e tenebre per il mondo.

Diciamo loro: « Voi siete le tenebre del mondo » e passiamo ad altro.

Dicono di essere la Chiesa, ma contraddicono colui che ha detto: Non può star nascosta una città posta sul monte ( Mt 5,14 ).

E così voi credete che quella pietra staccata dal monte senza mano d’uomo, che è diventata una montagna e ha riempito il mondo, si sia rinchiusa nei vostri antri?

E non fermiamoci neanche qui.

La fama stessa rifiuta di fare pubblicità, contenta del sussurro.

Ha e avrà sempre Cristo integra la sua eredità, e come suo possesso i confini della terra.

A questa grande eredità sottraggono se stessi coloro che si sforzano di sottrarla a Cristo.

9. Vedete i detrattori, vedete i cani.

IV. Confutazione del fatto che dicono che non si devono battezzare i bambini, non si deve pregare per i defunti, non si deve chiedere la intercessione dei santi

Ci deridono perché battezziamo i bambini, perché preghiamo per i morti, perché ci raccomandiamo ai Santi.

Da ogni genere di uomini e da ogni sesso si affrettano a proscrivere Cristo, dagli adulti, dai bambini, dai vivi e dai morti; dai bambini, dico, a causa dell’impossibilità della natura, dagli adulti per la difficoltà della continenza, defraudando i morti dell’aiuto dei viventi, e i viventi dell’intercessione dei Santi passati a miglior vita.

Ma non è così: Dio non abbandona il suo popolo, che è numeroso come la sabbia del mare, né si accontenterà di pochi eretici colui che ha redento tutti.

Non è, infatti, piccola, ma abbondante presso di lui la redenzione.

Quanto invece è il numero di costoro, in paragone con l’enormità del prezzo?

Ma piuttosto si privano del prezzo coloro che si sforzano di renderlo inutile.

Che importa, infatti, se il bambino non può parlare per se stesso, se per lui la voce del sangue di suo fratello, e quale fratello, grida a Dio dalla terra?

È presente e grida anche la madre Chiesa.

E il bambino? Non ti sembra che anch’egli sospiri in certo qual modo verso le fonti del Salvatore, che gridi a Dio, e con i suoi vagiti esclami: Signore, soffro violenza, rispondi per me ( Is 38,14 )?

Implora l’aiuto della grazia perché soffre violenza dalla natura.

Grida l’innocenza del misero, grida l’innocenza del pargolo, grida la debolezza del servo.

Gridano, dunque, tutte queste cose, il sangue del fratello, la fede della madre, la necessità del misero e la miseria del bisognoso.

E si grida al Padre; ora il Padre non può rinnegare se stesso: è Padre.

10. Nessuno mi dica che quel bambino non ha la fede, dal momento che la madre gli dà la sua, avvolgendolo con essa nel Sacramento, fino a che egli sia capace di ricevere la sua evoluta e pura, non tanto con il senso, ma con il suo consenso.

È, forse, questa fede una veste corta che non possa coprirli entrambi?

Grande è la fede della Chiesa.

È, forse, meno grande della fede della Cananea che si sa essere bastata per sé e per la figlia?

E perciò si senti dire: O donna, grande è la tua fede!

Ti sia fatto come hai domandato ( Mt 15,28 ).

È, forse, inferiore alla fede di coloro che, lasciando calare il paralitico attraverso il tetto, ottennero per lui la salute dell’anima e insieme del corpo?

Vedendo la loro fede, è detto, disse al paralitico: abbi fiducia, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati, e poco dopo: Prendi il tuo lettuccio e cammina ( Mc 2,5-9 ).

Chi crede queste cose non solo si persuaderà come giustamente la Chiesa creda nella salvezza dei bambini battezzati nella sua fede, non solo, ma anche nella corona del martirio dei bambini uccisi a causa di Cristo.

Stando così le cose nessun pregiudizio sarà a carico dei rigenerati per il fatto che è scritto: Senza fede è impossibile piacere a Dio ( Eb 11,6 ), non essendo senza fede coloro che in testimonianza della fede hanno ricevuto la grazia del Battesimo.

E neppure per quanto è detto altrove: Chi poi non avrà creduto sarà condannato ( Mc 16,16 ).

Che altro, infatti, è credere, se non aver la fede?

Così anche la donna potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede ( 1 Tm 2,15 ), e nei bambini la salvezza sarà giustificata dal lavacro di rigenerazione, e gli adulti che non potranno essere continenti si redimeranno con il frutto del trenta per cento del matrimonio; anche le preghiere e i sacrifici dei viventi saranno di giovamento, mediante il ministero degli Angeli, ai defunti che ne hanno bisogno e ne sono degni, e non mancheranno i favori di coloro che già sono pervenuti al premio eterno a: pro di quelli che sono ancora in vita, per Dio che è dappertutto, e in Dio nel quale i trapassati continuano ad essere presenti ai vivi per la carità.

Infatti anche Cristo per questo è morto ed è ritornato alla vita, per essere il Signore dei morti e dei vivi ( Rm 14,9 ).

Per questo anche è nato bambino, e passando per i vari gradini dell’età divenne uomo, perché non fosse estraneo a ogni età.

11. Non credono, questi eretici, che il fuoco del purgatorio resta dopo la morte, ma dicono che appena l’anima è separata dal corpo, o passa al riposo o alla dannazione.

Chiedano, pertanto, a colui che ha detto esservi un certo peccato che non sarà rimesso né nella vita presente, né nella futura, perché abbia detto questo, se nella vita futura non vi sarà remissione, né purgazione dei peccati.

V. Disprezzano gli Ordini e gli statuti della Chiesa, e ciò è segno di maggiore ostinazione, quando sono presi, si danno la morte per le loro sette

Infine, non fa meraviglia se, non riconoscendo la Chiesa, parlano male degli Ordini della Chiesa e non ne accettano gli statuti, se disprezzano i sacramenti, se non obbediscono ai precetti.

« Peccatori dicono sono gli apostolici, gli arcivescovi, i vescovi, i sacerdoti, e per questo non sono idonei né ad amministrare, né a ricevere i sacramenti.

Non convengono mai queste due cose: essere vescovo o peccatore ».

È falso: vescovo era Caifa, e tuttavia quanto grande peccatore, lui che ha dettato la sentenza di morte contro il Signore!

Se neghi che fosse vescovo è contro di te la testimonianza di Giovanni, che in testimonianza del suo pontificato riferisce pure che ha profetato

Apostolo era Giuda, e benché avaro e scellerato era stato scelto dal Signore.

Dubiti forse che fosse apostolo chi era stato eletto dal Signore?

Non vi ho forse scelti io tutti e dodici, e uno di voi è un diavolo? ( Gv 6,70 ).

Senti come il medesimo Apostolo è detto scelto e chiamato diavolo; puoi negare ancora che sia vescovo chi è peccatore?

Sulla cattedra di Mosè sedettero Scribi e Farisei ( Mt 23,2 ) e chi non obbedisce loro come a vescovi è reo di disobbedienza, dicendo il Signore e ordinando: Fate quello che dicono ( Mt 23,3 ).

È chiaro che per quanto Scribi, per quanto Farisei, per quanto grandi peccatori, per riguardo tuttavia alla cattedra di Mosè, appartiene anche ad essi quello che dice il Signore: Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me ( Lc 10,16 ).

2. A questo popolo stolto e insipiente gli spiriti dell’errore, che ipocritamente proferiscono menzogne, hanno insegnato molte altre cose; ma non è il caso di rispondere a tutte.

E chi le conosce tutte? E poi sarebbe un lavoro infinito voler rispondere a tutte, e per nulla necessario.

Poiché, quanto a costoro, né si convincono con ragioni, perché non capiscono, né si correggono con autorità, perché non la ricevono, né si piegano con argomenti, perché sono perversi.

Si è provato: preferiscono morire piuttosto che convertirsi.

La loro fine è la morte, e per ultimo li aspetta il fuoco.

Essi sono stati antecedentemente prefigurati nel fatto di Sansone e nelle code delle volpi incendiate.

Più volte dei fedeli, messe loro le mani addosso, ne trascinarono alcuni in tribunale.

Richiesti della loro fede, negando, secondo il costume, tutti gli errori di cui erano sospettati, esaminati con il giudizio dell’acqua, furono trovati bugiardi.

Non potendo ormai più negare perché scoperti, l’acqua infatti non li riceveva e afferrato, come si dice, il freno con i denti, tanto miseramente quanto liberamente non confessarono le loro empietà, ma professarono la pietà apertamente e con prove, pronti a subire per essa la morte che i circostanti erano parimenti pronti a infliggere loro.

Così, assalitili, il popolo diede agli eretici nuovi martiri della loro perfidia.

Approviamo lo zelo, non consigliamo il fatto, perché la fede deve entrare per persuasione, non venire imposta dalla forza.

Quantunque sia senza dubbio meglio che siano costretti con la spada, di colui cioè che non porta inutilmente la spada, piuttosto che si permetta loro di attirare molti altri al loro errore.

È, infatti, egli ministro di Dio, incaricato di punire chi agisce male.

13. Si stupiscono alcuni che non solo si mostrassero pazienti, ma lieti, mentre erano condotti alla morte; questo perché non pensano quanto potere abbia il diavolo, non solo sui corpi, ma anche sul cuore degli uomini, una volta che gli si è permesso di possederli.

Non è forse cosa più grave che un uomo uccida se stesso, che sopportare volentieri di venire ucciso da un altro?

Eppure abbiamo l’esperienza che il diavolo spesso ha potuto far questo, in molti che si annegarono volontariamente o si impiccarono.

Anche Giuda si è impiccato, certamente per suggestione del diavolo.

Io tuttavia mi meraviglio e stimo più grave che abbia potuto mettergli in cuore di tradire il Signore che non di andarsi a impiccare.

Non ha nulla a che vedere la costanza dei martiri con la pertinacia di costoro, perché il disprezzo della morte era prodotto nei martiri dalla pietà, in questi dalla durezza di cuore.

E perciò il Profeta diceva, forse con la voce del martire: Torpido come il grasso è il loro cuore, ma io mi diletto nella tua legge ( Sal 119,70 ).

Per significare che, anche se la pena sembrava la medesima, molto diversa era l’intenzione, mentre l’eretico induriva il suo cuore davanti al Signore, il martire invece meditava nella legge del Signore.

14. Stando così le cose non è il caso di dire, come ho accennato, molte cose inutilmente contro uomini stoltissimi e ostinatissimi.

Basta averli fatti conoscere, perché se ne stia in guardia.

Per la qual cosa per scoprirli si devono costringere o a mandar via le donne, o a uscire dalla Chiesa, perché la scandalizzano con la convivenza con esse.

Si deve molto lamentare che non solo principi laici, ma anche, come si dice, alcuni del clero, nonché dell’ordine dei vescovi, i quali più di tutti avrebbero dovuto combatterli, li lascino stare per interesse, ricevendo da essi dei regali.

« E come dicono li condanneremo, senza che siano convinti e confessino? ».

Frivola, non dico ragione, ma pretesto.

Anche se non vi fosse altro, li puoi scoprire facilmente se, come ho detto, separi a vicenda uomini e donne che si dicono continenti, e costringi le donne a vivere con altre donne che hanno il medesimo voto, e gli uomini ugualmente con gli uomini di uguale proposito.

Con questo si provvederà nello stesso tempo a mantenere il voto e la fama, avendo così testimoni e custodi della propria continenza.

Se non si adattano a queste precauzioni giustissimamente saranno eliminati dalla Chiesa che scandalizzano con aperta e illecita coabitazione.

Bastino, dunque, queste cose per scoprire gli inganni di queste volpi, e per darne cognizione e cautela alla diletta e gloriosa sposa del Signore nostro Gesù Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli.

Amen.

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