Sermoni sul Cantico dei Cantici

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Sermone LXXVII

I. Biasimo rivolto alle guardie indegne

1. Ecco, grazie a Dio, ci siamo liberati.

Abbiamo detto nel sermone di ieri quali capi vorremmo avere nella via per cui camminiamo, non quali abbiamo in realtà.

Purtroppo, quelli che sperimentiamo sono molto diversi.

Non sono tutti amici dello Sposo coloro che oggi vedi assistere la sposa da una parte e dall’altra, e che come si usa dire comunemente sembrano quasi addestrarla.

Sono molto pochi quelli che non cercano il loro interesse, tra tutti i suoi intimi.

Amano i regali e non possono in pari tempo amare Cristo, perché hanno dato le mani a mammona.

Osserva come camminano nitidi ed eleganti, coperti di vesti lussuose, come una sposa che esce dalla stanza nuziale.

Se vedrai d’improvviso uno di questi tali camminare pettoruto ti sembrerà di incontrare la sposa, più che un suo custode.

Da dove pensi che venga a questi tali tanta abbondanza di beni, splendore d’abiti, lusso nelle mense, quantità e varietà di vasi d’argento e d’oro se non dai beni della sposa?

Per questo essa è lasciata povera e bisognosa e nuda, con faccia macilenta, incolta, ispida, pallida.

Per questo non si usa in questo tempo ornare la sposa, ma spogliarla, non custodirla, ma perderla, non difenderla, ma esporla ai pericoli, non istruirla, ma prostituirla, non si usa pascere il gregge, ma uccidere e divorare le pecore, secondo quanto dice il Signore: Divorano il mio popolo come divorano il pane ( Sal 14,4 ); e ancora: Hanno divorato Giacobbe e devastata la sua dimora ( Sal 79,7 ), e un altro Profeta: Si nutrono della sua iniquità ( Os 4,8 ), quasi dica: « Esigono denaro per i peccati e non sono solleciti per i peccatori ».

Chi mi troverai tra i preposti che non sia più sollecito a vuotare le borse dei sudditi che non a emendarne i vizi?

Dov’è quello che pregando pieghi l’ira di Dio, che predichi l’anno favorevole alla misericordia del Signore?

Parliamo delle cose più leggere.

Sulle più gravi incombe un giudizio più severo.

2. Inutilmente, tuttavia, ci fermeremo su queste e su quelle, perché non ci ascoltano.

E anche se mandassimo loro per iscritto queste cose che diciamo, non si degnerebbero di leggerle; o se le leggessero si indignerebbero contro di me, sebbene dovrebbero farlo più giustamente contro se stessi.

Perciò lasciamo costoro, che non hanno trovato la sposa, ma che l’hanno venduta, e cerchiamo piuttosto quelli dai quali la sposa dice di essere stata trovata.

Anche questi hanno avuto lo zelo.

Tutti desiderano essere successori degli Apostoli, imitatori pochi.

Oh, se fossero così vigilanti nella cura quanto alacri nel correre alla cattedra!

Certo, veglierebbero conservando con sollecitudine la sposa trovata da essi, ad essi affidata.

Anzi, veglierebbero per se stessi, né lascerebbero che si dica di loro: Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza ( Sal 38,12 ).

Giusto lamento in verità, e giusto soprattutto al nostro tempo.

È poca cosa per le nostre sentinelle che non ci custodiscano; ci perdono anche, in quanto presi dal profondo sonno della trascuranza, non si svegliano a nessun tuono delle divine minacce, perché abbiano almeno paura del pericolo che corrono essi stessi.

Di qui avviene che non risparmiano le loro pecore, essi che non risparmiano se stessi, uccidendo e nello stesso tempo perendo.

II. Chi o quali sono le guardie dalle quali dice di essere stata trovata; l’amore della verità che per loro mezzo impara

3. Ma quali sono le sentinelle dalle quali la sposa dice di essere stata trovata?

Sono gli Apostoli e gli uomini apostolici.

Veramente questi si custodiscono la città, cioè quella stessa Chiesa che hanno trovato, e lo fanno con tanta maggior vigilanza quanto più la vedono in questo tempo posta in pericolo, insediata cioè da un male domestico e interno, come sta scritto: E i nemici dell’uomo sono i suoi familiari ( Mi 7,6 ).

Non lasciano, infatti, priva del loro patrocinio quella per cui resistettero fino al sangue, ma la proteggono e la custodiscono giorno e notte, cioè nella vita e nella morte loro.

E se è preziosa al cospetto del Signore la morte dei suoi santi ( Sal 116,15 ) non dubito che saranno tanto più potenti nella morte quanto più si è dimostrato valido in essa il loro principato.

4. « Tu asserisci queste cose dirà taluno come se le avessi viste con i tuoi occhi, ma sono cose che non si possono vedere da occhio umano ».

E io rispondo: « Se tu credi fedele la testimonianza dei tuoi occhi, la testimonianza di Dio è maggiormente degna di fede.

Ed egli dice: Sulle tue mura, o Gerusalemme, ho stabilito dei custodi, tutto il giorno e tutta la notte non taceranno ( Is 62,6 ).

« Ma questo dici è detto degli Angeli ».

« Non dico di no: sono tutti spiriti incaricati di un ministero ( Eb 1,14 ).

Ma chi mi proibisce di applicare le stesse cose agli Apostoli, i quali non sono ormai inferiori in potenza agli Angeli stessi, e per l’affetto e la misericordia ci sono tanto più fratelli, in quanto partecipi della nostra natura?

E poi essi hanno sofferto le medesime pene e miserie che noi sopportiamo ancora nel tempo.

Nulla li rende più misericordiosi e solleciti per noi che il pensiero di essere passati per le medesime prove.

Non è la loro voce quella del salmo: Siamo passati per il fuoco e per l’acqua e ci ha condotto al refrigerio? ( Sal 66,12 ).

E che? Essi sono passati, e lasceranno noi in mezzo al fuoco e ai flutti, né si degneranno di porgere almeno la mano ai figli in pericolo?

Non può essere così ».

Sei bene trattata, o madre Chiesa, sei bene trattata nel luogo del tuo pellegrinaggio.

Dal cielo e dalla terra ti viene l’aiuto.

Quelli che ti custodiscono non sonnecchiano e non dormono.

Gli Angeli sono tuoi custodi, tue sentinelle gli spiriti e le anime dei giusti.

Non sbaglia colui che ti avrà sentita trovata dagli uni e dagli altri spiriti, e custodita da essi.

E ognuno di essi ha una sua ragione speciale in questa sollecitudine: i giusti, i quali senza di te non arriveranno al numero e alla santità consumata, gli Angeli, i quali non saranno se non da te restaurati nella loro pienezza.

Poiché tutti sanno che cadendo dal cielo Satana con i suoi complici, il numero della celeste moltitudine risultò di molto diminuito.

Da te tutti attendono la consumazione, alcuni del numero, altri del loro desiderio.

Riconosci, dunque, nel salmo la tua voce: Mi aspettano i giusti perché mi doni la retribuzione ( Sal 142,8 ).

5. È da notare che non è riferito che la Chiesa abbia trovato i custodi, ma piuttosto che essi hanno trovato la sposa in quanto, penso io, erano a questo destinati.

Perché come predicheranno se non sono mandati? ( Rm 10,15 ).

Poi Gesù dice nel Vangelo: Andate, predicate il Vangelo a ogni creatura ( Mc 16,15 ); andate, ecco io vi mando ( Lc 10,3 ).

È così: essa cercava lo Sposo e lo Sposo non era nascosto, è lui stesso, infatti, che l’aveva incitata a cercarlo, e le aveva messo in cuore l’amore dei precetti e della legge della vita e della disciplina, purché vi fosse chi la istruisse e le insegnasse la via della prudenza.

E le mandò incontro coloro che piantano e innaffiano perché la nutrissero e confermassero in ogni certezza della verità, cioè le indicassero e la informassero sul diletto, perché è la verità che la sua anima cerca a veramente ama.

E in realtà quale amore è veramente fidato e vero se non quello nel quale è amata la verità?

Sono fornito di ragione, sono capace di verità; ma non lo vorrei essere se mi mancasse l’amore della verità.

Questo è il frutto dei rami e io sono la radice.

Non sono al sicuro dalla scure se sarò trovato senza di quello.

In quel dono, infatti, della natura, certamente splende una bella immagine di Dio, per cui io mi distinguo dagli altri animali.

Per questo la mia anima ardisce assurgere ai dolci e casti amplessi della verità, e cosa riposare con tutta sicurezza e soavità nel suo amore, se tuttavia ho trovato grazia agli occhi di cosa grande Sposo, che la stimi degna di raggiungere questa gloria, anzi, che egli stesso se la presenti senza macchia, né ruga o altro di simile.

Quanto pensi sia pericoloso e di quale pena degno tenere questo dono ozioso?

Ma di questo parleremo altrove.

III. Su coloro che senza guida presumono di trovare la via della vita, e come la sposa dica di averla trovata.

6. Intanto però la sposa non ha trovato colui che cercava.

Ascoltino questo coloro che senza guida e precettore non temono di incamminarsi per le vie della vita, facendosi nell’arte spirituale nello stesso tempo discepoli e maestri di se stessi.

E quasi non bastasse moltiplicano i loro discepoli, fattisi guide cieche di ciechi.

Quanti per questo si sa che si sono scostati dalla retta via e sono andati errando con loro grande pericolo!

Ignorando, infatti, le astuzie di Satana e i suoi pensieri, vanno a finire che avendo cominciato con lo spirito, terminano con la carne, trascinati turpemente e in modo condannabile caduti.

Vedano, dunque, coloro che cosa si comportano di camminare con cautela, e prendano esempio dalla sposa la quale non volle in alcun modo pervenire a colui che desiderava prima di incontrare quelli che l’ammaestrassero sul diletto, e le insegnassero il timore del Signore.

Dà una mano al seduttore colui che ricusa di darla al precettore.

E chi lascia le pecore al pascolo senza un custode, non è pastore delle pecore, ma dei lupi.

7. Ora vediamo la sposa come racconti di essere stata trovata.

A me sembra che abbia usato la parola « trovare » fuori del consueto.

Dice, infatti, queste cose come se la Chiesa venisse da un certo luogo.

Essa viene dall’Oriente e dall’Occidente secondo la parola del Signore, e da tutti i confini della terra.

Ma né fu mai radunata in un solo luogo, dove sia stata trovata dagli Apostoli e dagli Angeli per essere fatta uscire e diretta a colui che l’anima sua ama.

Fu forse trovata prima che radunata?

No, perché prima non esisteva.

Per la qual cosa se avesse detto di essere stata radunata, congregata, oppure con una parola che si confà maggiormente alla Chiesa, convocata dai predicatori, sarei passato semplicemente, senza alcuna esitazione.

Sono, infatti, coadiutori di Dio, i quali lo hanno sentito dire: Chi non raccoglie con me disperde ( Lc 11,23 ).

Ma non mi sembrerà neppure fuori luogo se qualcuno dirà che la Chiesa è stata da essi fondata ed edificata.

Lo fecero insieme con colui che dice nel Vangelo: E su questa pietra edificherò la mia Chiesa ( Mt 16,18 ) e che è fondata sopra ferma roccia ( Mt 7,25 ).

Ma essa, nulla dicendo di tutto ciò, ma sostenendo che è stata da essi trovata, ci lascia alquanto perplessi e ci fa sospettare che in questo passo ci sia qualche cosa di nascosto che debba con maggior diligenza essere ricercato.

8. Volevo, lo confesso, passare oltre, e dispensarmi da questa ricerca per la quale mi sento incapace.

Ma ricordandomi che in tanti altri passi ugualmente dubbi e oscuri mi sono sentito aiutato più di quanto speravo per l’aiuto delle vostre preghiere, mi vergogno della mia diffidenza, e rimproverandomi il mio timore affronto senza temerità l’argomento che per timidezza avrei voluto scartare.

Vi sarà, ne ho fiducia, il solito aiuto; che se non riuscirò bene nel mio intento, non sarà inutile quanto dirò per uditori benevoli.

Si tratterà però di questo all’inizio di un altro sermone, perché il presente lo chiudiamo qui.

Vi conceda, pertanto, non solo di tenere a mente quanto diciamo, ma di amarlo ardentemente e compierlo efficacemente lo stesso Sposo della Chiesa Gesù Cristo nostro Signore, che è sopra ogni cosa benedetto nei secoli.

Amen.

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