Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se Cristo nel discendere agli inferi abbia liberato le anime dal purgatorio

In 3 Sent., d. 22, q. 2, a. 2, sol. 4

Pare che Cristo nel discendere agli inferi abbia liberato le anime dal purgatorio.

Infatti:

1. S. Agostino [ Epist. 164,3.6 ] ha scritto: « Poiché irrefutabili testimonianze menzionano l'inferno e i suoi dolori, si deve pensare che il Salvatore non sia disceso se non per liberare da quei dolori.

Ma sto ancora cercando se egli abbia liberato da quei dolori tutti quelli che vi trovò o alcuni soltanto, che egli giudicò degni di tale beneficio.

Tuttavia non c'è da dubitare che Cristo sia disceso agli inferi, e abbia prestato tale beneficio a coloro che erano immersi nei loro dolori ».

Ora, egli non prestò tale beneficio ai dannati, come si è detto sopra [ a. 6 ].

Ma oltre ad essi non ci sono individui immersi nei dolori delle pene all'infuori delle anime del purgatorio.

Quindi Cristo liberò le anime dal purgatorio.

2. La presenza dell'anima di Cristo non aveva certo minore efficacia dei suoi sacramenti.

Ora le anime, attraverso i sacramenti di Cristo, e specialmente l'Eucaristia, vengono liberate dal purgatorio, come vedremo [ Suppl., q. 71, a. 9 ].

Quindi la presenza di Cristo disceso agli inferi dovette liberare le anime del purgatorio.

3. Cristo nella vita presente guarì del tutto le persone che volle guarire, come nota S. Agostino [ De poenit. 9 ].

E il Signore nel Vangelo [ Gv 7,23 ] afferma: « Ho guarito interamente un uomo in giorno di sabato ».

Ora, Cristo liberò coloro che erano in purgatorio dall'obbligazione della pena del danno, per la quale erano esclusi dalla gloria.

Quindi li liberò anche dalle pene del purgatorio.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 13,43 ] afferma: « Il nostro Creatore e Redentore, nel violare le carceri dell'inferno, ne trasse le anime degli eletti, e non permette che noi andiamo là da dove una volta con la sua discesa liberò altre anime ».

Ora, egli permette che noi andiamo in purgatorio.

Quindi con la sua discesa agli inferi non liberò le anime dal purgatorio.

Dimostrazione:

Come spesso abbiamo ripetuto [ a. 4, ad 2; aa. 5,6,7 ], la discesa di Cristo agli inferi produsse la liberazione in virtù della sua passione.

Ora, tale passione aveva una virtù non già temporanea e transitoria, ma sempiterna, secondo l'affermazione di S. Paolo [ Eb 10,14 ]: « Con un'unica oblazione egli ha resi perfetti per sempre quelli che vengono santificati ».

È chiaro dunque che essa non ebbe allora un'efficacia maggiore di quella che ha attualmente.

Perciò quanti allora erano nelle condizioni di coloro che si trovano attualmente in purgatorio non furono liberati dalla discesa di Cristo agli inferi.

Se invece c'erano allora, come anche adesso, delle anime pronte a essere liberate in virtù della passione di Cristo, nulla impedisce che esse siano state liberate al momento della sua discesa agli inferi.

Analisi delle obiezioni:

1. Da quel testo di S. Agostino non si può concludere che quanti si trovavano in purgatorio furono allora liberati, ma che tale beneficio fu concesso ad alcuni di essi: cioè a coloro che erano già purificati; oppure a chi durante la vita aveva meritato con la fede, la carità e la devozione verso la morte di Cristo di essere liberato dalle pene temporanee del purgatorio grazie alla sua discesa agli inferi.

2. La virtù di Cristo opera nei sacramenti sotto forma di guarigione e di espiazione.

Infatti il sacramento dell'Eucaristia libera le anime dal purgatorio in quanto è un sacrificio soddisfattorio per il peccato.

Ora, la discesa di Cristo agli inferi non fu soddisfattoria.

Essa agiva però in virtù della passione, che fu soddisfattoria, come si è spiegato sopra [ q. 48, a. 2 ]; ma essa lo era in maniera universale, per cui bisognava applicarla a ciascuno con qualcosa di particolare che lo riguardasse personalmente [ q. 49, a. 1, ad 4,5 ].

Perciò non ne segue che con la discesa di Cristo agli inferi tutti dovessero essere liberati dal purgatorio.

3. Le deficienze da cui Cristo guariva totalmente gli uomini nella vita presente erano personali, e proprie a ciascuno di essi.

Invece l'esclusione dalla gloria era una menomazione generale riguardante tutto il genere umano.

Perciò nulla impedisce che le anime purganti ricevessero da Cristo la riammissione alla gloria, ma non la liberazione dalle pene del purgatorio, che rientrano tra le deficienze personali.

Come al contrario i santi Patriarchi, prima della venuta di Cristo, erano stati liberati dalle proprie deficienze personali, ma non dalla punizione generale, come si è detto sopra [ a. 7, ad 1; q. 49, a. 5, ad 1 ].

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