Luca |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
L'amministratore infedele |
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1 Diceva anche ai discepoli: « C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. | |||||
2 Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. |
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3 L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. |
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4 So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. | |||||
5 Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: | |||||
6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. |
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7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. |
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8 Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. |
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Il buon uso del denaro |
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9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. |
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10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. |
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11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? | |||||
12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? | |||||
13 Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona ». |
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Contro i farisei, amici del denaro |
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14 I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. | |||||
15 Egli disse: « Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio. |
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All'assalto del regno |
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16 La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi. |
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Perennità della legge |
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17 È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. |
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Indissolubilità del matrimonio |
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18 Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. |
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Il ricco cattivo e il povero Lazzaro |
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19 C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. | |||||
20 Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, | |||||
21 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. |
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22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. |
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23 Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. | |||||
24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. | |||||
25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. |
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26 Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. | |||||
27 E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, | |||||
28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. |
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29 Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. | |||||
30 E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. |
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31 Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ». |
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Indice |
16,1-9 | Parabola dell'amministratore disonesto 16,1-31 Questo c raccoglie due parabole e molti logia di Gesù, circa il buono e cattivo uso del danaro. I vv 16-18, che si riferiscono a tre argomenti diversi, ne disturbano la composizione. |
16,8 | perché aveva agito con scaltrezza: secondo l'uso allora tollerato in Palestina, l'amministratore aveva diritto a concedere prestiti con i beni del suo padrone e, poiché non era pagato, di compensarsi alterando l'importo del prestito sulla ricevuta, per poter, al tempo della restituzione, usufruire della differenza come di un avanzo che rappresentava il suo interesse. Nel presente caso, forse egli non aveva prestato in realtà che cinquanta barili d'olio e ottanta misure di grano: nell'adattare la ricevuta all'importo reale, si priva di un beneficio, per altro usurario, che aveva previsto. La sua « disonestà » ( v 8 ) non consiste dunque nella riduzione delle ricevute, la quale non è che una privazione dei suoi immediati interessi, abile manovra lodata dal suo padrone, ma nelle prevaricazioni precedenti che hanno causato il suo licenziamento ( v 1 ). Perché il fattore disonesto è lodato? Se le ricchezze sono ingiuste, perché dobbiamo farci degli amici con esse? |
16,9 | Procuratevi amici con la disonesta ricchezza: evidentemente la vostra. La ricchezza è detta « disonesta », non solo perché chi la possiede l'ha male acquistata, ma anche perché, più generalmente parlando, all'origine di quasi tutte le fortune c'è qualche disonestà. |
16,10-15 | Non potete servire Dio e la ricchezza ( per il v. 13 vedi Mt 6,24 ) |
16,12 | nella ricchezza altrui: cioè un bene esteriore all'uomo: la ricchezza. - chi vi darà la vostra?: B e altri hanno: « la nostra ». - Si tratta di beni spirituali, i quali possono appartenere all'uomo. |
16,13 | Perché non è possibile servire Dio e Mammona? |
16,16-18 | Legge di Mosè e regno di Dio (
Mt 11,12-13;
Mt 5,18.32;
Mt 19,9;
Mc 10,11 ) 16,16 Cosa significa entrare nel regno a forza? |
16,17 | Che cosa pensava Gesù della legge dell'Antico Testamento? |
16,19-31 | Parabola del ricco e del povero Questa parabola ha vari significati: ricorda l'importanza del buon uso delle ricchezze e della premura verso i bisognosi; insegna che con la morte vi è il giudizio individuale, che non sarà più modificato; soprattutto è un appello a convertirsi finché vi è tempo, senza pretendere segni straordinari, che non gioverebbero affatto. Storia-parabola, senza nessun legame storico. Dove sono i salvati fra la loro morte e il ritorno di Gesù? |
16,21 | dalla mensa del ricco: la volg. aggiunge: « ma nessuno gliene dava » ( cf. Lc 15,16 ) . |
16,22 | accanto ad Abramo: letteralmente "nel seno di Abramo", cioè al posto d'onore nel convito celeste, che è immagine della beatitudine eterna. nel seno di Abramo: espressione giudaica che corrisponde alla antica locuzione biblica « essere riunito ai propri padri », cioè ai patriarchi ( Gdc 2,10; cf. Gen 15,15; Gen 47,30; Dt 31,16 ). L'immagine esprime l'intimità ( Gv 1,18 ) e la prossimità con Abramo nel banchetto messianico ( cf. Gv 13,23; Mt 8,11+ ). - fu sepolto: volg. traduce: « fu sepolto nell'inferno ». |
16,26 | abisso: l'abisso simboleggia l'impossibilità di cambiare destino, sia per gli eletti come per i dannati. |