La Santissima Vergine nel piano della salvezza |
B219-A1
Il piano della salvezza è stato tracciato da S. Giovanni Battista de La Salle nelle Meditazioni per il tempo del Ritiro.
Dice il Santo: « Dio è tanto buono che, avendo creato gli uomini, vuole che tutti giungano alla conoscenza della verità.
Questa verità è Dio stesso e quanto Egli ha voluto rivelare alla sua Chiesa, sia per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, sia per mezzo dei Santi Apostoli e degli altri Santi che lo Spirito Santo ha ispirato.
Per questo, Dio vuole che tutti gli uomini siano instruiti, affinché il loro spirito sia illuminato dalla luce della fede ». ( Med. 193,1 ).
« Non solamente Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità, ma vuole che tutti si salvino » ( Med. 193,3 ).
« A poco sarebbe servito che i Santi Apostoli avessero istruito i primi fedeli nelle verità fondamentali della nostra religione, se non li avessero convinti a vivere una vita cristiana e conforme a quella che essi stessi avevano condotto in compagnia di Gesù Cristo; perciò non si accontentarono di insegnare le verità speculative, ma si preoccuparono con meraviglioso impegno che esse diventassero pratica di vita » ( Med. 200,2 ).
« Che servirebbe ad un uomo dire che egli ha la fede se non ha le opere?
Potrebbe la fede salvarlo? Così dice San Giacomo, Che cosa vi servirebbe insegnare ai vostri allievi le verità della fede se non li esercitate nella pratica delle buone opere, poiché la fede senza le opere è morta?
Non vi basterebbe quindi averli istruiti nei misteri e nelle verità della nostra santa religione, se non fate loro conoscere nello stesso tempo le principali virtù cristiane, e se non mettete una cura particolare nel farle loro praticare ». ( Med. 200,3 ).
Queste citazioni sul concetto di piano della salvezza quale è stato delineato dal Santo Fondatore ci servono di guida nella ricerca del ruolo che egli attribuisce alla SS. Vergine in questo piano, i cui elementi essenziali pare siano, in stretto legame, conoscenza e pratica, dottrina e vita, fede e zelo.
Nel pensiero del S. Fondatore, la conoscenza si riferisce a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
Come vi si inserisce la SS. Vergine? Lo leggiamo nella Meditazione 88 su S. Giovanni Evangelista, considerato dal Santo prototipo e rappresentante del cristiano: « L'amore di Gesù per S. Giovanni e di S. Giovanni per Gesù produsse l'amore reciproco di S. Giovanni per la SS. Vergine e della SS. Vergine per S. Giovanni.
Dopo che Gesù, in punto di morte, ebbe affidato alla sua SS. Madre il discepolo amato come figlio, S. Giovanni tenne sempre presso di sé la SS. Vergine e le diede tutte le manifestazioni di tenerezza che un figlio può avere per sua madre: l'assisté in tutte le sue necessità e, in giusta ricompensa, la SS. Vergine lo ricambiò con la sua protezione presso Dio.
Se amiamo Gesù e siamo da Lui amati, è impossibile che non siamo anche amati dalla SS. Vergine; poiché esiste una strettissima relazione tra Gesù e la sua SS. Madre, tutti coloro che amano Gesù e sono particolarmente amati da Lui, onorano molto Maria e sono amati in modo tutto particolare dalla Madre di Dio » ( Med. 88,3 ).
È evidente il ruolo della SS. Vergine nella via che conduce alla conoscenza e all'amore di Dio: essa si inserisce come la Co-mediatrice tra l'anima che Dio ama e Dio stesso, attraverso l'amore e la conoscenza di Gesù.
Fu Gesù stesso che così la volle quando la stabili quale via attraverso la quale Giovanni avrebbe potuto continuare ad amare e ad essere amato da Lui.
Ogni anima quindi che voglia giungere all'amore e alla conoscenza di Dio, per mezzo di Gesù, dovrà percorrere la via dell'amore e della conoscenza di Maria SS.: amore e conoscenza che, per espressa volontà di Gesù morente, sono ricambiati dalla sua SS. Madre.
Per il Fondatore questi due amori sono i contrassegni dell'autenticità della vita cristiana portata al vertice della santità, come dice nella Med. 129 su S. Filippo Neri: « S. Filippo Neri ebbe una grandissima devozione alla passione di Gesù Cristo e alla SS. Vergine.
Egli non poteva pensare alle sofferenze di Gesù né parlarne, senza piangere, perché se ne considerava la causa; questo gli faceva dire talvolta che la piaga del costato di Gesù Cristo era molto grande, ma che se Dio non gli avesse tenuto la mano, egli sarebbe stato capace di allargarla ancora.
Passava talvolta delle intere notti a conversare con la SS. Vergine.
Questi due amori per Gesù e per Maria sono stati ordinariamente le principali devozioni dei più grandi Santi: S. Bernardo e S. Francesco trovavano la loro gioia nella contemplazione della passione del Salvatore e avevano una cosi grande tenerezza verso la sua SS. Madre che la scelsero a protettrice e sostegno dei loro ordini.
Consideratela così anche per il vostro istituto e, poiché la passione e la morte di Gesù Cristo sono state la salvezza per il mondo intero, pregate sovente Dio di applicarne abbondantemente i meriti sia a voi che ai fanciulli che sono a voi affidati ». ( Med. 129,3 ).
Il compito e la posizione della SS. Vergine nel piano della salvezza sono continuamente presenti nelle meditazioni del Santo sotto il duplice aspetto di verità da credere e di virtù da praticare, cioè di fede e di zelo, essenza dello spirito dell'istituto.
Possiamo distinguere le meditazioni, al fine del nostro esame, in due gruppi: le meditazioni per le domeniche e per le feste del ciclo temporale e le meditazioni per le feste principali dell'anno di Gesù Cristo, di Maria SS. e di alcuni Santi.
Nel primo gruppo, quelle per l'anno liturgico, la SS. Vergine è ricordata nei passi evangelici che la nominano, in rapporto ai fatti della vita di Gesù.
In questa prima parte i temi fondamentali sono quelli dello spirito dell'Istituto: fede e zelo.
Non vi sono quasi meditazioni in cui non siano accennati entrambi: quasi sempre esplicitamente lo zelo; in forma indiretta, talvolta, la fede.
Altri temi preferiti sono lo spirito di comunità nei suoi aspetti di unione e di carità, l'obbedienza, la regolarità, la povertà.
Nel secondo gruppo, quelle per le feste principali dell'anno, le feste della Madonna e i suoi privilegi o titoli, danno al Fondatore l'occasione di riflessioni profonde, devote e pratiche che ritroviamo anche quando intende far risaltare la particolare divozione di alcuni Santi per Lei.
Le letture e un breve esame dei passi o delle meditazioni che si riferiscono alla SS. Vergine ci consentono di costatare come il Santo Fondatore intenda applicare alla nostra devozione verso la SS. Vergine lo stesso stile del piano di salvezza che Dio ha disposto per gli uomini: la conoscenza dei misteri compiutisi in Maria SS. ci è data nelle citazioni evangeliche e nel commento dei privilegi di cui Dio la ornò; la pratica ci è data nelle frequenti e pertinenti applicazioni del mistero alla vita e alla missione del Fratello.
Per rendere l'esposizione completa riporto i passi in cui è ricordata la SS. Vergine nelle meditazioni del primo gruppo:
Med. 5,1: « Il Vangelo di questo giorno riporta che S. Simeone, dopo aver benedetto il padre e la madre di Gesù nel tempio, disse a Maria, sua Madre, che quel Fanciullo era venuto per la rovina e per la risurrezione di molti in Israele ».
Med. 6,1: « S. Giuseppe, avvertito da un angelo di condurre il fanciullo Gesù in Egitto, perché Erode lo faceva cercare per farlo morire, ve lo condusse subito con la SS. Vergine ».
Med. 6,2: « S. Giuseppe, la SS. Vergine e il fanciullo Gesù restarono in Egitto così sconosciuti che non pare vi si sia mai parlato di loro ».
Med. 6,3: « Dopo la morte di Erode, un angelo avvertì S. Giuseppe di ritornare in Giudea e di stabilirvisi per rimanervi sempre con la SS. Vergine e il fanciullo Gesù.
Questo avvertimento gli fu sufficiente, ed egli fu così pronto nell'eseguire quanto Dio attendeva da lui, che si alzò sull'istante e prendendo con sé la Madre e il Fanciullo partì in tutta fretta ».
Med. 7,1: « Il Vangelo di oggi riporta che S. Giuseppe e la SS. Vergine andarono a Gerusalemme per celebrarvi la festa della Pasqua con Gesù che era giunto all'età di dodici anni.
Dopo che furono trascorsi i giorni della festa ed essi ritornarono, Gesù rimase in Gerusalemme.
I suoi genitori ritornarono sui loro passi per cercarlo e, avendolo trovato in mezzo ai dottori, lo condussero a Nazaret, dove, dice S. Luca, Egli era loro sottomesso ».
Med. 8,1: « Il Vangelo di questo giorno racconta che Gesù Cristo fu invitato a nozze con Maria sua Madre e i suoi discepoli; essendo venuto a mancare il vino, Gesù cambiò l'acqua in vino, per la preghiera della SS. Vergine, che disse a coloro che servivano a tavola di fare tutto ciò che suo figlio avesse loro detto.
Essa sapeva che la migliore disposizione che potessero avere da parte loro per impegnare Gesù Cristo a fare il miracolo, era una intera sottomissione ai suoi ordini ».
Med. 8,3: « Gesù Cristo ci rivela in questo passo del Vangelo, che Egli non volle fare il miracolo che nel tempo in cui il Padre suo glielo aveva prescritto, quando disse alla SS. Vergine sua madre, che la sua ora, cioè l'ora di fare il miracolo, non era ancora venuta ».
In questo primo gruppo di meditazioni non vi sono altri accenni alla SS. Vergine.
Molto più numerose le citazioni nel secondo gruppo di meditazioni che, ai fini della nostra trattazione, può essere ancora diviso in due settori: il primo riguarda le meditazioni per le feste del Signore o di Santi; in esse la SS. Vergine è ricordata o per la partecipazione al mistero commemorato o per la devozione particolari del Santo festeggiato.
Il secondo settore comprende le meditazioni dedicate interamente alla SS. Vergine in occasione di una Sua festa particolare.
Del primo settore i passi sono i seguenti:
Med. 85 ( Vigilia della nascita di Gesù ) nel racconto dei fatti che precedono la nascita di Gesù, la SS. Vergine è ricordata nella Sua partenza da Nazaret, nella ricerca di un riparo per la Sua prossima maternità, nella nascita di Gesù.
Med. 85,1: « Se in Betlemme avessero considerato la SS. Vergine come la Madre del Messia e come Colei che doveva dare alla luce Dio fatto uomo chi avrebbe osato negarle ospitalità nella sua casa?
E quale rispetto avrebbero avuto per Lei in tutta la Giudea!
Ma, siccome la si considerava una persona di umile condizione e la moglie di un artigiano, non vi era posto per loro.
Da quanto tempo Gesù si presenta a voi e bussa alla porta del vostro cuore per stabilirvi la sua dimora, senza che voi abbiate voluto riceverlo!
Perché questo rifiuto? Perché Egli non si presenta a voi che in forma di povero, di schiavo, di uomo dei dolori! ».
Med. 85,2: « Tale era la sua povertà che Ella si trovò nella necessità di adagiarlo in una mangiatoia.
Voi ricevete sovente Gesù nel vostro cuore; ma non vi si trova forse come in una stalla, in cui non vede che disordine e corruzione perché il vostro cuore ama altri e non Lui? ».
Med. 86 ( Natività di Nostro Signore Gesù Cristo ): è ancora presente la SS. Vergine nel suo stato di umiliazione e di povertà.
Il Fondatore ne fa una applicazione alla vita dei suoi Fratelli in termini commoventi: « Siamo poveri Fratelli, poco conosciuti e poco stimati dalla gente del mondo.
Solo i poveri vengono a cercarci; ma essi, fuori dei loro cuori, non hanno alcun dono da presentarci, ma sono disposti a ricevere i nostri insegnamenti ».
Per questo li esorta ad essere « affezionati di cuore alla povertà e a quanto può umiliarli, per recare frutto nelle anime; gli angeli di Dio faranno conoscere la vostra opera e ispireranno ai padri e alle madri di mandarvi i loro fanciulli perché voi li educhiate.
Con i vostri insegnamenti toccherete i cuori di questi poveri fanciulli, la maggior parte di essi saranno dei veri cristiani.
Ma se voi non rassomigliate, in queste due eminenti qualità, a Gesù nato, sarete poco conosciuti e poco ricercati, voi non sarete né amati né desiderati dai poveri e non potrete mai avere nei loro confronti la qualità di salvatori, quale si conviene alla vostra missione ».
Si noti come il S. Fondatore attribuisca alla povertà e al nascondimento il potere di essere conosciuti e ricercati nel giusto senso evangelico.
La meditazione 88 per la festa di S. Giovanni Evangelista è già stata ampiamente citata all'inizio.
Nella meditazione 92,2 per l'ultimo giorno dell'anno il Fondatore invita i suoi Fratelli ad un esame di coscienza sulle « mancanze dell'anno verso se stessi e verso la regolarità » e, tra i punti che richiama, c'è il seguente: « Dovete osservare esattamente il silenzio anche lungo le vie e, secondo la vostra regola, vi dovete recitare il rosario, per non essere distratti dagli oggetti che si presentano ai vostri sguardi e per tenervi occupati nella presenza di Dio ».
Med. 93,3 ( festa della Circoncisione ): la SS. Vergine vi è ricordata con S. Giuseppe nell'atto di imporre al fanciullo il nome di Gesù che significa Salvatore, secondo l'annuncio dell'Eterno Padre.
Med. 96,3 ( festa dell'Epifania ): i Magi si trovano di fronte a Gesù e alla sua SS. Madre.
Med.110 ( festa di S. Giuseppe ): la SS. Vergine vi è ricordata negli episodi dell'infanzia di Gesù, in cui ebbe come compagno e sostegno S. Giuseppe.
La meditazione 129 per la festa di S. Filippo Neri è già stata ampiamente citata all'inizio.
Med. 138,1 ( nascita di S. Giovanni Battista ): vi si ricorda la visita di grazia che la SS. Vergine fece alla cugina Elisabetta e la conseguente azione della presenza di Gesù sul Battista.
Med. 146 ( festa di S. Anna ). La SS. Vergine vi è presentata come il frutto « dei devoti esercizi, delle molte elemosine ai poveri e delle assidue e ferventi preghiere di S. Anna » che le meritarono di essere eletta a madre di « una così santa ed eccellente figlia … la più santa e la più pura di tutte le creature ».
In questa meditazione noi troviamo un preciso riferimento all'azione apostolica dell'educatore nei confronti della SS. Vergine.
Dice il Santo: « Dio, che vi ha scelti per insegnare ai fanciulli a conoscerlo, vuole anche che voi generiate, per così dire, nei cuori di coloro che voi istruite, la SS. Vergine, ispirando loro una tenera divozione verso di Lei.
Questa fecondità deve essere in voi l'effetto delle vostre ferventi preghiere, del vostro amore verso la SS. Vergine e dello zelo che metterete nelle istruzioni che farete per farla amare ». ( Med. 146,2 ).
Il Santo applica alla SS. Vergine lo stesso concetto che tante altre volte ha espresso nei confronti di Gesù a proposito della missione dei suoi Fratelli: quello di generare Gesù nelle anime, segno di una paternità spirituale che il Santo vuole sia da loro ben compresa.
Tale generazione della SS. Vergine che deve cominciare a vivere nell'anima dei fanciulli si chiama, secondo il suo pensiero, « tenera divozione ».
C'è qui la traduzione in termini di realtà e di chiarezza del significato della parola « devozione » che allora come ora poteva essere mal compresa e snaturata nel suo significato.
Devozione non è successione di pratiche, non è complesso di esteriorità, non è struttura esterna; devozione è generazione, e generazione è vita.
La vita ha anche bisogno di strutture, ma ha soprattutto necessità di vitalità interna, di sangue, di linfa.
Solo così la devozione alla SS. Vergine può avere un suo significato, che ci è stato riconfermato sia nei documenti conciliari sia nei documenti normativi e che già era patrimonio della spiritualità del nostro grande S. Fondatore.
Vedi Ev. Testificato 56.
La seconda considerazione possiamo farla sui mezzi che il Santo consiglia ai suoi Fratelli per giungere a questa fecondità di generazione: interesse ai poveri, ferventi preghiere, amore verso la SS. Vergine, zelo che deve accompagnare le istruzioni per farla amare.
Anche qui è chiaro il senso dinamico che il Santo intende dare alla divozione verso la SS. Vergine: è il senso della vita; vita intesa come amore, alla ricerca di ogni mezzo più autentico per giungere a radicare in sé e negli altri il costante pensiero, la preoccupazione continua di vivere in stretta comunione di pensiero e di vita con la persona amata.
Altre indicazioni sul significato che il Santo attribuisce al termine « devozione » ci verranno in aspetti più particolari e pratici dalle meditazioni che il Santo dedica alle feste della SS. Vergine.
Med. 147,1 ( festa di S. Marta ), il riferimento alla SS. Vergine trae origine dall'essere stata la Santa onorata sovente della visita di Gesù nella sua casa, quello stesso Gesù che la SS. Vergine aveva ospitato nel suo seno, e dal fatto che la Santa « ha nutrito con i suoi beni Colui che Maria aveva nutrito con il suo latte ».
Med. 150,3 ( festa di S. Domenico ): la particolare devozione del Santo per la SS. Vergine offre lo spunto al S. Fondatore per insistere nell'inculcare ai suoi Fratelli la devozione alla Madonna: « Uno dei mezzi migliori di cui possiate servirvi per riuscire nel vostro impiego è quello di avere una devozione tutta particolare verso la SS. Vergine e di inculcarla nel cuore di coloro che vi sono affidati.
Dite e fate dire ogni giorno il Rosario ai vostri allievi?
Con quale devozione lo dite e di quali mezzi vi servite perché i vostri allievi lo dicano bene?
Considerate questa preghiera come un tributo che il nostro Istituto rende alla SS. Vergine e uno dei mezzi più potenti per attirare su di voi e sul vostro impiego il soccorso e la protezione di questa buona madre? ».
Basterebbero queste parole per farci riflettere sull'importanza che egli attribuiva alla recita del S. Rosario e alla sua diffusione tra gli allievi: i termini « tributo » e « mezzo potente » rivelano i due aspetti che il Rosario deve assumere nella nostra vita di Fratelli.
Inoltre l'esame è volto anche al modo con cui il Rosario deve essere recitato e fatto recitare: deve aver origine ed essere accompagnato dallo spirito di pietà.
Il tema della relazione che l'Istituto deve avere con la SS. Vergine verrà più ampiamente trattato nella meditazione 151 per la festa di Nostra Signora delle nevi.
Anche nella meditazione 157, per la festa di S. Gioacchino ritornano i temi che già abbiamo rilevato nella festa di S. Anna.
Vi si esalta l'onore che il Santo ha ricevuto da Dio nell'essere stato scelto a padre della SS. Vergine « che è la più pura e la più elevata delle creature » e vi si invita ad onorarlo « avendo egli contribuito a formare la Chiesa, poiché la sua augusta figlia è la madre di colui da cui la Chiesa ha avuto origine ».
Il tema della generazione realizzata da anime sante che, entrate nel piano della salvezza, hanno contribuito, in piena disponibilità, alla realizzazione del regno di Dio, è un tema caro al suo cuore di Fondatore di un istituto la cui maggior preoccupazione deve essere quella di generare degli autentici cristiani ed è pure il tema della perseveranza nel bene delle anime educate alla scuola cristiana che devono vivere integralmente il loro cristianesimo.
Essi devono « entrare veramente a far parte dell'edificio della Chiesa e vi devono entrare in modo degno secondo i desideri di Gesù Cristo affinché possano presentarsi a Lui pieni di gloria, senza macchia, senza ruga, senza contaminazione, per manifestare ai secoli futuri le abbondanti ricchezze della grazia che fece a loro con il beneficio della cristiana educazione e ai Fratelli con la missione di istruirli e di educarli perché siano un giorno gli eredi del regno di Dio e i coeredi di Gesù Cristo Nostro Signore ( Med. 201,2 ).
fr. G.F.
( Continua )