L'intervento del Presidente dell'Unione Catechisti |
B264-A4
Eccellenza reverendissima, reverendi Sacerdoti, Fratelli e Catechisti, rappresentanti della Famiglia lasalliana, Voi tutti amici dell'Unione e della Casa di Carità Arti e Mestieri, è con profonda commozione che mi accingo a rendere testimonianza al Venerabile Fratel Teodoreto nel 40° anniversario della morte, tanto più che questa ricorrenza coincide con l'80° anniversario della fondazione dell'Unione, avvenuta il 9 maggio del 1914.
L'una e l'altra data mi riempiono il cuore di gratitudine per ciò che Fratel Teodoreto e l'Unione hanno rappresentato per me, per i Catechisti e per molti altri ancora.
Con questo intervento mi propongo di riflettere con Voi su alcuni aspetti del l'Opera del Fratello Teodoreto affinché, con il suo aiuto, possiamo più sicuramente procedere per la strada della cooperazione e della condivisione solidale, nel nostro impegno per il Regno di Dio, per il nostro servizio all'uomo.
Che la luce riflessa dal Fratello Teodoreto ci illumini per comprendere qual'è il disegno di Dio su ciascuno di noi, sull'istituto a cui abbiamo aderito, su di noi tutti insieme.
Presso congregazioni e associazioni cristiane fervono i tentativi di definire forme e modi di partecipazione ad un carisma originario riconosciuto o accettato come comune pur nella diversa identità di ciascun gruppo.
Nel contempo, si ricercano forme di coordinamento in grado di valorizzare gli apporti di ciascuno per un più adeguato e migliore risultato spirituale e apostolico.
Cosi, si parla sempre più insistentemente di « Famiglie » oggettivate a seconda che si riferiscano a questo o a quel Fondatore riconosciuto o ritenuto come capostipite, o a questo o a quell'ordine o congregazione considerati come culla.
Il Venerabile Fratel Teodoreto fu certamente antesignano e precursore della realtà che, a seguito degli ultimi Capitoli generali dei Fratelli delle Scuole Cristiane, vengono denominate come « Famiglia lasalliana » e come « Missione condivisa ».
Ciò accadde non come frutto di un progetto, bensì come risultato di un succedersi di risposte animate dallo spirito di fede e dall'obbedienza responsabile, risposte che il Fratello Teodoreto seppe dare alle sollecitazioni che gli venivano dai suoi Superiori e dalla sua coscienza di Fratello.
Un primo problema che ebbe da affrontare come religioso educatore fu quello della così detta « perseveranza » cristiana, nel mondo.
Innanzitutto degli allievi ed ex allievi della Scuole Cristiane.
Ciò portava con sé il problema congiunto della vita da concepirsi e da realizzarsi come vocazione.
Il Fratello Teodoreto era fermamente convinto che tutti siamo chiamati alla santità e che ciò debba essere prima presentato ai giovani e poi coltivato in coloro che liberamente lo accettano.
Per questa via sarebbe apparsa chiaramente la chiamata del Signore: per esempio al sacerdozio o alla consacrazione religiosa o alla consacrazione secolare o al matrimonio vissuto realmente in quanto Sacramento, e così via.
Questo nodo di esigenze gli venne riproposto durante il suo secondo Noviziato a Lembecq-les-Hall, nel Belgio, nel 1906.
La risposta del Fratel Teodoreto fu il proposito di organizzare una associazione per aiutare giovani, veramente buoni, a praticare nel mondo una vita intensamente cristiana e animarli all'apostolato catechistico.
Così venne concepita, nel suo nucleo primordiale, l'idea che sarà poi l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
La risposta del nostro Venerabile è concentrata nelle finalità di santificazione e negli obiettivi di servizio per il bene della Chiesa e per il bene della società, obiettivi che secondo il de La Salle debbono essere perseguiti attraverso la scuola e oltre la scuola.
Dunque, cura delle vocazioni in generale ( quante sono le vocazioni sacerdotali e religiose che fiorirono attorno al Fratello Teodoreto! ), santità e impegno apostolico nel mondo, nei vari ambienti di vita e di lavoro, sia direttamente, sia collaborando con le Scuole dei Fratelli.
Per la Scuola Cristiana non si tratta di un compito « aggiuntivo », ma di un compito di « rinnovamento », aiutato da iniziative « integrative » operanti anche oltre la scuola e per tutta la vita.
Così procedendo il Fratello Teodoreto affermava nei fatti che il rapporto educativo deve costituirsi come una vera e propria comunicazione di vita, un fatto generativo che Dio opera attraverso l'educatore, mediante l'insegnamento-apprendimento, l'informazione e la formazione, che sono i processi che connotano la scuola in quanto tale.
Fondata l'Unione, con il pieno appoggio dei Superiori, l'impegno del Fratello Teodoreto è tutto rivolto a favorire il perseguimento di finalità di santificazione e di dedizione totale nel mondo e come avvalendosi del mondo.
Parimenti Egli si adopra per lo sviluppo dell'Opera presso ogni casa della sua Congregazione.
Egli sempre opera come Fratello per un problema intrinseco all'educazione cristiana.
Perciò era più che normale che egli attingesse da ciò che di più prezioso era nella sua vita ed esperienza, di fedele discepolo e di figlio di San Giovanni Battista de La Salle.
Per quarant'anni, come Fondatore prima e poi come Assessore generale, via via assecondando e guidandone gli sviluppi sostanziali e fronteggiando ostacoli e difficoltà, il Fratello Teodoreto trasfonde nell'Unione tutto ciò che la sua missione, la sua esperienza di Fratello gli viene man mano suggerendo,
Soprattutto le Costituzioni e il Regolamento dell'Unione registrano questa trasfusione di elementi derivati dal Santo de La Salle.
Lo spirito di fede e di zelo, la consacrazione di sé stessi a Dio e per Dio ai fratelli, l'apostolato catechistico ed educativo, la ricerca della santità vivendo nel mondo e come avvalendosi delle cose del mondo, l'impegno per il bene della Chiesa e il bene della società, la vita secolare vissuta per Cristo e in Cristo, il discorso sull'umiltà, sulla povertà, sulla castità, sull'obbedienza, sulla riparazione e così via.
Il Fratello Teodoreto per la formazione dei Catechisti è aperto a utilizzare tutti i contributi che riteneva idonei, compresi gli apporti derivanti dall'esperienza e dalle proposte dei Catechisti.
La sua opera, i suoi scritti per la formazione dei Catechisti si conclusero poco tempo prima della morte con il raccomandare a loro di ritenere in ogni caso il Santo Giovanni Battista de La Salle come il loro principale maestro, indicando nella « Raccolta » e nelle « Meditazioni » le principali sorgenti a cui attingere.
Fu così che il Fratello Teodoreto, mediante la fondazione e gli sviluppi dell'Unione, diede praticamente inizio alla « Famiglia lasalliana », aggiungendovi rilevanti realizzazioni di « Missione condivisa », dimostrando così nei fatti la fecondità del carisma di San Giovanni Battista de La Salle, come missione destinata a essere partecipata e anche sviluppata dalle realtà derivanti dall'apostolato dei Fratelli o che pure intendono collaborarvi.
La « partecipazione » al carisma di San Giovanni Battista de La Salle è peraltro dimostrata, per esempio, con il sostegno che i Catechisti diedero ai gruppi di perseveranza nati ad opera del Fratello Teodoreto presso le Case dei Fratelli; dall'attività di insegnamento svolta nei corsi serali professionali gratuiti, che da oltre un secolo i Fratelli venivano realizzando in via delle Resine presso la Comunità di Santa Pelagia.
Lo « sviluppo » del carisma lasalliano da parte dell'Unione si è manifestato, per esempio, nelle parrocchie con i catechismi, i doposcuola, gli oratori.
Il dr. Domenico Conti svolge la sua relazione.
Un particolare sviluppo del carisma lasalliano è da considerare l'impegno per la penetrazione dello spirito cristiano nei luoghi di vita e di lavoro, nella famiglia, nella società.
« Il Catechista - così scriveva il Fratello Teodoreto - non è soltanto tale quando in una parrocchia o in una scuola spiega il catechismo, ma è ancora Catechista quando invita alla Comunione pasquale un collega d'ufficio, quando di fronte alla sfacciata affermazione del male sa disapprovarlo e tenere un contegno atto a dimostrare che la virtù non è un mito, ma è realtà fattiva, di fonte di grandezza e di letizia nel mondo ».
« Egli è catechista per la strada, in Chiesa, in famiglia, al ristorante, nell'aula dell'Università, nella caserma ».
« Sempre e ovunque egli deve essere apostolo ».
« E chi può misurare la sublimità della missione affidata a noi Fratelli delle Scuole Cristiane da Gesù Crocifisso stesso, di essere cioè i formatori di simili apostoli che, dovunque si troveranno, faranno brillare la stella del nostro Istituto »?1 )
Ancora, l'Unione si dimostra componente significativa della « Famiglia lasalliana » e soggetto della « Missione condivisa » quando i Catechisti, incoraggiati e sostenuti dal Fratello Teodoreto, riprendono la realizzazione della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Un'Opera per la formazione professionale umana e cristiana dei giovani e dei lavoratori, sempre gratuita, con particolare considerazione dei ceti popolari; istituzione che opera in stretto rapporto con l'evoluzione politica, sociale, economica, tecnologico-organizzativa dei processi produttivi di beni e di servizi e dei processi formativi.
Significativo è l'invito che l'Unione, ricordando il pensiero del Venerabile Fratel Teodoreto, ha rivolto ai Fratelli di unirsi ai Catechisti per dare vita, come Soci Fondatori anch'essi, alla nuova realtà giuridica e operativa assunta dalla Casa di Carità costituita in ente morale.
Oggi l'Opera si articola in quattro Centri di formazione di cui due di essi si avvalgono di strutture messe dai Fratelli a disposizione.
Un quinto centro sta per essere avviato, per una prima sperimentazione, presso l'Istituto Mesina, ad Olzai, in Sardegna.
Una particolare menzione deve essere rivolta al personale della Casa di Carità Arti e Mestieri, oltre duecentoquaranta persone ormai, che svolgono una lodevole attività, e che hanno accettato di riconoscere nella carità di Cristo il fondamento dell'Opera, la sorgente da cui si irradia una ispirazione viva e feconda per l'impegno formativo ed educativo, concepito non solo come impiego di lavoro, ma come vera e propria missione.
Sempre in materia di « Missione condivisa », occorre ricordare il vasto concorso di volontariato, posto in essere quasi contemporaneamente e con l'appoggio del Fratello Teodoreto, a favore rispettivamente della Casa di Carità e della Messa del Povero, volontariato che continua tutt'ora.
In merito al contributo per lo « sviluppo » del carisma lasalliano occorre pure ricordare i Catechisti del Perù che ad Arequipa dirigono ben quindici catechesi parrocchiali.
Inoltre essi concorrono ad incrementare l'interesse fattivo per i ragazzi poveri e disagiati con l'esperienza di vita cristiana globale organizzata, ogni anno, presso la Colonia Pio XII a Camanà nel Pacifico.
È pure da ricordare il Centro di Carità ad Asmara in Eritrea.
Ne si può dimenticare il ramo femminile dell'Unione in vista del quale si contano già le prime adesioni.
Circa il riconoscimento di Fratel Teodoreto come antesignano della « Famiglia lasalliana » e della « Missione condivisa », ascoltiamo la parola autorevole di Fratel Leone, primo postulatore della causa di beatificazione, a proposito dell'Unione diventata Istituto Secolare.
« Fratel Teodoreto è il primo e finora unico Fratello che abbia tentato, riuscendovi, una impresa del genere: un'impresa della quale è certo troppo poco dire che non esula dallo spirito del suo Istituto.
È invece da dichiarare, con totale convincimento, che vi si inserisce fino in fondo, facendo esprimere dal suo seno ciò che di più alto esso è chiamato a produrre ».
« Con quest'opera fr. Teodoreto ha saputo portare al suo fastigio l'opera dell'educazione cristiana a cui il Santo Fondatore chiamò la Congregazione dei Fratelli, conducendo i meglio corrispondenti fra gli alunni, fin sulle vette del cristianesimo, rappresentate dai consigli evangelici; stabilendoli in quella pienezza di adesione cristiana che è la vita di consacrazione a Dio; trasformando in essi l'ideale di santità da lui vissuto, lo spirito della sua famiglia religiosa e la sua stessa passione di educatore e di catechista. »
Con la nascita dei Catechisti congregati e soprattutto con l'erezione dell'Unione a Istituto Secolare, si pose al Fratello Teodoreto un nuovo problema: l'autonomia della nuova istituzione.
È quanto si riconosce con le motivazioni contenute nelle lettere di affiliazione all'Istituto dei Fratelli di tutti i catechisti congregati.
« Sachant leur ardent désir d'appartenir spirituellement a la Famille de saint Jean Baptiste de La Salle, dont ils observent, selon leur condition, les règlements, tant pour leur santification personnelle que pour leur Apostolat catéchistique après des enfants et des jeunes gens."2
E come non ricordare a questo proposito la Circolare n. 328 del Superiore Generale Frère Athanase Emile dedicata interamente all'Unione, subito dopo l'approvazione dell'Unione come Istituto Secolare?3
Comunque il Fratello Teodoreto, pochi anni prima della morte raccomandò ai Catechisti di ritenere il Santo de La Salle come il loro principale maestro, lasciando ai responsabili dell'Unione di decidere circa i rapporti e le eventuali collaborazioni con i Fratelli.
La prospettiva della partecipazione alla « Famiglia lasalliana » per la « Missione condivisa » non è andata affatto perduta, come, sia pure brevemente, abbiamo potuto insieme constatare.
Nel ricordo del Fratello Teodoreto e ispirandosi a lui, i catechisti hanno trovato nella loro piena autonomia, derivante dal riconoscimento dell'Unione come Istituto Secolare, non un motivo di distacco dall'Istituto dei Fratelli, bensì una via, un modo per esprimere con più efficacia e responsabilità la volontà di concorrere allo sviluppo della « Famiglia lasalliana » e della « Missione condivisa ».
Dopo anni di difficoltà, la partecipazione di un Catechista al 42° Capitolo Generale dei Fratelli tenutosi nel 1993, e le raccomandazioni del medesimo Capitolo a favore dell'Unione, non solo, ma anche la costituzione di una Commissione paritetica di Fratelli e Catechisti per affrontare i problemi comuni, rappresentano un segno promettente per lo sviluppo di una attività catechistica educativa sempre più solidale e costruttiva.
Ritengo fondata la convinzione che per l'azione dello Spirito Santo si venga realizzando come un fronte catechistico-educativo omogeneo nella sua ispirazione e pluralistico nelle forme, nei soggetti e nelle manifestazioni, operante per la Chiesa e con la Chiesa a servizio del mondo, a servizio di una società sempre più complessa e articolata.
A servizio dell'uomo, sempre più bisognoso di essere soggetto di vita, agente consapevole di pace e di sviluppo solidale, testimone che Dio ci ama, sino a dare per noi il suo Figlio unigenito affinché partecipiamo alla sua stessa vita, alla sua stessa felicità.
Ma in che cosa o in chi la radice profonda dell'Unione secondo Fratel Teodoreto?
Ecco le sue parole: « L'Unione ebbe un periodo di formazione intimo, durante la quale attinse la vita sul Calvario dalle Sacratissime Piaghe di Gesù Crocifisso per tramite della Santissima Vergine, sua protettrice e madre ».4
Dunque l'Unione nacque e si sviluppò nell'adorazione delle Piaghe del Signore, Piaghe sanguinanti e gloriose.
Una adorazione non solo esercitata come pratica devozionale, ma sviluppata come presa di coscienza, fondata nella Parola di Dio, e nella Liturgia della realtà d'amore, di speranza, di potenza manifestata in modo così significativo e tangibile dalle Piaghe di Cristo sulla Croce e nella gloria della Resurrezione.
Ecco la profezia di Isaia confermata dalla 1a lettera di Pietro: « Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue Piaghe siamo stati guariti ». ( Is 53,5 - 1 Pt 2,24-25 ).
Ecco la testimonianza di Giovanni 20,27': « Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente! »
Rispose Tommaso: « Mio Signore e mio Dio! »
L'orientamento interiore assunto sin dagli inizi dai mèmbri dell'Unione, sull'esempio della Vergine, è verso l'umanità piagata del Redentore universale, per attingervi gratitudine, perdono, amore, fecondità gioiosa, proprio nella condizione di laici e di secolari.
Per attingervi il discernimento intorno all'azione creatrice e redentrice di Dio nella società, nella storia, nella propria vita.
Per aprire tutta intera la loro realtà di uomini al Cristo, attraverso le sue Piaghe, a Gesù che dall'alto della Croce e nella gloria dalla sua Resurrezione attira a sé tutti gli uomini e rinnova tutte le cose.
Per conformarsi a Lui e fare della propria vita un morire e un risorgere in Lui avvalendosi delle situazioni, delle realtà e dei compiti di tutti gli uomini.
Per il Fratello Teodoreto le « sacratissime Piaghe » del Signore sono la porta aperta per entrare nella sua intimità, nel suo mistero di amore e di salvezza.
È lo Spirito promesso dal Signore, nell'imminenza del suo Sacrificio, che ci guida.
È Colei che ci è stata come Madre ai piedi della Croce che ci è di esempio e ci assiste.
Anche in questo il Fratello Teodoreto si dimostra discepolo fedele di San Giovanni Battista de La Salle.
Ce lo confermano le parole autorevoli del Superiore generale Frère Athanase Emile, contenute nella già citata circolare del 1949, interamente dedicata all'Unione:
« … È presso il Salvatore in Croce e nelle sue Piaghe Sanguinanti che San Giovanni Battista de La Salle vuole che noi andiamo a cercare luce e coraggio, allorché si tratta della lotta contro le passioni ( 28° Med. ), o della forza nelle difficoltà e nelle afflizioni ( 165° ) o dello spirito di riparazione ( 152° ), o della conformità con Cristo ( 165° e 173° Med. ) ». ( cfr. ib. pag. 23-25 ).
Ciò che è nato tramite il Fratello Teodoreto sempre più ci sollecita ad un continuo approfondimento per comprendere il significato e il compito del cristiano, della persona consacrata a Cristo, dell'educatore cristiano nel mondo.
È necessario rendersi sempre più consapevoli di che cosa significa e che cosa comporta il dono totale di sé stessi a Dio in Cristo, mediante il lavoro, la famiglia, la società, il mondo, nella pratica dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.
È necessario rendersi consapevoli come si possa e si debba percorrere, per sé e per gli altri, sino in fondo, il cammino dell'amore vivendo dall'interno dei problemi dell'uomo comune, della società, del mondo, con le sue conquiste e le sue angosce, con le sue contraddizioni e le sue speranze, con la sua ricerca di solidarietà universale, con i suoi problemi.
Un mondo costituito in autonomia non perché neghi o si contrapponga a Dio o perché legittimi la sua indifferenza verso ogni ulteriorità, verso la trascendenza, ma affinché, nella libertà, riconosca in Dio il suo fondamento, il suo riferimento ultimo, per la pienezza della sua identità, per il suo radicale rinnovamento.
Un mondo insomma in cui nel profondo si esercita costantemente l'azione salvifica del Redentore Universale.
Il Fratello Teodoreto, con l'Unione, la Casa di Carità Arti e Mestieri, l'Adorazione a Gesù Crocifisso, ci ha lasciato una eredità preziosa non solo da scoprire, ma da sviluppare, in rapporto con i problemi e i bisogni dell'uomo, della Chiesa e della società.
Questa preziosa eredità ci impegna sempre più a riscoprire il ruolo e le forme e gli obiettivi concreti della Scuola Cristiana per rapporto ad una umanità in continua evoluzione, e ci stimola a ricercare il significato e il compito dell'essere educatore cristiano, catechista sempre e dovunque.
Ancora questa eredità ci stimola a prendere coscienza delle ragioni e motivazioni, delle esigenze e dei metodi con cui concorrere alla nuova evangelizzazione che ci porta ad affermare che e come il Cristo, il Crocifisso Risorto, sia realmente « l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine » ( Ap 22,12 ).
Occorre che tutto ciò concorra a generare una nuova consapevolezza circa l'essere Catechisti sempre e dovunque in ogni stato e condizione sociale, in ogni ambiente e in ogni attività professionale.
Cosicché la nuova evangelizzazione, riaffermando il primato di Cristo in ogni uomo e su ogni cosa, porti conseguentemente ad una sempre più valida promozione dell'uomo e tutto fiorisca nella rinnovata cultura cristiana della società.
La conclusione è breve. È un augurio, e una preghiera.
Che il Padre ci conceda a gloria delle Piaghe di Cristo, il Crocifisso Risorto, intercedendo la sua e nostra Madre, di poter comprendere e riconoscere nel Venerabile Fratel Teodoreto il profeta oltreché l'antesignano della « Famiglia lasalliana » e della « Missione condivisa », affinché la nostra vita e il nostro lavoro siano per il bene di tutti, specialmente per coloro che sono impediti dalle ristrettezze della povertà o dai pericoli dell'emarginazione.
Domenico Conti
Presidente generale dell'Unione Catechisti
1 Dal Bollettino "L'amore a Gesù Crocifisso", anno XVIII. settembre-ottobre 1934, n. 5
2 « Conoscendo il loro ardente desiderio d'appartenere spiritualmente alla Famiglia di S. G. B. de La Salle, di cui essi osservano, secondo la loro condizione, le regole, sia per la loro santificazione personale che per il loro apostolato catechistico tra i ragazzi e i giovani ».
Lettres d'affiliation, Frère Junien-Victor, 21 novembre 1935.
3 Circolare n. 328, del 19 marzo 1949 « La pieuse Union de Jésus Crucifìé et de Marie Immacutée ».
4 ) « Come nacque l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata » dal Bollettino « L'Amore a Gesù Crocifisso », anno XXI, n. 1, gennaio - febbraio 1937.