Catechismo degli Adulti |
145 Liberi dalla schiavitù della ricchezzaLa vicinanza di Dio dà il coraggio delle scelte radicali. Innanzitutto libera dalla bramosia di possedere. Gesù non è un asceta alla maniera di Giovanni Battista: "mangia e beve" ( Mt 11,19 ), vive in mezzo alla gente, ha simpatia per il mondo. Però vive per il Padre, ancorato al suo amore, disponibile alla sua volontà. Per testimoniare la fiducia assoluta in lui e dedicarsi totalmente al suo regno, assume una vita povera e itinerante: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" ( Lc 9,58 ). Vuole che anche i discepoli vadano a portare la lieta notizia alleggeriti da ogni zavorra: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno" ( Lc 9,3 ). Ammonisce la gente a non lasciarsi suggestionare dalla
ricchezza: "Nessuno
può servire a due padroni …: |
|||
146 La ricchezza diventa padrona, quando uno ripone in essa la misura del proprio valore e la sicurezza della vita: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni" ( Lc 12,15 ). |
|
||
Si tratta di un pericolo molto concreto. Il giovane ricco non riesce a liberarsi dei suoi averi; volta
le spalle a
Gesù e se ne va triste. Il ricco della parabola è senza cuore verso Lazzaro, il mendicante affamato e coperto di piaghe; e i suoi cinque fratelli continuano a gozzovigliare spensierati, al punto che nemmeno un morto risuscitato potrebbe scuoterli. ( Lc 16,19-31 ) Le folle, che seguono Gesù, si aspettano da Dio facile
abbondanza di beni
materiali e, invece di accogliere nella fede lui e la sua volontà, lo
strumentalizzano ai propri desideri e interessi. |
|||
147 La preoccupazione del benessere va ridimensionata. |
|
||
Ci sono valori più importanti e decisivi che non il cibo e il vestito: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte
queste cose vi
saranno date in aggiunta" Occorre certo seminare e mietere, filare e tessere, progettare
e lavorare, ma
senza ansia per il domani. Bisogna possedere senza essere posseduti, senza preferire il benessere alla solidarietà. Il vangelo comanda di distribuire e mettere in circolazione i
propri beni:
"Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli,
dove i
ladri non arrivano e la tignola non consuma" Condanna il possesso egoistico, che non tiene conto delle necessità altrui. Non chiede però di vivere nella miseria. Valore assoluto è la fraternità, non la povertà materiale. Lo conferma l'esperienza della prima Chiesa a Gerusalemme,
dove i credenti
avevano "un cuore solo e un'anima sola" ( At 4,32 ), mettevano le loro
cose in comune e così "nessuno tra loro era
bisognoso" |
|||
Cat. Chiesa Cat. 2235-2236 |
|||
148 Liberi dalla sete del potereOltre che dalla ricchezza, la vicinanza di Dio libera anche dalla tentazione di dominare sugli altri. Gesù è venuto non per essere servito, ma per servire; ( Mc 10,45 ) e di fatto, a differenza dei maestri religiosi del suo tempo che di solito si lasciano accudire dagli allievi nelle necessità quotidiane, si comporta come un servitore: "Io sto in mezzo a voi come colui che serve" ( Lc 22,27 ). I discepoli dovranno seguire il suo esempio e servirsi l'un l'altro, comportandosi tra loro come fratelli di pari dignità e riconoscendo sopra di sé l'unico Padre. ( Mt 23,8-9 ) L'autorità, nella comunità cristiana, dovrà essere esercitata come un servizio, e non come un dominio oppressivo alla maniera dei re delle nazioni, che sfruttano la gente e si fanno chiamare benefattori: "Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti" ( Mc 10,44 ). |
|||
149 Il regno di
Dio non ha niente a che fare con uno stato teocratico: non impone il
diritto e
la giustizia con la forza; non si difende con le armi; non fa
concorrenza ai
regni di questo mondo. |
|
||
Tuttavia non rimane indifferente neppure nei loro confronti: li giudica e ne denuncia le pretese totalitarie. Si deve dare "a Cesare ciò che è di Cesare", rispettando le autorità e osservando le leggi, perché hanno il compito di assicurare la pacifica convivenza e il progresso dei cittadini. Prima ancora però bisogna dare "a Dio ciò che è di Dio" ( Mc 12,17 ), mettendo la sua volontà e la dignità dell'uomo al di sopra delle istituzioni, rimuovendo ogni soggezione falsamente religiosa verso il potere politico. |
|||
150 Liberi negli affetti |
|
||
La liberazione dal possesso egoistico e dall'ambizione non è sufficiente. Il regno di Dio trasforma anche gli affetti familiari e li
apre a valori più
alti ed universali. Gesù, con la sua sottomissione a Maria e a Giuseppe, ( Lc 2,51 ) riconosce il valore della famiglia come luogo dei rapporti umani fondamentali, ordinati alla crescita delle persone; eppure non esita a dichiarare che la sua famiglia più vera è quella formata dai discepoli che compiono la volontà del Padre. ( Mc 3,35 ) Insegna la fedeltà irrevocabile all'amore coniugale, contro
ogni
tentazione di adulterio e di divorzio; |
|||
151 Liberi dall'angoscia |
|
||
Infine, il regno di Dio libera dalla paura di essere messi al bando dalla società e perfino dal timore di perdere la vita. Gesù, quando sente dire che Erode Antipa vuole ucciderlo, come ha già fatto con Giovanni Battista, non cambia strada: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada" ( Lc 13,32-33 ). I discepoli sono chiamati a dar prova dello stesso coraggio. Non temano di essere anticonformisti e diversi dagli altri, di
essere
insultati e perseguitati; Rinuncino all'idolatria del proprio io; mettano da parte le paure e gli interessi immediati, diano la loro vita e prendano la croce, come il condannato che esce dal tribunale e si avvia al luogo del supplizio, in mezzo alla folla che lo schernisce e lo maledice: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà" ( Mc 8,34-35; Lc 9,23-24 ). |
|||
152 Chi ha Dio come Padre non può sentirsi mai solo: "Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri" ( Lc 12,6-7 ). La sofferenza, anche quella umanamente più inquietante e difficile da accettare, acquista un alto valore e una misteriosa fecondità. Gesù lo afferma con due immagini delicate e suggestive: il chicco di grano cade in terra e muore, ma rinasce moltiplicato; ( Gv 12,24 ) la donna al momento del parto geme e grida, ma poi dimentica completamente il dolore per la gioia di avere un bambino. ( Gv 16,21 ) Chi aderisce a Cristo con fede viva e salda, non è più ossessionato dall'ansia di trovare sicurezze e piaceri, per sentirsi vivo; è disponibile al servizio degli altri; sperimenta personalmente che il Figlio di Dio è venuto a liberare "quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita" ( Eb 2,15 ). |
|||
153 Accogliere il regno di Dio libera dal possesso egoistico, dal dominio sugli altri, dagli affetti disordinati e dalle paure. |
Indice |