Catechismo degli Adulti |
352 Elezione e predestinazioneNel Signore morto e risorto gli apostoli e la Chiesa dei primi tempi, illuminati dallo Spirito Santo, hanno intravisto non solo il mistero della vita personale di Dio, ma anche il suo progetto globale sull'uomo e sul mondo. ( Gv 1,1-18; Ef 1,3-14; Col 1,15-20; Eb 1,2-3 ) In questa rivelazione è la risposta a domande fondamentali: qual è il senso della storia? ha una direzione e una meta? che cosa possiamo sperare? |
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353 La storia obbedisce a un disegno di amore, ( Ef 1,9 ) "nascosto da secoli nella mente di Dio,… attuato in Cristo Gesù" ( Ef 3,9.11 ), "rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito" ( Ef 3,5 ). Dio ha voluto condividere con altri la sua vita. Ha creato gli uomini, per introdurli nella comunione trinitaria: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà" ( Ef 1,4-6 ). Ha deciso di associare dei fratelli al Figlio unigenito, mediante la sua incarnazione e il dono dello Spirito Santo. Li ha "predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli" ( Rm 8,29 ). Cristo è il primo eletto. Noi siamo progettati in modo da poter realizzare la nostra identità in dipendenza da lui. È questa la nostra vocazione costitutiva, che può essere rifiutata, non annullata. Da parte sua Dio vuole che tutti si salvino. ( 1 Tm 1,14 ) La predestinazione è alla salvezza e non alla perdizione. |
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Cat. Chiesa Cat. 293-294 |
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354 A gloria della sua graziaDa sempre il Padre genera il Figlio e lo attrae a sé nello Spirito; il Figlio è rivolto al Padre nello stesso Spirito. |
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Dio non soffre di solitudine; è pienamente se stesso nella comunione trinitaria dell'amore: nulla può accrescere la sua perfezione e beatitudine. All'origine del mondo creato c'è solo la "grazia", cioè
l'amore
sovranamente libero e gratuito del Padre. Egli non ricava da noi alcuna utilità: "Dio non creò Adamo, perché aveva bisogno dell'uomo, ma per avere qualcuno in cui riporre i suoi benefici".1 Il suo amore è del tutto disinteressato. Gli sta a cuore unicamente la nostra riuscita e la nostra felicità. Ci ama senza misura, fino a donare il Figlio e lo Spirito, e quindi se stesso. |
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355 Che senso ha allora l'affermazione di fede, secondo cui Dio ha creato il mondo per la sua gloria?2 La gloria di Dio è la rivelazione della sua grazia, del suo amore gratuito; la sua gioia è unicamente quella del donare: "Non per aumentare la sua beatitudine né per acquistare perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio, con la più libera delle decisioni, ha creato dal nulla le creature spirituali e quelle corporee, insieme fin dall'inizio dei tempi".3 |
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356 Attuazione del disegnoLa suprema glorificazione del Padre, cioè la più alta manifestazione della sua bontà e della sua sapienza, è Gesù Cristo, il Figlio unigenito, fatto uomo, crocifisso e risorto. Per mezzo di lui il Padre conferisce ad ogni cosa la perfezione e il senso definitivo. Fin dall'inizio guarda a lui come modello e meta di ogni sua opera. Anzi, in quanto Verbo, lo ha già con sé come autore dell'intera creazione: "Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui" ( Col 1,16-17 ). Il disegno eterno del Padre, "di ricapitolare in Cristo tutte
le cose,
quelle del cielo come quelle della terra" Quando esso sarà completamente realizzato, allora anche noi
saremo
pienamente noi stessi e Dio sarà "tutto in tutti" ( 1 Cor 15,28 ), perché
"l'uomo vivente è la gloria di Dio |
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357 Dio ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, il suo benevolo disegno di riunire sotto un solo capo, Cristo, tutti gli esseri del cielo e della terra. |
Indice |
1 | Sant'Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4, 14, 1 |
2 | Conc. Vaticano I, Dei Filius, Canoni I, 5 |
3 | Conc. Vaticano I, Dei Filius, I |
4 | Sant'Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4, 20, 7 |