Catechismo degli Adulti |
827 La grazia santificanteChiamato al dialogo con le persone divine, l'uomo viene abilitato a questo rapporto mediante una trasformazione di tutta la sua personalità: anima, intelligenza, volontà, affettività, corporeità. Viene purificato, santificato e rigenerato; ( Gv 3,6-7; 1 Cor 6,11; 1 Pt 1,3-4 ) |
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828 Riceviamo innanzitutto un nuovo modo di essere, per cui diventiamo "partecipi della natura divina" ( 2 Pt 1,4 ), siamo "chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" ( 1 Gv 3,1 ). Questa radicale elevazione alla vita divina si chiama tradizionalmente "grazia santificante".22 Così la parola "grazia", già impiegata per indicare l'amore |
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gratuito e misericordioso di Dio, il dono dello Spirito Santo, le sue mozioni sull'agire umano, acquista un quarto significato teologico: la vita divina diventata nostra, la bellezza spirituale che ci è data per essere degni di stare al cospetto di Dio, in una relazione senza paragone più perfetta e intima di quella creaturale. |
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829 Le virtù teologaliAl nuovo modo di essere consegue un nuovo modo di agire. La vita filiale si esprime attraverso il dinamismo delle "virtù teologali": fede, speranza e carità; energie che rendono capaci di comunicare personalmente con Dio e di unire a lui. |
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830 La fede ci fa partecipare alla luce della conoscenza divina;23 ci apre ad accogliere l'amore di Dio e il suo disegno di salvezza, rivelato nella Pasqua di Cristo. Consapevoli della nostra povertà, ma persuasi di essere amati, |
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ci affidiamo senza riserve, pronti a ubbidire e a rischiare. Dando ferma adesione alla verità rivelata, riceviamo nuove prospettive sulla realtà, nuovi criteri di giudizio e motivi di azione. La fede "opera per mezzo della carità" ( Gal 5,6 ); altrimenti è come morta. ( 1 Cor 13,2; Gc 2,26 ) Tuttavia rimane importante anche nei peccatori, perché li prepara alla giustificazione.24 Alcuni peccati, come l'incredulità, l'apostasia e l'eresia la contraddicono direttamente e giungono a distruggerla. |
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831 La speranza applica le prospettive della fede all'esistenza personale del credente: "In essa infatti noi abbiamo come un'àncora della nostra vita, sicura e salda" ( Eb 6,19 ). |
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È il desiderio fiducioso e arduo, fondato sull'Amore onnipotente e misericordioso e sulla sua fedeltà alle promesse, di giungere alla vita eterna nell'esperienza immediata di Dio e nella gloriosa risurrezione, ricevendo durante il cammino tutti gli aiuti necessari. Si tiene ugualmente lontana dalla presunzione come dall'abbattimento. Lotta coraggiosamente contro il male e coltiva ogni germe di bene. Sa che per la misericordia di Dio anche una vita sciupata, come quella del ladrone pentito, può essere rigenerata in un istante: ( Lc 23,39-43 ) san Giuseppe Cafasso, il prete che assisteva i condannati a morte, era persuaso che perfino un assassino poteva entrare subito in paradiso se accettava umilmente la sua pena. |
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832 La carità, riflesso in noi dello Spirito Santo, ci fa partecipare alla forza e alla bellezza dell'amore con cui Cristo ha amato il Padre e i fratelli nel suo sacrificio pasquale. Suppone e porta a compimento la fede e la speranza: amiamo perché siamo stati amati e abbiamo creduto all'amore, come i bambini nei confronti dei genitori. La carità è la nostra amicizia con Dio, per cui lo amiamo sopra ogni cosa a motivo della sua bontà infinita e siamo pronti a fare la sua volontà e ad amare gli altri come egli li ama.25 |
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Essa segue una sua dinamica: nasce come compiacenza per la bellezza e la bontà di Dio intraviste nelle sue opere meravigliose e soprattutto nel suo Figlio Gesù; si sviluppa come dedizione alla causa del suo regno e come desiderio di incontrarlo faccia a faccia; si compirà nella visione beatifica come gaudio, in cui tutto il nostro essere troverà riposo.26 |
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833 Le virtù umaneLa carità si incarna nell'etica: unifica, sostiene ed elèva le virtù umane, energie operative buone che abilitano a compiere il bene sotto vari aspetti specifici. Quattro di esse si chiamano "virtù cardinali", perché fanno da sostegno e riferimento a numerose altre. Sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Tra le molte virtù, che si collegano a queste, si possono ricordare: semplicità, onestà, sincerità, lealtà, fedeltà, cortesia, rispetto, generosità, riconoscenza, amicizia, coraggio, audacia, equilibrio, umiltà, castità, povertà, obbedienza. Le buone qualità particolari danno concretezza alla perfezione cristiana. Danno alla carità un corpo e un volto. |
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834 I sette doniPer facilitare l'esercizio e la crescita delle virtù teologali e umane, riceviamo i sette doni dello Spirito Santo che, sulla base di un testo profetico, ( Is 11,2-3 ) vengono tradizionalmente così individuati: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Al di là del numero e delle precisazioni, si tratta di doni abbondanti per la santificazione personale. Mentre i carismi riguardano direttamente l'utilità del prossimo e perciò sono variamente distribuiti, questi doni, che si possono chiamare mistici, riguardano lo sviluppo della vita cristiana e perciò sono concessi a tutti, anche se con accentuazioni diverse. Sono attitudini che rendono docili allo Spirito Santo anche nelle azioni più ordinarie; dispongono a lasciarsi muovere da lui come vele spiegate al vento. Rendono le virtù facili, stabili e attraenti; le portano a maturazione, come "frutto dello Spirito" ( Gal 5,22 ), frutti saporosi per chi li possiede e poi anche per il prossimo. |
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Cat. Chiesa Cat. 1752-1753 |
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835 L'intenzione fondamentaleLa vita spirituale si sviluppa come un organismo unitario e complesso. Alla radice c'è la grazia santificante, alla quale si accompagnano, come dotazioni stabili, le virtù teologali. La decisione del cristiano di attuare la propria vita nella fede, speranza e carità, costituisce l'intenzione fondamentale, che dà la sua impronta e il suo orientamento ai vari atteggiamenti e alle singole azioni. Un'intenzione fondamentale può essere positiva o negativa e si esprime in comportamenti corrispondenti: "Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi" ( Mt 7,17 ). Dalla fede, speranza e carità deriva l'osservanza di tutti i comandamenti della legge di Dio; ( Gal 5,14.17-22 ) viceversa dal cuore malvagio, cioè dall'egoismo, escono tutti i comportamenti malvagi. ( Mc 7,21-23 ) L'intenzione fondamentale ci identifica come giusti o come peccatori. È l'orientamento profondo verso il fine ultimo, Dio o un idolo, intorno al quale si costruisce un progetto globale di vita. Non si tratta di una decisione accanto alle altre, ma di un atteggiamento personale implicito, che si attua e si manifesta mediante le decisioni particolari. Non è sperimentabile direttamente in se stessa; se ne può avere solo una conoscenza indiretta e indiziaria, attraverso i comportamenti concreti in ogni ambito dell'esperienza. Coincide praticamente con la vita di grazia o con la situazione di peccato mortale, di cui il soggetto può avere solo una certezza prudenziale. |
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836 Se è vero che l'atteggiamento profondo si esprime attraverso le azioni, è anche vero che compiendo singole azioni la persona plasma se stessa, decide che cosa vuole essere, sviluppa virtù o vizi e, quando le scelte sono importanti e pienamente responsabili, come un atto impegnativo di carità o un peccato mortale, forma in sé un'intenzione fondamentale, la rafforza o la cambia, realizzando una conversione o una perversione. Nel bene e nel male sono decisivi gli atti umani, in cui l'intenzione fondamentale si forma e si esprime. Sono i singoli atti che costruiscono la fisionomia spirituale della persona; non viceversa.27 Perciò l'intenzione fondamentale non è rilevante per stabilire la moralità oggettiva dei singoli atti; può tuttavia essere utile tenerla presente per valutare l'imputabilità soggettiva.28 Infatti, per essere gravemente responsabile nel bene o nel male, un atto deve essere capace di generare un'opzione fondamentale positiva o negativa. Da qui la necessità di essere cauti nel giudicare la piena responsabilità. Si possono valutare più facilmente i singoli comportamenti nella loro moralità oggettiva che non il cuore delle persone. |
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837 Per poter vivere in comunione con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, l'uomo viene elevato alla vita di grazia e riceve mirabili energie spirituali, come le virtù teologali: fede, speranza e carità. |
Indice |
22 | Conc. di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, 7; Can. 11 |
23 | San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 110, a. 4 |
24 | Conc. di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, Can. 28 |
25 | San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, II-II, q. 23, a. 2 |
26 | San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 26, a. 2; II-II, q. 28, a. 4 |
27 | Giovanni Paolo II,
Veritatis Splendor 70; Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 71 |
28 | Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia 23 |