Catechismo degli Adulti

Indice

Rinnovati nell'essere e nell'agire

Cat. Chiesa Cat. 1266; 1804-1832; 1987-2005

827 La grazia santificante

Chiamato al dialogo con le persone divine, l'uomo viene abilitato a questo rapporto mediante una trasformazione di tutta la sua personalità: anima, intelligenza, volontà, affettività, corporeità.

Viene purificato, santificato e rigenerato; ( Gv 3,6-7; 1 Cor 6,11; 1 Pt 1,3-4 )
diventa "nuova creatura" ( Gal 6,15 ), un "uomo nuovo" ( Ef 4,24 ).

828 Riceviamo innanzitutto un nuovo modo di essere, per cui diventiamo "partecipi della natura divina" ( 2 Pt 1,4 ), siamo "chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" ( 1 Gv 3,1 ).

Questa radicale elevazione alla vita divina si chiama tradizionalmente "grazia santificante".22

Così la parola "grazia", già impiegata per indicare l'amore

341
354-355
743
812

gratuito e misericordioso di Dio, il dono dello Spirito Santo, le sue mozioni sull'agire umano, acquista un quarto significato teologico: la vita divina diventata nostra, la bellezza spirituale che ci è data per essere degni di stare al cospetto di Dio, in una relazione senza paragone più perfetta e intima di quella creaturale.

829 Le virtù teologali

Al nuovo modo di essere consegue un nuovo modo di agire.

La vita filiale si esprime attraverso il dinamismo delle "virtù teologali": fede, speranza e carità; energie che rendono capaci di comunicare personalmente con Dio e di unire a lui.

830 La fede ci fa partecipare alla luce della conoscenza divina;23 ci apre ad accogliere l'amore di Dio e il suo disegno di salvezza, rivelato nella Pasqua di Cristo.

Consapevoli della nostra povertà, ma persuasi di essere amati,

86-93

ci affidiamo senza riserve, pronti a ubbidire e a rischiare.

Dando ferma adesione alla verità rivelata, riceviamo nuove prospettive sulla realtà, nuovi criteri di giudizio e motivi di azione.

La fede "opera per mezzo della carità" ( Gal 5,6 ); altrimenti è come morta. ( 1 Cor 13,2; Gc 2,26 )

Tuttavia rimane importante anche nei peccatori, perché li prepara alla giustificazione.24

Alcuni peccati, come l'incredulità, l'apostasia e l'eresia la contraddicono direttamente e giungono a distruggerla.

831 La speranza applica le prospettive della fede all'esistenza personale del credente: "In essa infatti noi abbiamo come un'àncora della nostra vita, sicura e salda" ( Eb 6,19 ).

1170-1183

È il desiderio fiducioso e arduo, fondato sull'Amore onnipotente e misericordioso e sulla sua fedeltà alle promesse, di giungere alla vita eterna nell'esperienza immediata di Dio e nella gloriosa risurrezione, ricevendo durante il cammino tutti gli aiuti necessari.

Si tiene ugualmente lontana dalla presunzione come dall'abbattimento.

Lotta coraggiosamente contro il male e coltiva ogni germe di bene.

Sa che per la misericordia di Dio anche una vita sciupata, come quella del ladrone pentito, può essere rigenerata in un istante: ( Lc 23,39-43 ) san Giuseppe Cafasso, il prete che assisteva i condannati a morte, era persuaso che perfino un assassino poteva entrare subito in paradiso se accettava umilmente la sua pena.

832 La carità, riflesso in noi dello Spirito Santo, ci fa partecipare alla forza e alla bellezza dell'amore con cui Cristo ha amato il Padre e i fratelli nel suo sacrificio pasquale.

Suppone e porta a compimento la fede e la speranza: amiamo perché siamo stati amati e abbiamo creduto all'amore, come i bambini nei confronti dei genitori.

La carità è la nostra amicizia con Dio, per cui lo amiamo sopra ogni cosa a motivo della sua bontà infinita e siamo pronti a fare la sua volontà e ad amare gli altri come egli li ama.25

840-842
868
898-899
951

Essa segue una sua dinamica: nasce come compiacenza per la bellezza e la bontà di Dio intraviste nelle sue opere meravigliose e soprattutto nel suo Figlio Gesù; si sviluppa come dedizione alla causa del suo regno e come desiderio di incontrarlo faccia a faccia; si compirà nella visione beatifica come gaudio, in cui tutto il nostro essere troverà riposo.26

833 Le virtù umane

La carità si incarna nell'etica: unifica, sostiene ed elèva le virtù umane, energie operative buone che abilitano a compiere il bene sotto vari aspetti specifici.

Quattro di esse si chiamano "virtù cardinali", perché fanno da sostegno e riferimento a numerose altre.

Sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza.

Tra le molte virtù, che si collegano a queste, si possono ricordare: semplicità, onestà, sincerità, lealtà, fedeltà, cortesia, rispetto, generosità, riconoscenza, amicizia, coraggio, audacia, equilibrio, umiltà, castità, povertà, obbedienza.

Le buone qualità particolari danno concretezza alla perfezione cristiana.

Danno alla carità un corpo e un volto.

834 I sette doni

Per facilitare l'esercizio e la crescita delle virtù teologali e umane, riceviamo i sette doni dello Spirito Santo che, sulla base di un testo profetico, ( Is 11,2-3 ) vengono tradizionalmente così individuati: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio.

Al di là del numero e delle precisazioni, si tratta di doni abbondanti per la santificazione personale.

Mentre i carismi riguardano direttamente l'utilità del prossimo e perciò sono variamente distribuiti, questi doni, che si possono chiamare mistici, riguardano lo sviluppo della vita cristiana e perciò sono concessi a tutti, anche se con accentuazioni diverse.

Sono attitudini che rendono docili allo Spirito Santo anche nelle azioni più ordinarie; dispongono a lasciarsi muovere da lui come vele spiegate al vento.

Rendono le virtù facili, stabili e attraenti; le portano a maturazione, come "frutto dello Spirito" ( Gal 5,22 ), frutti saporosi per chi li possiede e poi anche per il prossimo.

Cat. Chiesa Cat. 1752-1753

835 L'intenzione fondamentale

La vita spirituale si sviluppa come un organismo unitario e complesso.

Alla radice c'è la grazia santificante, alla quale si accompagnano, come dotazioni stabili, le virtù teologali.

La decisione del cristiano di attuare la propria vita nella fede, speranza e carità, costituisce l'intenzione fondamentale, che dà la sua impronta e il suo orientamento ai vari atteggiamenti e alle singole azioni.

Un'intenzione fondamentale può essere positiva o negativa e si esprime in comportamenti corrispondenti: "Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi" ( Mt 7,17 ).

Dalla fede, speranza e carità deriva l'osservanza di tutti i comandamenti della legge di Dio; ( Gal 5,14.17-22 ) viceversa dal cuore malvagio, cioè dall'egoismo, escono tutti i comportamenti malvagi. ( Mc 7,21-23 )

L'intenzione fondamentale ci identifica come giusti o come peccatori.

È l'orientamento profondo verso il fine ultimo, Dio o un idolo, intorno al quale si costruisce un progetto globale di vita.

Non si tratta di una decisione accanto alle altre, ma di un atteggiamento personale implicito, che si attua e si manifesta mediante le decisioni particolari.

Non è sperimentabile direttamente in se stessa; se ne può avere solo una conoscenza indiretta e indiziaria, attraverso i comportamenti concreti in ogni ambito dell'esperienza.

Coincide praticamente con la vita di grazia o con la situazione di peccato mortale, di cui il soggetto può avere solo una certezza prudenziale.

836 Se è vero che l'atteggiamento profondo si esprime attraverso le azioni, è anche vero che compiendo singole azioni la persona plasma se stessa, decide che cosa vuole essere, sviluppa virtù o vizi e, quando le scelte sono importanti e pienamente responsabili, come un atto impegnativo di carità o un peccato mortale, forma in sé un'intenzione fondamentale, la rafforza o la cambia, realizzando una conversione o una perversione.

Nel bene e nel male sono decisivi gli atti umani, in cui l'intenzione fondamentale si forma e si esprime.

Sono i singoli atti che costruiscono la fisionomia spirituale della persona; non viceversa.27

Perciò l'intenzione fondamentale non è rilevante per stabilire la moralità oggettiva dei singoli atti; può tuttavia essere utile tenerla presente per valutare l'imputabilità soggettiva.28

Infatti, per essere gravemente responsabile nel bene o nel male, un atto deve essere capace di generare un'opzione fondamentale positiva o negativa.

Da qui la necessità di essere cauti nel giudicare la piena responsabilità.

Si possono valutare più facilmente i singoli comportamenti nella loro moralità oggettiva che non il cuore delle persone.

837 Per poter vivere in comunione con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, l'uomo viene elevato alla vita di grazia e riceve mirabili energie spirituali, come le virtù teologali: fede, speranza e carità.

Indice

22 Conc. di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, 7; Can. 11
23 San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 110, a. 4
24 Conc. di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, Can. 28
25 San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, II-II, q. 23, a. 2
26 San Tommaso d'Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 26, a. 2; II-II, q. 28, a. 4
27 Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 70;
Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 71
28 Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia 23