Catechismo della Chiesa Cattolica |
2828 « Dacci »: è bella la fiducia dei figli che attendono tutto dal loro Padre. |
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Egli « fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i
buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti » Gesù ci insegna questa domanda, che in realtà glorifica il Padre nostro perché è il riconoscimento di quanto egli sia Buono al di là di ogni bontà. |
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2829 « Dacci » è anche l'espressione dell'Alleanza: noi siamo suoi ed egli è nostro, è per noi. |
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Questo « noi » però lo riconosce anche come il Padre di tutti gli uomini, e noi lo preghiamo per tutti, solidali con le loro necessità e le loro sofferenze. |
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2830 « Il nostro pane ». |
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Il Padre, che ci dona la vita, non può non darci il nutrimento necessario per la vita, tutti i beni « convenienti », materiali e spirituali. Nel Discorso della montagna Gesù insiste su questa confidenza filiale che coopera con la Provvidenza del Padre nostro. ( Mt 6,25-34 ) Egli non ci spinge alla passività, ( 2 Ts 3,6-13 ) ma vuole liberarci da ogni affanno e da ogni preoccupazione. Tale è l'abbandono filiale dei figli di Dio:
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2831 Il fatto però che ci siano coloro che hanno fame per mancanza di pane, svela un'altra profondità di questa domanda. |
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Il dramma della fame nel mondo chiama i cristiani che pregano in verità ad una responsabilità fattiva nei confronti dei loro fratelli, sia nei loro comportamenti personali sia nella loro solidarietà con la famiglia umana. Questa petizione della Preghiera del Signore
non può essere isolata dalle parabole del povero Lazzaro |
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2832 Come il lievito nella pasta, così la novità del Regno deve « fermentare » la terra per mezzo dello Spirito di Cristo.95 |
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Deve rendersi evidente attraverso l'instaurarsi della giustizia nelle relazioni personali e sociali, economiche e internazionali; né va mai dimenticato che non ci sono strutture giuste senza uomini che vogliono essere giusti. |
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2833 Si tratta del « nostro » pane, « uno » per « molti ». |
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La povertà delle Beatitudini è la virtù della condivisione: sollecita a mettere in comune e a condividere i beni materiali e spirituali, non per costrizione, ma per amore, perché l'abbondanza degli uni supplisca alla indigenza degli altri. ( 2 Cor 8,1-15 ) |
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« Dobbiamo pregare come se tutto dipendesse da Dio, e agire come se tutto dipendesse da noi ».98 Dopo aver eseguito il nostro lavoro, il cibo resta un dono del Padre nostro; è giusto chiederglielo e di questo rendergli grazie. Questo è il senso della benedizione della mensa in una famiglia cristiana. |
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2835 Questa domanda e la responsabilità che comporta, valgono anche per un'altra fame di cui gli uomini soffrono: « L'uomo non vive soltanto di pane, ma … di quanto esce dalla bocca del Signore » ( Dt 8,3; Mt 4,4 ), cioè della sua Parola e del suo Soffio. |
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I cristiani devono mobilitare tutto il loro impegno per « annunziare il Vangelo ai poveri ». C'è una fame sulla terra, « non fame di pane, né sete di acqua, ma di ascoltare la Parola di Dio » ( Am 8,11 ). Perciò il senso specificamente cristiano di questa quarta domanda riguarda il Pane di Vita: la Parola di Dio da accogliere nella fede, il Corpo di Cristo ricevuto nell'Eucaristia. ( Gv 6,26-58 ) |
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2836 « Oggi ». |
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È anch'essa un'espressione di fiducia. Ce la insegna il Signore; ( Mt 6,34; Es 16,19 ) non poteva inventarla la nostra presunzione. Poiché si tratta soprattutto della sua Parola e del Corpo del Figlio suo, questo « oggi » non è soltanto quello del nostro tempo mortale: è l'Oggi di Dio:
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2837 « Quotidiano » (di questo giorno e di ogni giorno). Questa parola, « épiousios », non è usata in nessun altro passo del Nuovo Testamento. Intesa nel suo significato temporale, è una ripresa pedagogica di « oggi », ( Es 16,19-21 ) per confermarci in una confidenza « senza riserve ». |
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Intesa in senso qualitativo, significa il necessario per la vita e, in senso lato, ogni bene sufficiente per il sostentamento. ( 1 Tm 6,8 ) Presa alla lettera [épiousios: « sovra-sostanziale »] la parola indica direttamente il Pane di Vita, il Corpo di Cristo, « farmaco d'immortalità »105 senza il quale non abbiamo in noi la Vita. ( Gv 6,53-56 ) Infine, legato al precedente, è evidente il senso celeste: « questo Giorno » è quello del Signore, quello del Banchetto del Regno, anticipato nell'Eucaristia, che è già pregustazione del Regno che viene. Per questo è bene che la Liturgia eucaristica sia celebrata « ogni giorno ».
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Indice |
92 | San Cipriano di Cartagine, De oratione dominica, 21: PL 4, 534 A |
95 | Apostolicam actuositatem, 5 |
97 | San Benedetto, La Regola, 20; 48 |
98 | Attribuito a Sant'Ignazio di Loyola, citato in E. Bianco, Dizionario di pensieri citabili,Torino 1990, 26 |
102 | Sant'Ambrogio, De sacramentis, 5, 26: PL 16, 453 A |
105 | Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2: PG 5, 661 |
107 | Sant'Agostino, Sermones, 57, 7, 7 |
109 | San Pietro Crisologo, Sermones, 71: PL 52, 402 D |