Preparazione al Sacramento del Matrimonio |
21. Le tappe o momenti di cui si dirà non sono rigidamente definiti.
Infatti non si possono fissare né in rapporto all'età dei destinatari, né in rapporto alla durata.
Tuttavia è utile conoscerle come itinerari e strumenti di lavoro, soprattutto per i contenuti da trasmettere.
Sono articolate in preparazione remota, prossima e immediata.
22. La preparazione remota abbraccia l'infanzia, la fanciullezza e l'adolescenza e si svolge soprattutto nella famiglia, ed anche nella scuola e nei gruppi di formazione, come validi aiuti di essa.
È il periodo in cui va trasmessa e come istillata la stima per ogni autentico valore umano, sia nei rapporti interpersonali, sia in quelli sociali, con quanto ciò comporta per la formazione del carattere, per il dominio e la stima di sé, per il retto uso delle proprie inclinazioni, per il rispetto anche verso le persone dell'altro sesso.
È richiesta, inoltre, specialmente per i cristiani, una solida formazione spirituale e catechetica ( cfr. FC 66 ).
23. Nella Lettera alle Famiglie Gratissimam Sane, Giovanni Paolo II ricorda due verità fondamentali nel compito dell'educazione: « la prima è che l'uomo è chiamato a vivere nella verità e nell'amore; la seconda è che ogni uomo si realizza attraverso il dono sincero di sé » ( n. 16 ).
L'educazione dei bambini inizia quindi prima della nascita, nell'ambiente in cui la vita nuova del nascituro è attesa ed accolta, specialmente con il dialogo di amore della madre con la sua creatura ( cfr. Ibid., 16 ), e continua nell'infanzia dato che l'educazione è « prima di tutto un' "elargizione" di umanità da parte di ambedue i genitori: essi comunicano insieme la loro umanità matura al neonato » ( Ibid. ).
« Nella procreazione di una nuova vita i genitori avvertono che il figlio "se è frutto della loro reciproca donazione d'amore, è, a sua volta, un dono per ambedue, un dono che scaturisce dal dono" » ( EV 92 ).
L'educazione cristiana nel suo senso integrale, che implica la trasmissione e il radicamento dei valori umani e cristiani - come afferma il Concilio Vaticano II - « non comporta solo quella maturità propria dell'umana persona, ma tende soprattutto a far sì che i battezzati, iniziati gradualmente alla conoscenza del mistero della salvezza, prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede, che hanno ricevuto … si preparino a vivere la propria vita secondo l'uomo nuovo nella giustizia e nella santità della verità » ( Gravissimum Educationis, 2 ).
24. Non può mancare, in questo periodo, anche una leale e coraggiosa educazione alla castità, all'amore come dono di sé.
La castità non è mortificazione dell'amore, ma condizione di autentico amore.
Infatti, se la vocazione all'amore coniugale è vocazione al dono di sé nel matrimonio, è necessario arrivare a possedere se stessi per potersi veramente donare.
A questo riguardo è importante l'educazione sessuale ricevuta dai genitori nei primi anni della fanciullezza e adolescenza, come è stato indicato dal documento di questo Pontificio Consiglio per la Famiglia già ricordato sopra al n. 10.
25. In questa tappa o momento della preparazione remota sono da raggiungere degli obiettivi specifici.
Senza avere la pretesa di farne un elenco esaustivo, in modo indicativo qui si ricorda che tale preparazione dovrà innanzitutto conseguire la meta per cui ogni fedele, chiamato al matrimonio, comprenda a fondo che l'amore umano, alla luce dell'amore di Dio, viene ad assumere un ruolo centrale nell'etica cristiana.
Di fatto la vita umana, come vocazione-missione, è chiamata all'amore che ha la sua sorgente ed il suo fine in Dio, « senza escludere la possibilità del dono totale di sé a Dio nella vocazione alla vita sacerdotale o religiosa » ( FC 66 ).
In questo senso occorre ricordare che la preparazione remota, anche quando si sofferma sui contenuti dottrinali di carattere antropologico, va collocata nella prospettiva del matrimonio in cui l'amore umano diventa partecipazione, oltre che segno, dell'amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa.
L'amore coniugale fa presente quindi tra gli uomini lo stesso amore divino reso visibile nella redenzione.
Il passaggio o conversione da un livello di fede piuttosto esteriore e vago, proprio di molti giovani, ad una scoperta del « mistero cristiano » è un passaggio essenziale e decisivo: una fede che implica la comunione di Grazia e di amore con il Cristo Risorto.
26. La preparazione remota avrà raggiunto i suoi principali scopi qualora abbia consentito di assimilare i fondamenti per acquisire, sempre di più, i parametri di un retto giudizio circa la gerarchia di valori necessaria per scegliere ciò che di meglio offre la società, secondo il consiglio di S. Paolo: « Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono » ( 1 Ts 5,19 ).
Non va nemmeno dimenticato che, mediante la grazia di Dio, l'amore viene curato, rafforzato ed intensificato anche attraverso i necessari valori legati alla donazione, al sacrificio, alla rinuncia e all'abnegazione.
Già in questa fase di formazione l'aiuto pastorale dovrà essere rivolto a far sì che il comportamento morale sia retto dalla fede.
Un simile stile di vita cristiana trova il suo stimolo, l'appoggio e la consistenza nell'esempio dei genitori che diventa per i nubendi una vera testimonianza.
27. Questa preparazione non perderà di vista un fatto tanto importante che consiste nell'aiutare i giovani ad acquistare, nei confronti dell'ambiente, una capacità critica e ad avere altresì il coraggio cristiano di chi sa di essere nel mondo senza essere del mondo.
In tal senso leggiamo nella Lettera a Diogneto, documento venerabile già dalla primissima epoca cristiana e di riconosciuta autenticità: « I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita … ( eppure ) si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile …
Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini.
Hanno in comune la mensa, ma non il talamo.
Vivono nella carne, ma non secondo la carne » ( V,1,4,6,7 ).
La formazione dovrà conseguire una mentalità ed una personalità capaci di non lasciarsi trascinare dalle concezioni contrarie all'unità e stabilità del matrimonio, e perciò poter reagire contro le strutture del cosiddetto peccato sociale che « si ripercuote, con maggiore o minore veemenza, con maggiore o minore danno, su tutta la compagine ecclesiale e sull'intera famiglia umana » ( Esortazione Apostolica Reconciliatio et Paenitentia, 16 ).
È davanti a questi influssi di peccato e a tante pressioni sociali che deve essere rinvigorita una coscienza critica.
28. Lo stile cristiano di vita, testimoniato dai focolari cristiani, è già un'evangelizzazione, è il fondamento stesso della preparazione remota.
Di fatto, altra meta è costituita dalla presentazione della missione educativa dei propri genitori.
È nella famiglia, chiesa domestica, che i genitori cristiani sono i primi testimoni e formatori dei figli sia nella crescita della « fede-speranza-carità », sia nella configurazione della vocazione propria di ognuno di essi.
« I genitori sono i primi e principali educatori dei propri figli ed hanno anche in questo campo una fondamentale competenza: sono educatori perché genitori » ( Gratissimam Sane, 16 ).
A questo scopo i genitori stessi hanno bisogno di opportuni ed adeguati aiuti.
29. Tra essi si deve annoverare, innanzitutto, la parrocchia come luogo di formazione ecclesiale cristiana; è lì che si apprende uno stile di convivenza comunitaria ( cfr. Sacrosanctum Concilium, 42 ).
Non sono da dimenticare, inoltre, la scuola, le altre istituzioni educative, i movimenti, i gruppi, le associazioni cattoliche e, ovviamente, quelle delle stesse famiglie cristiane.
Particolare rilievo posseggono nei processi educativi dei giovani i mezzi di comunicazione di massa, che dovrebbero aiutare positivamente la missione della famiglia nella società e non piuttosto metterla in difficoltà.
30. Questo processo educativo deve stare pure a cuore ai catechisti, agli animatori della pastorale giovanile e vocazionale e soprattutto ai pastori che coglieranno l'occasione delle omelie durante le celebrazioni liturgiche, e di altre forme di evangelizzazione, di incontri personali, di itinerari di impegno cristiano, per sottolineare ed evidenziare gli spunti che contribuiscono ad una preparazione orientata al possibile matrimonio ( cfr. Ordo celebrandi matrimonium, 14 ).
31. Occorre dunque « inventare » delle modalità di formazione permanente degli adolescenti nel periodo che precede il fidanzamento e che fa seguito alle tappe della iniziazione cristiana; ed è sommamente utile lo scambio delle esperienze più rispondenti in proposito.
Le famiglie, unite nelle parrocchie, nelle istituzioni, in forme diverse di associazione, aiutano a creare un'atmosfera sociale in cui l'amore responsabile sia sano e lì dove sia inquinato, per esempio dalla pornografia, possano reagire in forza del diritto della famiglia.
Tutto questo fa parte di una « ecologia umana » ( cfr. Centesimus Annus, 38 ).
32. La preparazione prossima si svolge durante il periodo del fidanzamento.
Essa si articola con corsi specifici e va distinta da quella immediata, che di solito si concentra negli ultimi incontri tra fidanzati ed operatori pastorali, prima della celebrazione del sacramento.
Sembra opportuno che, durante la preparazione prossima, venga offerta la possibilità di verificare la maturazione dei valori umani che sono propri del rapporto di amicizia e di dialogo che caratterizzano il fidanzamento.
In vista del nuovo stato di vita che sarà vissuta come coppia, sia offerta l'opportunità di approfondire la vita di fede, e soprattutto quanto riguarda la conoscenza della sacramentalità della Chiesa.
È questa una tappa importante di evangelizzazione, in cui la fede deve riguardare la dimensione personale e comunitaria tanto dei singoli fidanzati quanto delle loro famiglie.
In tale approfondimento sarà anche possibile cogliere le loro eventuali difficoltà nel vivere un'autentica vita cristiana.
33. Il periodo di questa preparazione viene a coincidere in genere con l'epoca della giovinezza, si presuppone quindi tutto quanto è proprio della pastorale giovanile propriamente detta, che si occupa della crescita integrale del fedele.
La pastorale giovanile non è separabile dall'ambito della famiglia, come se i giovani formassero una specie di « classe sociale » separata e indipendente.
Essa deve rafforzare il senso sociale dei giovani, in primo luogo con i membri della propria famiglia, orientando i loro valori verso la futura famiglia che formeranno.
I giovani saranno già stati coadiuvati nel discernimento della loro vocazione tramite l'impegno personale, e con l'aiuto della comunità, principalmente dei pastori.
Ciò deve avere inizio ancor prima dell'impegno del fidanzamento.
Quando la vocazione si concretizza verso il matrimonio, sarà sostenuta, in primo luogo, dalla grazia e inoltre da un'adeguata preparazione.
Detta pastorale giovanile terrà pure presente che, per difficoltà di vario genere, come il fatto di una « adolescenza prolungata » e quindi una più lunga permanenza in famiglia - fenomeno nuovo e preoccupante, - l'impegno matrimoniale dei giovani di oggi, viene, non poche volte, procrastinato eccessivamente.
34. Tale preparazione prossima dovrà basarsi innanzitutto su una catechesi sostanziata dall'ascolto della Parola di Dio, interpretata con la guida del Magistero della Chiesa, in vista di una comprensione sempre più piena della fede, e di una testimonianza nella vita concreta.
L'insegnamento dovrà essere offerto nel contesto di una comunità di fede tra famiglie, specialmente nell'ambito della parrocchia, che - a tal fine - partecipano e collaborano secondo i propri carismi e i propri ruoli, alla formazione dei giovani, allargando la loro influenza ad altri gruppi sociali.
35. I fidanzati dovranno essere istruiti sulle esigenze naturali legate al rapporto interpersonale uomo-donna nel piano di Dio sul matrimonio e sulla famiglia: la consapevolezza in ordine alla libertà di consenso come fondamento della loro unione, l'unità e l'indissolubilità matrimoniale, la retta concezione di paternità-maternità responsabile, gli aspetti umani della sessualità coniugale, l'atto coniugale con le sue esigenze e finalità, la retta educazione dei figli.
Il tutto finalizzato alla conoscenza della verità morale e alla formazione della coscienza personale.
La preparazione prossima dovrà certamente prevedere che i fidanzati posseggano gli elementi basilari di carattere psicologico, pedagogico, legale e medico, concernenti il matrimonio e la famiglia.
Tuttavia, specialmente per quanto riguarda la donazione totale e la procreazione responsabile, la formazione teologica e morale dovrà avere un particolare approfondimento.
Infatti, l'amore coniugale è amore totale, esclusivo, fedele e fecondo ( cfr. Humanae Vitae, 9 ).
Oggi è saldamente riconosciuta la base scientifica dei metodi naturali di regolazione della fertilità.
È utile la loro conoscenza; il loro impiego, quando esistono giuste cause, non deve restare una mera tecnica di comportamento, ma va inserito nella pedagogia e nel processo di crescita dell'amore ( cfr. EV 97 ).
È allora che la virtù della castità tra i coniugi porta a vivere la continenza periodica ( cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2366-2371 ).
Questa preparazione dovrà pure garantire che i fidanzati cristiani abbiano idee esatte, ed un sincero « sentire cum ecclesia », circa il matrimonio stesso, circa i mutui ruoli della donna e dell'uomo nella coppia, nella famiglia e nella società, circa la sessualità e l'apertura verso gli altri.
36. È ovvio anche che si dovranno aiutare i giovani a prendere coscienza di eventuali carenze psicologiche e-o affettive, specialmente delle incapacità di aprirsi agli altri e di forme di egoismo che possano vanificare l'impegno totale della loro donazione.
Tale aiuto porterà pure a scoprire le potenzialità e le esigenze di crescita umana e cristiana della loro esistenza.
Per questo i responsabili si preoccuperanno anche di formare solidamente la coscienza morale dei fidanzati perché siano preparati per la libera e definitiva scelta del matrimonio che si esprimerà nel consenso mutuamente scambiato dinanzi alla Chiesa, con il patto coniugale.
37. Durante questo momento dell'itinerario, occorreranno incontri frequenti in un clima di dialogo, di amicizia, di preghiera, con la partecipazione di pastori e di catechisti.
Essi dovranno sottolineare che « la famiglia … celebra il Vangelo della vita con la preghiera quotidiana, individuale e familiare: con essa loda e ringrazia il Signore per il dono della vita ed invoca la luce e forza per affrontare i momenti di difficoltà e di sofferenza, senza mai smarrire la speranza » ( EV 93 ).
Ed inoltre le coppie di sposi cristiani apostolicamente impegnate, in una visuale di sano ottimismo cristiano, possono contribuire a lumeggiare sempre meglio la vita cristiana nel contesto della vocazione al matrimonio e nella complementarità di tutte le vocazioni.
Questo periodo, perciò, non sarà soltanto un approfondimento teorico, ma anche un cammino di formazione, in cui i fidanzati, con l'aiuto della grazia e fuggendo ogni forma di peccato, si preparano a donare se stessi come coppia a Cristo che sostiene, purifica, nobilita il fidanzamento e la vita coniugale.
Acquista così pieno senso la castità prematrimoniale e squalifica le convivenze previe, i rapporti prematrimoniali, ed altre espressioni come il mariage coutumier nel processo di crescita dell'amore.
38. Secondo i sani principi pedagogici della gradualità e globalità della crescita della persona, la preparazione prossima non deve disattendere la formazione ai compiti sociali ed ecclesiali propri di coloro che dovranno, con il loro matrimonio, dare inizio alle nuove famiglie.
L'intimità familiare non sia concepita come intimismo chiuso in se stesso, bensì come capacità di interiorizzare le ricchezze umane e cristiane, insite nella vita matrimoniale in vista di una sempre maggior donazione agli altri.
La vita coniugale e familiare perciò, in una aperta concezione della famiglia, esige dai coniugi che si riconoscano soggetti che hanno diritti ma anche doveri nei riguardi della società e della chiesa.
A questo riguardo sarà molto utile invitare a leggere e riflettere sui seguenti documenti della Chiesa che sono una densa ed incoraggiante fonte di saggezza umana e cristiana: la Familiaris Consortio, la Lettera alle Famiglie Gratissimam Sane, la Carta dei Diritti della Famiglia, l'Evangelium Vitae ed altri.
39. Così la preparazione prossima dei giovani farà comprendere che l'impegno che assumeranno con lo scambio del consenso « di fronte alla Chiesa », esige già nel periodo del fidanzamento di iniziare - abbandonando eventuali pratiche contrarie - un cammino di fedeltà vicendevole.
Questo impegno umano verrà avvalorato dai doni specifici che lo Spirito Santo elargisce ai fidanzati che lo invocano.
40. Poiché l'amore cristiano viene purificato, perfezionato ed elevato dall'amore di Cristo verso la Chiesa ( cfr. GS 49 ), i fidanzati imitino questo modello progredendo nella consapevolezza della donazione, sempre connessa con il mutuo rispetto e la rinuncia di sé che aiutano a crescere in esso.
La reciproca donazione quindi coinvolge sempre più l'interscambio di doni spirituali e di sostegno morale, per una crescita di amore e di responsabilità.
« Il dono della persona esige per sua natura di essere duraturo ed irrevocabile.
L'indissolubilità del matrimonio scaturisce primariamente dall'essenza di tale dono: dono della persona alla persona.
In questo vicendevole donarsi viene manifestato il carattere sponsale dell'amore » ( Gratissimam Sane, 11 ).
41. La spiritualità sponsale, coinvolgendo l'esperienza umana, mai disgiunta dalla vita morale, ha la sua radice nel Battesimo e nella Confermazione.
L'itinerario di preparazione dei fidanzati dovrà quindi annoverare un recupero dei dinamismi sacramentali con un particolare ruolo dei sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia.
Il sacramento della Riconciliazione glorifica la misericordia divina verso la miseria umana, fa crescere la vitalità battesimale e i dinamismi propri della Confermazione.
Di qui il potenziamento della pedagogia dell'amore redento che fa scoprire con meraviglia la grandezza della misericordia di Dio davanti al dramma dell'uomo, da Dio creato e più mirabilmente redento.
L'Eucaristia, celebrando la memoria della donazione di Cristo alla Chiesa, sviluppa l'amore affettivo proprio del matrimonio nella donazione quotidiana al coniuge e ai figli, senza dimenticare e disattendere che « la celebrazione che dà significato ad ogni forma di preghiera e di culto è quella che s'esprime nell'esistenza quotidiana della famiglia, se è un'esistenza fatta di amore e donazione » ( EV 93 ).
42. Per una così molteplice e armonica preparazione occorre reperire e formare adeguatamente degli incaricati « ad hoc ».
Sarà opportuno pertanto creare un gruppo, a diversi livelli, di agenti consapevoli di essere inviati dalla Chiesa, costituito specialmente da coppie di sposi cristiani, tra i quali non manchino, possibilmente, esperti in medicina, in legge, in psicologia, con un presbitero, perché siano preparati ai ruoli da svolgere.
43. Per questo i collaboratori e responsabili siano persone di sicura dottrina e fedeltà indiscussa al Magistero della Chiesa, in modo che possano trasmettere, con una sufficiente e approfondita conoscenza e con la testimonianza di vita, le verità di fede e le responsabilità connesse con il matrimonio.
È più che ovvio che questi operatori pastorali, in quanto educatori, dovranno essere forniti anche di capacità di accoglienza dei fidanzati, qualunque sia la loro estrazione socioculturale, la loro formazione intellettuale e le loro concrete capacità.
Inoltre la loro testimonianza di vita fedele e di gioiosa donazione è condizione indispensabile per espletare il loro incarico.
Da queste esperienze di vita e dai loro problemi umani potranno prendere spunto per illuminare i nubendi con la sapienza cristiana.
44. Questo implica un adeguato programma di formazione di agenti.
Tale preparazione destinata ai formatori li renderà idonei ad esporre, con chiara adesione al Magistero della Chiesa, con idonea metodologia e con sensibilità pastorale, le linee fondamentali della preparazione al matrimonio, di cui abbiamo parlato, e a portare anche il contributo specifico, secondo la loro competenza, nella preparazione immediata di cui ai nn. 50-59.
Gli operatori dovrebbero ricevere in appositi Istituti Pastorali la loro formazione ed essere accuratamente scelti dal Vescovo.
45. Il risultato finale di questo periodo di preparazione prossima sarà perciò costituito dalla chiara consapevolezza delle note essenziali del matrimonio cristiano: unità, fedeltà, indissolubilità, fecondità; la coscienza di fede circa la priorità della Grazia sacramentale, che associa gli sposi come soggetti e ministri del sacramento all'Amore di Cristo Sposo della Chiesa; la disponibilità a vivere la missione propria delle famiglie nel campo educativo sociale ed ecclesiale.
46. Come ricorda la Familiaris Consortio, l'itinerario formativo dei giovani fidanzati dovrà perciò prevedere: l'approfondimento della fede personale e la riscoperta del valore dei sacramenti e dell'esperienza di preghiera; la preparazione specifica alla vita a due « che, presentando il matrimonio come un rapporto interpersonale dell'uomo e della donna da svilupparsi continuamente, stimoli ad approfondire i problemi della sessualità coniugale e della paternità responsabile, con le conoscenze medico-biologiche essenziali che vi sono connesse, ed avvii alla familiarità con retti metodi di educazione dei figli, favorendo l'acquisizione degli elementi di base per un'ordinata conduzione della famiglia » ( FC 66 ); la « preparazione all'apostolato familiare, alla fraternità e collaborazione con le altre famiglie, all'inserimento attivo in gruppi, associazioni, movimenti e iniziative che hanno per finalità il bene umano e cristiano della famiglia » ( Ibid. ).
Inoltre i nubendi siano aiutati preventivamente in modo da poter poi mantenere e coltivare l'amore coniugale; la comunicazione interpersonale-coniugale; le virtù e le difficoltà della vita coniugale; e come superare le inevitabili « crisi » coniugali.
47. Il centro, tuttavia, di tale preparazione dovrà essere costituito dalla riflessione di fede attraverso la Parola di Dio e la guida del Magistero sul sacramento del Matrimonio.
I nubendi saranno quindi resi consapevoli che il diventare « una caro » ( Mt 19,6 ) in Cristo, in forza dello Spirito, con il matrimonio cristiano, significa imprimere alla propria esistenza una nuova conformazione della vita battesimale.
Il loro amore diventerà, con il sacramento, espressione concreta dell'amore di Cristo per la sua Chiesa ( cfr. LG 11 ).
Sotto la luce della sacramentalità, gli stessi atti coniugali, la procreazione responsabile, l'azione educatrice, la comunione di vita, l'apostolicità e la missionarietà connesse con la vita di coniugi cristiani, sono da considerarsi momenti validi di esperienza cristiana.
Cristo, anche se in modo non ancora sacramentale, sorregge e accompagna l'itinerario di grazia e di crescita dei fidanzati verso la partecipazione al suo mistero di unione con la Chiesa.
48. A proposito di un eventuale direttorio, che raccolga le migliori esperienze in ordine alla preparazione al matrimonio, sembra opportuno ricordare quanto il Santo Padre Giovanni Paolo II ha detto nel discorso di conclusione della Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia tenutasi dal 30 settembre al 5 ottobre dell'anno 1991: « È indispensabile che alla preparazione dottrinale vengano dati il tempo e la cura necessari.
La sicurezza del contenuto deve essere il centro e l'obiettivo essenziale dei corsi, in una prospettiva che renda più cosciente la celebrazione del sacramento del Matrimonio e tutto ciò che ne scaturisce per la responsabilità della famiglia.
Le questioni relative all'unità e all'indissolubilità del matrimonio, e quanto riguarda i significati dell'unione e della procreazione della vita coniugale e del suo atto specifico, debbono essere trattate con fedeltà ed accuratezza, secondo il chiaro insegnamento dell'Enciclica Humanae Vitae ( cfr. 11-12 ).
Ugualmente tutto ciò che concerne il dono della vita, che i genitori debbono accogliere in maniera responsabile, con gioia, come collaboratori del Signore.
È bene che nei corsi sia privilegiato non solo ciò che si riferisce a una libertà matura e vigilante di coloro che desiderano contrarre matrimonio, ma anche alla missione propria dei genitori, primi educatori dei figli e primi evangelizzatori ».
Questo Pontificio Consiglio constata, con profonda soddisfazione, che cresce la corrente che porta a un maggiore impegno e consapevolezza sulla importanza e dignità del fidanzamento.
Similmente esorta che la durata dei corsi specifici non sia breve al punto che si riducano ad una mera formalità.
Dovranno invece poter fornire il tempo sufficiente per una buona e chiara presentazione degli argomenti fondamentali sopra indicati.
Il corso può essere realizzato nelle singole parrocchie se il numero dei fidanzati è sufficiente e se ci sono collaboratori preparati, o nelle Vicarie episcopali o Vicarie foranee, forme o strutture di coordinamento parrocchiali.
A volte possono essere realizzati da incaricati di Movimenti familiari, Associazioni o gruppi apostolici orientati da un sacerdote competente.
È un campo che dovrebbe essere coordinato dall'organismo diocesano, che operi a nome del Vescovo.
I contenuti, senza trascurare aspetti vari della psicologia, medicina e altre scienze umane, debbono essere centrati sulla dottrina naturale e cristiana del matrimonio.
49. In questa preparazione, specialmente oggi, occorre formare e rafforzare i nubendi nei valori che riguardano la difesa della vita.
In modo peculiare, per il fatto che essi diventeranno chiesa domestica e « Santuario della vita » ( EV 92-94 ), faranno parte a nuovo titolo del « popolo della vita e per la vita » ( EV 6, n. 101 ).
La mentalità contraccettiva, oggi imperante in tanti luoghi, e le legislazioni permissive dilaganti con tutto ciò che comportano nel disprezzo della vita dal momento del concepimento alla morte, costituiscono un insieme di attacchi molteplici a cui è esposta la famiglia, ferendola nel più intimo della sua missione e impedendole lo sviluppo secondo le esigenze di una autentica crescita umana ( cfr. Centesimus Annus, 39 ).
Quindi oggi più di prima è necessaria una formazione delle menti e dei cuori dei componenti i nuovi focolari domestici a non conformarsi con le mentalità imperanti.
Essi potranno così contribuire un giorno, con la loro vita di nuove famiglie, a creare e a sviluppare la cultura della vita rispettando e accogliendo, all'interno del loro amore, le nuove vite come testimonianza ed espressione dell'annuncio, celebrazione e servizio per ogni vita ( EV 83-84, n. 86, n. 93 ).
50. Ove sia stato percorso e recepito un congruo itinerario o corsi specifici durante il periodo della preparazione prossima ( cfr. n. 32 ss ), le finalità della preparazione immediata potranno consistere nelle seguenti:
a) Sintetizzare il percorso dell'itinerario precedente specialmente nei contenuti dottrinali, morali e spirituali, colmando così le eventuali carenze di formazione di base;
b) Attuare delle esperienze di preghiera ( ritiri spirituali, esercizi per nubendi ) in cui l'incontro con il Signore possa far scoprire la profondità e la bellezza della vita soprannaturale;
c) Realizzare una congrua preparazione liturgica che preveda anche la partecipazione attiva dei nubendi, curando specialmente il sacramento della Riconciliazione;
d) Valorizzare, per una conoscenza più approfondita di ognuno, i colloqui canonicamente previsti con il parroco.
Queste finalità si conseguiranno con incontri speciali in modo intensivo.
51. L'utilità pastorale e la positiva esperienza dei corsi di preparazione al matrimonio porta a dispensare da essi soltanto per cause proporzionatamente gravi.
Perciò, ove, per tali cause, si presentino coppie con l'urgente imminenza della celebrazione del matrimonio, senza la preparazione prossima, sarà cura del parroco e dei collaboratori offrire alcune occasioni per recuperare la conoscenza adeguata degli aspetti dottrinali, morali e sacramentali che sono stati esposti come propri della preparazione prossima e infine inserirli nella fase di preparazione immediata.
Ciò è richiesto per la necessità di personalizzare in concreto gli itinerari formativi, per cogliere ogni occasione volta ad approfondire il senso di quanto si compie nel sacramento, senza respingere, a motivo dell'assenza di alcune tappe di preparazione, coloro che rivelano una adeguata disposizione alla fede e al sacramento.
52. La preparazione immediata al sacramento del Matrimonio deve trovare occasioni adatte per iniziare i fidanzati al rito matrimoniale.
In questa preparazione, oltre ad approfondire la dottrina cristiana sul matrimonio e la famiglia con particolare riguardo ai doveri morali, i nubendi debbono essere guidati a prendere parte consapevole ed attiva alla celebrazione nuziale, intendendo anche il significato dei gesti e dei testi liturgici.
53. Questa preparazione al sacramento del Matrimonio dovrebbe essere il coronamento di una catechesi che aiuti i fidanzati cristiani a ripercorrere consapevolmente il loro itinerario sacramentale.
È importante che essi sappiano che si uniscono nel matrimonio in quanto battezzati in Cristo, che nella loro vita familiare si debbono comportare in sintonia con lo Spirito Santo.
Conviene quindi che i futuri sposi si dispongano alla celebrazione del matrimonio affinché sia valida, degna e fruttuosa, ricevendo il sacramento della Penitenza ( cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1622 ).
La preparazione liturgica del sacramento del Matrimonio deve valorizzare gli elementi rituali attualmente disponibili.
Per un più chiaro rapporto fra il sacramento nuziale e il mistero pasquale, la celebrazione del matrimonio è normalmente inserita nella celebrazione eucaristica.
54. Poiché la Chiesa si rende visibile nella diocesi e questa si articola nelle parrocchie, si comprende come tutta la preparazione canonicopastorale al matrimonio faccia capo all'ambito parrocchiale e diocesano.
È quindi più conforme al significato ecclesiale del sacramento che il matrimonio venga celebrato di norma ( CIC can. 1115 ) nella chiesa della comunità parrocchiale a cui appartengono gli sposi.
È augurabile che l'intera comunità parrocchiale prenda parte a questa celebrazione, intorno alle famiglie e agli amici dei nubendi.
Nelle varie diocesi si diano disposizioni in merito, tenendo conto delle situazioni locali, ma anche favorendo decisamente un'azione pastorale veramente ecclesiale.
55. Si invitino coloro che prenderanno parte attiva alla azione liturgica a disporsi opportunamente anche al sacramento della Riconciliazione e dell'Eucaristia.
Ai testimoni si spieghi che essi sono non solo garanti di un atto giuridico, ma anche rappresentanti della comunità cristiana, che partecipa per loro mezzo ad un atto sacramentale che la riguarda, poiché una nuova famiglia è una cellula della Chiesa.
Per il suo essenziale carattere sociale il matrimonio richiede una partecipazione della società e questa viene espressa dalla presenza dei testimoni.
56. La famiglia è il luogo più adatto ove i genitori, in virtù del sacerdozio comune, possono compiere gesti sacri ed amministrare alcuni sacramentali, a giudizio dell'Ordinario del luogo, come ad esempio nelle circostanze della Iniziazione Cristiana, negli avvenimenti lieti o dolorosi della vita quotidiana, nella Benedizione della mensa.
Un posto peculiare va dato alla preghiera familiare.
Essa creerà un clima di fede all'interno del focolare e sarà mezzo per vivere, nei confronti dei figli, una paternità-maternità più piena, educandoli alla preghiera ed introducendoli alla progressiva scoperta del mistero di Dio e al colloquio personale con Lui.
Si rammentino i genitori che, attraverso l'educazione dei figli, assolvono la loro missione di annunciare il Vangelo della vita ( cfr. EV 92 ).
57. La preparazione immediata è un'occasione propizia per iniziare una pastorale matrimoniale e familiare ininterrotta.
Da questo punto di vista bisogna fare in modo che gli sposi conoscano la loro missione nella Chiesa.
In questo possono essere aiutati dalla ricchezza che offrono i distinti movimenti familiari, per coltivare la spiritualità coniugale e familiare ed il modo di portare avanti i loro compiti all'interno della famiglia, nella Chiesa e nella società.
58. La preparazione dei fidanzati sia accompagnata da sincera e profonda devozione a Maria, Madre della Chiesa, Regina della famiglia; gli stessi fidanzati siano educati a saper cogliere che la presenza di Maria è attiva come nella Grande Chiesa, così nella famiglia, Chiesa Domestica; siano altresì educati a imitare Maria nelle sue virtù.
Così la Sacra Famiglia, cioè il focolare di Maria, Giuseppe e Gesù, farà scoprire ai fidanzati « come è dolce e insostituibile l'educazione in famiglia » ( Paolo VI, Discorso a Nazareth, 5, I, 1964 ).
59. La segnalazione di quanto viene proposto creativamente nelle varie comunità per rendere più profonde e adeguate anche queste fasi della preparazione prossima ed immediata sarà un dono ed un arricchimento per tutta la Chiesa.
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