È lo spazio situato verso il fondo della Chiesa, generalmente soprelevato e delimitato anteriormente da una balaustrata e posteriormente dall'abside, eventualmente provvisto di un emiciclo di stalli per la recita corale dell'Ufficio divino.

È riservato ai ministri del culto per le funzioni liturgiche: al centro vi si erge l'altare e, nelle cattedrali, sul lato sinistro sta la cattedra del vescovo, che trovò anche posto al fondo dell'abside ( luogo dove, nella basilica civile romana, sedeva il pretore per l'amministrazione ufficiale della giustizia ).

Aderente si collocava la schola cantorum.

È il collegio o gruppo dei presbiteri, ossia dei sacerdoti di una diocesi, in unità e dipendenza dal Vescovo.

Nell'arte sacra, è detto « presbiterio » quello spazio particolare dell'edificio sacro, spesso rialzato o separato, dove trovano posto i presbiteri e i ministri durante le varie celebrazioni.

Termine ( dal greco presbyteros: anziano ) che nel Nuovo Testamento designa gli "anziani" della comunità, ai quali è affidato il governo della stessa comunità.

A Gerusalemme li troviamo a fianco di s. Giacomo nell'amministrazione della Chiesa ( At 11,30; At 15,2.4.6.23; At 16,4; At 21,18 ).

Nelle Chiese fondate da Paolo si trova, costituito dallo stesso apostolo, un collegio di presbiteri per il governo della comunità ( At 14,23; At 20,17; 1 Tm 5,17; Tt 1,5 ).

In alcuni testi sono identificati con gli episcopi, i vescovi ( At 20,28; Tt 1,7 ).

Nello sviluppo dell'organizzazione del governo della comunità e del sacramento dell'ordine, già a partire dal II sec., i presbiteri, costituiti come presbyterium, appaiono come sacerdotes secundi ordinis ( sacerdoti di secondo ordine ), distinti dal vescovo e a lui sottomessi e vengono a coincidere con il prete ( v. ).

Magistero

Congr. per Clero - Il Presbitero maestro della parola - 19-3-1999

Concilio Ecumenico Vaticano II

Catechismo della Chiesa Cattolica