Sul battesimo contro i Donatisti |
Vittorico da Trabaca dichiarò:204 Se agli eretici è permesso battezzare e dare la remissione dei peccati, perché li disonoriamo chiamandoli eretici?
Che succederebbe, se un altro dicesse: Se agli iniqui è permesso battezzare e dare la remissione dei peccati perché li infamiamo chiamandoli iniqui?
La risposta che si darebbe a costui, sugli iniqui, la si dia anche a Vittorico, sugli eretici.
Eccola: il battesimo con cui battezzano non è loro; e avere il battesimo di Cristo, non ne consegue, che chi ha il battesimo di Cristo, sia sicuro di avere anche la remissione dei peccati, se questa la possiede solo nel sacramento, senza essersi convertito con una sincera confessione del cuore, affinché, a chi perdona, sia perdonato. ( Mt 6,13 )
Un altro Felice, da Utina, dichiarò: Nessuno dubita, santissimi colleghi sacerdoti, che ciò che conta, non è tanto la presunzione umana, quanto l'adorabile e venerabile maestà del Signore nostro Gesù Cristo.
Memori perciò di questo danno, noi tutti non solo dobbiamo osservare questo, ma anche sostenere che tutti gli eretici che accorrono nel seno della santa Madre Chiesa, siano battezzati, così che, l'anima eretica che il lungo contagio ha insozzata, purificata col lavacro di santificazione, si trasformi e diventi migliore.205
Forse costui, che ha posto il motivo per cui gli eretici vanno ribattezzati, nel purificarli dal continuo contagio, avrebbe riguardo per quelli che, caduti nell'eresia, vi sono rimasti per poco tempo e che, prontamente ravvedutisi, sono passati alla Cattolica.
Inoltre, anche lui poco si è accorto che tutti gli iniqui, che accorrono alla pietra, figura della Chiesa, sono battezzati, perché l'anima iniqua, che edificava fuori la pietra, ascoltando le parole di Cristo e non mettendole in pratica, purificata dal lavacro di santificazione, potesse trasformarsi e migliorare.
Eppure questo non si fa, se già sono stati battezzati, anche se si dimostrasse che erano così quando si fecero battezzare: ossia, che rinunciavano al mondo a parole e non a fatti.206
Quieto da Baruc disse: Noi che viviamo di fede, dobbiamo obbedire, con fiducioso rispetto, alle verità che sono state da tempo predette per istruirci.
Sta scritto, infatti, in Salomone: " A chi è battezzato da un morto, che giova questo lavacro? ". ( Sir 34,25 )
Qui ci si riferisce, certamente, a quanti si fanno lavare dagli eretici, e agli eretici che li lavano.
Se infatti i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perché vengono alla Chiesa?
Se poi da un morto la salvezza non si riceve, e quindi, una volta ammesso il loro precedente errore, fanno penitenza e ritornano alla verità, dovranno santificarsi con l'unico battesimo di vita, che sta nella Chiesa cattolica.207
Che cosa significa il testo: " Essere battezzato da un morto ", senza pregiudicarne uno studio più accurato, lo abbiamo detto altrove.208
Ma ora io chiedo: perché, per morti, si vogliono intendere solo gli eretici, visto che l'apostolo Paolo, parlando del peccato in genere, ha detto: Il salario del peccato è la morte, ( Rm 6,23 ) e ancora: La sapienza della carne è morte? ( Rm 8,6 )
E poiché egli dice che una vedova che vive nei piaceri è morta, ( 1 Tm 5,6 ) come mai non sono morti coloro che rinunciano al mondo a parole e non a fatti?209
Che giova, dunque, questo lavacro a chi viene battezzato da costoro, se non per avere anch'egli, se è un morto, un lavacro, che però non gli giova niente alla salvezza?
Se invece il battezzatore è morto, mentre il battezzato si converte a Dio non con il cuore falso, questi non è battezzato da un morto, ma da quel vivo, di cui sta scritto: Egli è colui che battezza, ( Gv 1,33 ) chiunque sia colui che, con il gesto visibile, battezza.
Quanto a ciò che egli dice sugli eretici: Se i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perché vengono alla Chiesa?
Rispondo: Vengono perché, pur avendo ricevuto il battesimo di Cristo fino alla celebrazione del sacramento, non ottengono la vita eterna se non per mezzo della carità dell'unità; come i malevoli e gli invidiosi, ai quali i peccati non sarebbero stati rimessi neppure se non avessero conservato l'odio contro quelli che li oltraggiavano, poiché la Verità dice: Se non perdonerete, neppure il Padre vostro perdonerà a voi. ( Mt 6,15 )
Quanto più essi, visto che odiavano quelli ai quali restituivano male per bene! ( Sal 35,12 )
Tuttavia, costoro, che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti, se in seguito si correggono, non vengono ribattezzati, ma santificati con l'unico battesimo di vita.
Che è, certamente, nella Cattolica, ma non solo in essa; come non è solo nei santi che sono edificati sulla pietra210 e dei quali è formata l'unica colomba. ( Ct 6,8 )
Casto da Sicca disse: Chi, disprezzata la verità, crede di seguire la consuetudine, o è invidioso e maligno verso i fratelli, ai quali la verità si rivela, o è ingrato verso Dio, la cui ispirazione ammaestra la sua Chiesa.211
Se Casto, rivolto a quelli che avevano un'opinione contraria e che sostenevano ciò che in seguito tutto il mondo, rassicurato da un concilio cristiano, accolse, li avesse convinti a seguire la consuetudine e a disprezzare la verità, dovremmo aver paura delle sue parole.
Ma poiché vediamo che la consuetudine è stata diffusa dalla verità e rafforzata con la verità, il suo intervento non ci causa nessun timore.
E tuttavia, se essi erano invidiosi e maligni verso i fratelli o ingrati verso Dio,212 ecco con che gente i vescovi erano in comunione, ecco quali sostenitori dell'opinione contraria non si allontanavano dal diritto della comunione, come aveva già detto Cipriano; ecco il tipo di persone che non li contaminavano, mentre essi custodivano l'unità; ecco quanto si deve amare il vincolo dell'unità; ecco che cosa debbono considerare coloro che ci accusano sul concilio dei vescovi, nostri predecessori, la cui carità non imitano e il cui esempio, ben studiato, giustamente li condanna.
Se, come testimonia questo intervento, c'era la consuetudine di accogliere, con il battesimo che già avevano, gli eretici che venivano alla Chiesa, o era giusto farlo o, nell'unità, i cattivi non contaminano i buoni.
Se era giusto farlo, perché essi accusano il mondo di riceverli così?
Se invece nell'unità, i cattivi non contaminano i buoni, come si scusano dal crimine di scisma sacrilego?
Eucrazio da Tenis disse:213 La nostra fede, la grazia del battesimo, e la regola della disciplina ecclesiastica, il Signore e Dio nostro Gesù Cristo le ha completate ammaestrando gli Apostoli con le sue labbra, dicendo: " Andate, ammaestrate le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ". ( Mt 28,19 )
Dobbiamo dunque respingere, come falso e iniquo, il battesimo degli eretici, e contestarlo con ogni argomento; dalla loro bocca, infatti, sprizza il veleno, non la vita; non la grazia celeste, ma la bestemmia contro la Trinità.
È quindi evidente che, venendo alla Chiesa, gli eretici debbono essere battezzati con il battesimo integro e cattolico, affinché, purificati dalla bestemmia della loro presunzione, possano essere trasformati dalla gloria dello Spirito Santo.
D'accordo: se il battesimo non è consacrato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, lo si consideri pure degli eretici e lo si contesti come iniquo con ogni argomento.
Se invece vi riconosciamo questo Nome, è meglio distinguere le parole del Vangelo dall'errore degli eretici; quindi, approvare in essi quanto è sano e correggere quanto è difettoso.
Liboso da Vaga disse: Nel Vangelo il Signore ha detto: " Io sono la verità ". ( Gv 14,6 )
Non ha detto: Io sono la consuetudine.
Quindi, manifestatasi la verità, la consuetudine ceda il posto alla verità, così che, se in passato, nella Chiesa gli eretici non si battezzavano, ora si cominci a battezzarli.214
Costui non ha fatto nessun tentativo per dimostrare quale è la verità, alla quale la consuetudine, secondo lui, deve cedere.
Tuttavia ci offre un aiuto maggiore contro i Donatisti che si sono divisi dall'unità, perché ammette l'esistenza di una consuetudine, che, a suo avviso, doveva cedere alla verità, che però non indica.
Si tratta infatti della consuetudine che, se davvero ammetteva i sacrileghi all'altare di Cristo, senza la purificazione del battesimo, e non contaminava i buoni nell'unità, quelli che si sono separati senza motivo da questa unità nella quale non potevano assolutamente essere macchiati dal contatto coi cattivi, hanno apertamente commesso il sacrilegio dello scisma.
Se invece, contaminati da questa consuetudine, si sono tutti perduti, da quale caverna vengono fuori i Donatisti, senza una vera origine e solo con l'astuzia delle calunnie?
Se poi la consuetudine di accogliere gli eretici in questo modo era giusta, depongano la rabbia, riconoscano l'errore, vengano alla Cattolica; e non per lavarsi di nuovo col sacramento del battesimo, ma per curarsi dalla ferita dello scisma.
Leucio da Tueste disse: Ritengo che gli eretici, blasfemi e iniqui, che con i loro diversi discorsi distruggono le parole sante e adorabili delle Scritture, debbano essere detestati, e quindi esorcizzati e battezzati.215
Anch'io ritengo che vadano detestati; ma non per questo esorcizzati e battezzati.
È il loro errore che detesto, è invece il sacramento di Cristo che venero.
Eugenio da Ammedera disse:216 Anch'io ritengo che gli eretici vadano battezzati.
Gli rispondo: Ma non lo ritiene la Chiesa, alla quale Dio ha già rivelato, anche con un concilio plenario, ciò che voi, allora, intendevate in modo errato. ( Fil 3,15 )
Ma, poiché conservavate la carità tra voi, siete rimasti nell'unità.
Un altro Felice, da Bamaccura, disse: Anch'io, seguendo l'autorità delle divine Scritture, ritengo che vadano battezzati gli eretici, ma anche quanti sostengono di essere stati battezzati presso gli scismatici.
Se, infatti, per disposizione di Cristo, la nostra è una sorgente privata, ( Ct 4,12 ) i nemici della nostra Chiesa devono capire che non può essere di altri.
Né può concedere l'acqua a due popoli colui che è Pastore di un solo gregge.
È evidente quindi, che né gli eretici e né gli scismatici ricevono qualcosa dal cielo: essi infatti osano ricevere il battesimo dai peccatori e dagli uomini estranei alla Chiesa.
Quando non si è in condizione di dare, non si è utili a chi riceve.217
A costui rispondo che in nessun passo le sacre Scritture hanno prescritto di ribattezzare gli eretici già battezzati presso gli eretici, ma in molti luoghi hanno mostrato che sono estranei alla Chiesa quanti non stanno sulla pietra e non appartengono alle membra della colomba.
Eppure essi battezzano e sono battezzati e, pur non avendo la salvezza, hanno il sacramento della salvezza.
Quanto poi alla nostra fonte, assimilata alla sorgente del paradiso, perché scorre fuori la Chiesa, come quella fuori del paradiso, ho già detto molto;218 e che poi non possa fornire l'acqua della salvezza a due popoli, al proprio e allo straniero, colui che è Pastore di un unico gregge, lo ammetto e lo condivido.
Ma se essa non è salvifica agli estranei, per questo non è vera?
L'acqua del diluvio, infatti, a quanti stavano nell'arca, fu salutare, mentre a quanti stavano fuori dell'arca, fu mortale; eppure era la stessa.
E molti estranei, cioè gli invidiosi, i quali, come Cipriano dichiara e dimostra con le Scritture, sono partigiani del diavolo,219 sembrano quasi dentro; e tuttavia se non fossero fuori dell'arca, non perirebbero a causa dell'acqua.
Il battesimo infatti uccide costoro in quanto ne usano male, come quelli ai quali, come dice l'Apostolo, il buon odore di Cristo causava la morte. ( 2 Cor 2,15-16 )
Perché dunque gli scismatici e gli eretici non ricevono niente dal cielo, come le spine e la zizzania ricevono la pioggia, ( Mt 13,24-25 ) e come quelli fuori dall'arca ricevettero certamente l'acqua che cadeva dalle cataratte del cielo, ma per la rovina, non per la salvezza?
Per questo non mi affanno a confutare l'ultima sua frase: Quando non si ha possibilità di dare, non si è utili a chi riceve, perché anche noi diciamo che il battesimo non è utile a quanti lo ricevono, quando lo ricevono nell'eresia d'accordo con gli eretici.
E quindi essi vengono alla pace e alla verità cattolica, non per ricevere il battesimo, ma perché cominci a essere utile loro ciò che hanno ricevuto altrove.
Parimenti, un altro Gennaro da Mussuleni, disse:220 Mi stupisco che mentre tutti ammettono che c'è un unico battesimo, non tutti capiscano l'unità di questo battesimo.
La Chiesa e l'eresia, infatti, sono due realtà ben diverse.
Se il battesimo lo hanno gli eretici, non lo abbiamo noi; ma se lo abbiamo noi, gli eretici non possono averlo.
Ora, non v'è dubbio, il battesimo di Cristo lo possiede solo la Chiesa, perché essa solo possiede la grazia e la verità di Cristo.
Un altro potrebbe dire la stessa cosa, ma non dire, ugualmente, la verità: " Mi stupisco che, mentre tutti ammettono che c'è un unico battesimo, non tutti capiscano l'unità di questo battesimo.
La giustizia e l'ingiustizia, infatti, sono due realtà ben distinte.
Se il battesimo lo hanno gli ingiusti, i giusti non lo hanno; ma se lo hanno i giusti, gli ingiusti non possono averlo.
Ora, non v'è dubbio che solo i giusti possiedono il battesimo di Cristo, perché solo essi possiedono la grazia e la verità di Cristo ".
Ma questo è falso: lo ammettono anch'essi.
Gli invidiosi, che sono dalla parte del diavolo, infatti, e che stanno dentro, come dice Cipriano,221 e che erano ben noti all'apostolo Paolo, ( Fil 1,15 ) avevano il battesimo ma non appartenevano alle membra della colomba che si trova sicura sulla pietra.
Adelfio da Tasualte disse:222 Alcuni, senza motivo e con un linguaggio falso e invidioso, impugnano la verità, tanto da dire che noi ribattezziamo, mentre la Chiesa non ribattezza gli eretici, ma li battezza.
Tutt'altro: ora essa non ribattezza; tranne i non battezzati, infatti, essa non battezza.
Si tratta di una consuetudine anteriore, che la verità, esaminata più da vicino, ha confermato anche con un successivo concilio.
Demetrio da Leptimino disse:223 L'unico battesimo lo custodiamo noi che rivendichiamo alla sola Chiesa cattolica un suo bene.
Quanti invece dicono che gli eretici danno un battesimo vero e legittimo, costoro fanno non due, ma molti battesimi.
In effetti, dato che vi sono molte eresie, si conteranno altrettanti battesimi.
Gli si risponde: Se è così, si contino tanti battesimi quante sono le opere della carne, di cui l'Apostolo dice: Quelli che fanno tali cose, non possederanno il regno di Dio. ( Gal 5,21 )
E tra esse si annoverano anche le eresie.
E di queste loro opere se ne tollerano molte, nella Chiesa, come si tollera la paglia; eppure per tutti c'è un solo battesimo, che nessuna opera iniqua può violare.
Vincenzo da Tibari disse:224 Sappiamo che gli eretici sono peggiori dei pagani.
Se, una volta convertitisi, vogliono venire a Dio, hanno certamente la regola di verità che il Signore ha affidata agli Apostoli con questo divino mandato: " Andate, nel mio nome imponete la mano, scacciate i demoni "; ( Mc 16,17 ) ed altrove: " Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ". ( Mt 28,19 )
Essi, quindi, prima devono passare attraverso l'imposizione della mano nell'esorcismo, poi per la rigenerazione del battesimo, e solo allora possono venire alla promessa di Cristo. Non si deve fare diversamente.
Con quale criterio costui dice che gli eretici sono peggiori dei pagani, io non lo so, visto che il Signore dice: Se non ascolterà neppure la Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano. ( Mt 18,17 )
Oppure l'eretico è peggiore anche del pubblicano? Non mi oppongo.
Tuttavia, non perché egli è peggiore del pagano, cioè del Gentile, anche il sacramento di Cristo, se lo ha, si mescola ai suoi costumi viziati e, corrotto da questa mescolanza, perisce.
In effetti, quanti si allontanano dalla Chiesa e diventano non solo seguaci delle eresie, ma anche artefici se, una volta battezzati, ritornano, pur essendo, peggiori in base a questo criterio, hanno però il battesimo; infatti, se, convertitisi, ritornano, non ricevono ciò che certamente riceverebbero, se lo avessero perso.
Può darsi dunque che un eretico sia peggiore di un pagano e che, tuttavia, non solo abbia il sacramento di Cristo, ma che esso non sia meno santo di quello che ha un uomo santo e giusto.
Se infatti, in quanto è un uomo, egli non ha custodito il battesimo, ma lo ha violato con lo spirito e con la volontà, il sacramento, in sé, è rimasto integro e inviolato in colui che lo ha disprezzato e ripudiato.
I Sodomiti non erano forse pagani, cioè gentili?
Eppure erano peggiori i Giudei, ai quali il Signore dice: Ci sarà più tolleranza per i Sodomiti, nel giorno del giudizio, che per voi; ( Mt 11,24 ) e ai quali il profeta dice: Avete giustificato Sodoma; ( Ez 16,51 ) cioè: Rispetto a voi, Sodoma è diventata giusta.
E tuttavia forse, per questo, i misteri divini celebrati presso i Giudei erano tali e quali ai loro?
Quei misteri che ricevette il Signore stesso, ai quali inviò, per celebrarli, i lebbrosi che aveva mondati, ( Lc 17,14 ) e ai quali, assistette un angelo mentre Zaccaria li celebrava, che gli annunciò, nell'atto di sacrificare nel tempio, di essere stato esaudito. ( Lc 1,11-13 )
Questi stessi misteri erano presenti sia nelle persone buone di allora e sia nei cattivi, peggiori dei pagani, visto che superarono i Sodomiti nella malizia; e tuttavia quei misteri restarono, negli uni come negli altri, integri e divini.
In effetti, anche i Gentili se hanno potuto avere qualcosa di divino e di giusto nelle loro dottrine, i nostri santi non l'hanno ri fiutato, anche se essi, per le loro superstizioni e la loro condotta depravata, andavano detestati e, se non si fossero convertiti, puniti dal giudizio divino.
Lo stesso apostolo Paolo, infatti, parlando di Dio di fronte agli Ateniesi, attestò che alcuni di loro avevano detto qualche verità ( At 17,28 ) e che se fossero venuti a Cristo, certamente sarebbe stata riconosciuta e non riprovata.
E contro i pagani, san Cipriano si serve proprio di questi testi.
Infatti, parlando dei maghi, disse: Il più autorevole di essi, Ostane, nega che si possa vedere la forma del vero Dio, e dice che, davanti al suo trono assistono angeli veri.
Idea sulla quale concorda anche Platone, che, salvando l'unicità di Dio, tutti gli altri li chiama angeli o demoni.
Anche Hermes Trismegisto parla di un solo Dio e confessa che è incomprensibile e incommensurabile.225
Se dunque costoro fossero venuti alla salvezza cristiana, certamente non si sarebbe detto loro: " Avete questo male ", e né: " Avete questa falsità ", ma, molto più giustamente: " A voi, questo, anche se esatto e vero, non sarebbe stato di nessuna utilità, se non foste venuti alla grazia di Cristo ".
Se quindi nei pagani stessi si può trovare qualcosa di divino e, giustamente, approvarla, anche se debbono ancora avere la salvezza da Cristo, non bisogna spingersi fino al punto di voler correggere, pur essendo essi migliori degli eretici, ciò che in loro è cattivo ed è loro, e di non voler riconoscere ciò che in loro è buono, ed è di Cristo.
Ma ormai gli altri pareri dei concilio li riprenderemo a trattare in un altro capitolo.
Indice |
204 | Cypr., Sentent. episc. 25 |
205 | Cypr., Sentent. episc. 26 |
206 | Cypr., Ep.11, 1 |
207 | Cypr., Sentent. episc. 27 |
208 | Ep. Parm. 2, 10, 22 |
209 | Cypr., Ep.11, 1 |
210 | Cypr., Ep.11, 1 |
211 | Cypr., Sentent. episc. 28 |
212 | Cypr., Sentent. episc., praef. |
213 | Cypr., Sentent. episc. 29 |
214 | Cypr., Sentent. episc. 30 |
215 | Cypr., Sentent. episc. 31 |
216 | Cypr., Sentent. episc. 32 |
217 | Cypr., Sentent. episc. 33 |
218 | Sopra, 4, 1,1; Sopra 6, 21,37 |
219 | Cypr., De zelo et livore 4 |
220 | Cypr., Sentent. episc. 34 |
221 | Cypr., Ep. 74, 14 |
222 | Cypr., Sentent. episc. 35 |
223 | Cypr., Sentent. episc. 36 |
224 | Cypr., Sentent. episc. 37 |
225 | Cypr., Quod idola dii non sint, 6 |