Discorsi sui tempi Liturgici |
1.1 - La risurrezione è il più grande dei miracoli di Dio
2.2 - Motivi per cui il Signore risorto prese cibo e conservò le cicatrici
3.4 - La risurrezione dei bambini
3.5 - Nulla ripugna a che il nostro corpo salga in cielo
4.6 - Cristo salì in cielo rivestito di corpo
5.7 - La volontà di Dio non conosce ostacoli
6.8 - I corpi catalogati in base alla loro pesantezza
7.10 - Pesantezza dei corpi e loro velocità nel moto
8.11 - Che significa corpo spirituale
8.12 - Crediamo fermamente alle promesse di Dio
In questi giorni santi dedicati a commemorare la resurrezione del Signore trattiamo - per quanto egli ce ne farà dono - della resurrezione della carne.
Questa infatti è la nostra fede, questo il dono che ci è stato promesso tramite la carne del nostro Signore Gesù Cristo e del quale in Cristo stesso abbiamo l'archetipo.
Egli infatti volle non solo predirci quel che ci prometteva per i tempi della fine ma volle anche farcelo vedere.
E così lo videro coloro che in quel tempo erano con lui, ma, siccome erano sbigottiti credendo di vedere uno spirito, fu loro concesso di toccare la concretezza del suo corpo.
Parlò non solo a voce, facendo ascoltare le sue parole, ma presentandosi visibilmente ai loro occhi; e, come se fosse stato poco mostrarsi e farsi vedere, ecco che si lascia anche afferrare e toccare.
Diceva: Perché siete turbati e pensieri si levano nel vostro cuore?
Erano infatti convinti di vedere uno spirito.
Perché siete turbati - diceva - e pensieri si levano nel vostro cuore?
Osservate le mie mani e i miei piedi; toccatemi e riconoscete che uno spirito non ha carne né ossa come vedete che io ho. ( Lc 24,36-39 )
Contro tale evidenza gli uomini discutono e discutono.
Cos'altro, in realtà, potrebbero fare gli uomini assuefatti a gustare le cose umane se non discutere di Dio in contrasto con Dio?
Lui infatti è Dio, loro uomini; ma Dio conosce i pensieri dell'uomo che sono vani. ( Sal 94,11 )
Nell'uomo carnale ogni norma di intendere si riduce alla capacità di vedere.
Ciò che vedono credono; ciò che non vedono non credono.
Ma Dio, essendo appunto Dio, fa dei miracoli, oltrepassando il corso ordinario e, tra questi miracoli, è più grande il fatto che ogni giorno nascano tanti uomini che prima non c'erano, che non il fatto che risorgano alcuni che già erano esistiti.
Eppure questi miracoli non sono presi in considerazione: a motivo della loro frequenza sono diventati insignificanti.
Ma ecco che Cristo risorge: ogni questione è finita.
Era corpo, era carne, fu sospeso ad una croce, spirò e fu deposto nel sepolcro.
Ma lui, che viveva unito alla carne, mostrò questa carne viva.
Perché stupirci? perché non credere? Era Dio colui che operò tale miracolo.
Rifletti chi l'abbia compiuto e scaccia ogni dubbio.
Ma i profani insistono nel domandarci se la corruttibilità, che è propria del corpo e che essi avvertono esistere nella loro carne, seguiterà ad esserci dopo la resurrezione dei morti.
Noi rispondiamo che non ci sarà più.
Al che essi replicano: Se non ci sarà più la corruttibilità, che bisogno c'è di mangiare?
Viceversa, se non ci sarà più bisogno di mangiare, per qual motivo il Signore risorto volle mangiare?
Or ora infatti, mentre si leggeva il Vangelo, abbiamo udito che il Signore volle mostrarsi vivo ai suoi discepoli facendosi vedere e toccare.
Ma sembrandogli poco tutto questo, per mostrare fino all'evidenza la realtà del suo corpo aggiunse: Avete fra mano qualcosa da mangiare?
Ed essi offrirono una porzione di pesce arrostito e un favo di miele.
Egli ne mangiò e porse loro gli avanzi. ( Lc 24,41-43 )
Ebbene, ecco l'obiezione che ci si muove: Se il corpo non risorge nel suo stato di corruttibilità, perché Cristo Signore si mise a mangiare?
Avete letto che egli mangiò: ma avete forse anche letto che ebbe fame?
Il mangiare fu un gesto dimostrativo del suo potere, non di un suo bisogno.
Ma [ dicono ancora ], desiderando mangiare mostrò che ne aveva bisogno.
Tutt'altro! se non avesse avuto ancora la facoltà di mangiare, sarebbe stato sminuito il suo potere.
O che forse gli angeli che furono accolti ospitalmente dai nostri padri non mangiarono anch'essi? ( Gen 18,1-9; Tb 12,19 )
Eppure non erano certo esseri corruttibili!
2.3 - Obiettano ancora: E i difetti che erano stati nel corpo dell'uomo e con i quali l'uomo muore risorgeranno anch'essi?
Rispondiamo: I difetti non risorgono.
Ma ci si chiede: Perché allora il Signore risorse conservando le cicatrici delle sue ferite?
Che risponderemo a questa difficoltà se non che il suo fu un gesto di potere, non di necessità?
Fu lui che volle risorgere così e così mostrarsi a certuni che erano dubbiosi.
La cicatrice rimasta sulla sua carne servi a guarire la ferita dell'incredulità.
Le loro obiezioni continuano.
Ci chiedono: Coloro che muoiono bambini risorgeranno bambini? ovvero l'età di chi torna in vita sarà pienamente matura, anche se quando morirono era infantile?
Veramente, riguardo a questo problema non troviamo nelle Scritture una soluzione definitiva.
Ci è stato promesso che i corpi una volta risorti saranno incorruttibili e immortali.
Ma quand'anche l'età che ci si ridona fosse tenera e la statura piccina, forse che per questo si potrebbe dire che ci viene restituita in condizione di miseria?
E se saranno piccoli, forse che saranno obbligati a starsene a letto e impediti dal camminare?
Tuttavia è più conforme alla fede e più probabile e più ragionevole dire che si risorgerà nella pienezza dell'età matura, e che con un dono venga aggiunto ai bambini quel che avrebbero conseguito vivendo più a lungo.
Non crediamo infatti che, per quanto concerne i vecchi, essi risorgeranno curvi e respirando con difficoltà.
Ma, alla fine delle fini, basta che escludi ogni corruttibilità; per il resto mettila come vuoi.
Dirai: Ma come potrà un corpo terreno avere la sua sede in cielo?
I filosofi pagani, quei pensatori straordinari di cui vi ho riferito le opinioni o pazzesche o, quanto meno, di levatura umana, in quanto investigarono tali problemi non mossi dallo Spirito di Dio ma basandosi su congetture del sentire umano, sollevano a questo riguardo grandissime difficoltà.
Trattano con acume le questioni inerenti alla consistenza dei pesi e alla disposizione degli elementi, e concludono - come del resto anche noi vediamo - che il mondo ha tale conformazione per la quale in basso c'è la terra, che starebbe come sul fondo; sopra la terra, secondo elemento, si posa l'acqua; al terzo posto viene l'aria, e quarto è l'etere che tutto copre.1
Riguardo a questo elemento posto più in alto, che essi chiamano etere, dicono che è un fuoco liquido e puro con cui sono formate le stelle.
In esso non può esserci nulla di terreno poiché una cosa del genere sarebbe incompossibile con la disposizione dei pesi.
Se osassimo dire ad essi che i nostri corpi vivranno nella nuova terra e non ascenderanno in cielo, parleremmo con presunzione e temerarietà, anzi tradiremmo la nostra fede.
Dobbiamo infatti ritenere per fede che avremo dei corpi tali che ci consentano di essere dove vogliamo e quando lo vogliamo.
Se al contrario, per dare una soluzione al problema della disposizione dei pesi, rispondessimo che noi vivremo sulla terra, rimarrebbe il problema del corpo stesso del Signore, che sappiamo essere asceso al cielo.
Avete ascoltato or ora le parole del Vangelo che sono risuonate ai vostri orecchi.
Alzando le mani li benedisse, e accadde che, mentre li benediceva, si distaccò da loro e veniva portato in cielo. ( Lc 24,50-51 )
Chi veniva portato in cielo? Cristo Signore.
Quale Cristo Signore? Il Signore Gesù.
Perché infatti vuoi separare l'uomo da Dio e costituire in lui una duplice persona: una quella di Dio e un'altra quella dell'uomo?
Ne otterresti che non c'è più una Trinità ma una quaternità.
Come tu, uomo, sei anima e corpo, così Cristo Signore è Verbo, anima e corpo.
Come Verbo non si allontanò mai dal Padre; venne fra noi ma non abbandonò il Padre; prese un corpo nel seno della Madre, ma continuò a reggere l'universo.
Cosa dunque s'innalzò in cielo se non ciò che aveva preso dalla terra?
S'innalzò quella carne, quel corpo parlando del quale diceva ai discepoli: Toccatemi e riflettete che lo spirito non ha né ossa né carne come invece vedete che io ho. ( Lc 24,39 )
Crediamo a questa verità, fratelli!
E, se anche ci rimane difficile trovare la soluzione degli argomenti dei filosofi, riteniamo senza vacillare nella fede quanto è avvenuto nel Signore.
Ciarlino pure i sapienti, noi conserviamo la fede.
Affermano: Un corpo terrestre non può trovarsi in cielo.
Ma se Dio vuole così? Fa' a Dio le tue rimostranze e di': Dio non può.
Ma non è forse vero che tu, pagano quanto e come ti pare, sei convinto dell'onnipotenza di Dio?
Ieri leggemmo un brano di un libro di Platone nel quale il Dio non fatto stava parlando con gli dèi che egli aveva fatti.
Diceva loro: Siccome avete avuto un'origine, non potete essere né immortali né incorruttibili; tuttavia non sarete dissolti né ci sarà destino mortale che vi annienti.
Nulla infatti prevarrà sulla mia decisione, per la quale il legame che vi garantisce la perpetuità è più forte di tutti gli altri vincoli da cui siete astretti.2
Dio rapporta tutto alla sua volontà: egli può anche l'impossibile.
Cos'altro infatti significa l'espressione: Voi non potete essere immortali ma io ho il potere di non farvi morire, se non: Io faccio anche ciò che sarebbe impossibile fare?
Voglio ora esaminare qualcosa anche a proposito della diversità dei pesi.
Dimmi, ti prego: La terra è terra, l'acqua è acqua, l'aria è aria, l'etere - cioè il cielo - e quel famoso fuoco liquido è cielo.
Questi quattro elementi, in un certo ordine di gradualità, costruirono e formarono l'universo, cioè l'universo fu formato da questi quattro elementi.
Ricerca cosa si trovi negli strati più bassi e troverai che è la terra; sopra la terra c'è l'acqua; sopra l'acqua l'aria, sopra l'aria il cielo o etere.
Che dire allora dei corpi liquidi che sfuggono al tatto e scorrono via; dico dei corpi che si possono tenere in mano: di chi fan parte?
Bisogna assegnarli all'ambito della terra, o dell'acqua, o dell'aria, o dell'etere?
Mi risponderai: Appartengono alla terra.
Sarebbe quindi corpo terreno un pezzo di legno?
Certo, è un corpo terreno: nasce dalla terra, è alimentato dalla terra, cresce sulla terra.
È un corpo che si può tenere in mano, non sguscia via.
Ripensa con me all'ordine dei pesi di cui sopra.
La terra è in fondo. Seguita nell'ordine.
Sopra la terra cosa c'è? L'acqua.
Ma allora come fa quel legno a galleggiare sull'acqua?
È un corpo terreno, e, se tieni presente quella successione dei pesi, dovrebbe andare sott'acqua, non galleggiare.
Troviamo l'acqua fra la terra e il legno: al di sotto la terra, sopra l'acqua, e di nuovo, sopra l'acqua, la terra, se è vero che il legno è terra.
Hai smarrito la successione dei pesi, tieni almeno salda la fede!
Veramente corpi di terra si trovano sopra quell'elemento che nell'ordine è il secondo.
Ciò quando pezzi di legno galleggiano e non vanno a fondo.
7.9 - Osserva un'altra cosa che ti lascerà ancor più sorpreso.
I corpi più pesanti che conosci, corpi naturalmente terrestri, appena sono posati sull'acqua subito colano a picco, finché non abbiano toccato le profondità più basse.
Tali il ferro e il piombo.
Cosa c'è infatti più pesante del piombo?
Ecco però che un artigiano prende in mano un pezzo di piombo e ne fa un recipiente concavo: succede che il piombo galleggia sull'acqua.
Pertanto non potrà Dio dare al mio corpo una qualità che un artigiano qualunque riesce a dare al piombo?
Ancora: Qual è il posto che voi assegnate all'acqua?
Ripensate alla disposizione degli elementi.
Dovrete certo rispondere che l'acqua è situata sopra la terra.
Ma com'è, allora, che i fiumi, prima di scorrere sulla terra, sono sospesi alle nubi?
Distogli da tali argomenti la tua riflessione e il tuo pensiero, e volgili a quel che sto per dirti, se lo potrò con l'aiuto del Signore.
Cosa si muove più facilmente, cosa si sposta più velocemente: un corpo più pesante o uno più leggero?
Chi non risponderebbe: Il corpo più leggero?
E difatti i corpi più leggeri si muovono più facilmente e si spostano con maggiore velocità, mentre i corpi più pesanti si muovono più difficilmente e con maggiore lentezza.
Hai evidentemente stabilito una norma, hai ben considerato la cosa e, tutto soppesato, hai potuto rispondere che i corpi più leggeri si muovono più facilmente e cambiano posizione più rapidamente che non i corpi più pesanti.
È naturale, confermi. Allora rispondimi: Perché il ragno, tanto leggero, si muove con lentezza, mentre il cavallo, pesante, corre velocemente?
Voglio parlarti degli uomini.
La corporatura di un uomo più è grande più è pesante; mentre più è piccola, avendo meno pesantezza, più dovrà essere leggera.
E le cose stanno davvero così, ma solo se a trasportarlo è un altro.
Se viceversa è l'uomo stesso che deve trasportare il suo corpo, colui che è robusto corre, colui che è magro scheletrito ce la fa appena a muoversi.
Metti sulla pesa un uomo magro e un altro corposo: il primo, consunto com'è, ti peserà sì e no qualche libbra; l'altro, col suo corpo che scoppia di salute, ha nel suo fisico una gran mole di carne.
Provati a sollevare l'uno e l'altro: il robusto pesa di più, il macilento è più leggero.
Ma non rapportiamoli a colui che deve trasportarli; lasciamoli piuttosto camminare.
Lasciandoli a se stessi, facciamo muovere i loro corpi.
Vedo il magro che a malapena riesce a muoversi; vedo il sano e robusto in grado di correre.
Se di tali risultati è capace la salute, di che cosa non sarà capace l'immortalità?
Dio darà una meravigliosa facilità, una meravigliosa leggerezza.
Non per nulla i corpi dei risorti sono chiamati corpi spirituali.
Non sono chiamati corpi spirituali nel senso che saranno spiriti e non più corpi.
E potremmo qui pensare ai corpi che abbiamo adesso: li chiamiamo corpi animati, eppure non sono anime ma corpi.
Orbene, come i corpi di adesso sono chiamati corpi animati ma non sono anime, così anche i corpi risuscitati sono chiamati corpi spirituali; ma non sono spiriti, continuando ad essere corpi.
E perché, o carissimi, un corpo è detto spirituale se non perché starà a disposizione dello spirito?
Non ci sarà in te nulla che ti opponga resistenza, nulla che ti si ribelli.
Non ci sarà più quello che faceva gemere l'Apostolo quando diceva: La carne ha brame contrarie a quelle dello spirito e lo spirito brame contrarie a quelle della carne. ( Gal 5,17 )
Non ci sarà quel Vedo nelle mie membra un'altra legge che si ribella alla legge della mia mente. ( Rm 7,23 )
Tutte queste guerre allora non ci saranno più: ci sarà la pace, la pace perfetta.
Andrai dove vorrai, ma non ti allontanerai da Dio.
Andrai dove vorrai, ma dovunque andrai avrai presente il tuo Dio.
Di lui sarai beato, e sarai sempre con lui.
Nessuno quindi ti inganni, nessuno discuta, nessuno vaneggi seguendo le proprie congetture.
Ciò che Dio ha promesso avverrà.
Riteniamolo con tutta certezza.
Miei fratelli, quando Cristo si lasciava vedere e qualcuno lo prendeva per uno spirito, per convincere che egli era un corpo non solo si lasciava vedere con gli occhi ma anche toccare con le mani.
Per mostrar loro la realtà del suo corpo e farceli credere si degnò - non perché ne avesse bisogno ma per mostrare la sua onnipotenza - di prendere cibo, e, siccome per la troppa gioia avevano della trepidazione, confermò il loro cuore con argomenti tratti dalle sacre Scritture.
Disse loro: Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora in mezzo a voi: È necessario che si adempia tutto quello che è scritto nella Legge di Mosè e nei Profeti e nei Salmi a mio riguardo.
Allora - riferisce il brano del Vangelo letto or ora - aprì la mente alla comprensione delle Scritture.
E disse loro: Così fu scritto e così doveva accadere che il Cristo patisse e risorgesse da morte il terzo giorno e che nel suo nome fossero predicati la penitenza e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,44-47 )
Le cose di allora noi non le abbiamo viste, ma vediamo queste seconde, le quali quand'erano semplici promesse, non erano visibili.
Gli Apostoli vedevano Cristo presente ma non vedevano la Chiesa sparsa per tutto il mondo.
Vedevano il Capo e credevano a ciò che riguarda il corpo.
Noi abbiamo la nostra missione, abbiamo la grazia assegnataci e dispensataci: i tempi dell'unica fede sono stati disposti a nostro favore perché avessimo argomenti irrefragabili per credere.
Loro vedevano il Capo e credevano nel corpo; noi vediamo il corpo e dobbiamo credere nel Capo.
Indice |
1 | Plato, Tm. 52d-63e |
2 | Plato, Tm. 41b (cf. Cicero, Tm. 11, 40). Cf. Aug. De Civ. Dei 13,16; 22,26 |