Discorsi su argomenti vari |
1 - Il Signore Gesù, autore del santo Vangelo, non volendo che alcuno perisca, ( 2 Sam 14,14 ) per una legge - chiamiamola così - di misericordia, venne a salvare ciò che era perduto. ( Mt 18,11; Lc 19,10 )
Egli, dinanzi all'intero genere umano, raccolto, per così dire, in assemblea, proclamò la parola che abbiamo udito: I tempi sono compiuti, è vicino il regno di Dio.
Pentitevi dunque e credete al Vangelo. ( Mc 1,15 )
Questo grido proferì il Creatore del mondo e il mondo lo udì.
Si metta in pratica quanto suggerito da Colui che è venuto a soccorrere perché, tornando, egli non punisca chi ha trascurato di ascoltarlo.
Si adempia il suo precetto mentre egli fa udire la voce della misericordia e ancora non viene nel tribunale della giustizia.
In un salmo gli si dice: Canterò a te, Signore, la misericordia e il giudizio; ( Sal 101,1 ) ed egli ha rispettato l'ordine degli interventi.
È venuto prima a concedere la misericordia; verrà in seguito a compiere il giudizio.
Infatti non canterò a te, Signore, soltanto il giudizio ma la misericordia e il giudizio.
Quale misericordia più grande si sarebbe potuta desiderare, chiedere, pretendere che non quella per la quale Dio non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha consegnato [ alla morte ] per tutti noi, donandoci, insieme con lui, ogni bene? ( Rm 8,32 )
Quale misericordia più grande di quella per cui Cristo venne a morire non per i giusti ma per gli empi? ( Rm 5,6 )
Quale misericordia più grande di quella per la quale Egli è venuto non a condannare chi meritava la condanna ma a liberare chi in nessun modo meritava d'essere liberato?
2 - Ma non scherziamo con questa misericordia, miei fratelli! Il Signore è misericordioso e benigno.
Aggiungi anche: Longanime, e ancora: E molto misericordioso.
Ma temi ciò che viene dopo: Egli è anche verace. ( Sal 86,15 )
Non disprezziamolo quando ci usa misericordia se non vogliamo incontrare la sua verità.
E c'è proprio bisogno che noi gridiamo a Lui? Ascoltiamo piuttosto lui, che a noi grida: I tempi sono compiuti. ( Mc 1,15 )
È giunta infatti - come dice l'Apostolo - la pienezza dei tempi, quella pienezza dei tempi nella quale Dio ha mandato il suo Figlio, fatto da donna, fatto sotto la legge, per redimere coloro che erano sotto la legge e noi ricevessimo l'adozione a figli. ( Gal 4,4-5 )
Predicando questa pienezza dei tempi, diceva il Signore: I tempi sono compiuti: è venuto Colui che pochi aspettavano e molti hanno poi scoperto.
Orbene, i tempi sono compiuti: pentitevi.
Oh, da quanto tempo è risuonato questo grido, e voglia il cielo che sia finalmente ascoltato!
E siccome i tempi sono compiuti e il regno di Dio è vicino, pentitevi e credete al Vangelo. ( Mc 1,15 )
Rinunziate [ al mondo ] e convertitevi.
Questo significano le parole: Pentitevi e credete al Vangelo: rinunziate alle opere morte e credete nel Dio vivo.
Cosa gioverebbe infatti credere se non ci fossero anche le opere buone?
Non è stato infatti il merito delle tue opere buone che ti ha condotto alla fede: la fede è l'inizio; da essa derivano le opere buone. ( Gc 2,17-18 )
È quanto viene detto alla santa Chiesa nel Cantico dei cantici: Vieni, mia sposa!
Verrai e passerai oltre, dopo l'inizio, che è la fede. ( Ct 4,8 LXX )
Ma chi potrà credere in Dio senza rinunziare al diavolo?
Pertanto pentitevi per rinunziare [ al diavolo ]; credete per conseguire la salvezza.
3 - Queste parole sono rivolte ai giudei e ai pagani dediti all'idolatria; ma non saranno per caso rivolte anche ai cristiani?
Si dovrà dire anche ai cristiani che ogni giorno leggono [ la Scrittura ] che i tempi sono compiuti e che il regno dei cieli è vicino?
Si dovrà dir loro: Pentitevi e credete al Vangelo? ( Mc 1,15 )
È ovvio che se dico a uno: " Credi al Vangelo " è perché costui non è ancora cristiano.
Ora, fra tutta la folla qui presente non c'è nessuno, penso, che già non creda al Vangelo.
Mi stanno ad ascoltare, certo, molti che non sono ancora passati nel numero dei fedeli mediante il battesimo, ma sono soltanto catecumeni: figli non ancora nati, ma già concepiti.
Orbene quando e come li si sarebbe potuti concepire nel grembo della madre Chiesa se non avessero ricevuto un qualche sigillo attraverso il sacramento della fede?
Inoltre fra coloro che mi ascoltano ci sono molti battezzati, che però non valutano a dovere la grazia di Dio che è in loro ( 1 Tm 4,14 ) e amano il peccato.
A questi tali che dirò? Che i tempi si sono compiuti? Mi risponderanno: " Lo sappiamo ".
Che il regno di Dio è vicino? Mi risponderanno ancora: " Lo sappiamo da un pezzo: da un pezzo siamo credenti ".
Che dirò dunque? Parlando a persone che amano il peccato e disprezzano la grazia del Redentore, che dirò? Dirò: Pentitevi! Sì, lo dirò.
Essi non mi permettono di ricordare loro che i tempi si sono compiuti, perché è cosa da loro risaputa, né di ricordare che è vicino il regno di Dio, perché anche questa è cosa che già sanno.
E anche a riguardo a ciò che è detto alla fine, e cioè: Credete al Vangelo, non consentono che io gliene parli, poiché effettivamente essi hanno già creduto.
Vogliano tuttavia ascoltare il richiamo: Pentitevi, perché questo essi non l'hanno ancora fatto.
Parliamo dunque della conversione e ai catecumeni e anche ai fedeli negligenti.
Mi vogliano ascoltare i fedeli diligenti, poiché nemmeno essi possono mancare al corpo di Cristo.
Se possiedono la carità, non mi ritengano un parolaio che ama le cose superflue, mentre si tratta di un argomento che tutti interessa.
Consentano quindi che io ne parli a vantaggio di quei tali che sia loro che io desideriamo abbiano a correggersi.
4 - Vogliano dunque ascoltarmi tutti costoro, non certo quando dico: I tempi sono compiuti, il regno di Dio è vicino, credete al Vangelo, ma quando dico: Pentitevi.
Mi replica però il catecumeno: " Come fai a parlarci di pentimento?
Lascia che io prima entri nel numero dei fedeli: e se allora vivrò bene, non avrò bisogno di pentirmi ".
A costoro rispondo: " Pentitevi, perché possiate entrare nel numero dei fedeli ".
Coloro infatti che accedono al battesimo vi giungono attraverso la penitenza.
Se mediante un sincero pentimento non condannassero la vita di prima, non potrebbero partecipare in pienezza alla vita nuova.
Nel dire questo non mi spingo al di là del normale né mi approprio di cose estranee alla Scrittura divina.
Vogliano i catecumeni ascoltare gli Atti degli Apostoli.
Pieni di Spirito Santo gli apostoli stavano parlando alle turbe e parlavano in tutte le lingue.
Le turbe, stupite e rese più attente, si misero ad ascoltare la parola di Dio predicata dagli apostoli; ( At 2,4s ) e tutti, nonostante fossero gente di lingue diverse, si sentirono trapassare il cuore e, siccome erano giudei, si pentirono di aver crocifisso il Cristo.
Preoccupati della loro salvezza e temendo una sicura condanna per l'atroce delitto perpetrato, si rivolsero agli apostoli dicendo: Che dobbiamo fare, fratelli? ( At 2,37 )
E gli apostoli: Pentitevi e ognuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore Gesù Cristo. ( At 2,38 )
Ecco in qual maniera gli apostoli a coloro che non erano ancora battezzati comandarono di pentirsi per accedere al battesimo.
La stessa cosa diciamo noi ai catecumeni.
Se abbiamo infatti riportato la testimonianza delle Scritture, l'abbiamo fatto perché non credessero che siamo noi ad obbligarli sfacciatamente alla penitenza prima d'essere nel numero dei fedeli.
5 - E ora una parola a coloro che sono stati battezzati ma vivono male.
Non mi ritengano uno sfacciato se dico loro: Pentitevi.
Sì, a tutt'e due le categorie - catecumeni e battezzati - lasciate che dica: " Cambiate vita se non volete perdere la vita; condannate le vostre colpe passate, e per il futuro temete i mali e sperate nei beni ".
Chi è cattivo, in primo luogo, non dev'essere in contraddizione con se stesso, cioè sperare dei beni, mentre lui non è buono.
Se speri il bene, sii buono come ciò che speri; ascolta Colui che t'impone dei precetti, se vuoi che egli mantenga le sue promesse.
Dio infatti s'è reso tuo debitore non perché abbia ricevuto qualcosa da te, ma perché lui stesso ti ha fatto delle promesse.
Chi mai infatti ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo sicché debba riceverne il contraccambio? ( Rm 11,34-35 )
Cosa mai Dio ha preso da te, se è stato lui a darti tutto?
Se pertanto egli s'è degnato di diventare tuo debitore è stato perché ti ha fatto delle promesse e si è fatto tuo debitore, e del suo debito ti ha dato la cauzione.
Questa cauzione è il Vangelo, è la Scrittura con la quale, come ho detto, Dio s'è reso tuo debitore, non perché da te abbia preso qualcosa, ma perché ti ha fatto appunto delle promesse.
Ascoltalo dunque quando ti dice: Pentitevi e credete al Vangelo.
Ascolta l'ordine che ti viene dato e pretendine la cauzione.
" Lo farò domani ", risponde, non trovando una risposta da darmi in quanto, ponendosi dinanzi a se stesso, non trova nulla che non offenda il suo occhio [ interiore ].
Quanto più dunque offenderà il purissimo sguardo di Dio! …
Tuttavia, pur dispiacendo a se stesso per la sua cattiva condotta, eccolo dire: " Domani mi metterò in regola. Non insistere!
Lascia che passi questo giorno. Perché mi solleciti? Domani cambierò vita.
Perché spingermi con tanta insistenza a farlo quest'oggi? ".
" Perché i giorni non dipendono da te ".
Tutta la discussione riguarda questo rinvio, poiché ogni peccatore dice: " Il giorno d'oggi passi come quello di ieri.
Domani mi correggerò, cambierò vita, eliminerò i miei peccati e adempirò i comandamenti.
Domani mi convertirò ". Effettivamente tutto il problema sta nel voler dilazionare.
Non che sia molto arrivare " fino a domani ", ma bada che, come hai voluto che il giorno d'oggi fosse come quello di ieri, così pretenda che quello di domani sia come quello di oggi.
Inoltre potrei anche dirti: " Perché non oggi ma domani, se non sai cosa ti accadrà domani? ".
Ma tiriamo avanti! Tu, ad ogni modo, non pretendere che il domani sia come il giorno d'oggi.
Mi risponde: " E che mi succederebbe se così facessi?
Non trovo scritto: In qualsiasi giorno il peccatore empio si convertirà, io dimenticherò tutte le sue colpe? ( Ez 33,12-13; Ez 18,21-22 )
Così è stato detto e l'ha detto Dio ".
" Sì, lo ammetto: è stato scritto dalla mano di Dio e tu ben ricordi la garanzia che egli ti dà! ".
Effettivamente, tu ben ricordi quel che è dovuto a te, ma dimentichi ciò che tu devi a lui.
6 - Or ecco, ascoltano queste parole uomini senza religione, gente che non conosce la legge di Dio, che vive lontana dalla sua grazia e non merita la sua misericordia.
Sentendo che nella Scrittura si dice: In qualunque giorno il peccatore si convertirà, io, il Signore, dimenticherò tutti i suoi peccati, ( Ez 33,12-13; Ez 18,21-22 ) essi si rivolgono a noi dicendo: " Voi col promettere a chi si converte una impunità immediata e completa invitate gli uomini a peccare ".
E noi a loro: " Ma come oseremmo noi non promettere quello che Dio stesso ha promesso? ".
Ribattono: " Non è buona una legge che aumenta il numero dei peccatori ".
Qui io vorrei sapere se colui che parla in questa maniera si ritenga o no peccatore, e come faccia a prendersela con Dio perché è longanime, quando Egli è longanime anche verso di lui.
E inoltre cosa succederebbe se Dio non avesse fatto tale promessa intendendo, con la sua pazienza, di indurre l'uomo a ravvedersi? ( Rm 2,4 )
Senza tale promessa non aumenterebbero forse i peccati di disperazione?
Statemi attenti un momento, carissimi.
Dove trovare uno che non sia peccatore?
La carne debole, ( Mt 26,41 ) l'età malsicura, i sensi ridotti, la mente ansiosa, la natura ignara delle cose in quanti peccati non fanno cadere gli imprudenti e i trasandati?
Comunque possa presentarsi un uomo, o esserlo realmente, sarà mai possibile che non ammetta d'essere in qualche modo un peccatore?
Ebbene, escludi questa misericordia; togli via questa promessa di perdono; togli, in questo burrascoso mare di malvagità, il porto della remissione e fa' sì che i naufraghi non trovino dove rifugiarsi.
Non ne seguirà che gli uomini, in preda alla disperazione, aggiungano peccati a peccati?
Essi si diranno in cuor loro: " Ecco, io sono nel peccato e per i peccatori non c'è misericordia ma è loro riservata inevitabilmente la dannazione.
Perché dunque non dovrei fare quel che più mi aggrada? perché non soddisfare tutte le mie passioni?, perché almeno adesso non mi butto su ciò che mi piace se, sciupata la vita presente, in seguito non ne conseguirò alcun'altra? ".
È la disperazione dei gladiatori, tanto che ne è nato il proverbio: Sta' lontano da chi è ferito.1
Il ferito infatti cerca solo un posto per morire e non esita di far il male, dal momento che per lui non c'è remissione.
Così anche l'uomo disperato allenta quanto può le briglie a tutte le passioni, si butta dove gli riesce, considera lecito quanto lo soddisfa.
Egli va in rovina per la sua disperazione.
Tu però non volerti rovinare per il tuo [ troppo ] sperare.
Ecco due parole, contrarie fra loro ma ambedue pericolose, per le quali l'uomo va in rovina.
Ma Dio non si è disinteressato né dell'una né dell'altra situazione in parola, anzi a tutt'e due ha posto rimedio.
Quali sono? Ecco la prima: " Perché non dovrei peccare, perché non dovrei fare quel che mi piace, se convertendomi tutto mi sarà perdonato? ".
È la voce di chi va in perdizione sperando [ oltre misura ].
La seconda viene dall'estremo opposto, ma è ugualmente pericolosa: " Perché non dovrei regolarmi secondo le mie voglie se per me non c'è misericordia, se non sarò mai più perdonato?
Farò quindi tutto quello che mi garba! ". Costoro vanno in perdizione perché disperano.
7 - Cosa dovrò riprovare con più fermezza: la falsa speranza o la disperazione di chi manca di fede?
Perché tu vuoi perire per il tuo [ malinteso ] sperare, e tu perché vuoi perire per la tua disperazione?
Ecco ora due parole per coloro che vogliono perire a motivo della falsa speranza.
Tornate al vostro cuore, o prevaricatori. ( Is 46,8 )
Siccome dite: " Lo farò, lo farò domani ", ascoltate Dio che vi dice: Non tardare a convertirti al Signore. ( Sir 5,8 LXX )
Mi rivolgo a te che sei sul punto di convertirti al Signore ma lo rimandi: mi rivolgo a te, mosso dal timore che la tua speranza ti conduca alla perdizione.
E tu non fermarti ad ascoltare le mie parole, ma ascolta colui nel quale ti illudi di poter sperare e sperando in lui con esagerata fiducia ti procuri la rovina.
Non tardare a convertirti al Signore, non rimandarlo di giorno in giorno, poiché improvvisa piomberà su di te la sua collera e nel tempo della vendetta ti annienterà. ( Sir 5,8-9 LXX )
Come potevi dire: " Lo rimando a domani o a dopodomani perché Dio mi ha promesso misericordia dicendo: In qualsiasi giorno il peccatore si convertirà; ( Ez 33,12 ) non ha detto: Se oggi si converte, ma: In qualsiasi giorno si convertirà "?
Dio ti risponderebbe: " È vero che ho promesso di perdonarti ma, quanto al giorno, non ti ho fatto alcuna promessa ".
Non sarà vero per caso che tu metti insieme e sullo stesso piano le due promesse: quella di Dio e quella dell'astrologo?
Dio, è vero, ti ha promesso il perdono, ma a prometterti il domani forse è stato l'astrologo.
Sta' dunque attento, o sciagurato!
L'astrologo si sbaglia, Dio ti condanna.
In effetti, quanti ce ne sono che, colpiti da morte improvvisa, non hanno potuto né regolare i conti con Dio né buttare la colpa sugli astrologi!
8 - Mi ascolti ora colui che stava per perdersi a causa della disperazione e diceva: " Sono troppe le colpe che ho commesso, per cui non posso in alcun modo sperare il perdono.
Non mi resta che sfogare tutte le mie voglie e gustare tutti i piaceri.
Così almeno quaggiù avrò quel benessere che non potrò avere nell'altro mondo ".
Ascolta anche tu la voce di Dio; non ascoltare la tua.
Egli ti dice: " Tu che disperi riacquista la speranza! ".
Ascolta quel che dice Paolo: Io che un tempo perseguitavo la Chiesa di Dio ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù voleva mostrare in me tutta la sua longanimità, offrendone un esempio a quanti avrebbero creduto in lui per conseguire la vita eterna. ( 1 Cor 15,9; 1 Tm 1,16 )
Ecco, ti è dato un esempio.
Non volerti dunque disperare; fa' tua l'assicurazione or ora proclamata da colui che nutriva false speranze.
Ascoltando quelle parole, il disperato si ravveda.
Cosa ascoltavi dal suo labbro? Come si illudeva al fine di rimandare di giorno in giorno ( Sir 5,8 ) [ la sua conversione ]?
Dio mi ha detto: In qualsiasi giorno il peccatore e l'empio si convertirà, io dimenticherò tutte le sue colpe. ( Ez 33,12-13; Ez 18,21-22 )
Leggi [ queste parole ] e riprenditi!
In preda alla disperazione tu stavi seduto sulla sponda del fiume o avevi in mano la corda, desideroso di toglierti la vita.
Non avendo motivi per vivere, forse, cercavi la morte. Riprenditi!
Hai di che vivere; è per te pronto il pane di Dio: Io non voglio la morte dell'empio ma piuttosto che si converta e viva. ( Ez 33,11; Ez 18,32 )
9 - Non esistono dunque, fratelli, motivi per lamentarci di Dio, non esistono motivi per cui i perversi siano disgustati di lui, anche se è vero che disgusto per lui non possono provarlo se non i perversi.
Quel che è giusto infatti non piace a chi è ingiusto, come chi è storto non può combaciare con chi è dritto.
Non c'è che dire! Ma tu dicevi: " Ecco, i cristiani concedono l'impunità [ ai delinquenti ], e così fanno dilagare il malcostume ".
Ho già dimostrato che, se non si offrisse all'uomo, incerto com'è, il porto del perdono, aumenterebbe il numero di coloro che vanno in rovina per disperazione.
Per questo Dio non abbandona né gli uni né gli altri, cioè né chi pecca per falsa speranza né chi pecca per disperazione.
A chi dispera offre il porto della misericordia; a chi spera malamente occulta il giorno della morte.
Non c'è che dire; c'è solo da mettersi all'opera.
Se dunque qualcuno è stato scosso dalla parola della verità, venga pure a dirmi: " Che dobbiamo fare? ".
Mi dica non con la bocca ma con il cuore: " Che dobbiamo fare? ". ( At 2,37 )
E allora cosa potrò rispondere se non la parola che abbiamo ascoltato, e cioè: Pentitevi?
Cosa volete che aggiunga? Pentitevi! ( Mc 1,15 )
Sei catecumeno? Pentiti e sarai rinnovato.
Sei un cattivo fedele, sebbene battezzato con un santo battesimo? Pentiti e sarai guarito.
Dopo questo, non saprei proprio cosa voi possiate aggiungere.
Quali siano le opere da compiere, già lo sapete.
Rivolti al Signore …
Indice |
1 | M. G. Mosci Sassi, Il linguaggio gladiatorio, Bologna 1992, pp. 132-133 |